Creato da eva.dan il 28/08/2010
creatività,arte, immaginazione.
 

 

OSAMA, OBAMA E IL BOOMERANG.

Post n°38 pubblicato il 04 Maggio 2011 da eva.dan
 

Sono giorni difficili, me ne rendo conto.

Una foto ritoccata fa il giro del mondo. Mia madre appena l'ha vista, senza neanche sapere che poteva essere un falso, senza saperne nulla di computer e photoshop ha detto subito: "E' falsa. Quella non è una persona morta".

Visto che perspicacia ho nei geni?

Quando ero piccola mi si diceva "Non credere sempre a tutto quello che ti dicono".

Non dico che mi sia riuscito sempre. Anch'io a volte sono stata coinvolta in festosità di massa. Anch'io, quando ho visto questo Obama giovane, sicuro di sé, mulatto ho pensato "Vuoi vedere che siamo davvero ad una svolta? Vuoi vedere che lui è riuscito a liberarsi dai lacci e lacciuoli che come sempre impediscono l'operato di un presidente americano?". Ero emozionata, lo confesso. Ma ora mi devo ricredere. Un presidente che non obbedisca in qualche modo agli interessi di tutta un'elìte non potrebbe restare in carica neanche un giorno. Poi, sull'onda dell'entusiasmo, quelli del Nobel gli hanno dato il premio per la pace. E' una delle cose più assurde che abbia mai sentito. Un premio dato sulla fiducia, all'inizio del mandato. Naturalmente penso che dovrebbero ritirarlo. Posso almeno esigere che un premio Nobel della pace non contempli, nel suo operato, azioni anche indirettamente violente? Chiedo troppo? Altrimenti chiamiamolo "premio Nobel per la strategia militare". La pace è un'altra cosa, e non è solo il risultato, ma è anche il processo stesso che viene avviato per conseguirlo. Per favore, almeno chiamiamo le cose con il loro nome. In poche parole, Obama non è più, ai miei occhi, il "nuovo" che credevo fosse. 

Comunque.

Ora si discute molto sulla falsità o meno della morte di Osama bin Laden. C'è che dice che e' morto anni fa, chi dice che l'hanno veramente ucciso, chi dice che è ancora vivo, chi dice che è una messinscena per favorire la campagna elettorale di Obama.

Quello che so è che io ho molti dubbi sulle ragioni della guerra in Afghanistan e in Iraq. Naturalmente ne nutro di serissimi sulla guerra in Libia.  Ho il diritto di dubitare, fino a prova contraria.

Premetto: penso che gli americani siano andati davvero sulla luna, non credo alla teorie delle scie chimiche, ai rettiliani e agli Illuminati, credo che Paul mc Cartney sia il vero Paul mc Cartney.

Questo non vuol dire che non possa sorseggiare un tè e al tempo stesso ragionare con tutta calma su questa faccenda delle guerre.

Posso o divento subito una complottista?

Dunque, io parto da un presupposto molto semplice: nessun governo si muove o spende denaro spinto da buoni sentimenti.

Nessun governo si muove per pura "sete di giustizia".

Dobbiamo escludere la categoria "sentimento" da qualsiasi azione sia intrapresa da un governo.

Dobbiamo escludere anche che un governo faccia qualcosa perché "è quello che la gente si aspetta". Non credo che il parere della gente sia contemplato nelle scelte più importanti.

Il secondo presupposto è: le elites governative non hanno assolutamente a cuore il proprio popolo. Voglio dire che non si muoverebbero mai per il semplice "bene della propria gente". Alle persone che stanno ai vertici degli USA del popolo americano non frega un emerito nulla (idem per quanto riguarda l'Italia). Gli esempi contrari sono rari.

Ma allora cosa fa muovere un governo se non la sete di giustizia, la fine degli abusi o gli interssi dei cittadini? I propri interessi, naturalmente. Ma quali sono? Tra le prime riposte ci potrebbero essere il petrolio, l'apertura di mercati, i futuri vantaggi. Sono tutte risposte che ritengo accettabili. Ma può esserci dell'altro? 

A mio avviso il denaro (proveniente da petriolio, gas o energia) non basta per spiegare una guerra. E non solo una guerra, ma la gran parte delle malefatte di cui ogni giorno veniamo a sapere. 

C'è qualcosa di intangibile che tenta ancora di più: il potere.

E' una specie di follia.

Una follia abbastanza stupida, ma c'è qualcuno che pensa che le persone che promuovono le guerre siano intelligenti? Che sappiano quello che fanno?

 L'uomo ha compiuto le azioni più efferate non solo per interessi materiali, ma anche per desideri di conquista, sogni di gloria, volontà di dominio, competizione, ego debordanti, fanatismo. In una parola "potere". Sono tutte cose presenti nell'uomo. In piccolo, in potenza, ci sono  anche in ognuno di noi.

Ecco perché non credo a tutto quello che viene detto.

E non credo che il fondametalismo sia solo è sempre quello di uomini barbuti con la pelle scura e il turbante. Ci sono anche fondamentalisti con la giacca e la cravatta, la valigetta e una casa immersa nel verde. Persone con idee fisse assurde. E che magari mentono a se stessi dicendo che stanno agendo nel nome di una vaga lotta del "bene" contro il "male". E' sempre così.

Ecco perché non riusciamo a spiegarci molte cose. Perché non riusciamo a immaginare il punto di pazzia a cui arrivano certi esseri umani.

Ma non c'è assolutamente bisogno di andare in paranoia ora. Questi sciocchi non sono in grado di avere un potere davvero reale. Non sono i "burattinai" della nostra società. Magari a loro piacerebbe esserlo, ma non lo sono. Solo noi possiamo acquistare un potere reale su noi stessi, nessun altro.

Inoltre credo nelle persone. Credo nella perseveranza.  La paura va lasciata da parte, non serve a nulla.

L'unica cosa che fa tanta rabbia è che si ammazzino migliaia di persone, con un'efferatezza, una violenza e un cinismo "degni di Tamerlano". Questo mi fa venire voglia di urlare.

Eppure so che alla base di questo universo vi sono strutture volte alla crescita, alla vita, all'unione. Nulla di estraneo a tutto ciò può durare davvero. Anche se ci sono persone che l'hanno dimenticato.

E che hanno dimenticato anche anche questo: che ogni idea che noi "lanciamo" nel mondo ha un potere oggettivo...

...ed è un boomerang.

   un boomerang

   un boomerang.

Buona giornata

 

 

 

 

 

 

 
 
 

SCEGLIERE LA PROPRIA ISPIRAZIONE

Post n°37 pubblicato il 29 Aprile 2011 da eva.dan
 

Ciò che si produce (una musica, un quadro, ecc) è certamente influenzato non solo da quello che possiamo chiamare il proprio "genio innato", ma anche da tutto ciò che abbiamo visto essere prodotto da altri. E tra questi altri c'è di tutto. Trattandosi di pittura, ci sono quadri eccelsi e ci sono quadri mediocri. Tutti conosciamo le opere, che so, di Turner come possiamo venire a conoscenza dei cosiddetti "imbratta tele".

Ora arrivo al punto.

Oggi per caso mi sono imbattuta in un canale You Tube dove erano stati caricati per intero dei film in lingua russa. Mi piacerebbe imparare qualche parola di russo in più, quindi stavo cercando qualcosa in lingua originale con i sottotitoli (ho la passione delle lingue straniere, sì, qualche problema? :)  ). Ed ecco che mi rendo conto di una cosa. Sicuramente sto affermando qualcosa di molto contestabile, ma perché quando si parla di arte russa viene sempre in mente qualcosa di epico, di profondo, di solenne, o anche, se vogliamo, di incomprensibile e indigesto? Perché abbiamo tanti grandi registi, capaci di creare opere che più che film assomigliano a poesie, a opere letterarie? Mi è capitato di vedere il lungometraggio di Tarkovsky "Rublev", incentrato sulla vita immaginata del più grande iconografo. Un film lungo certo, anche noioso se vogliamo. Il classico filmone russo, d'accordo. Ma la qualità, la cura, la poesia, la capacità di comunicare qualcosa di grande erano innegabili. I film russi e i libri russi si somigliano in questo, non si accontentano mai delle cose in superficie, ma scavano profondamente nell'animo umano e nella storia, e  lo fanno in un modo tutto loro, tutto "russo, diciamo...

Ehi, esistono anche in Europa film così. Sì, lo so, ma io sto parlando di una sorta di tradizione, di modo di fare. Probabilmente ad un altra persona non dirà nulla tutto ciò, ma io credo che in quei film si respiri una comune aria "epica", diciamo. Probabilmente mi mancano tutti gli strumenti per comprenderli, ma la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di emozionante, di profondamente umano, è palpabile. Uno dei miei film preferiti è "Arca Russa", che mi fece conoscere mio fratello anni fa. Il regista è A. Sokurov. Ecco, perché Sokurov è in grado di fare un film così? Ma come fai a non fare un film così, quando sei costretto a misurarti con tutto ciò che ti ha preceduto? Come fai a non tentare di sfidare il tuo maestro, Tarkovsky? Voglio dire, esiste una tradizione, una "scuola" russa, in cui lo standard è molto alto, ed è naturale che i nuovi autori siano cresciuti a pane e inquadrature poetiche. Certo, conosceranno anche autori stranieri, ma credo che si rifacciano molto al proprio cinema. Per loro fare una scena lirica è naturale, non è un eccezione... Chissà se riesco a spiegarmi... Magari sto dicendo delle insensatezze, non sono un'esperta di cinema, ma non è questo il punto.

La punto è: e noi? Noi "creatori" di oggi (uso la parola "artisti" con parsimonia") cosa dobbiamo fare? Che scuola dobbiamo seguire? Che punti di riferimento abbiamo? Da chi stiamo imparando? Stiamo scegliendo con cura i nostri maestri? Chi vogliamo sfidare? Stiamo mettendo di tutto nel nostro serbatoio mentale? Stiamo buttando le cose dentro a casaccio, pensando che più roba mettiamo meglio è? Non è affatto così. Siamo come una spungna, assorbiamo tutto, e assorbiamo il brutto e il bello. E noi non vogliamo abituarci a qualcosa che sia meno dell'eccellenza, se vogliamo essere veri artisti. Perché è tutto questione di abitudine. Si fa l'abitudine a tutto, senza accorgersene, giorno dopo giorno, finché ci ritroviamo ad includere nel nostro bagaglio di ispirazioni cose che non meriterebbero di esserci. L'uomo ha fatto l'abitudine al brutto: non inorridiamo di fronte ai palazzoni grigi, non inorridiamo di fronte all'impoverimento della nostra lingua, di fronte alla sciatteria, di fronte all'abbrutimento. Il livello si può abbassare, attenzione, si può abbassare anche in noi, le persone che meno sospettiamo. E cominciamo a lasciarci andare, ad essere indulgenti con la nostra noncuranza, e la nostra opera va a rotoli.

Bisogna prendere una decisione. O vogliamo avere come metro di paragone opere di valore, o ci vanno bene anche le stupidaggini. 

Bisogna far sì che l'eccellenza diventi un'abitudine nella nostra mente. E non solo nell'arte. Non fa niente se le opere che consideriamo valide non sono molte, la quantità di informazioni non è importante. Vale più un libro di un grande autore che trenta di autori sciatti. Sto parlando di un buon uso del nostro tempo, un uso mirato e consapevole. 

E quando ci imbatteremo in un'opera di minor valore, ne sentiremo l'odore a chilometri di distanza. Non ci saranno dubbi.

Ce ne sono molte, certo.

Ma non ci scoraggiamo.

Lasciamole al loro destino, non sprechiamo le nostre energie.

Abbiamo qualcosa di importante da fare.

Dobbiamo continuare la nostra opera, che è quella di produrre bellezza. di mandarne un po' per endovena in giro, affinché non si perda, affinché non venga dimenticata, affinché sia sempre la stella polare di ogni cosa, affinché ci guarisca.

 

"L'artista esiste perché il mondo è imperfetto", Tarkovsky.

 

 

 

 
 
 

composizione

Post n°33 pubblicato il 24 Marzo 2011 da eva.dan
 
Tag: pittura

C'è anche la composizione!

Non si finisce mai di imparare.

Come nella musica, anche nella pittura la composizione è importante. Ho ordinato un libro (appena posso inserisco il titolo) in inglese, e ne sto aspettando un altro. Certo, conosceva già alcune regole fondamentali, come la sezione aurea,  le assi diagonali, orizzontali e verticali.

Questo libro sta aggiungendo moltissimo alle mie conoscenze.  Devo sempre ricordarmi però di non farmi improgionare troppo dalla tecnica, di lasciare spazio alla spontaneità. Al momento di dipingere, bisogna un po' scordarsi tutto, ma per farlo bisogna aver perfezionato la tecnica fino a renderla naturale.

Sto ancora studiando i colori, le armonie, i pigmenti.

Ho trovato casualmente un libro sul Marocco che mi sta dando un sacco di spunti in quanto al colore.

Sto scoprendo, dicevo, altre combinazioni, e sono molto divertenti. Ho provato a fare un disegno utilizzando la tecnica della "bilancia", e il risultato, devo dire, è buono. desso sto imparando i punti, l'entrata e l'uscita...molto, molto bello.

 

 

 

 
 
 

Mettici della terra!

Post n°32 pubblicato il 03 Marzo 2011 da eva.dan

 

 

La terrazza che da sul giardino inondata da una luce estiva.

Ho messo dei semi e della frutta secca in un vaso rettangolare. Mi hanno chiesto di farli crescere entro un certo tempo, ma sono preoccupata.

“Certo, se non ci metti la terra è difficile che crescano!” mi apostrofa una voce. Mi volto: è mio padre. Mio padre come me lo ricordo all’incirca quando avevo tredici anni. Spalle larghe, pancia asciutta, capelli neri tirati indietro, baffi. E’ a torso nudo, come di solito stava d’estate.

“Tu…sei qui?” gli domando divertita.

“Sì!” Mi risponde.

Ci ritroviamo seduti al tavolo di legno esagonale.

“Vuol dire che gironzoli da queste parti?”

“Se mi va, certo!

“E incontri anche…gli altri?”

“ Sì, e ci divertiamo tantissimo!”.

Lo osservo. Sembra felice! Sembra pieno di forza ed energia.

“Ma…come ti senti fisicamente? Come stai in salute?”

“Come vuoi che stia? Benissimo!  (…)

“E non hai più bisogno di xxx?

“No, non mi interessa”.

C’è calma, e al tempo stesso entusiasmo nell’aria.

Ho la sensazione che possa fare qualsiasi cosa voglia, e ne sia felice.

 

Mi sveglio provando una grande gioia.

 

Proiezione mentale, mondo inconscio,chiamatelo come volete, questo sogno è stato una medicina. Non c’era nessuna tensione, nessuna rivalità. Solo due persone che parlano tranquillamente.

 

Sono passati 34 giorni. Gli sciamani siberiani aspettano 40 giorni per officiare la cerimonia. 40 prima che la mente riesca ad elaborare, 40 giorni prima che qualcosa si liberi completamente...

 

 

Comunque è vero…bisogna metterci della terra se si vuole che qualcosa cresca!

 
 
 

Lo Stile"

Post n°31 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da eva.dan

Ad un certo punto, se non si vuole rimanere impantanati al livello di eterni principianti, bisogna cominciare a sintetizzare il tutto in uno "stile".

Insomma, il cantante deve trovare la propria voce, lo scrittore il proprio genere e il proprio modo di raccontare, e il pittore? Il pittore anche, purtroppo! :)

 
 
 
Successivi »
 

Tag

 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

laura_arual86Paolo.Scrivedaitarnxxxif_i_was_a_paintereva.danTallundcassetta2lizzyebillyjaaladiana.finitiefblauCleinsciandralab79mauslefernandez1983
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963