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Scienza, filosofia, musica, bischerate

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Brights, un manifesto

Post n°59 pubblicato il 03 Maggio 2014 da biobiobio1
 

Giordano BrunoRoma, Campo dei Fioro, Monumento a Giordano Bruno

 

Bright è una pratica: essere Bright è un modo di condurre la propria vita.

 

 

 

I Brights non hanno un caposcuola e nessuno è discepolo. Ciascun Bright è dotato di una propria autonomia. Da ciò discende che il Bright insegna solo con la coerenza delle sue azioni.

 

 

 

I Brights condividono e promuovono una visione naturalistica del Mondo che sia priva di elementi soprannaturali.

 

 

 

Una visione naturalistica trova la sua pratica nello sviluppo armonioso dell'Individuo nell'ambiente sociale e nella natura intorno a sé; ciò richiede la sua consapevolezza dei condizionamenti culturali, delle ristrutturazioni mentali e dalle distorsioni cognitive a cui è soggetto a opera di “virus e mode culturali”, denominati memi.

 

 

 

I Brights si adoperano con il proprio comportamento, con il proprio intervento in qualsiasi circostanza e con la solidarietà attiva verso coloro che soffrono per inconsapevoli distorsioni della propria reale natura a opera di memi nocivi, a diffondere la consapevolezza dell'esistenza dei memi e dei loro effetti sulle cultura e personalità di ciascun Individuo.

 

 

 

I Brights, riconoscenti agli Illuministi del XVIII secolo per l'insegnamento, denunciano nei sistemi assolutistici, autoreferenziali, monocratici e dogmatici i terreni più fertili per la proliferazione e diffusione di memi nocivi.

 

 

 

I Brights si adoperano quindi per stimolare nella società:

 

 

 

  • una sana spiritualità, che affronti il senso e i residui misteri della vita senza la sottomissione acritica a dogmi religiosi;

 

 

 

  • sani rapporti sia umani che professionali, che sappiano recepire profondamente le evoluzioni scientifiche e tecniche nel rispetto dell'Essere Umano e del suo sviluppo mentale, spirituale e fisico;

 

 

 

  • sane scienze che, forti delle conoscenze già acquisite, si dimostrino sempre umilmente aperte a recepire idee nuove, critiche e rivoluzionarie.

 

 

 

I Brights prendono a motto e ispirazione:

 

 

 

  • l'insegnamento del filosofo Friedrich Nietzsche che ammonisce: «lo scopo della Filosofia è individuare i limiti della ragione».

 

 

 

  • La figura di Giordano Bruno, martire del libero pensiero.

 

 
 
 

La Leggenda della Vera Croce ad Arezzo 11

Post n°58 pubblicato il 01 Maggio 2014 da biobiobio1
 

basilica di san francesco ad arezzo, cappella bacci, affreschi di piero della francesca

Eraclio riporta la Croce a Gerusalemme: con grande umiltà (al centro), a piedi nudi e con la sola tunica, la offre ad un gruppo di anziani gerosolimitani in adorazione.

 

 
 
 

La Leggenda della Vera Croce ad Arezzo 10

Post n°57 pubblicato il 01 Maggio 2014 da biobiobio1
 

basilica di san francesco ad arezzo, cappella bacci, affreschi di piero della francescabasilica di san francesco ad arezzo, cappella bacci, affreschi di piero della francescabasilica di san francesco ad arezzo, cappella bacci, affreschi di piero della francescabasilica di san francesco ad arezzo, cappella bacci, affreschi di piero della francesca

Nel 615 il re persiano Cosroe aveva tragugato e profanato la Croce erigendola vicino al suo trono (a destra). L'imperatore d'Oriente, Eraclio, lo affronta in battaglia (a sin.) e lo vince, ma, al rifiuto di Cosroe di convertirsi, gli taglia la testa (ancora a destra).

 

 
 
 

La Leggenda della Vera Croce ad Arezzo 09

Post n°56 pubblicato il 01 Maggio 2014 da biobiobio1
 

basilica di san francesco ad arezzo, cappella bacci, affreschi di piero della francescabasilica di san francesco ad arezzo, cappella bacci, affreschi di piero della francescabasilica di san francesco ad arezzo, cappella bacci, affreschi di piero della francesca

Recatisi a Gerusalemme (nello sfondo a sin.: è in realtà Arezzo, con la chiesa di San Francesco in evidenza) si dissotterrano le tre croci. Per distinguere quella di Cristo da quelle dei ladroni, vengono avvicinate a turno al capo di un giovane morto, che resuscita (a destra) al contatto con la Vera Croce. Elena si inginocchia in adorazione (come già aveva fatto la regina di Saba nel riquadro corrispondente sulla parete di destra).

 

 
 
 

La Leggenda della Vera Croce ad Arezzo 08

Post n°55 pubblicato il 01 Maggio 2014 da biobiobio1
 

basilica di san francesco ad arezzo, cappella bacci, affreschi di piero della francesca

Perdute le tracce della Croce di Cristo, Elena, madre di Costantino, fa torturare un ebreo che, convertitosi, indica il luogo.

 

 
 
 
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