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in sogno... 

Post n°79 pubblicato il 21 Maggio 2007 da mari27_

Lui, "diverso" dicevano i familiari così come i conoscenti, non può articolare bene le mani...Lei, in un gruppo di persone la più schiva e riservata.

Infanzia. Festa di compleanno di un amichetto. Lui inizia a scherzare pesantemente, incurante delle reazioni altrui, quasi prepotente, con la "scusa" della diversità cucitagli addosso che lo rende giustificabile in tutto e per tutto, i genitori gli arridono compiaciuti.
Fiero. Una gara di disegno, ne è giudice, curatore, amministratore delegato, sindaco, socio e quant'altro: macchinazioni dei bambini...
Giungono i "capolavori" al suo tavolo; si china e li osserva, ma fanno tutti SCHIFO...Aspetta...in fondo, l'ultimo, bellissimo, lo colpisce dritto al cuore. Fa finta di nulla ma Lei sente qualcosa, un fremito. Dice con arroganza: "Chi ha fatto questo?", sollevando il disegno con la superbia di chi si appropria della creatività altrui quasi spacciandola per propria. Nessuna risposta.
All'improvviso qualcuno alza prepotentemente il braccio di Lei, urlando "Io, Io, è mio!!".
Attonita, stordita, quasi in lacrime, Lei si avvicina, tende le braccia aspettando il premio. Nulla, Lui non proferisce parola. Inizia a fare lo stupido, cosa che gli riesce molto bene; la prende in giro, la deride.
Si allontana tra la folla, Lei, così piccola e schiva, rincorsa dalle urla divertite o spaventate dei compagni che si agitano per la stanza sfuggendo alle furibonde ire di Capitan Uncino. E' confusa, delusa, stanca, molto stanca, sempre più stanca...corre verso di Lui, scalpita il suo cuore offeso. Con tutta la forza di cui è capace gli bussa dietro le spalle. Chi ha osato?? Si volta, il retrogrado.
"Io...io ho osato" sussurra con voce ansimante di voglia e dolore "tu non sei diverso come credi, sei solo un bambino viziato, molto viziato...". Lo spavento la assale ma finge di non aver paura, finge che la forza si sia prepotentemente impossessata di Lei, racconta bugie anche a se stessa pur di superare uno dei momenti più difficili della sua ancor breve vita.
Lui, furibondo, partorisce d'incanto un pianto infinito, mostrando le proprie mani come se fossero un cimelio, ridendo, furtivo e compiaciuto, tra le sicure braccia dell'accorso genitore disperato ed indispettito per cotanto insulto...

Crescita. Presa d'atto della supposta e tanto declamata "diversità". Mancata accettazione dei propri "limiti"; Lui, un giorno d'estate: usa le mani...lo sa fare, non bene come gli altri ma lo sa fare...lo assalgono le parole di Lei durante quella maledetta festa, molti anni prima. Non è diverso, non lo è mai stato, gli hanno mentito, hanno fatto di lui un menomato, è furibondo, l'ira lo acceca. Estasi da scoperta, rinascita, e nuova scoperta, ogni giorno di più, di più, di più...
Lei, diventata bellissima, non essendone consapevole. Si agita dentro un mare di impegni per non pensare, per non amare, per non illudersi.

Una mostra. Lui è lì. Le si avvicina piano, ma non riesce ad incrociare il suo sguardo, lo sguardo che molti anni prima lo aveva terrorizzato, infastidito, colpito, ammaliato.
Siede distante, non osa avvicinarsi.
Nella penombra delle fievoli luci scorge la sagoma di Lei farsi avanti, sembra dirigersi verso di Lui. No, nulla...saluta gli ospiti, sorride tristemente, non è mai stata così dolce e bella, di una bellezza ignara, semplice e disarmante.
Si avvicina, ha deciso, non può più attendere; con tutto il coraggio raccolto le bussa da dietro, togliendosi il respiro per un attimo.
Lei si volta: "Chi è?" sussurra con voce tremula. "Sono io, quello viziato...ricordi?". Gli si avvicina, stupita; tende le sue mani verso il volto sudato, lo sfiora, a percepire i lineamenti, a sentire le curve delle labbra, a capire, interpretare lo sguardo. Gli occhi, splendidi occhi, fissi.
Lui è attonito, non ci può credere, non può essere, no...no...non può essere. Ricorda ancora quella maledettissima festa, la derisione che in fondo nascondeva il profondo rispetto, la inaspettata ammirazione per un essere così fragile. Lui, così forte.
Piange adesso, lacrime vere ed intense, il frutto della consapevolezza.
Lei, cieca dalla nascita; Lui, menomato per scelta.



...la straordinaria forza della passione...

 
 
 
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