Creato da roman.dransky il 07/09/2010
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indiavolata (riposseduta che dir si voglia)

Post n°63 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da roman.dransky


eccolo qui, un altro giorno sbattuto qui, seduto qui tra un pezzo di finardi e un pezzo da un grammo, su questa domenica inutile, la mia domenica bestiale.
a 28 anni circa, vissuti in fretta, con furia e foga, e voglia di arrivare non so nemmeno io dove;
eppure è strana, dentro di me, questa sensazione, che è forte che c' è, di essere proprio al punto che più mi compete, di essere diventato veramente io, quell' uomo che mi aspettavo quando ero bambino.
per vivere come me, ci vuole fantasia.
certe mattine, in metropolitana, oppure la sera mentre ritorno in mezzo alla gente che corre a casa da lavoro, mi capità di incrociare lo sguardo di poche persone consapevoli, gente come me, disillusa e triste, gente che ha compreso il progresso e il percorso di questa triste parata di marionette che è la post modernità di questi anni grottescamente epici ed inquietanti;
ed un sorriso cinico e malizioso messo di traverso contro le labbra a smorfia.
oramai, se ne vedono di ogni e se ne sentono di peggio.
ma quando l' altra notte ci siamo detti in faccia tutto quello che sapevamo già, tutto quello ci ha sconvolto;
e ricucendo le trame del carnaio mediorentale, il controllo dei media e del petrolio, i finanziamenti occulti ai conflitti, dall' ottocento ad oggi, le sommosse popolari e i movimenti intestini degli eserciti nazionali, la storia dei regimi e quella degli imperi, già in conferenza a san remo, nel novecentoventi, e le avventure delle banche dentro alle vite degli stati, la politica del debito, la controetica del controllo, vivace e viva quanto mai in pancia ai governi di stampo nazionalsocialista, tanto in italia quanto in germania, già florido in usa e inghilterra, totalitario in russia e in cina, cannibalizzò le ambizioni di libertà di ogni popolo del mondo per mano dei rispettivi governi nazionali, delle politiche coloniali e della logica del bisogno.
di cosa è fatto altrimenti questo cazzo di paese?
di smartphone e lavatrici?
di celle frigorifere?
o è fatto di cuore, di carne e di ossa, è fatto di sangue?
o è fatto del senso che diamo alle nostre vite?
c' è, perlomeno noi riusciamo ad avvertirlo, intorno un timido risveglio, che è ancora troppo poco.
loro, sono come bambini, non chiedono che soluzioni, per se e per i propri figli, un posto comodo e sicuro, un paese confortevole, come un ristorante o una camera di motel.
al netto delle ingerenze possiamo affermare bene che preferiremmo di gran lunga un paese di pecore piuttosto che questo di conigli.
e non c' è sud e non c' è vita, un baricentro caldo, un posto fermo e calmo.
son questi gli anni del metallo armato, che ci divora i denti, son gli anni del piombo, dei cani arricchiti, delle comunità impoverite e dell' uranio da salumeria, son gli anni del decennio, son gli anni dieci;
e ci sarà da ballare per gente con gambe buone e forti.
la storia non è che un' enorme giostra, un grosso calcio in culo globale;
ora lo vedrete e dopo passerà, succede sempre così.
nella storia dell' uomo mille anni, di padre in figlio, non sono nemmeno venti generazioni;
per questo che c' è così tanto da sapere e così tanto da studiare dall' oltretomba dei nostri padri.
la libertà, che bella parola, la libertà di una nazione non si misura in democrazia, la democrazia è un modo di gestione del potere e il potere non ha nulla a che vedere con la libertà.
la libertà è un oggetto della mente, del cuore e del corpo, e si misura la libertà di una nazione con la quantità di uomini liberi che quel paese lo abita;
e quest' italia è un paese di conigli indebitati che ben giustifica, per quanto me ne dolga, anche solo ad ammetterlo, le più luride teorie sull' eugenetica.




gioite fratelli
la guerra grande si avvicina

 
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