Creato da nuovomondo3 il 05/12/2010
"E' tempo di pensare al Nuovo Mondo." Questo blog nasce con l’intento di mettere a disposizione della rete l’abc dell’Insegnamento, spesso definito anche con il termine “Saggezza Eterna”. Chi scrive è poco più che un modesto studente. Dunque, nessuna pretesa di presunta autorità da parte mia, ma certamente la genuina offerta di ciò che per me ha rappresentato e rappresenta la base strutturale della mia stessa vita.

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« Plenilunio della Vergine...Scenda Luce sulla Terra »

Dire o... non dire?

Post n°211 pubblicato il 16 Settembre 2013 da nuovomondo3
 

Anche questo lunedì vi propongo un’altra non-scintilla, che scaturisce da una domanda: è ammissibile che colei o colui che non siano ancora riusciti ad applicare “perfettamente” alla propria esistenza i dettami dell’Insegnamento, se ne facciano portavoce presso altri aspiranti?
È una domanda che mi frulla nella testa da molto tempo e che, in quest’ultimo periodo, è tornata ad occupare i miei pensieri con una prepotenza quasi devastante.
Alcune scintille or sono (o forse era uno dei quotidiani Pensieri di Luce? Poco importa, non trovate?), riportai una frase tratta dal libro di H. Blavatsky “La chiave della Teosofia”, che intendo riproporre ora: “Nessun socio ha il diritto di rimanere inattivo con la scusa di sapere troppo poco per insegnare, poiché può essere certo che troverà sempre altri che ne sapranno meno di lui.”
Fin qui non ci sono dubbi, almeno non secondo me. Un professore universitario non dedicherebbe mai il suo tempo ad un bambino della scuola materna, che però sarebbe comunque accudito da un “qualcuno” in grado di farlo e più adatto al suo “livello”. Allo stesso modo, un Maestro non dedicherebbe la sua energia – a meno che questo non fosse assolutamente necessario alla buona riuscita del Piano – per preparare un modesto aspirante, quale il sottoscritto, per esempio! Quindi, ciascuna/o di noi può essere di aiuto a chiunque ne sappia semplicemente meno. Per usare uno dei miei esempi banali, se nel percorrere una strada mi rendo conto di un ostacolo che ne impedisce momentaneamente il libero flusso, sarò in grado di avvisare coloro che mi seguono, per il semplice fatto di essere partito prima di loro e trovarmi un poco più avanti lungo il cammino… o Sentiero, per rimanere nell’ambito dell’Insegnamento.

Fin qui, dicevo, nessun dubbio. Ma cosa dire di quando ciò che si conosce – e che si cerca di insegnare – non si riesce a metterlo “perfettamente” in pratica? Che poi è la domanda con cui ho iniziato questa non-scintilla?
Credo che non sia facile rispondere in poche parole, se non con un ennesimo esempio sciocco. Non è forse vero che, in qualità di genitori, ci si trova spesso a dover dire ai propri figli che non dovrebbero fare una tal cosa, poiché pericolosa, rischiosa e/o dannosa… cosa che, nonostante ciò, in quanto adulti si è i primi a fare?
E non è altrettanto vero che, proprio perché ci si trova nella necessità (o dovere, se preferite) di additare a qualcun altro dei determinati stili di vita – che comunque si continuano a portare avanti – presto o tardi la coscienza si fa sentire in modo più incisivo e, se tutto va come deve andare, ci si libera con ogni probabilità di “quel” difetto particolare?
Non è forse un modo di insegnare anche questo?
Ovviamente, non prendo minimamente in considerazione coloro alle quali e ai quali non sia mai capitata una cosa del genere: si tratta di esseri troppo perfetti per essere “compresi” in un banale post come questo!
Il brano che ho citato poco fa, continua con queste parole che, secondo me, rappresentano in qualche misura ciò che ho appena scritto: “Inoltre, è soltanto quando s’incomincia a cercare di insegnare agli altri, che si scopre la propria ignoranza e si prova a rimuoverla.”
Non è così?

Infine, permettetemi di aggiungere un’ultima piccola cosa.
Se si crede fermamente in quello che l’Insegnamento propone, se lo si sente nel cuore in modo così naturale da non metterne in dubbio nemmeno una virgola e, nonostante ciò, ci si rende conto di non essere ancora abbastanza forti da rinunciare completamente a se stessi e ai propri difetti – poiché di questo si tratta! – non è comunque preferibile tentare di presentare al mondo ciò che si sente vero?
Lasciando stare i ben pensanti, di cui è pieno il mondo, cioè gli spacciatori di cilicio fisico e, soprattutto, psichico… lasciando stare questa pericolosa masnada di gente, il rischio peggiore che si corre in questi casi è quello di fare la figura che farebbe un bambino nel voler spiegare, con le semplicissime parole del suo ancor povero vocabolario, la meravigliosa bellezza di un tramonto, cercando di attirare su di esso l’attenzione delle coscienze “adulte” occupate a fare altro! Sarebbe forse un peccato?
“Allora gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Ma Gesù disse: «Lasciate i bambini, non impedite che vengano da me, perché il Regno dei Cieli è per chi assomiglia a loro». E, imposte loro le mani, se ne andò via di là.” (Mt 19:13-15)
Eh già… “il Regno dei Cieli è per chi assomiglia a loro”!!!

Vi abbraccio fraternamente.

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