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Il diritto alla sussistenza

Post n°66 pubblicato il 25 Maggio 2013 da iuppiter10
 

 

Il diritto alla sussistenza.

 

Ogni giorno che passa nel mondocapitalistico crescono i ricchi di pari passo con un aumento vertiginoso dellamassa di poveri, comprendente anche chi un lavoro ce l’ha, ma retribuito con unsalario da fame. La “crisi”, intesa come calo di domanda in certe aree delglobo, che non inficia la crescita mondiale intorno al 3.8 %, è servita e servea peggiorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori in ogni settore.Con essa sono passate leggi che hanno aumentato la precarietà, l’etàpensionabile, la disoccupazione, la miseria e lo sfruttamento, pur disalvaguardare i profitti e le rendite. E si continua su questa strada! A parolesi dice di cercare di mettere al primo posto il lavoro, nei fatti lo siprecarizza ancora di più e si accentua al massimo la flessibilità nei luoghi dilavoro. A parole si racconta di voler spingere la domanda, in realtà siriducono ancora di più gli stipendi. A parole si grida di puntare a sconfiggerel’evasione fiscale e contributiva, in concreto la si favorisce creandocondizioni tali che i più benestanti possano non pagare o contribuire in modo minimo all’uso della sanitàpubblica, della scuola e di altri servizi pubblici. A parole si afferma che“nessuno sarà lasciato indietro” , nei fatti milioni di persone vivono nellamiseria più nera ed altri milioni fanno fatica ad arrivare a fine mese. Inquesto balletto miserevole partecipano tutti i partiti o movimenti parlamentarie non, comprese le dirigenze-burocrati sindacali, divenute per lo più ufficistatistici e non luoghi di organizzazione degl’interessi dei lavoratori, imass-media, sempre più pugilatori a pagamento con lingua da schiavi, i pseudoeconomisti, i vari gruppi religiosi in nome della democrazia, dell’unità, dellacompattezza . Dimenticano o fanno finta di dimenticare che la democrazia fa apugni con unità e compattezza, anche se etimologicamente significa “governo delpopolo”, poiché in realtà da il potere ad una maggioranza, rappresentante diinteressi ben distinti, ma non certo di quelli della minoranza. La democrazia èdivisione non unità e la maggioranza politica va di pari passo con chi detieneil potere economico e finanziario. Da molti anni poi bisogna notare che, al dilà dei falsi ideologismi, le maggioranze e minoranze parlamentari rappresentanounite il potere economico e finanziario. Di conseguenza per loro è sempliceunirsi in nome del Paese! Rappresentano gli stessi interessi! E’ più difficilefarlo nella realtà tra chi è ricco e chi è povero, tra il capitalista ed il disoccupato, tra lo sfruttato e lo sfruttatore. Ci sonogruppi politici oggi in Italia, fatti sorgere per cercare d’incanalare ilmalcontento crescente, che discutono più di diarie e scontrini che di lotta peril diritto alla sussistenza di ogni cittadino. Questa visione della realtàsocio-economica capitalistica mostra sempre più che questo sistema non èriformabile e che vive sulla contrapposizione d’interessi. Chi dice ilcontrario lo fa in malafede e per suoi interessi. Il diritto alla sussistenzadeve essere rivendicato da ogni essere umano, poiché solo con esso la personaacquisisce le prime basi della libertà spirituale e materiale, solo con essopuò iniziare a sentirsi membro di una comunità. Se una società non è in gradodi soddisfare questo diritto, ed insieme una necessità, non è una società, maun sistema per garantire i più forti contro i più deboli. E’ il diritto allavita, tanto sbandierato da alcuni gruppi politici e religiosi, che non silimita all’ambito del diritto alla nascita. Il diritto alla sussistenza ed allavita significa che ogni essere umano possa mangiare, bere, vestirsi, avere unacasa, usufruire dei beni della produzione sociale. Questo diritto, cancellatodalla prosopopea e dalla realtà economico-sociale del sistema capitalistico,grida che il capitalismo ha finito ormai il suo corso positivo nella storia eche cederà a nuove frontiere che sappiano unire produzione sociale edappropriazione sociale e dire “basta con il sistema del salario”.

 

“Nei paesi industriali piùprogrediti noi abbiamo domato le forze naturali e le abbiamo costrette alservizio degli uomini; abbiamo così moltiplicato all’infinito la produzione,tanto che un fanciullo oggi produce più di quello che producevano cento adulti.E quali sono i risultati? Crescente sopralavoro a miseria crescente dellemasse, e una grande crisi ogni dieci anni. Darwin non sapeva quale amara satirascrivesse sugli uomini, ed in particolare sui suoi compatrioti, quandodimostrava che la libera concorrenza, la lotta per l’esistenza, che glieconomisti esaltano come il più alto prodotto storico, sono lo STATO DEL REGNOANIMALE. Solo un’organizzazione cosciente della produzione sociale nella qualesi produce e si ripartisce secondo un piano può sollevare gli uomini al disopra del restante mondo animale sotto l’aspetto sociale di tanto, quanto laproduzione in generale lo ha fatto per l’uomo come specie. L’evoluzione storicarende ogni giorno più indispensabile, ma anche ogni giorno più realizzabile,una tale organizzazione. Essa segnerà la data iniziale di una nuova epocastorica nella quale l’umanità stessa, e con essa tutti i rami della suaattività, in particolare la scienza della natura, prenderanno uno slancio taleda lasciare in una fonda ombra tutto ciò che c’è stato prima.”

 

Introduzione a “Dialettica dellanatura”.

 

F. Engels

 

Se vogliamo andare al di sopradel mondo animale e passare da regno della necessità al regno della libertàbisogna prendere coscienza della necessità del superamento del dissidioproduzione sociale ed appropriazione oligarchica.

 

 
 
 
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