Creato da lost4mostofitallyeah il 04/03/2009
CON QUEL TRUCCO CHE MI SDOPPIA LA FOCE
 

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Guarda che luna. Capitolo sesto.

Post n°271 pubblicato il 18 Aprile 2016 da lost4mostofitallyeah








Ci appiattimmo contro il terreno. Tutti. Mentre osservavamo i marocchini avanzare a ventaglio in mezzo ai campi. Lo spettacolo era brutale e magnifico al tempo stesso: quegli uomini condannati a morte non si arrestavano di un passo ma procedevano guidati dalla folle speranza che uno di Loro (Ognuno si percepiva come il fortunato) l'avrebbe scampata alla fine e sarebbe sopravvissuto all'operazione di draga terrestre fatta con gambe umane. Udimmo un'esplosione e vedemmo un arto volare in aria e poi ricadere a terra lentamente, quasi galleggiando, mentre esplodevano urla agghiaccianti dalla bocca del ferito a morte. Fu questione di pochi minuti e un'altra lacerazione attraversò l'atmosfera seguita da uno scoppio e da grida altissime. Quella gente non era nemmeno tallonata da personale medico, e chi si trovava a saltare su una delle mine sapeva di avere i tempi contati se non ci lasciava la pelle sul colpo. Quanto tempo trascorse? è difficile dirlo. Fatto fu che cinque uomini (sulla sessantina che aveva cominciato a sminare) approdarono su una delle stradine che correvano longitudinali al terreno incolto e furono fatti arrestare attraverso le comunicazioni radio. Appena giunti alla parziale salvezza si gettarono esausti sullo sterrato, lasciandosi andare a preghiere e torrenti di lacrime. Potevamo udirli dalla nostra distanza, che era poco più di un centinaio di metri. Diedi di gomito a Eberhard che stava bocconi al mio fianco. "Ammazziamo i marocchini e procediamo nei campi che hanno appena sminato." Mi sussurrò con gli occhi iniettati di sangue. "Che sta dicendo, Capitano? Sentiranno gli spari e ci vedranno con i cannocchiali. E poi , che senso ha trucidare quei disgraziati? Prima o poi dovremo affrontare le forze regolari e vedere se il vostro trucchetto riesce a funzionare." "Non importa. Più tardi ci imbattiamo nelle vostre truppe meglio è per Noi. E per quanto riguarda i maghrebini.....beh, abbiamo un conto in sospeso con loro, una vecchia storia. E ce la caveremo con i coltelli, senza armi da fuoco o casino. Non vede sottotenente? sono dietro quella siepe di vegetazione. Nessuno (nemmeno dei loro comandanti) riesce a inquadrarli. Lasci fare a Noi, basterà una decina di uomini e la pratica sarà chiusa velocemente. Lei stia qui buono e non dovrà nemmeno chiudere gli occhi. Lo vede? Si sta alzando la nebbia." Era vero. Un velo caliginoso si stava levando dal terreno e diventava più spesso e impenetrabile con il passare dei minuti. Avrei voluto dire un migliaio di cose, avrei voluto imprecare, avrei voluto sollevarmi e correre verso i marocchini per metterli in guardia...ma non feci assolutamente nulla di ciò. Rimasi schiacciato sul terreno come un lombrico mentre nove-dieci uomini del reggimento "Togo" si mettevano verticali e aggiustavano i pugnali nelle cinture, dietro le schiene. Poi Li vidi, sorridenti e sventolanti le braccia, dirigersi incontro al manipolo di camerati coloniali. Morsi il terreno mentre i neri superavano di slancio i cento metri che li separavano dalle ignare vittime e si abbracciavano con esse, parlando fittamente in francese. Poi chiusi le palpebre e mi tappai vertiginosamente le orecchie. Quando riaprì i mei sensi gli Africani erano ancora eretti, ma, ai loro piedi, giacevano, sgozzate, le sagome dei cinque sfortunati arabi. Il sergente Dakwaafi mi fece cenno con la mano di avvicinarmi ma mi ci volle parecchio tempo prima di decidere di accettare la sua sollecitudine. Quando lo feci ero circondato dal grosso degli effettivi del reggimento "Togo" che si congratulava con il gruppo scelto che aveva portato a termine quella poderosa missione. Io ero attonito e confuso e restavo a malapena sulle mie gambe mentre osservavo (anche senza volerlo) i cadaveri dei marocchini sparsi alla rinfusa sul terreno. I neri si erano impadroniti dell'equipaggiamento radio e lo avevano sfasciato senza porre dubbi in mezzo, innanzitutto per non essere costretti alla pantomima di una falsificazione delle voci, e secondo perché una sorta di incertezza superstiziosa gli impediva di impadronirsi degli oggetti appartenuti a così pochi uomini massacrati in maniera tanto vile. Notai il Tenente Omologoh in piedi e severamente accigliato al mio fianco :"Tenente, un giorno riuscirò a sapere cosa vi rende tanto fieri avversari della gente che avete tosto massacrato?" Lui inarcò le sopracciglia e fece un gesto con la mano, come per cacciare una mosca fastidiosa :"Siamo stati colleghi di questa gente e Li abbiamo visto comportarsi in maniera tale che nemmeno il più crudele e bestialmente ottuso degli uomini...." "Non sarebbe stato più semplice, in passato, denunciarli alle Autorità superiori? Io stesso sapevo di voci che giravano ma Voi, che avete assistito personalmente ai loro scempi, dico, non siete riusciti a...." "Nessuno dà retta a un negro, per quanto coraggioso possa essere il suo comportamento sul campo. Per suo padre, Defant, siamo tutti della stessa pasta: maghrebini, ivoriani, somali, palestinesi, angolani.....e abbiamo la brutta abitudine di farci giustizia sommaria. Questa è una cosa che riguarda solo Noi e le nostre beghe tribali. Per lo Stato Maggiore è impensabile che nutriamo sentimenti o che siamo mossi da una regolare sete di giustizia militare. Per Lor Signori saremmo pazzi ed incomprensibili a perseguire le normali vie della denuncia nei casi in cui ci trovassimo davanti a atti di terrorismo verso i civili, o di fronte a stupri collettivi, saccheggi e quant'altro.....questo abbiamo imparato dalla disciplina soldatesca e questo abbiamo imparato a mettere in pratica quando manipoli di delinquenti la fanno franca e si nascondono dietro alla logica della guerra. Ricordi Sottotenente, apparentemente ignoriamo tutto ma non scordiamo nulla, e quando arriva il momento di elargire la giusta retribuzione a certi delinquenti travestiti da militari, beh, non ci tiriamo indietro." "Ma quegli uomini erano in un battaglio disciplinare: segno che gli Alti Gradi non sempre girano la testa dall'altra parte o la nascondono sotto la sabbia." Omologoh mi mostrò i denti lucidissimi in un sorriso sprezzante "No, certamente. Qualche rara volta può succedere. Ma se qualcuno scappa dalla rete, ci siamo Noi, grazie a Dio, a completare il lavoro sporco." 






(continua)








 
 
 
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