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capaci infine di fermarsi

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« se dici così, qualsiasi ...tutto il coraggio del mondo »

note di suprema finzione

Post n°80 pubblicato il 14 Marzo 2016 da emma01

 

 

WALLACE STEVENS,Castello Galante

E' forse male essere venuti qui
e aver trovato il letto vuoto?

Si potevano trovare capelli tragici
occhi astiosi, mani ostili e fredde.

Ci poteva essere una luce su un libro
a illuminare uno o due versi spietati.

Ci poteva essere l'immensa solitudine
del vento sulle tende.

Versi spietati? Alcune parole intonate
e intonate e intonate e intonate.

Va bene. Il letto è vuoto,
le tende sono rigide, linde e ferme.

 

 

 








 

ANDREA VANZO, dio di ferro


























notaccia che graffia dove duole e vuole


si sente solo il letto vuoto
oppure tu, tu che guardi al letto
sei e ti senti solo


nel bilancino delle parole
si quantifichi la solitudine
di un paesaggio e quella di 
un ritratto

nella natura non trovo "quel genere di solitudine",
che declina grammatiche di dolore o malattia,
in certe paia d'occhi non trovo altro che
"quel genere di solitudine".
oltre, verso una specie di pazzia
c'è la pace del poeta,
l'inesistente pace delle parole
dove si compiacciono piccole divinità personali
impersonando guerre d'oro e di grigi

 

 

 

 
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