Creato da iuppiter10 il 13/08/2006

Il dolce sapore del

romanzo

 

 

Sinistra e destra.

Sinistra e destra.

Renzi ha affermato pochi giorni fa che non ci deve essere contrapposizione tra sinistra e destra. Grillo scrive che il suo movimento non è né di destra né di sinistra. Tutti i politicanti borghesi gridano che va messo al primo posto l’interesse del Paese e superato il concetto di destra e sinistra. Sono parole che nascondono una realtà vera: sinistra o destra sono affermazioni vuote. La contrapposizione nel capitalismo è tra borghesia e proletariato e chi sta con l’una non può collocarsi con l’altro. Sinistra e destra si riducono essenzialmente alla posizione occupata in parlamento. O si è per il profitto e per i rapporti di produzione o si è per il salario e per il superamento delle classi. Non vi è via di mezzo, non vi è terza via. Coloro che non mettono in discussione il dominio del capitale e propagandano la ricerca di soluzioni al problema della miseria, della disoccupazione, dei bassi salari, dell’asservimento di esseri umani ad altri esseri, della mancanza di diritti, coloro che vedono negli “Stati Uniti d’Europa” o in un’Italia autarchica un fine strategico non fanno altro che portare avanti l’interesse del capitale e della rendita nelle sue varianti, ma compatto nell’aumento dello sfruttamento dei lavoratori. Nell’attuale situazione tutti i partiti dell’ “arco costituzionale” ed i nuovi movimenti , negl’interessi e nelle ideologie vicini  alla rendita ed alla piccola borghesia, rappresentano la volontà con nuovi slogan e vecchi inganni di costringere i lavoratori ad uno sfruttamento massiccio  per  difendere i profitti e le rendite, per coprire i deficit bancari e per far accettare supinamente condizioni di lavoro e di vita sempre peggiori. Pur di distrarre l’attenzione dei lavoratori dai loro problemi veri e reali, disoccupazione, perdita di diritti, bassi salari e basse pensioni, precarietà del lavoro, aumento dello sfruttamento, aumento della povertà, che sono proprio del sistema capitalistico  e possono essere superati solo andando oltre questo sistema sociale, mettono in risalto sui mass-media, oltre ai temi soliti, l’azione del governo inefficiente ed inefficace, i privilegi dei parlamentari, la corruzione, lo sperpero di denaro pubblico, che sono anch’essi parte del sistema. I governi in ogni latitudine del sistema capitalistico governano, ma chi comanda sono i poteri economico-finanziari. Di conseguenza i vari governi rappresentano gl’interessi di questi poteri. I vantaggi dei parlamentari sono concessioni fatte a chi è destinato a servire il sistema. La corruzione non è un’anomalia in una dimensione sociale che si basa sull’appropriazione indebita di ciò che viene prodotto dalla classe lavoratrice. D’altronde le leggi vecchie e nuove sono solo una finzione nel contrasto. Lo sperpero di denaro pubblico, inteso come soldi dei lavoratori dipendenti e pensionati, che contribuiscono alle entrate dello Stato per circa il 90%, sono parte della gestione corruttela e clientelare  del sistema stesso. Certo in Italia determinati fenomeni sono presenti in misura maggiore causa la più diffusa presenza di organizzazioni criminali,  che, con il loro potere economico, sono in grado di assumere un ruolo politico, ma non sono assenti in alcun Paese del mondo capitalistico. Nessun partito o movimento di destra, di centro, di sinistra, porta avanti una decisa lotta all’evasione fiscale e contributiva ed alla corruzione, nonostante l’enorme massa di denaro sottratta allo Stato e che è quasi pari a quanto si spende per lo Stato sociale, circa 500 miliardi di euro. Con questa somma tutti i problemi sarebbero risolti e non ci sarebbe bisogno di allungare l’età pensionabile, bloccare stipendi e pensioni, annullare la sanità pubblica, ridicolizzare il senso della scuola pubblica, avere una rete di trasporti in molti casi da secondo dopoguerra. Si potrebbero avviare inoltre piani d’industrializzazione e di opere pubbliche, cominciando dalla sicurezza degli edifici scolastici, che darebbero impulso a nuovi posti di lavoro. Perché lo fanno o non lo fanno? Perché Renzi, Grillo, B., la Lega e tutti gli altri continuano a discutere di tagli alle pensioni ed agli stipendi, di nuovi leggi sul lavoro, nonostante tutte le  leggi approvate negli ultimi 15 anni, che dovevano liberare il mercato “ingessato” e creare più occupazione, nel segno della precarietà e della liberalizzazione,  abbiano contribuito all’aumento della disoccupazione, alla riduzione dei salari, alla crescita dello sfruttamento? Perché essi, tutti, rappresentano gl’interessi del profitto e della rendita e gridano di voler cambiare per non cambiare nulla nei fatti. In Italia la presenza della media e piccola borghesia è predominante, basta osservare gli addetti per unità produttiva. La grande borghesia si riduce a poche imprese private ed ad alcune statali ed, avendo difficoltà ad indebolire il peso della media e piccola, si accoda ad istanze, che servono in modo predominante alla piccola impresa. Ridimensionare lo Stato sociale, incentivare con finanziamenti le imprese, rendere flessibile in entrata ed in uscita il mercato del lavoro, che già in Italia è il più flessibile del mondo occidentale, sono gli slogan primeggianti. La legge elettorale, la riforma delle istituzioni, la riduzione delle tasse, che pagano solo i lavoratori dipendenti ed i pensionati, sono da mesi sulle prime pagine dei giornali.  Non vi sono l’evasione fiscale, la corruzione, l’occupazione, la miseria dilagante se non come propaganda per accettare  sempre più sacrifici e modelli di vita escludente l’essenza dell’essere umano nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. Dire basta a questa realtà misera non vuol dire votare per Renzi, Grillo, B. e compagnia cantante. Con loro non cambierà mai nulla, non mettendo in discussione essi i rapporti di produzione. Dire basta significa porre la parola fine al sistema capitalistico ed instaurare una società nuova in cui ogni essere umano possa “dare secondo le sue capacità ed avere secondo i suoi bisogni”.

Nel lavoro non condizionato dal rapporto mercantile  risiede l’essenza della libertà…la libertà comunista.

 
 
 

Il proletariato....

Post n°69 pubblicato il 20 Dicembre 2013 da iuppiter10

Il proletariato deve liberare se stesso e l’umanità intera.

Negli ultimi anni una delle  ideologie più propagandate è stata ed è che la “crisi”, presunta tale per il capitale e la rendita, sia responsabilità delle precedenti generazioni e che con nuove nei posti di governo si possa cambiare la realtà. Si “piange” sulla situazione dei giovani, immersi nel precariato e senza futuro, nascondendo la realtà che la percentuale di disoccupati tra i 45 e 65 anni sia la stessa di coloro tra i 18 ed i 35 anni. Ci si addolora per il fatto che tanti lavoratori debbano, stante la situazione attuale, andare in pensione a 70 anni. Si soffre per le donne che hanno poche opportunità di lavoro e di diritti. Ci si dispiace per gli stipendi sempre più magri e le pensioni da fame. Escludendo chi si trova in queste situazioni e che vorrebbe, giustamente, una vita diversa e migliore, coloro che in TV, sui giornali, nella rete, lamentano più fortemente questa realtà sono quelli che l’hanno voluta e creata. E’ B. ed i suoi accoliti, è il PD, è Monti, Casini, la Lega, è la dirigenza sindacale, sono i nuovi illusionisti della politica borghese, Grillo e Renzi, addirittura la BCE e il FMI. Tutti costoro hanno lottato per precarizzare il lavoro, per aumentare l’età pensionabile, per tenere bassi gli stipendi, per ridimensionare le tutele per i licenziati ed i disoccupati. Oltretutto, mentre strillano contro la disoccupazione, la perdita del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni, contro le poche opportunità per le donne, contro il precariato, preparano altri colpi di mano per aumentare lo sfruttamento dei lavoratori ed asservirli all’interesse del capitale e della rendita. Giocando sulla riduzione dei debiti pubblici, cresciuti negli ultimi anni per effetto dei miliardi di dollari ed euro donati alle banche e non certo per un miglioramento dello Stato sociale, essi camuffano la realtà e fanno passare i lavoratori colpevoli di anni lussuosi, è ridicolo, pur di non dire che le banche hanno aumentato i debiti pubblici. I lavoratori giovani ed anziani sono tutti preda dei rapporti di produzione ieri ed oggi e, se attualmente più forte è l’attacco alle condizioni di lavoro e di vita di chi lavora, lo si deve alla debolezza della classe lavoratrice senza alcuna rappresentanza politica e sindacale, nella parte dirigenziale, nel panorama politico-sindacale borghese. Prendere consapevolezza  degl’inganni mediatici e materiali che ogni giorno vengono perpetrati nei confronti dei lavoratori è il primo passo verso la coscienza della propria dimensione e degl’interessi di classe. Il capitalismo non potrà mai garantire piena occupazione, uguali diritti, una vita degna di essere vissuta da esseri umani nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. I suonatori che cambiano servono solo ad illudere che la musica sarà diversa, ma essa non cambia mai! Il capitalismo ha le sue leggi e la prima è fare profitto. Ciò comporta sfruttamento e miseria per miliardi di persone ed agi e privilegi per una minoranza di individui.  Il capitalismo eleva l’interesse a vincolo dell’umanità. L’interesse soggettivo ed egoistico determina la dispersione universale, la concentrazione degl’individui su se stessi, l’isolamento, la trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi  che si respingono a vicenda. La proprietà privata è la principale estraneazione e fa sì che l’interesse debba essere, giocoforza  particolare. Il dominio del capitale si concentra nel dominio della proprietà privata. La proprietà, l’elemento naturale e privo di spirito che si contrappone all’elemento umano e spirituale, viene così elevata sul trono e, in ultima istanza, onde portare a compimento codesta estraneazione, il denaro, questa astrazione vuota ed estraniata dalla proprietà, è stato fatto il signore del mondo. Con il capitalismo l’essere umano ha cessato di essere schiavo dell’uomo ed è divenuto schiavo della cosa. E’ necessario di conseguenza attrezzarsi ed organizzarsi per lottare nell’immediato per la difesa del lavoro, dello stipendio, dei diritti, nello storico per superare una dimensione sociale che è contro la socialità dell’essere umano.

“Il proletariato esegue la condanna che la proprietà privata pronuncia su se stessa producendo il proletariato, così come esegue la condanna che il lavoro salariato pronuncia su se stesso producendo la ricchezza altrui e la propria miseria. Se vince, il proletariato non diventa perciò il lato assoluto della società; infatti esso vince solo togliendo se stesso ed il suo opposto. Allora scompare sia il proletariato sia l’opposto che lo condiziona, la proprietà privata…Ciò che conta non è che cosa questo o quel proletario, o anche tutto il proletariato si rappresenta temporaneamente come fine. Ciò che conta è che cosa esso sia costretto a fare storicamente in conformità a questo suo essere”

K.Marx, F. Engels “La sacra famiglia”.

“ Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente.”

K.Marx, F.Engels, “L’ideologia tedesca”.             

Il comunismo si distingue da ogni movimento finora esistito in quanto rovescia la base di tutti i rapporti di produzione e le forme di relazione finora esistite. Per la prima volta tratta coscientemente tutti i presupposti naturali come creazione degli uomini finora esistiti. La sua organizzazione è quindi essenzialmente economica, è la creazione materiale delle condizioni dell’unione degli esseri umani e dei loro interessi comuni e fa delle condizioni esistenti le condizioni dell’unione.

“Nella società borghese il lavoro vivo è soltanto un mezzo per aumentare il lavoro accumulato. Nella società comunista il lavoro accumulato è soltanto un mezzo per rendere più largo, più ricco, più progredito il ritmo di vita degli esseri umani.”

K. Marx, F.Engels, “ Il manifesto del partito comunista”.

Il futuro è nelle nostre mani e lo possiamo realizzare liberando il proletariato e l’umanità intera dal giogo capitalistico.

 

 
 
 

Come l'asino...

Post n°68 pubblicato il 22 Novembre 2013 da iuppiter10
 

 

"Come l'asino che porta vino e beve acqua."

La produzione di tutti i beni è generata dall'opera della classe lavoratrice, che crea i presupposti per il benessere sociale. Solo una minima frazione del valore prodotto va a chi, tramite la sua opera, lo produce. La gran parte va al capitale, che, insieme alla rendita, gode della fatica dei lavoratori. Mentre i salari perdono sempre più in potere d'acquisto, la precarietà e lo sfruttamento aumentano, la disoccupazione raggiunge livelli enormi, nonostante le "riforme" che in questi anni ci hanno propinato come propedeutiche alla maggiore occupazione, mentre erano solo un mezzo per aumentare lo sfruttamento, la povertà di sempre più larghi strati sociali cresce, si nota un aumento della ricchezza per alcuni strati della società che vivono di profitto e rendita. Tutti si riempiono la bocca di voler "cambiare", creare una società più giusta, lottare la disoccupazione e la miseria, dare un futuro ai giovani ed ai meno giovani, far sì che le donne abbiano pari opportunità di lavoro e di vita, ma, in realtà, proseguono sulla strada dell'aumento dell' sfruttamento per i lavoratori. L'ultimo esempio è la legge di stabilità, di cui si sta discutendo in parlamento, che non affronta i problemi della disoccupazione e della miseria, dello sfruttamento nei luoghi di lavoro, dei licenziamenti; che continua a rodere gli stipendi dando da una parte, e non a tutti, briciole e togliendo dall'altra grosse fette di pane. Eppure se solo si volesse... I crediti dello Stato nei confronti d'imprese e cittadini in libera professione o nel lavoro autonomo, accertati con azioni fiscali, superano i 500 miliardi di euro. Si parla solo dei crediti delle aziende nei confronti dell'amministrazione statale, ma non si parla di quanto capitale e rendita devono allo Stato! Se a questi miliardi aggiungiamo l'evasione fiscale e contributiva, che annualmente è di circa 300 miliardi, se aggiungiamo la corruzione, che si stima sui 60 miliardi, avremo una cifra enorme per abbattere il debito e rilanciare produzione e consumo. Potremmo non assistere ad una scuola pubblica dove i genitori devono contribuire finanziariamente e materialmente per farla andare avanti, mentre, nel contempo, si continua a foraggiare la scuola privata. Potremmo finalmente mettere in sicurezza l'edilizia scolastica. Potremmo avere una sanità dove non bisognerebbe aspettare 6-8 mesi per una visita oculistica e, magari, senza costi aggiuntivi per chi già contribuisce con la tassazione. Potremmo avere una rete di trasporto pubblico più efficiente e vicino ai bisogni dei cittadini. Si potrebbero aprire tanti cantieri di opere pubbliche e di salvaguardia del territorio. Si potrebbe porre fine all'imbroglio all'età della pensione ritardata perché si sarebbe ancora giovani, ma si è vecchi per poter avere un lavoro già intorno ai 45-50 anni. Tutto il castello di chiacchiere e di prese in giro dei vari vecchi B. e giovani B.,  unitamente ai loro seguaci in tutti i partiti parlamentari, cadrebbe. L'arrampicarsi  sui muri scivolosi dei vari dirigenti sindacali, supini alla linea dell'aumento dello sfruttamento per i lavoratori, sarebbe chiaro. Invece continuano a dire che " i soldi non ci sono" "le capacità di spesa sono poche" per non toccare profitto e rendita, i ricchi, e continuare a salassare la classe lavoratrice attiva e pensionata. Ogni volta c'è un novello ciarlatano che dice di vedere la luce in fondo al tunnel. In realtà loro non hanno mai visto il buio del licenziamento, della disoccupazione, dello sfruttamento, della miseria, della perdita di dignità umana nell'impossibilità di soddisfare i bisogni materiali e spirituali. Fidarsi dei capitalisti e dei loro servitori è come fidarsi del lupo che vuol mangiarsi l'agnello. Pensare che una società migliore possa venire per un'elezione in più od in meno e per mano dei vecchi e nuovi illusionisti è pura demagogia.

" Il grido di battaglia non è affatto tra monarchia o repubblica, ma tra dominio della classe operaia o dominio della borghesia"

Marx

Sta a noi lavoratori prendere in mano il nostro futuro e conquistarcelo.

 

 
 
 

I soldi ci sono!

Post n°67 pubblicato il 21 Ottobre 2013 da iuppiter10
 

 

I soldi ci sono!

 

L’attenzione politica,socio-economica e mediatica in Italia è concentrata tutta sul pregiudicato B. esulle sue sorti. La disoccupazione crescente, le ore di C.I.G. in aumento, laprecarietà dilagante, la miseria galoppante per milioni di cittadini non sonoall’ordine del giorno dei centri finanziari ed economici, politici, mediatici,se non per riempirsi la bocca ogni tanto di frasi fatte ed inconcludenti. Ognivolta si sente affermare, quando lescelte riguardano la salvaguardia della dignità delle persone, che per viveredevono lavorare e che, giustamente, devono usufruire dei servizi scolastici,sanitari, pensionistici, di trasporto:”

 

Non ci sono i soldi!”

 

Invece i soldi ci sono perfinanziare l’abolizione dell’IMU anche per i miliardari, per le grandiimmobiliari, per la chiesa. Ci sono per dare soldi a fondo perduto alleimprese, alle banche, a tanti enti inutili, per gli F35.

 

In tutto il mondo capitalisticodell’occidente dal 2008 al 2012 alle banche sono stati dati circa 1800 md. di dollari, una cifra pariquasi al P.I.L. italiano. Con questa cifra quante imprese e quanti lavoratorisarebbero entrati nella produzione? Forse non ci sarebbe il livello didisoccupazione attuale in Europa e nel mondo.

 

“I soldi ci sono!”

 

In Italia l’evasione fiscale econtributiva, il lavoro nero, la corruzione sottraggono allo Stato circa 400md.ogni anno. Tutti affermano di voler lottare contro queste illegalità, ma inpratica fanno di tutto per non affrontarle. Il furto di questi miliardi allo Statoaggrava il peso del fisco sui lavoratori dipendenti e pensionati, che copronole entrate dirette del fisco per circa il 95 %. La cura della salute ha uncosto ulteriore annuale sia in termini di attesa ed, in caso di urgenze, per lacostrizione a scegliere il privato sia per i ticket, sempre più esorbitanti,sia perché i “ladri “, di cui sopra, usufruiscono dei servizi sanitari inposizione di esenzione per quantità di reddito. Difatti la quota di non paganti risulta essere del 50% a livellonazionale e dell’80% nel sud.

 

Lo stesso discorso vale per lascuola ad esempio nel campo delle tasse universitarie e del godimento delservizio mensa.

 

Perché allora tutti i partitiparlamentari, compreso il M5S, ed i burocrati del sindacato non tengono contodi questa realtà e la pongono come prioritaria nel percorso politico?

 

Perché, quando devono tartassareulteriormente, i lavoratori ed i pensionati portano esempi, spesso fasulli, percolpire condizioni di lavoro, stipendi e pensioni?

 

Perché non prendono esempio da altriPaesi nella lotta all’evasione, dove, pur esistendo, non ha i livelli italiani?

 

Il motivo è semplice. Essi sonotutti rappresentanti di queste classi sociali e difendono questi interessi. Gliavvocati in parlamento sono tantissimi, i lavoratori dipendenti ed i pensionatiinesistenti. Difendono, oltre al profitto, la rendita, in molti casi,parassitaria. Nel capitalismo e, di conseguenza, nelle nazioni più avanzate larendita va insieme al profitto, ma in percentuali più coerenti con il sistema etenendo sotto controllo quella parassitaria. In Italia ha raggiunto proporzionienormi e, per giunta, è quasi tutta parassitaria. Un esempio chiaro è il costodel lavoro che non vede la situazione italiana molto distante dalle realtà dialtri Paesi, la differenza è nella tassazione delle buste paga e delle pensioniche è molto più alta in Italia e che costringe a dare al fisco mediamente il40% del proprio stipendio o propria pensione. I sacrifici che ci hanno fattofare e che continuiamo a fare sono finalizzati a mantenere queste situazioni diprivilegio in una società che relega i lavoratori all’ultimo posto della scalasociale.

 

“Basta!”

 

Per dire ad alta voce questaparola bisogna togliere ogni fiducia a vecchi e nuovi ciarlatani borghesi epiccolo borghesi della politica. Essi, quando parlano, usano parole comeriforme, cambiamento, futuro, speranza, felicità, ma non dicono mai il modo edil come arrivare ad una vita migliore. La società che offrono è la stessa chestiamo vivendo con il profitto e la rendita, le disuguaglianza sociali, leingiustizie, la schiavitù materiale e morale di non essere liberi di soddisfarei propri bisogni.

 

 Non è con Renzi o Grillo che si cambia!

 

Essi sono solo i nuovi attori diuna commedia già conosciuta. Sono i nuovi suonatori di una nuova orchestra, mala musica per chi lavora non cambia. Senza contare chi per interessi personali,dimostrato dalle condanne per sottrazione agl’italiani di una certa quantità dimilioni di euro, fa di tutto per continuare a vendere illusioni e fumo, sempreper salvare la sua persona ed i suoi interessi finanziari.

 

Dire basta vuol dire unirsi ed organizzarsi per portare avantiun’idea di una società senza classi dove tutti siano produttori e consumatori,dove tutto sia in comune e tutti siano “obbligati” a lavorare il tempo socialeper produrre i beni per la comunità.

 

Lavorare per superare questarealtà sociale è impegnarsi per il benessere proprio in un interesse comune.

 

 
 
 

Il diritto alla sussistenza

Post n°66 pubblicato il 25 Maggio 2013 da iuppiter10
 

 

Il diritto alla sussistenza.

 

Ogni giorno che passa nel mondocapitalistico crescono i ricchi di pari passo con un aumento vertiginoso dellamassa di poveri, comprendente anche chi un lavoro ce l’ha, ma retribuito con unsalario da fame. La “crisi”, intesa come calo di domanda in certe aree delglobo, che non inficia la crescita mondiale intorno al 3.8 %, è servita e servea peggiorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori in ogni settore.Con essa sono passate leggi che hanno aumentato la precarietà, l’etàpensionabile, la disoccupazione, la miseria e lo sfruttamento, pur disalvaguardare i profitti e le rendite. E si continua su questa strada! A parolesi dice di cercare di mettere al primo posto il lavoro, nei fatti lo siprecarizza ancora di più e si accentua al massimo la flessibilità nei luoghi dilavoro. A parole si racconta di voler spingere la domanda, in realtà siriducono ancora di più gli stipendi. A parole si grida di puntare a sconfiggerel’evasione fiscale e contributiva, in concreto la si favorisce creandocondizioni tali che i più benestanti possano non pagare o contribuire in modo minimo all’uso della sanitàpubblica, della scuola e di altri servizi pubblici. A parole si afferma che“nessuno sarà lasciato indietro” , nei fatti milioni di persone vivono nellamiseria più nera ed altri milioni fanno fatica ad arrivare a fine mese. Inquesto balletto miserevole partecipano tutti i partiti o movimenti parlamentarie non, comprese le dirigenze-burocrati sindacali, divenute per lo più ufficistatistici e non luoghi di organizzazione degl’interessi dei lavoratori, imass-media, sempre più pugilatori a pagamento con lingua da schiavi, i pseudoeconomisti, i vari gruppi religiosi in nome della democrazia, dell’unità, dellacompattezza . Dimenticano o fanno finta di dimenticare che la democrazia fa apugni con unità e compattezza, anche se etimologicamente significa “governo delpopolo”, poiché in realtà da il potere ad una maggioranza, rappresentante diinteressi ben distinti, ma non certo di quelli della minoranza. La democrazia èdivisione non unità e la maggioranza politica va di pari passo con chi detieneil potere economico e finanziario. Da molti anni poi bisogna notare che, al dilà dei falsi ideologismi, le maggioranze e minoranze parlamentari rappresentanounite il potere economico e finanziario. Di conseguenza per loro è sempliceunirsi in nome del Paese! Rappresentano gli stessi interessi! E’ più difficilefarlo nella realtà tra chi è ricco e chi è povero, tra il capitalista ed il disoccupato, tra lo sfruttato e lo sfruttatore. Ci sonogruppi politici oggi in Italia, fatti sorgere per cercare d’incanalare ilmalcontento crescente, che discutono più di diarie e scontrini che di lotta peril diritto alla sussistenza di ogni cittadino. Questa visione della realtàsocio-economica capitalistica mostra sempre più che questo sistema non èriformabile e che vive sulla contrapposizione d’interessi. Chi dice ilcontrario lo fa in malafede e per suoi interessi. Il diritto alla sussistenzadeve essere rivendicato da ogni essere umano, poiché solo con esso la personaacquisisce le prime basi della libertà spirituale e materiale, solo con essopuò iniziare a sentirsi membro di una comunità. Se una società non è in gradodi soddisfare questo diritto, ed insieme una necessità, non è una società, maun sistema per garantire i più forti contro i più deboli. E’ il diritto allavita, tanto sbandierato da alcuni gruppi politici e religiosi, che non silimita all’ambito del diritto alla nascita. Il diritto alla sussistenza ed allavita significa che ogni essere umano possa mangiare, bere, vestirsi, avere unacasa, usufruire dei beni della produzione sociale. Questo diritto, cancellatodalla prosopopea e dalla realtà economico-sociale del sistema capitalistico,grida che il capitalismo ha finito ormai il suo corso positivo nella storia eche cederà a nuove frontiere che sappiano unire produzione sociale edappropriazione sociale e dire “basta con il sistema del salario”.

 

“Nei paesi industriali piùprogrediti noi abbiamo domato le forze naturali e le abbiamo costrette alservizio degli uomini; abbiamo così moltiplicato all’infinito la produzione,tanto che un fanciullo oggi produce più di quello che producevano cento adulti.E quali sono i risultati? Crescente sopralavoro a miseria crescente dellemasse, e una grande crisi ogni dieci anni. Darwin non sapeva quale amara satirascrivesse sugli uomini, ed in particolare sui suoi compatrioti, quandodimostrava che la libera concorrenza, la lotta per l’esistenza, che glieconomisti esaltano come il più alto prodotto storico, sono lo STATO DEL REGNOANIMALE. Solo un’organizzazione cosciente della produzione sociale nella qualesi produce e si ripartisce secondo un piano può sollevare gli uomini al disopra del restante mondo animale sotto l’aspetto sociale di tanto, quanto laproduzione in generale lo ha fatto per l’uomo come specie. L’evoluzione storicarende ogni giorno più indispensabile, ma anche ogni giorno più realizzabile,una tale organizzazione. Essa segnerà la data iniziale di una nuova epocastorica nella quale l’umanità stessa, e con essa tutti i rami della suaattività, in particolare la scienza della natura, prenderanno uno slancio taleda lasciare in una fonda ombra tutto ciò che c’è stato prima.”

 

Introduzione a “Dialettica dellanatura”.

 

F. Engels

 

Se vogliamo andare al di sopradel mondo animale e passare da regno della necessità al regno della libertàbisogna prendere coscienza della necessità del superamento del dissidioproduzione sociale ed appropriazione oligarchica.

 

 
 
 
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