Creato da lost4mostofitallyeah il 04/03/2009
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V

Post n°284 pubblicato il 02 Novembre 2016 da lost4mostofitallyeah







L'Astice V

Mi asciugai e aprii il trolley cominciando a mettere ordine. Ma, tanto quanto Gianni e Francesca erano stati ordinati, così io ero approssimativo e indolente. La doccia mi aveva rinfrancato ma non al punto di essere reattivo e brillante; buttai le mie cose sul letto e indossai un paio di jeans con una maglietta bianca, poi calzai delle comode ciabatte. Mi fissai allo specchio e mi trovai appannato ma gradevole: la testa perfettamente rasata, gli occhi nocciola, la bocca carnosa senza essere volgare, le orecchie simmetriche, la corta barba curata. Insomma mi sentivo piacente, ma per quale ragione? Non intendevo, ovviamente, sedurre Francesca, né ero arrivato a Roma per girare i locali e trovarmi una provvisoria compagna d'avventura. MI sedetti sul bordo del letto e riflettei: ero a un punto di svolta - non più giovane ma nemmeno maturo, carico di energie ma con una strana accidia alla bocca dello stomaco -  ero alla ricerca di sensazioni e della vita degli altri perché la curiosità per la mia la stavo esaurendo. Sulla carta non mi mancava nulla, un bel lavoro in mezzo alla storia e alle documentazioni ancora scritte su pagina, una salute ragionevolmente stabile, una casa gradevole, un'automobile, un fratello e dei genitori ancora vivi, una relazione conclusa di fresco ma senza rimpianti o grosse recriminazioni. Insomma, si poteva affermare che il mio unico problema era la noia, e quando avevo saputo della morte di Gianni una potente scarica elettrica aveva attraversato il mio cervello. La Morte: l'unica situazione che potesse ancora scuotermi. Il pensiero dell'uomo che con la sua piccola SMART fortwo cabrio andava a schiantarsi contro il guard-rail sull'Aurelia mi bruciava sulla pelle e mi faceva provare persino un po' di invidia. Stracarico di rabbia e violenza repressa Gianni Costantini non aveva alzato il piede dall'acceleratore ed era finito direttamente tra le braccia degli angeli. si era eternato, mentre noi, miserabili mortali, continuavamo a lottare tra bolli e riscossioni, incombenze e rarissime gioie. Un piccolo tassello della ragione per cui ero venuto a Roma si faceva più chiaro; cercavo il segreto di quella volontà che aveva spinto l'uomo a non alzare il piede dall'acceleratore, ad andare a 180 all'ora incontro a quello che gli sprovveduti chiamano il proprio destino e che invece si chiama atto di supremazia. L'unico che ci sia concesso in vita. Rimasi incerto e stranito mentre prestavo orecchio a quello che succedeva nel salotto principale: Asia doveva essere uscita dalla sua stanza insieme a Petra e stava discutendo con la madre ad alta voce. Intuii che voleva uscire e Francesca era contraria ma che ben presto avrebbe ceduto. Infatti fu questione di qualche minuto che la porta principale sbatté con violenza e in tutto l'appartamento si fece un silenzio di tomba. Decisi che non potevo starmene rinchiuso nella stanza a tempo indeterminato e accostai la porta per sgattaiolarne fuori. Nel soggiorno la mia amica stava stravaccata sul divano con i piedi appoggiati a una sedia e una bottiglia di whisky aperta sul tavolino, provvista, a fianco, di due bicchieri. Immaginai che sarebbe stata una lunga notte e mi accostai ciabattando piano. Per cortesia mi tenni lontano dalla bottiglia e mi sedetti il più discosto possibile anche se il liquore scozzese esercitava il suo fascino ipnotico in pieno dispiegamento. 







(Continua)








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Commenti al Post:
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 03/11/16 alle 08:09 via WEB
Riflessioni sulla Vita...e Francesca che trova conforto nel bere...
 
 
lost4mostofitallyeah
lost4mostofitallyeah il 03/11/16 alle 10:13 via WEB
Melanconia a buon tasso alcolico...
 
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