Creato da lost4mostofitallyeah il 04/03/2009
CON QUEL TRUCCO CHE MI SDOPPIA LA FOCE
 

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« Guarda che luna. Capitol...I »

Guarda che luna. Capitolo quattordicesimo.

Post n°279 pubblicato il 28 Maggio 2016 da lost4mostofitallyeah






Mi sentì mancare. tutto il quartier generale di mio padre aveva gli occhi puntati nella mia direzione. Nemmeno mi chiesi dove fosse finito Freddie Eberhard. Forse si era fatto piccolo come un pugno e tentava di dileguarsi. Lì, in piedi, la lingua mi si era inceppata e sentivo di tremare vistosamente mentre nessuna giustificazione mi affiorava alla mente. Il mio cervello aveva fatto tabula rasa. Quando furono trascorsi alcuni minuti punteggiati dagli scoppi vicini della nostra artiglieria mio padre tornò a sollevarsi, e con la calma dei vincitori disse :"Non hai nulla da aggiungere? Significa che quello che ho detto è preciso?" Avevo la gola come carta vetrata ma, facendo uno sforzo sovrumano, riuscì a mettere in ordine delle parole di contraddittorio :"Freddie Eberhard è un combattente valoroso e un ottimo soldato. Posso solo dire che mi ha salvato la vita, generale." Ciò non toglie che sia un disertore, non è così generale Clerici?" Mi si gelò il sangue quando vidi spuntare da dietro un gruppetto di alti graduati la sagoma traccagnotta e baffuta del comandante dei coloniali. "Abbiamo perso contatto nelle prime ore della notte con il XVI reggimento Togo. Solo da poco tempo abbiamo potuto constatare con certezza l'effettivo abbandono delle proprie postazioni da parte del suddetto reggimento comandato dal capitano Freddie Eberhard e il passaggio al campo avverso. buona parte dei disertori è stato rastrellato e passato immediatamente per le armi. Mancava giusto all'appello il capo di tutta la macchinazione." Sentì un piccolo tumulto alle mie spalle e compresi che il mio compagno era stato immobilizzato e reso inoffensivo. Le ginocchia mi cedettero e stavo per finire diritto al suolo se non avessi avuto la prontezza di appoggiarmi al tavolo da campo. "Mio padre si era acceso con noncuranza un corto sigaro grigio :"Portatelo nello spiazzo e fucilatelo." Udì una massa di uomini armati transitarmi a fianco e dirigersi verso lo squallido muro periferico di una vecchia fabbrica, già macchiato di sangue. "Fucilerai anche me?" trovai il coraggio di biascicare. "Non ne varrebbe la pena, figliolo. Tu sei un imbecille, non un nemico. Sarà sufficiente degradarti a soldato semplice e mandarti in una compagnia disciplinare. Tranquillo, non sminerai i campi con le tue preziose gambe. Ormai quella fase è superata e la zona circostante è stata messa in sicurezza. Però almeno capirai cosa significa obbedire agli ordini e togliersi certe fantasie dal cervello." Fu proprio in quel momento, sotto la sferza di quelle parole di fuoco, che qualcosa scattò nella mia mente facendomi vedere rosso. Afferrai la prima pistola abbandonata sul tavolaccio e aprì il fuoco a casaccio in direzione di mio padre. Come seppi in seguito riuscì a sparare tre colpi mirando al bersaglio grosso, ma ero talmente confuso che non uno dei proiettili arrivò neppure a sfiorarlo. Venni sommerso da una montagna di soldati e picchiato per bene, senza riguardi. Quando tornai eretto mi resi conto di essere una maschera di sangue. Da una distanza che mi sembrava remotissima udivo gli ordini che decretavano la fine di Freddie Eberhard e del sogno del XVI reggimento Togo. "Caricate - puntate -fuoco!" Poi arrivò la scarica mentre venivo trascinato fuori dal tendone e caricato su una camionetta. Nemmeno feci in tempo ad augurare a mio padre non una, ma mille morti. Adesso scrivo dal manicomio criminale di Monza, dove sconto una condanna a sei anni di reclusione per sabotaggio e tentato omicidio. La carta non mi manca e posso scrivere poesie colme di nostalgia per mia moglie, la mia piccolina e mia madre. Ho pure riempito le mura di questa galera con le mie invocazioni. Mio padre Prospero Defant è stato promosso a capo di tutto il raggruppamento occidentale delle forze regolari. Non dubito che a favorirlo sia stato anche l'atteggiamento tenuto nei confronti del figlio: fermo e deciso. Di Freddie Eberhard e del XVI reggimento Togo non è rimasto più nulla. Sbandato è stato sostituito da un plotone di militari ivoriani. Ma Io lo ricordo bene e posso ancora oggi testimoniare che non vi fu gruppo armato più efficace, coerente, libero e determinato di quel pugno di orgogliosi negri.





(Fine)






 
 
 

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Commenti al Post:
several1
several1 il 28/05/16 alle 20:00 via WEB
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lost4mostofitallyeah
lost4mostofitallyeah il 30/05/16 alle 11:02 via WEB
Un padre è sempre un bersaglio difficile...
 
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 29/05/16 alle 15:37 via WEB
Alla fine ha pagato solo lui....Sei uno scrittore eccellente. Bravo!
 
 
lost4mostofitallyeah
lost4mostofitallyeah il 30/05/16 alle 11:06 via WEB
Finale malinconico per un sogno (o un incubo?) durato solo una notte. Grazie, Grace :)
 
canescioltodgl10
canescioltodgl10 il 16/06/16 alle 08:26 via WEB
Bellissima capacità di gestire l'emozione... complimenti.
 
 
lost4mostofitallyeah
lost4mostofitallyeah il 16/06/16 alle 18:27 via WEB
Grazie, canesciolto. Forse il segreto sta proprio nel non lasciarsi sopraffare dai sentimenti ma nell'ordinarli senza perderne la potenza e il dramma :-)
 
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