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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« Come un uomo sulla terraAlan Harris »

aria...aria...aria...

Post n°1501 pubblicato il 14 Luglio 2009 da ossimora
 

Qualcuno in famiglia cercava questo libro ...

LA CHIMICA IN VERSI... 

da regalare ad una giovane amica neo laureata in chimica ;

sfogliandololo e rileggendo mi sono tornati in mente tanti pezzi che ricordavo ,grazie alla memoria di qualcuno che me li recitava fin da bambina come ninna nanna ,mi sono divertita ed intenerita a ripercorrerli ...


Da giovane studente, alunno d'istituto,
non andai mai d'accordo col piombo o col bismuto;
anche il vitale ossigeno mi soffocava; il sodio,
per un destino amaro, sempre rimò con odio;
m'asfissiò forte a scuola, prima che, in guerra, il cloro;
forse perfino, in chimica, m'infastidiva l'oro.
E di tutta la serie sì numerosa e varia
di corpi e d'elementi, sol mi garbava l'aria,
quella dei campi, libera, nel bel mese di luglio:
finché non m'insegnarono che anch'essa era un miscuglio!
Un vecchio professore barbuto, sul cui viso
crostaceo non passava mai l'ombra d'un sorriso,
un redivivo Faust, voleva ad ogni costo
saper da me la formula d'un celebre composto.
Non sapevo altre formule che questa: H20;
e questa dissi: il bruto, senz'altro, mi bocciò.
Poi ch'era ancor più arida nella calura estiva,
io m'ingegnai di rendere la chimica più viva;

onde, tradotta in versi, l'imparai tutta a mente,
e in versi, nell'ottobre, risposi a quel sapiente.
Accadde un gran miracolo: quell'anima maniaca,
che non vedeva nulla più in là dell'ammoniaca,
dell'acido solforico, del piombo e del cianuro,
rise, una volta tanto, e m'approvò: lo giuro!
Mi lusingò quel fatto: volevo far l'artista,
e invece, senz'accorgermi, divenni un alchimista...
Oggi distillo e taccio in un laboratorio,
dove la vita ha tutto l'aspetto d'un mortorio.
E vedo, in fondo, dato che non conosco l'oro,
dato che ancor mi soffoca, sempre accanito, il cloro,
che non avevo torto, e il mio pensier non varia:
la miglior cosa, amici, è l'aria, l'aria, l'aria!...

IL CORPO UMANO
Ecco un'analisi
non troppo amena,
che ha fatto un màcabro
dottore a Jena:

preso un cadavere,
l'ha decomposto,
con molto scrupolo
stimando il costo.

L'ossa forniscono
tanta calcina
dal far l'intonaco
d'una cucina,

e si ricupera
tanta grafite
da far al massimo
cento matite

I grassi abbondano
- strano contrasto! -
pure in chi è solito
saltare il pasto.

Da tutto il fosforo,
piedi compresi,
al più ci scappano
mille svedesi,

mentre distillasi
dal corpo vile
d'acqua…potabile
tutto un barile.

Il ferro è in minime
tracce, di modo
che non ci fabbrichi
neppure un chiodo:

fatto stranissimo
perché da vivi
di chiodi, in genere,
non siamo privi.

Ma ciò che supera 
le previsioni
più catastrofiche
sono i bottoni;

ne ottieni un numero
fenomenale,
sì che un legittimo
dubbio t'assale:

fece l'analisi
quell'alchimista
sopra lo scheletro
d'un giornalista?

Volendo vendere
questi elementi
ai poco modici
prezzi correnti,

ci si ricavano
venti lirette:
alcune scatole
di sigarette!

Che cifra misera!
Solo conforto,
se si considera
che l'uomo morto,

oscuro o celebre,
ricco o pezzente,
sciocco o filosofo,
vale ugualmente.

Ed è ridicolo,
in fondo in fondo,
che, mentre vivono
su questo mondo,

sia dian cert'arie
tanti mortali,
se poi gli scheletri
son tutti uguali!

 
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