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« MEDITATECOSE STRANE »

RAZZISTI ?????

Post n°651 pubblicato il 05 Maggio 2017 da omerostd


Ormai vediamo razzisti ovunque. E scambiamo un manipolo di cretini che fanno buuuh allo stadio contro un giocatore di colore per una colonna del Ku Klux Klan.

Il caso Muntari è un esempio clamoroso. Per chi non lo sapesse, Sulley Muntari è un calciatore ghanese che milita nel Pescara dopo una dignitosa carriera che lo ha visto protagonista in altre squadre italiane come Udinese, Inter e Milan.

Domenica scorsa se n' è andato volontariamente dal campo dopo un battibecco con l' arbitro, colpevole di aver ignorato alcuni ululati provenienti dalla curva avversaria, che nell' occasione era quella del Cagliari. Per la verità, nessuno in campo né sugli spalti si era accorto di queste grida (erano, secondo vari testimoni, meno di dieci) tranne il calciatore pescarese che voleva a tutti i costi l' interruzione della partita.

Come morso da una tarantola, il Muntari ha indicato all' arbitro la sua pelle nera, lo ha puntato in faccia, si è messo a discutere con i colpevoli (o presunti tali) annidati in tribuna, è stato ammonito e successivamente squalificato per una giornata dal giudice sportivo.

Tanto è bastato per trasformarlo in un simbolo dell' antirazzismo. Un eroe del nostro tempo, forse un candidato al Nobel per la pace che, essendo stato consegnato a Obama, potrebbe tranquillamente finire nelle mani di Sulley. È persino intervenuta l' Onu, comunicando al mondo che Muntari è «un esempio contro il razzismo». E, ovviamente, è montata l' indignazione in Italia degli addetti ai lavori: ma come, il Cagliari assolto e l' eroe nero condannato? Per Repubblica, i giudici del calcio hanno «ignorato le sofferenze» del ghanese.

Già, sofferenze: come uno appena sbarcato a Lampedusa dopo un viaggio della speranza. Su La Stampa persino l' amico Mattia Feltri (figlio del direttore di questo giornale, non me ne voglia), di solito allergico alle panzane del politicamente corretto, arriva ad accostare Muntari a Rosa Parks, perché pure lei nel 1955 «si fece giustizia da sé, violò una regola, non cedette il posto sull' autobus a un bianco e aiutò l' America a cambiare».

Ma il vero scandalo, a ben vedere, è solo uno: che Muntari non abbia preso una decina di giornate per alcune affermazioni, gravissime, fatte nel dopopartita davanti alle telecamere di Sky, e su cui nessuno invece ha fiatato. La nuova icona dell' antirazzismo, infatti, dopo aver detto ripetutamente di essere incazzato col direttore di gara se n' è uscito così: «Solo perché gli arbitri non si possono toccare, lui è stato fortunato perché altrimenti era già sottoterra». Cioè: lo avrei ammazzato. Forse ricordo male, ma è la prima volta da quando vedo il calcio che un calciatore si esprime in modo così violento nei confronti di una giacchetta nera. E tutti muti, tutti a parlare del presunto razzismo di quattro, cinque, mettiamo pure dieci imbecilli nella curva cagliaritana. Tutti a ripetere: che scandalo, che vergogna, hanno punito Muntari e hanno salvato quei beceri del Cagliari.

E vogliamo parlare dell' Onu? Più veloce a fare un comunicato su un calciatore che a risolvere crisi internazionali, questa inutile organizzazione, che noi lautamente paghiamo, non ha alcun titolo per darci lezioni sui diritti umani.

È sufficiente ricordare che solo pochi giorni fa la stessa Onu che adesso fa la voce grossa sul caso Muntari ha eletto un rappresentante dell' Arabia Saudita (e sottolineiamo, l' Arabia Saudita cioè il Paese dove le femmine non possono nemmeno guidare) in una speciale commissione sui diritti delle donne, che è come mettere dei piromani a capo dei pompieri o Dracula come testimonial dell' Avis.

E sapete da dove viene il capo dell' alto commissario per i diritti umani che si è scandalizzato per la storia di Muntari?

Dalla Giordania, paese che secondo Amnesty, pratica ancora la tortura e dove se un maschio stupra una donna può evitare di andare sotto processo, basta che sposi la sua vittima. In Arabia, dice un proverbio locale, «una ragazza non possiede altro che il suo velo e la sua tomba». E questi vengono a darci lezioni di bon ton su Muntari. Almeno un minimo di decenza.

di Giuseppe Cruciani

 

 
 
 
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