Post n°254 pubblicato il 25 Novembre 2016 da opalescenze
-Di domenica-
Guardo le cose e i luoghi che ho amato per poterli sentire più vicini alla mia pelle; racconto queste cose, questi luoghi, queste sensazioni anche quando non c'è nessuno ad ascoltare; mi basta che ci siano pietre abbandonate; o lo sfinirsi lento, lungo e ostinato, di un'onda che sulla battigia esala l'ultima sua cellula d'acqua; o diritte lame di luce di contro quando il sole cala. Stavo scrivendo queste parole senza inchiostro a farne segno di sangue che lo scorrere del tempo, sfuma di tempo stesso e acquarella. Sarebbero rimaste negli occhi e nella mente...ma poi. Ma poi... Ma poi ho sentito pulsare la terra ed io che ci dormivo dentro; c'era tutto quello che volevo. Anche tu, in uno sguardo. In una mano senza sangue. Ogni cosa diventa pagina di fantasmi raccontati; e tu occhi nel buio, grato di carezze che non toccano lenzuola. Vorrei offrirti di più, ma ho solo carne, sangue e pochi desideri. Ti ho visto abbracciato al mio silenzio, alle parole somiglianti ad archi di un altro tempo, esplose in pianto e ricadute senza un tonfo, quasi fossero il vapore di una dolcezza che in queste ore sfuma insieme al broncio del mare e al sole che scende all'orizzonte, legato al filo della luna. Stavo scrivendo queste parole senza inchiostro a farne segno di sangue che lo scorrere del tempo, sfuma di tempo stesso. Un dono, il tuo. La mia gratitudine è salata...liquefatta di pianto nelle parole che di te scorro. Altro non riesco a dire. Sarebbe solo abbraccio se gli occhi miei ti avessero di fronte. -rms-
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