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Post N° 265

Post n°265 pubblicato il 20 Dicembre 2005 da ossimora
 


Lula è stato solo l’inizio, Evo Morales non sarà la fine. Il Sud America del Terzo Millennio guarda con sempre maggiore convinzione a sinistra. E porta al governo forze a volte anche molto diverse fra loro, ma accomunate dalla critica al neoliberismo e all’egemonia statunitense sul continente.

Se il presidente brasiliano e il suo Partido dos Trabalhadores (Partito dei Lavoratori) appaiono in fase declinante dopo essere stati travolti dalle accuse di corruzione, nei Paesi vicini si affermano altre forze ugualmente legate all’Internazionale socialista. In Cile Michelle Bachelet è la grande favorita del prossimo ballottaggio per l’elezione del presidente: al primo turno ha ottenuto circa il 45% dei voti contro il 26% del suo avversario di destra Sebastian Pinera. In Uruguay, poco più di un anno fa, la vittoria del medico Tabaré Vazquez e del partito - coalizione Frente Amplio, l’Unione delle forze di sinistra di Montevideo.

Ma i presidenti sudamericani che guardano a sinistra non sono solo quelli direttamente legati alla grande famiglia dell’Internazionale. Il presidente venezuelano Hugo Chavez, che continua ad essere la bestia nera degli americani grazie alla sua politica petrolifera, alle ultime elezioni ha visto trionfare la sua coalizione (che, grazie al boicottaggio dell’opposizione, ha incassato tutti i seggi del Parlamento). In Argentina il presidente Nelson Kirchner, dopo aver sconfitto l’ex presidente Carlos Menem nella sfida fra l’ala destra e sinistra del peronismo, sta assumendo posizioni sempre
più vicine al Venezuela e di crescente distanza dagli Usa e dalla Chiesa cattolica, con cui ha avuto numerosi attriti. Più controversa la situazione in Ecuador, dove il presidenze Lucio Gutierrez, accolto come un nuovo Chavez al momento della sua elezione, ha condotto una politica molto accomodante verso il Fondo Monetario ed è stato travolto dalle proteste di piazza: in aprile si è rifugiato in Brasile, lasciando il posto al suo vice Alfredo Palacio.

Gli ultimi baluardi conservatori? Sicuramente la Colombia di Álvaro Uribe Vélez. E il Perù di Alejandro Toledo, chiamato ad affrontare una profonda crisi politica e sociale. Il Paraguay Óscar Nicanor Duarte Frutos, leader del Partido Colorado tradizionalmente al potere, appare invece piuttosto accomodante verso la politica dei più forti vicini di sinistra. Lo si è visto al vertice al vertice delle Americhe che si è svolto in ottobre Mar del Plata, in Argentina, dove gli Usa hanno per la prima volta scontato l’opposizione al progetto dell’Alca (Area di libero commercio delle Americhe) da loro stessi proposta nel 1994 a Miami.


LINK UTILI E CLICCABILI


Il Partido do Trabalhadores di Lula
Il Frente Amplio di Vazquez
Il Partito Socialista cileno
Il Il Movimiento al Socialismo di Morales 

 
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