Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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Mediterraneo

 

***Insopportabili le facce ,  le voci, di coloro che celebrano facendo sempre  e sempre e sempre spettacolo , lontani anni luce dal vero dolore , dall'atrocità dell'indicibile e dell'impossibile ,non spendendo mai una vera parola di giustizia e di solidarietà contro le leggi e le indifferenze assassine . Mi vergogno dei   bruni vespi vari , dei clericali ( compreso chi domani ad Assisi costerà milioni alla comunità ...,  ma che c'entra anche lui c'è andato a Lampedusa a pregare ...in elicottero scortato però , si sa , cambiare tutto per non cambiare niente ) di chi ormai non sa o forse non può o / non  sa più  informare senza violare tragedie immani . Orrore. Non posso non pensarci.

 

ALBERT CAMUS

Mediterraneo

 

Allo sguardo vuoto delle finestre, il mattino 

Con tutti i suoi denti che ha azzurri e brillanti, 
Gialli, verdi e rossi, ai balconi si cullano le tende. 
Giovani donne con le braccia nude stendono i panni. 
Un uomo, a una finestra, col binocolo in mano. 


Mattino chiaro dagli smalti marini 
Perla latina dai bagliori liliali: 
Mediterraneo. 

II 


Mezzogiorno sul mare immobile e caloroso: 
Mi accetta senza grida: un silenzio e un sorriso. 
Spirito latino, Antichità, un velo di pudore sul grido torturato! 
Vita latina che conosce i suoi limiti, 
Rassicurante passato, oh! Mediterraneo! 
Sulle tue rive trionfano ancora voci ormai taciute, 
Che dicono di sì perché ti hanno negato! 

Enorme e leggero, 
Assicuri e soddisfi e mormori l'eternità dei tuoi minuti, 
Oh! Mediterraneo! e il miracolo della tua storia, 
Lo racchiudi tutto quanto 
Nell'esplosione del tuo sorriso. 
Inalienabile vergine, a ogni ora la sua natura si concepisce 
in nature già formate. 
La sua vita rinasce sui nostri dolori. 
Prende il volo! e da quali ceneri - luminosa fenice! 

Mediterraneo! il tuo mondo è a misura nostra, 
L'uomo all'albero si unisce e in due l'Universo si recita la commedia
ssssssIn costume del Numero d'Oro 
Dall'immensa semplicità senza scosse sgorga la pienezza, 
Oh! natura che non fai salti! 
Dall'olivo al Mantovano, dalla pecora al pastore, 
solo l'innominabile comunione dell'immobilità. 
Virgilio cinge l'albero, Melibeo va al pascolo. 
Mediterraneo! 
Biondo pergolato azzurro dove dondola la certezza, 
Così vicina, oh! così vicina alle nostre mani, 
Che i nostri occhi l'hanno accarezzata e le dita l'hanno lasciata. 

III 

  Nella sera incombente con la giacca sulle spalle, tiene la porta aperta - 
Lambito dai riflessi della fiamma, l'uomo entra nella sua felicità 
se si dissolve nell'ombra. 
Così questi uomini rientreranno in questa terra, certi di avere una proroga,
Più sfiniti che sazi della felicità di aver saputo. 
Nei cimiteri marini c'è solo eternità. 
Lì, l'infinito si stanca ai funebri fusi. 
La terra latina non trema. E come il tizzone detonante volteggia nella maschera immobile
di un cerchio, 
Indifferente, appare l'inaccessibile ebbrezza della luce. 
Ma ai suoi figli questa terra apre le braccia e fa carne della loro carne, 
E questi - sazi, si riempiono del segreto sapore di questa 
trasformazione - lentamente la assaporano a mano a mano che la scoprono. 

IV 



E presto, ancora e poi, i denti, i denti azzurri e brillanti 
Luce! Luce! l'uomo si completa in lei.

Polvere di sole, scintillio d'armi, 
Principio essenziale dei corpi e dello spirito, 
In te i mondi si bruniscono e si umanizzano, 
In te ci rendiamo e i nostri dolori si sublimano -

Insistente antichità 
Mediterraneo, oh! mare Mediterraneo! 


Soli, nudi, senza segreti, i tuoi figli attendono la morte. 
La morte te li renderà, puri, finalmente puri.

 

 


(Poesia tratta da Le voci del quartiere povero e altri racconti giovanili

 , Rizzoli, Milano, 1974. Traduzione di Giovanni Bogliolo.)

 

 

 
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