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« Il Tragitto Vol. 60Fletcher LXI »

Il Tragitto Vol. 61

Post n°236 pubblicato il 28 Agosto 2014 da lost4mostofitallyeah







Uscirono in fila indiana da quell'ufficio gradevole e lindo. Poi s'allargarono sul corridoio ma non si scambiarono una parola. Gleeson era un passo davanti a Tutti e Louise era troppo pensierosa per avere voglia di scambiare opinioni. Davanti ai suoi occhi danzavano immagini di un Pearson ancora incosciente e in coma farmacologico, pallido e ritratto come un vecchio davanti a uno shock troppo grande per i suoi ultimi anni. Oppure lo vedeva in piedi, un po' malridotto ma raggiante ed incolume, pronto a riunirsi al suo gruppo e a ripartire, lontani da quella cittadina-incubo. Era ancora immersa nelle sue riflessioni che Gleeson s'arrestò davanti a una porta dipinta d'azzurro con un incongruo quadretto biedermeier attaccato all'esterno. Il dottore si portò un dito alle labbra rivolgendosi al suo codazzo, poi girò con discrezione la maniglia e rimase sulla soglia, facendo entrare tutti. Poi la richiuse con dolcezza. Un'infermiera, che stava svolgendo alcune misurazioni all'infermo, girò la testa con il termometro in mano e subito si avvicinò al Medico per parlargli a bassa voce. Questi annuì più volte, vigorosamente, con il capo, poi fece cenno alla signorina che poteva andarsene. Così rimasero soli nella stanzetta, minuscola ma curatissima. A essere sinceri, pensò Louise "Non sembra nemmeno una camera d'ospedale. Ricorda più la casetta di Hansel & Gretel". Quasi afferrasse il corso delle elucubrazioni della giovane, Gleeson sospirò sottovoce :"Questo è il settore pediatrico. Ci è sembrato fosse più adatto per la degenza del nostro piccolo ospite. Sono certo che mi capite benissimo, l'altezza, l'assenza di spigoli, le misure del letto....abbiamo pensato che si sarebbe trovato meglio una volta avviato alla riabilitazione. Louise osservò finalmente Pearson ed ebbe un sobbalzo. Lui la stava fissando a sua volta. Era apparentemente sveglio e cosciente e indugiava con dei meravigliosi occhi grigi nelle pupille di Louise, quasi implorandola di ascoltare un messaggio silenzioso. Qualcosa che solo Loro due potessero capire. La ragazza si avvicinò al lettino e si chinò con l'orecchio destro teso sulle labbra dell'ex nano brigante. Questi però non articolò parola e restò immobile con gli occhi spalancati. "Non parla" Si sentì in dovere di precisare il Reverendo Watson. "L'equipe medica ritiene che sia un effetto collaterale dell'effettiva ingestione di così tanti antipsicotici. Un piccolo contrattempo sulla via di una completa ripresa." Concluse affettato. Louise non l'ascoltava nemmeno: era china su Pearson e gli stringeva una manina calda con vigore e sentimento, quasi piegandogliela. Lo guardò con attenzione: la complessione generale sembrava positiva, la pelle era rosata e la fronte non imperlata di sudore, solo un lieve pallore intorno alle guance e gli occhi incavati raccontavano di una guerra all'ultimo sangue con la Morte. "Si sta riprendendo, lo posso vedere." Alla fine proruppe decisa, drizzando la schiena. "Lei è ottimista" Interloquì perfido Gleeson "Anche Noi vorremmo esserlo, ma Lei non c'era quando lo abbiamo strappato con i denti alla Fine. Più volte abbiamo rischiato di perderlo mentre era sotto terapia intensiva. E di questo risultato, di averlo salvato intendo, Io e la mia equipe siamo molto orgogliosi." Gonfiò istintivamente l'ampio torace, e di certo si aspettava che la Ragazza rotolasse ai suoi piedi ringraziandolo fervidamente per il suo impegno, ma Louise rimaneva come cristallizzata, con lo sguardo posato sul piccolo ex nano brigante. Fino a quando una lacrima gli scorse oltre le ciglia e piombò isolata e sincera sul mento di Pearson. Questi se ne accorse e anche i suoi occhi si empirono di lacrime, iniziando a scivolare mute ai lati del viso. Il reverendo Watson registrò in un attimo quei momenti e prese morbidamente la giovane per le spalle cercando di calmarla e di raddolcire l'appassionata reazione emotiva. Sotto il tocco di quelle mani Louise rabbrividì in un secondo, subito si ricompose tornando alla maschera di dignità e distacco che era la sua stigmata. Abbandonò il lettino del suo Amico e si ritirò vicino alla porta, insieme a Romario. Ma non trattenne una domanda :"Insomma quando potrà camminare sulle sue gambe? Noi dobbiamo andarcene da questo cazzo di Città!". Quasi urlò. Gleeson, pressoché indifferente alla nota accorata nel grido della Ragazza, biascicò metodico :"Ci vorranno settimane. Deve recuperare l'uso completo degli arti e tornare a parlare. Poi vi è la controindicazione di un eccessivo nervosismo da parte sua e di momenti in cui la sua testa pare completamente assente, quasi partita per un viaggio intergalattico. Dobbiamo recuperargli un equilibrio". Nel formulare questa diagnosi il Dottore si era avvicinato al lettino e aveva preso ad accarezzare l'ex nano brigante tra le ciocche di capelli asciutte alla sommità del capo. Poi tutto avvenne così velocemente da impedire ai Presenti una reazione immediata. Si sentì unicamente l'urlo disperato e acutissimo di Gleeson e si videro i denti aguzzi di Pearson che l'avevano morsicato proprio sul palmo di quella mano, discesa con condiscendenza a fare una coccola al cagnolino. Il resto della scena fu piuttosto caotico e surreale: il Reverendo Watson e Romario si erano precipitati verso il Dottore per aiutarlo a sganciarsi dalla presa zannuta e tiravano ora in una direzione ora nell'altra, mentre le urla del Medico facevano accorrere in fretta il personale infermieristico. Alla fine con un secco frontino Romario riuscì a disorientare Pearson facendogli perdere la presa. Immediatamente il Dottore staccò la mano e l'agitò urlando nell'aria. Era ricoperta di sangue.


















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Commenti al Post:
Phoenix_from_Mars
Phoenix_from_Mars il 28/08/14 alle 11:49 via WEB
Mai fidarsi delle anime apparentemente tranquille...bel colpo di scena ;) e good music ;)
 
 
lost4mostofitallyeah
lost4mostofitallyeah il 28/08/14 alle 12:08 via WEB
Il nostro piccolo amico si è scassato, finalmente ,le palle. Good music? Oh Yeah.
 
   
Phoenix_from_Mars
Phoenix_from_Mars il 29/08/14 alle 12:26 via WEB
Direi che era ora. Per restare in tema, mio padre mi diceva sempre "guardati dall'ira del buono" ;))
 
     
lost4mostofitallyeah
lost4mostofitallyeah il 02/09/14 alle 16:00 via WEB
Basta esplodere anche una sola volta per essere letali.
 
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