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Guarda che luna. Capitolo tredicesimo.

Post n°278 pubblicato il 23 Maggio 2016 da lost4mostofitallyeah

 







Arrivammo a Trescore Cremasco che la luna si stava dissolvendo nel cielo. Ormai era un altro giorno e i ricordi della notte appena trascorsa galleggiavano come frammenti di sogno sull'aria, spargendosi ovunque per cercare rifugio dall'invadenza e dalla supremazia dell'alba umida. Mi presentai al quartier generale di mio padre, tentando in qualche maniera di averne accesso. Poi, in un attimo di scoramento, mi girai a guardare il capitano Eberhard e la sua giacca di caporale sloveno, poi fissai la mia di sergente dello stesso reparto. Avevamo trovato mio padre ancora, sorprendentemente, dove ci era stato segnalato. Pensavo che fosse avanzato con l'impeto dell'offensiva ma eccolo lì, invece, seduto su una sedia di campo, impegnato ad ascoltare i rapporti di colonnelli, capitani e generali. Fu una buona mezzora dopo che incrociai il suo sguardo, e cominciai a tremare irrazionalmente. Ancora oggi non capisco se si trattasse per la mia personale vergogna di essermi presentato dinanzi a lui in quelle miserevoli condizioni o la paura per il destino del mio nuovo compagno Freddie Eberhard, capitano di un reggimento di punta del nostro esercito, passato al nemico nelle ore calde della battaglia. Prospero Defant si alzò torreggiando su tutti gli altri personaggi e, a grandi passi, si avvicinò nella mia direzione, poi lanciò un'occhiata all'uomo che mi stava alle spalle. "è stato perquisito?" Chiese duramente. Alcuni membri del suo entourage annuirono. "Che ci fai con questo tizio?" Mi domandò con grinta "è da stanotte che sei sparito e non si sa nulla di te." "Avrei voluto urlargli in faccia la verità, che ero stufo di quella guerra, che non vedevo l'ora di rivedere la mia compagna, mio figlio, mia madre, e levarmi di torno da quella storia di campi minati, linciaggi, feriti e morti. Invece, bisbigliando, gli rivelai che mi ero spinto erroneamente oltre le linee avversarie ed ero stato fatto prigioniero, fino alla liberazione alle prime ore dell'alba. Mio padre indicò Freddie Eberhard alle mie spalle :"è stato lui a farti prigioniero?" Io sorrisi. "Ti pare possibile che mi trascini dietro il mio sequestratore? No, Lui è Freddie Eberhard, capitano del valoroso XVI reggimento Togo. Ha provveduto a mettere in fuga i senegalesi del comandante Leblanc, portando così alla mia liberazione. "Senegalesi di Leblanc? Nel V settore? Mi stai prendendo in giro, figliolo. Da quelle parti nemmeno se n'è vista l'ombra." "Posso essermi sbagliato" Replicai, deglutendo saliva. "Di notte tutti i gatti sono neri." Prospero Defant sorrise e tornò a sedersi sulla seggiolina da campo :"Te la racconto Io una bella storia, figliolo. Tu intendevi imboscarti e ti sei imbattuto nelle file del XVI reggimento Togo che aveva appena disertato per passare con gli Irregolari. A loro non era parso vero di avere il figlio del generale Defant fra le loro grinfie e...il resto me lo racconterai tu, con calma."





(Continua)






 
 
 
 
 
 
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