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Post N° 464

Post n°464 pubblicato il 18 Aprile 2006 da ossimora
 
Tag: Letture

Letture

"La comprensione è nello stesso tempo mezzo e fine della comunicazione umana. Non può esserci progresso nelle relazioni fra individui, fra nazioni, fra culture, senza reciproche comprensioni. Per comprendere l'importanza vitale della comprensione, occorre riformare le mentalità, cose che richiede - in modo reciproco - una riforma dell'educazione."

Quella di Edgar Morin è una delle voci fondamentali del Novecento, da ascoltare attentamente ogni volta che esprime un'opinione in merito a una delle tante questioni irrisolte della civiltà contemporanea e del suo futuro. In questo piccolo saggio, Morin affronta un tema importante per la nostra cultura: l'educazione.

 In tutti i paesi occidentali è aperto il dibattito sulla strada che dovrà percorrere il sistema educativo nei prossimi anni e su quali dovranno essere le basi della nuova formazione, al di là della semplice conoscenza, per costruire la personalità, la consapevolezza e l'etica dell'individuo.
Quali potrebbero essere dunque i temi fondamentali dell'insegnamento nel futuro, nell'ambito di un progetto globale? Morin ne individua sette, per "integrare le discipline esistenti e stimolare gli sviluppi di una conoscenza atta a raccogliere le sfide della nostra vita individuale, culturale e sociale".
Il sociologo non intende trattare l'insieme delle materie che sono insegnate attualmente o che dovrebbero esserlo nella scuola degli anni a venire. Piuttosto intende individuare sette problemi principali che dovranno essere affrontati perché la società umana riesca a adattarsi alle nuove esigenze di una realtà in trasformazione.

 La democrazia, la giustizia, la pace e l'armonia del pianeta sono valori importanti che dovranno essere appresi come tali sin dalla prima infanzia e sviluppati poi nei vari livelli di apprendimento.
Il ganglio dell'insegnamento è la condizione umana e l'identità terrena, sviluppata non tanto attraverso le certezze acquisite, quanto per mezzo del dubbio, dell'incertezza dell'errore.

Il saggio si apre infatti con un capitolo intitolato Le cecità della conoscenza: l'errore e l'illusione, in cui si mette in luce la necessità di "potenziare nell'insegnamento lo studio dei caratteri cerebrali, mentali, culturali della conoscenza umana, dei suoi processi e delle sue modalità, delle disposizioni psichiche e culturali che la inducono a rischiare l'errore o l'illusione".

Segue un capitolo in cui si sottolineano I principi di una conoscenza pertinente, "capace di cogliere i problemi globali e fondamentali per inscrivere in essi le conoscenze parziali e locali".

 Morin si sofferma poi sull'insegnamento della condizione umana, su quello dell'identità terrestre, sul modo di Affrontare le incertezze, sull'insegnamento della comprensione, intesa come mezzo e fine dalla comunicazione umana.

Chiude il saggio il capitolo incentrato sull'etica del genere umano. "L'insegnamento deve produrre una antropo-etica capace di riconoscere il carattere ternario della condizione umana, che consiste nell'essere contemporaneamente :

individuo=specie=società".


 
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Commenti al Post:
scalzasempre
scalzasempre il 18/04/06 alle 23:48 via WEB
ovviamente tu sai che questi sono argomenti che mi interessano molto. Perchè nel generale traggono fondamento e a volte il generale va guardato e capito. Che nel particolare sarà sempre tutto difficile. E poi delle illusioni di questa società specializzata e specialista in tutto o quasi, io ne vorrei parlare ancora e di più. Questo lo voglio mettere come BDGS domani. dajrkfdsfjlasjdflasjdflasdf! ILY
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 18/04/06 alle 23:51 via WEB
benone,infatti pensavo proprio alle mamme di cyppabimbi...Un bacione megalytico
(Rispondi)
 
magdalene57
magdalene57 il 18/04/06 alle 23:51 via WEB
non voglio addentrarmi in meandri in cui rischierei di cadere rovinosamente ... ma io credo, che il dubbio, il porsi nell'ottica di non avere dogmi fa si che la gente sincontri e reisca a comprendersi e a interagire. riguardo ad ogni cosa della sfera umana, perdere le proprie radici superficiali privilegiando la madre comune dovrebbe, potrebbe generare un gran bel mondo... francamente, però, temo che ognino di noi, avrebbe un metro in mano e obietterebbe da che punto iniziano le radici superficiali rispetto a quelle comuni.... spero di essere stata chiara...altrimenti è colpa dello sforzo fisico elevato...
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 18/04/06 alle 23:58 via WEB
Si ,chiara,insegnare (o provare a farlo)la "comprensione",dei fenomeni dovrebbe spostare anche l'egocentrismo e quindi le pulsioni a giudicare senza capire.UN bacio Buonanotte(domni torna la sveglia)
(Rispondi)
 
lubely
lubely il 19/04/06 alle 00:20 via WEB
Da noi sembra che il valore più insegnato sia: "Meno sai fare, più hai possibilità di avere successo"
(Rispondi)
 
franco460
franco460 il 19/04/06 alle 09:18 via WEB
Ti invito a visitare il mio blog, e se vuoi a scrivere un commento. Ciao
(Rispondi)
 
AllieMcB
AllieMcB il 19/04/06 alle 09:59 via WEB
Grazie Antonia, lo metto in lista d'attesa, no doubt.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 19/04/06 alle 15:12 via WEB
:)
(Rispondi)
 
principessapersiana
principessapersiana il 19/04/06 alle 13:12 via WEB
era tuo il blog che ho commentato da scalza! Ahimè, riflettevo, c'è chi legge società= specie=individuo. Felice giorno.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 19/04/06 alle 15:13 via WEB
....devo togliere gli uguale...:)??Stanno per contemporaneamente...
(Rispondi)
 
CapACAB
CapACAB il 19/04/06 alle 13:14 via WEB
Grande riflessione e agromento che dovrebbe essere maggiormente sviscerato, considerando la nostra civiltà chs sempre più diventa multietnca. Siamo veramente in grado di affrontare un simile cambiamento? Ciao a presto M. ;-)
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 19/04/06 alle 15:11 via WEB
Non possiamo permetterci però di non provarci.Ciao:)
(Rispondi)
 
qis
qis il 19/04/06 alle 13:22 via WEB
...beh, effettivamente, di primo acchito, è abbastanza impressionante. Ma chiedo scusa, lo so che il problema è mio: nei grandi disegni sociali vedo sempre per primo un risvolto..."orwelliano". Ma una curiosità: come dice Kundera, di questo "sistema" Morin illustra anche le falle? Kundera dice che i pensatori "sistematici" dovrebbero farlo, se no l'architettura della loro stessa costruzione si indebolisce...cito Kun. perchè mi viene in mente questo: non è che molti di quegli obiettivi pedagogici possono essere raggiunti leggendo storie, romanzi? Morin pensa solo alla scuola (parli di sistema educativo)? nel qual caso sono molto dubbioso... ciao
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 19/04/06 alle 15:10 via WEB
Beh,disegni orwelliani...magari ci sarebbe da dire in questo caso.Le "falle",sono certamente insite alla condizione umana e alla stessa "identità globale";in questo si vanno ad inserire tutti i problemi di riconoscimento reciproco e di spostamento del punto di vista.Ovvio che Morin è un pedagogista (anche gli altri due testi "Relier le connaissances" e "la testa ben fatta",parlano di educazione e quindi..di scuola...Sono d'accordo( in parte )con te che potrebbe essere sufficiente leggere i grandi romanzi e le grandi storie ma si possono anche mettere in ballo tutta un serie di espedienti didattici pensati per le diverse età che possano per la "conoscenza",di "altro",percorsi che assieme alla identità locale-occidentale stimolino anche "curiosità",verso la "TERRA".Osservando un atlante tematico di Peters con i bambini ad esempio ,non puoi immaginare lo stupore e la scoperta sulla "Scrittura"...da destra a sinistra,da sinistra a destra,dall'alto al basso...Ciao
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