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FORZA FORLEO, FORZA LEGALITà!

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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 02 Giugno 2007 da neo_di_zion

LA SITUAZIONE IN ITALIA È PEGGIORE DI QUELLA CHE C'ERA IN FRANCIA PRIMA DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE! MA NON FACCIAMO NULLA PER MANDARE QUESTI POLITICI DI DESTRA E SINISTRA A CASA?IN REALTÀ ENTRAMBI I DUE SCHIRAMENTI FANNO SOLO GLI INTERESSI DELLE LOBBY E DELLE BANCHE!

 
 
 

Una vergogna tutta italiana!

Post n°8 pubblicato il 18 Maggio 2007 da neo_di_zion


Gentile Luca Cordero di Montezemolo,
il presidente di Federmeccanica, che fa parte della Confindustria, dice che l’aumento di 100 euro all’anno chiesto dagli operai è “una proposta ridicola” perché ci metterebbe “fuori dal mercato”. E lei ha dichiarato che la ripresa economica dell’Italia è “esclusivamente merito delle imprese”. Eppure lei stesso ripete sempre che un’impresa non è fatta solo dagli imprenditori e dai manager, ma anche dai lavoratori. Dunque tutti dovrebbero essere premiati per il loro lavoro. Invece i manager in Italia guadagnano molto di più dei loro colleghi del resto d’Europa, mentre i lavoratori molto di meno. In Italia un operaio guadagna in media, al lordo, 21 mila euro, contro i 29 mila della Francia, i 32 della Svezia, i 35 del Belgio, i 37 dell’Olanda, i 39,7 della Gran Bretagna, i 41 della Germania, i 42 della Danimarca. Qualche anno fa, un tale disse: “se i nostri operai guadagnano poco, le macchine che gli facciamo costruire chi se le compra?” Tra il 2000 e il 2005, secondo l’Eurispes, in Europa gli stipendi sono aumentati del 20%, in Italia del 13,7. Da noi gli stipendi dei lavoratori aumentano ogni anno del 2,7%, mentre quelli dei manager del 17%, otto volte l’inflazione. Le stipendio medio dei primi cento top manager italiani è di 3,4 milioni all’anno, 7 miliardi di lire: guadagnano 160 volte lo stipendio di un operaio, prendono in due giorni quello che un operaio prende in un anno. In ogni caso la Fiat, con le sue mani e con la cassa integrazione, s’è rimessa in sesto grazie a un manager come Marchionne. Che dunque si merita tutti i 7 milioni di euro che guadagna all’anno, poco meno di quelli che guadagna lei. Ma, se il mercato ha un senso, chi ottiene risultati dovrebbe guadagnare molto e chi va male dovrebbe guadagnare poco, o farsi da parte. Mi sa spiegare allora perché, visto come va la Telecom, il manager più pagato d’Italia è proprio Carlo Buora della Telecom, con 18.860 milioni di euro nel 2006 tra stipendio e liquidazione Pirelli? E perché Tronchetti Provera guadagna come Marchionne che ha risanato la Fiat? Poi c’è Cimoli, che ha così ben ridotto l’Alitalia: guadagna 12 mila euro al giorno, quello che un operaio guadagna in un anno. Il presidente di Air France guadagna un terzo: ma la compagnia francese è in attivo, mentre la nostra perde un milione al giorno. Dopo 2 anni e mezzo disastrosi, col buco Alitalia salito a 380 milioni, Cimoli per andarsene ha pure preso 5 milioni di liquidazione. Alberto Lina è l’amministratore delegato dell’Impregilo, capo-gruppo della ditta che smaltisce così bene i rifiuti in Campania: guadagna addirittura più di lei, 7,3 milioni. Anche lui prende in un giorno quanto un suo operaio guadagna in un anno. Dov’è il mercato? Dov’è la meritocrazia? La prima regola del mercato è che tutti rischiano qualcosa, e chi sbaglia paga. Voi top manager, invece, non rischiate mai nulla. Se avete successo, vi aumentate lo stipendio. Se fallite, ve lo aumentate lo stesso. Se vi cacciano, ci guadagnate una fortuna con le superliquidazioni. Poi passate a far danni da un’altra parte. E se non garantite la sicurezza o la salute dei vostri dipendenti, loro pagano con la vita, per voi c’è l’indulto. Con la certezza di morire di morte naturale, nel vostro letto. Gli operai invece muoiono al lavoro come le mosche, al ritmo di quattro al giorno. Andare a lavorare, in Italia, è più pericoloso che andare in guerra. Ogni anno muoiono 1250 lavoratori italiani, la metà delle vittime delle Torri gemelle, meno dei morti di tutto il mondo per attentati terroristici. E un milione restano feriti. Ora lei, dottor Montezemolo, è preoccupato che il tesoretto si disperda in mille rivoli. Giusto.
Ma perché non parlate mai del tesorone dell’evasione fiscale, 200 miliardi l’anno? E del tesorone del lavoro nero e sommerso, il 27% del pil, cioè 400 miliardi? E del tesorone delle mafie, 1000 miliardi di euro?
La legge sul falso in bilancio varata dal governo Berlusconi e finora confermata, in barba alle promesse elettorali, dal governo Prodi, consente a ogni impresa di occultare dai bilanci fino al 5% dell’utile prima delle imposte, al 10% delle valutazioni e all’1% del patrimonio netto. Centinaia di milioni di nero legalizzato per ogni grande gruppo. Una sorta di modica quantità di falso in bilancio consentita, come per la droga, per uso personale. Non vi vergognate di una situazione del genere, che vi rende tutti sospettabili? Il “mercato” è anche 25 anni di galera per chi trucca i bilanci, come in America: o no? Perché allora non avete detto una parola contro la depenalizzazione del falso in bilancio? Perché Confindustria non fa una grande battaglia per importare in Italia la legge americana sui reati finanziari? Vedrà che, recuperando un po’ di evasione, si potranno garantire case, asili e pensioni al popolo dei 1000 euro al mese, che con un giusto aumento di stipendio potrebbero fare un bel passettino in avanti. Perchè,come diceva quel tale, “se gli operai guadagnano poco, le macchine che costruiscono chi se le compra?”. A proposito: lo sa chi era quel tale? Non era Marx, e nemmeno il subcomandante Marcos. Era l’avvocato Agnelli.
In attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti

Marco Travaglio

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Credo non bisogna aggiungere nulla! Sono d'accordo su tutto quanto scritto in questa lettera da Marco Travaglio ( e non sono sempre d'accordo con lui, visto che anche lui e' un po' fazioso e anticlericale).
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La voce di Cassandra...Occidente svegliati prima che sia troppo tardi!

Post n°3 pubblicato il 23 Settembre 2006 da neo_di_zion
Foto di neo_di_zion

 Oriana Fallaci se n'è andata, in silenzio, senza il rumore che, a volte, la celebrità si porta dietro. Lei avrebbe voluto così, lasciare questo mondo in punta di piedi, sapendo che molti dei suoi connazionali non l'amavano di certo, anzi... Quanti insulti, quante cattiverie ha sopportato in silenzio...ma lei era fatta in questo modo, una grande combattente, una vera amazzone, combattiva fino all'ultimo suo respiro.
Aveva anche un altro dono la mitica Oriana, quello della profezia, ma aveva anche la disgrazia di essere come Cassandra!

Cassandra, nella mitologia greca, era una principessa bellissima, così bella che Apollo, il dio del Sole, s'innamorò di lei e per questo il dio le diede il dono di poter vedere il futuro. Ma quando la fanciulla si rifiutò di sposarlo il dio per vendetta le lasciò solo il dono della profezia, ma facendo in modo che nessuno le credesse.

Ecco, non credo di esagerare se paragono Oriana alla principessa Cassandra.
Nell'ultimo periodo della sua vita, Oriana, nei suoi libri, ha cercato di svegliare le coscienze e l'orgoglio delle nostre radici occidentali. Si, perché, molti dei nostri cari politici stanno lì a guardare, armati di un finto buonismo mentre il nostro occidente sta per essere colonizzato in un modo silenzioso e invadente.
Non capisco perché in paesi come l' Arabia Saudita sia vietato per "legge" costruire Chiese e professare una fede diversa da quella che è l'islam, mentre qui, nel nostro occidente (sempre più loro e sempre meno nostro), con la complicità di un mondo politico che cerca solo i voti per gestire il potere, si costruiscono moschee.
E mi chiedo: perché l'UE approva di continuo fondi per la diffusione della cultura islamica? Perché, questo islam violento, si offende per le parole che ha pronunciato il papa che, se leggete bene tutto il discorso, non hanno nulla di offensivo? E perché molti autorevoli giornali scrivevano che il papa doveva chiedere scusa per delle parole mal interpretate, quando ogni giorno nei paesi islamici i cristiani di qualunque confessione vengono torturati e spesso uccisi? Perché nessuno difende il crocifisso che, a prescindere dalla fede, è un simbolo fondamentale delle nostre radici, delle radici comuni che ha l'intera Europa e l'Occidente tutto? Perché quando Adel Smith in una trasmissione televisiva prendendo e agitando il crocifisso bestemmiava, offendeva i cristiani di tutto il globo dicendo che questi sono pazzi ché adorano un cadaverino appeso in una croce, nessuno ha gridato alla scandalo? Ora, mi chiedo (e vi chiedo), se uno di noi va in TV e prendendo la luna islamica la butta a terra gridando che l'islam è una religione violenta o una qualsiasi offesa verso Maometto (loro offendono sempre Gesù Cristo), cosa succederebbe? Non rispondete perché la risposta la conosciamo già, vi ricordo quello che successe nel mondo intero quando un gionale pubblico le famose vignette satiriche su Maometto.

Ecco, per ritornare ad Oriana (scusami Oriana, ma so che comunque e te va bene così che non ti piace essere al centro dell'attenzione) lei aveva visto tutto questo, specie dopo l'11 settembre 2001. Lei, ha solo cercato di svegliare gli animi del nostro occidente, ormai freddo ed impassibile, che sta dimenticando la sua storia e si fa calpestare da un' islam che, senza fermarsi, avanza dritto verso la conquista silenziosa  dell'Europa e dell'occidente tutto. Lei se n'è andata con le grida di chi gli diceva muori Oriana putt.., ma sapendo di aver detto solo la verità e visto un futuro probabile, che spero non si avveri mai.

Sebastiano Tomarchio

 

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 19 Settembre 2006 da neo_di_zion
Foto di neo_di_zion

Adel Smith mentre agita la Croce dicendo che i cristiani adorano un cadaverino appeso su di un legno!  

 

                                                                                        

 
 
 

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 19 Settembre 2006 da neo_di_zion
Foto di neo_di_zion

In difesa delle nostre radici!

La polemica alzata dall'islam sulle parole pronunciate dal papa Benedetto XVI sono prive di fondamento! Ecco la dichiarazione ufficiale della Santa Sede:

DICHIARAZIONE DELL’EM.MO CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO
Di fronte alle reazioni da parte musulmana circa alcuni passi del discorso del Santo Padre Benedetto XVI all’Università di Regensburg, ai chiarimenti e alle precisazioni già offerti tramite il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, desidero aggiungere quanto segue:- La posizione del Papa sull’Islam è inequivocabilmente quella espressa dal documento conciliare Nostra Aetate: "La Chiesa guarda con stima i musulmani, che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano anche di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti nascosti di Dio, come si è sottomesso Abramo, al quale la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano però come profeta; onorano la sua madre vergine Maria e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio quando Dio ricompenserà tutti gli uomini risuscitati. Così pure essi hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno" (n. 3).- L’opzione del Papa in favore del dialogo interreligioso e interculturale è altrettanto inequivocabile. Nell’incontro con i rappresentanti di alcune comunità musulmane a Colonia, il 20 agosto 2005, Egli ha detto che tale dialogo fra cristiani e musulmani "non può ridursi a una scelta stagionale", aggiungendo: "Le lezioni del passato devono servirci ad evitare di ripetere gli stessi errori. Noi vogliamo ricercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l’identità dell’altro".- Quanto al giudizio dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo, da Lui riportato nel discorso di Regensburg, il Santo Padre non ha inteso né intende assolutamente farlo proprio, ma lo ha soltanto utilizzato come occasione per svolgere, in un contesto accademico e secondo quanto risulta da una completa e attenta lettura del testo, alcune riflessioni sul tema del rapporto tra religione e violenza in genere e concludere con un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religiosa della violenza, da qualunque parte essa provenga. Vale la pena di richiamare al riguardo quanto lo stesso Benedetto XVI ha recentemente affermato nel Messaggio commemorativo del XX anniversario dell’incontro interreligioso di preghiera per la pace voluto dal Suo amato predecessore Giovanni Paolo II ad Assisi nell’ottobre del 1986: " … le manifestazioni di violenza non possono attribuirsi alla religione in quanto tale, ma ai limiti culturali con cui essa viene vissuta e si sviluppa nel tempo…
Di fatto, testimonianze dell’intimo legame esistente tra il rapporto con Dio e l’etica dell’amore si registrano in tutte le grandi tradizioni religiose".- Il Santo Padre è pertanto vivamente dispiaciuto che alcuni passi del Suo discorso abbiano potuto suonare come offensivi della sensibilità dei credenti musulmani e siano stati interpretati in modo del tutto non corrispondente alle sue intenzioni. D’altra parte, Egli, di fronte alla fervente religiosità dei credenti musulmani, ha ammonito la cultura occidentale secolarizzata perché eviti "il disprezzo di Dio e il cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà".- Nel ribadire il Suo rispetto e la Sua stima per coloro che professano l’Islam, Egli si augura che siano aiutati a comprendere nel loro giusto senso le Sue parole, affinché, superato presto questo momento non facile, si rafforzi la testimonianza all’"unico Dio, vivente e sussistente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini" e la collaborazione per "difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà" (Nostra Aetate, n. 3)".
TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
Given the reaction in Muslim quarters to certain passages of the Holy Father's address at the University of Regensburg, and the clarifications and explanations already presented through the Director of the Holy See Press Office, I would like to add the following:- The position of the Pope concerning Islam is unequivocally that expressed by the conciliar document Nostra Aetate: "The Church regards with esteem also the Muslims. They adore the one God, living and subsisting in Himself; merciful and all-powerful, the Creator of heaven and earth, Who has spoken to men; they take pains to submit wholeheartedly to even His inscrutable decrees, just as Abraham, with whom the faith of Islam takes pleasure in linking itself, submitted to God. Though they do not acknowledge Jesus as God, they revere Him as a prophet. They also honor Mary, His virgin Mother; at times they even call on her with devotion. In addition, they await the day of judgment when God will render their deserts to all those who have been raised up from the dead. Finally, they value the moral life and worship God especially through prayer, almsgiving and fasting" (no. 3).- The Pope's option in favor of inter-religious and inter-cultural dialogue is equally unequivocal. In his meeting with representatives of Muslim communities in Cologne, Germany, on 20 August 2005, he said that such dialogue between Christians and Muslims "cannot be reduced to an optional extra," adding: "The lessons of the past must help us to avoid repeating the same mistakes. We must seek paths of reconciliation and learn to live with respect for each other's identity".- As for the opinion of the Byzantine emperor Manuel II Paleologus which he quoted during his Regensburg talk, the Holy Father did not mean, nor does he mean, to make that opinion his own in any way. He simply used it as a means to undertake - in an academic context, and as is evident from a complete and attentive reading of the text - certain reflections on the theme of the relationship between religion and violence in general, and to conclude with a clear and radical rejection of the religious motivation for violence, from whatever side it may come. On this point, it is worth recalling what Benedict XVI himself recently affirmed in his commemorative Message for the 20th anniversary of the Inter-religious Meeting of Prayer for Peace, initiated by his predecessor John Paul II at Assisi in October 1986: " ... demonstrations of violence cannot be attributed to religion as such but to the cultural limitations with which it is lived and develops in time. ... In fact, attestations of the close bond that exists between the relationship with God and the ethics of love are recorded in all great religious traditions".- The Holy Father thus sincerely regrets that certain passages of his address could have sounded offensive to the sensitivities of the Muslim faithful, and should have been interpreted in a manner that in no way corresponds to his intentions. Indeed it was he who, before the religious fervor of Muslim believers, warned secularized Western culture to guard against "the contempt for God and the cynicism that considers mockery of the sacred to be an exercise of freedom".- In reiterating his respect and esteem for those who profess Islam, he hopes they will be helped to understand the correct meaning of his words so that, quickly surmounting this present uneasy moment, witness to the "Creator of heaven and earth, Who has spoken to men" may be reinforced, and collaboration may intensify "to promote together for the benefit of all mankind social justice and moral welfare, as well as peace and freedom" (Nostra Aetate no. 3).

 
 
 
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