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ritsos /Jacek

Post n°1740 pubblicato il 24 Luglio 2010 da ossimora
 


 

Ghiannis Ritsos 


Rinascita

Da anni più nessuno si è occupato del giardino.
Eppure
quest'anno - maggio, giugno - è rifiorito da solo,
è divampato tutto fino all'inferriata, - mille rose,
mille garofani, mille gerani, mille piselli odorosi -
viola, arancione, verde, rosso e giallo,
colori - colori-ali; - tanto che la donna uscì
di nuovo
a dare l'acqua col suo vecchio annaffiatoio -
di nuovo bella,
serena, con una convinzione indefinibile.
E il giardino
la nascose fino alle spalle, l'abbracciò,
la conquistò tutta;
la sollevò tra le sue braccia. E allora, a mezzogiorno
in punto, vedemmo
il giardino e la donna con l'annaffiatoio
ascendere al cielo -
e mentre guardavamo in alto, alcune gocce
dell'annaffiatoio
ci caddero dolcemente sulle guance, sul mento,
sulle labbra.

3 giugno 1969

Karlòvasi- Samo




Traduzione di Nicola Crocetti 



Ghiannis Ritsos 
Pietre Ripetizioni Sbarre
a cura di Nicola Crocetti
prefazione di Louis Aragon
Crocetti Editore 2004

 

 

 

 

 
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Commenti al Post:
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 24/07/10 alle 14:27 via WEB
Bentornata, Te, le tue letture, i tuoi quadri.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 24/07/10 alle 14:31 via WEB
un bacio
(Rispondi)
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 24/07/10 alle 14:34 via WEB
non so se è più bella la poesia o l'immagine (sperando che la diga regga!)
(Rispondi)
 
Fajr
Fajr il 24/07/10 alle 16:52 via WEB
mah.... sembra il racconto di un veggente di medjugorie....
non me ne volere... :o)
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 25/07/10 alle 01:21 via WEB
....semmai lui il fu Ritsos te ne potrebbe volere...io l'ho soltanto Accolto 7sentito...G.R. - Io non cerco soltanto la solitudine perchè la poesia non può essere completamente distaccata, separata dai problemi vitali, cruciali del mondo. La mia poesia, il cui filo si dipana nell’universo interiore, si esprime contemporaneamente su diversi piani: ontologico, sociale, psicologico. Mescola memorie storiche e sensazioni immediate, per accostare via via idee, in un tempo storico e soggettivo frammentato e, attraverso ogni sorta di sdoppiamento, produrre un’immagine di unità e continuità dell’uomo e della sua storia … Dunque, la ricerca poetica non è la solitudine. Nella poesia, il poeta non procede mai solo… Ma attraverso la propria solitudine, entra in rapporto con la solitudine di ciascuno, con la solitudine di tutti. E, tra tutte queste solitudini, la comunicazione più autentica si realizza nello spazio del poema… In questo modo, una poesia trova sempre il dialogo vivo, trova le corrispondenze con la propria nazione e con tutti i popoli del mondo, in tutte le lingue, anche attraverso la mediazione delle traduzioni. Giacché esprime un sentimento comune, una concezione comune, un desiderio condiviso di comunicare e superare le differenze, giacché contiene la cifra essenziale che ci consente di riconoscere gli altri… La poesia è allora la relazione umana più compiuta, meglio costruita, più importante. Parla a ciascuno nel territorio peculiare della propria solitudine. Che è comune. È lo spazio abitato dalla comunità umana. Per questo l’obiettivo permamente della poesia è rivolgersi a tutti, è toccare tutto il mondo. Ma la poesia è una creazione sempre in divenire, è sempre in cantiere. (...)».
(Rispondi)
 
 
Fajr
Fajr il 25/07/10 alle 01:33 via WEB
ah, quel bel tempo che fu in cui la poesia era tutta rima "cuore-amore"!...
(Rispondi)
 
angiolhgt
angiolhgt il 26/07/10 alle 20:00 via WEB
yerka tu che yerko anch'io
(Rispondi)
 
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