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« verde di paradisomoderni Teseo »

caleidoscopio autunnale

Post n°200 pubblicato il 10 Ottobre 2017 da emma01

ROBERTO BOLANO

 

Una persona - dovrei dire una sconosciuta - che ti accarezza,
scherza con te, è dolce e ti porta fin sull'orlo di un precipizio.
Là, il personaggio dice ah o impallidisce. Come se
fosse dentro un caleidoscopio e vedesse l'occhio che lo
guarda. Colori che si ordinano secondo una geometria
aliena a tutto ciò che sei disposto a prendere per buono.
Così inizia l'autunno, tra il fiume Onar e la collina di Las 
Pedreras.

La sconosciuta è sdraiata sul letto. Attraverso scene senza
amore (corpi piatti, oggetti sadomasochistici, pillole e 
smorfie da disoccupati) arrivi al momento che definisci
l'autunno e scopri la sconosciuta.
   Nella stanza, oltre al riflesso che risucchia tutto, osservi
sassi, lastre di pietra gialla, sabbia, guanciali con capelli, pi-
giami abbandonati. Poi sparisce tutto.


Scherza con te, ti accarezza. Una passeggiata solitaria nel-
la piazza dei cinema. Al centro un'allegoria in bronzo:
"La battaglia contro i francesi". Il soldato semplice la pi-
stola alzata, si direbbe sul punto di sparare in aria, è giova-
ne; il volto è atteggiato a esprimere stanchezza, i capelli ar-
ruffati, e lei ti accarezza senza dire nulla, anche se la parola
caleidoscopio le scivola come saliva dalle labbra e allora le 
scene lasciano di nuovo trasparire qualcosa che puoi chiamare
l'ah del personaggio pallido o geometria intorno al tuo 
occhio nudo.

 

versi tratti da "TRE", SUR EDITORE, pagine da 27 a 31




 

 

 











David Bowie&John Frusciante




fuck nota

guardo le tue dita avvicinarsi
alla mia piaga ed è terrore.
il sangue, pompato
dal cuore impazzito 
è violento nella corsa, 
il mucchio di dolore,
nascosto dietro la
dissimulazione,
è qui.
l'urlo è pronto 
sulle labbra,
gli occhi spalancati
oltre il credibile.
ma quelle tue dita,
lievi come farfalla,
alleviano il fardello.
non me ne accorgo subito,
intenta a contenere il panico.
"paura di ciò che non si 
conosce" dici, mentre io,
che ancora calmo l'affanno,
dentro, profondamente,
l'ho battezzata
"abitudine".

 

 

 

 
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