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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« Una febbre leggeradisinformatia »

anniversari

Post n°1628 pubblicato il 26 Dicembre 2009 da ossimora
 

"O flutti abracadabranteschi, prendete il mio cuore e lavatelo"

C.B.

Guadato il fiume, valicato il passo, l'uomo si trova di fronte tutt'a un tratto la città di Moriana, con le porte d'alabastro trasparenti alla luce del sole, le colonne di corallo che sostengono i frontoni incrostati di serpentina, le ville tutte di vetro come acquari dove nuotano le ombre delle danzatrici dalle squame argentate sotto i lampadari a forma di medusa. Se non è al suo primo viaggio l'uomo sa già che le città come questa hanno un rovescio: basta percorrere un semicerchio e si avrà in vista la faccia nascosta di Moriana, una distesa di lamiera arrugginita, tela di sacco, assi irte di chiodi, tubi neri di fuliggine, mucchi di barattoli, muri ciechi con scritte stinte, telai di sedie spagliate, corde buone solo per impiccarsi a un trave marcio. Da una parte all'altra la città sembra continui in prospettiva moltiplicando il suo repertorio d'immagini: invece non ha spessore, consiste solo in un diritto e in un rovescio, come un foglio di carta, con una figura di qua e una di là, che non possono staccarsi né guardarsi.

da Le città invisibili

***Che nella pace dello sciabattamento e del mutare del caos in silenzio intimo e luce ovattata,  si indugia rileggendo frammenti ,"pizzini",salvati in qua e in là da chi  ha ALI ed interpreta ed illumina di parole ,in mite grandezza .

 
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