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Post N° 293

Post n°293 pubblicato il 08 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

Leduc, Violette

Passioni

Romanziera francese (Valenciennes 1913-Faucon 1972). Esordì nel 1945 con Ma mère ne m'a jamais donné la main suscitando vivo interesse intorno alla singolarità del suo personaggio. Dopo l'Asphyxie, L'affamée, Ravages, Trésors à perdre, tutti romanzi in larga misura autobiografici, si è definitivamente imposta all'attenzione del mondo letterario con La bâtarde (1964) e Thérèse et Isabelle (1965).

Violette Leduc è stata per me una scoperta fantastica,il suo libro “LA bastarda “,che attualmente è addirittura fuori commercio (non sono certa magari c’è una riedizione)mi ha accompagnato per un certo periodo ed ho condiviso certe intuizioni con un sentimento di “immedesimazione forte”.

Simone de Beauvoir,aiutò Violette nella pubblicazione ,rimase colpita dall’incipit  del suo primo scritto…….mia mamma non mi ha mai stretto la mano…era nata una scrittrice

«L'erotismo in Violette Leduc non diventa mistero né si ingombra di complicazioni, tuttavia è la chiave privilegiata dei mondo; è alla luce della sessualità che Violette scopre la città e la campagna, lo spessore della notte e la fragilità dell'alba, la crudeltà di un tocco di campane. Per parlarne Violette si è creata un linguaggio senza leziosaggine né volgarità che a me sembra un successo notevole ... »Simone de Beauvoir

“io sono un deserto che monologa”       

“E chiunque parli di noi dal profondo della sua solitudine,ci parla di noi. L’uomo più mondano,come il più impegnato hanno un sottobosco dove nessuno osa avventurarsi,neppure il diretto interessato,ma che pure esiste:la notte dell’infanzia. gli insuccessi,le rinunce,l’improvvisa commozione per una nuvola nel cielo. Sorprendere un paesaggio ,un essere come esistono ,come sono in nostra assenza,sogno impossibile che abbiamo tutti accarezzato”

“Nascendo ,giurai di avere la passione per l’impossibile”

“Arrivavo ,fino al fondo delle mie forze…finalmente esistevo!”

“al fondo della disperazione sentiamo la passione del vivere ,e l’odio è solo uno dei nomi dell’amore”

La gente che vive ai margini della società le sembra più autentica dei cittadini ben sistemati che si piegano a una parte .Preferisce un localaccio di campagna ad un bar elegante ,al confronto con le prima classe  uno scompartimento di seconda.

E siccome non è mai contenta Violette rimane disponibile ,ogni incontro può appagare i suoi bisogni e quanto meno distrarla,a tutti coloro che si imbattono in lei ,dedica un’acuta attenzione .”

http://www.culturagay.it/cg/recensione.php?id=10886

 
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