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« CIAO PAOLONELA RETORICA »

NON E' FRANCESCA

Post n°174 pubblicato il 15 Marzo 2010 da JayVincent


Il buon Lucio Battisti scrisse delle illusioni di un uomo, illusioni disegnate dall’amore e dalla paura di vedere.

Non è Francesca e se c’era un uomo poi proprio non poteva essere lei.

Il convincimento può essere peggio della realtà, così come chiudere gli occhi è un palliativo che incancrenisce il male.

E allora forse, oggi più che mai, dobbiamo guardare senza timori lo scempio che abbiamo davanti, questo misto di incapacità, superficialità e inadeguatezza.

Se quella forse non era Francesca, questa di sicuro non è una squadra.

E qualcuno deve rendere conto del proprio lavoro, qualcuno possibilmente nella persona di Piero Bucchi, perché dopo 20 mesi di lavoro forse è necessario spiegare per non cadere nel grottesco.

Spiegare i motivi per cui gli unici elementi invariabili della sua gestione sono la perniciosa assenza di gioco, l’approssimazione, lo scaricabarile furioso e selvaggio, una sorta di paraculismo liberalizzato.

Spiegare il perché delle conferenze stampa piene di luoghi comuni, rifuggendo ogni tipo di onesta presa di coscienza.

Spiegare, e molto dettagliatamente, perché una squadra costruita e voluta da lui non ha un minimo di identità.

Nessuno, e dico nessuno, ha idea di chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo: in questa squadra, in queste facce, non c’è niente.

E forse davvero è meglio per tutti smetterla di pensare che le cose brutte capitano sempre al fidanzato di Francesca.

Questa squadra è uno spettacolo inguardabile, reiterato, orchestrato da un professionista sicuramente serio, che però ha perso completamente il polso della situazione.

Siamo cestisticamente alle aste, non c’è esecuzione e iltalento dei singoli, l’unico appiglio cui fare riferimento, è annacquato,affogato nelle sabbie mobili del nulla assoluto che ormai è questa presuntasquadra.

Ci sono sotto gli occhi di tutti le prove tangibili di un fallimento assoluto, che è prima di tutto nella regressione di elementi come Maciulis e Petravicius pre infortunio e nello scemare dell'impatto di Viggiano, delegittimato dal suo ruolo di rottura la cui esplosione aveva evidentemente giovato.

 

Presidente Proli, fa piacere a tutti ricevere attestati di stima, essere ringraziati con pagine pubblicitarie.

Ma le stesse persone non diventano mostri in corso d’opera e vanno rispettati anche quando le stanno suggerendo di prendere atto del malcontento generale.

Le chiedo di levarsi il paraocchi, ammesso che davvero lo abbia, e smettere di difendere l'indifendibile, compreso quel mero risultato sportivo che è clamorosamente sotto le aspettative.

Presidente Proli, accetti un consiglio: non acquisti Gordon, non tagli Acker, aspetti Petravicius, non cambi una virgola di questo roster. Si tenga le paturnie di Mike Hall. Non cambi nemmeno la guida tecnica.

Porti alla fine questa stagione e poi inizi un progetto vero.

Non spenda soldi inutilmente; non sono un indovino né un mago, ma sono pronto a garantirle che qualunque allontanamento o inserimento non cambierà nulla.

Questa squadra continuerà ad essere un tromp l’oeil, una finzione, una scommessa al ribasso che nemmeno la mediocrità altrui fa vincere.

A me non interessa nulla avvicinarmi a Siena perché Siena finisce il ciclo: mi interessa avvicinarmi perché ho un progetto tecnico vero,vivace, furbo, coraggioso.

Altrimenti si può che eccellere il tempo di un anno, il tempo diuna casuale stagione con un americano e un comunitario imbroccati.

Nascere in estate per morire a primavera.

Siena non ha dominato per anni solo grazie a magie estive, bensì con la programmazione, con delle idee, con delle scommesse.

E ha radicato il suo dominio nel deserto di cervelli che è questo nostro basket italico.

Presidente Proli, ci faccia un regalo, anche se non ce lo deve: ci spieghi qual è il nostro progetto, a parte quello di allontanare tifosi disgustati dalla qualità infima dello spettacolo.

Presidente, questa non è una contestazione: è il momento in cui bisogna mettere da parte orgoglio e finzione e prendere decisioni. E' il momento di ascoltare.

Tocca a voi farci vedere di essere fieri e guerrieri.

Perché, mettiamo i puntini sulle i, su di noi dubbi proprio non ce ne sono.



 
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