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VI

Post n°285 pubblicato il 09 Novembre 2016 da lost4mostofitallyeah






L'Astice VI

"Serviti pure." Fece lei allungando con due dita la bottiglia verso di me e accostandola a un bicchiere già pronto sul tavolo. Io afferrai la bottiglia di scotch e me ne versai una robusta porzione lasciandola rumoreggiare contro le pareti di vetro con malcelato gusto. Poi iniziai a sorseggiare mentre non staccavo lo sguardo da Francesca e dal suo viso segnato. Era indubbio che la tragedia l'avesse marcata: finito il tempo dello smalto appariscente, conclusa l'epoca dei parka multicolori, estinta la fase degli infradito a Fregene e tutto quanto gli potesse anche vagamente assomigliare. Una strana serietà aveva preso il loro posto e infieriva con grande potenza sul clima raccolto e vagamente meditativo di quel soggiorno dal nuovo e impeccabile design. Avevo prosciugato metà del mio bicchiere e una piacevole sensazione di calore si espandeva attraverso le vene fino alle periferie cerebrali. "Beh, Joe. Com'è andato il viaggio? Ti dovrai sentire stanco, e io che sto qui a offrirti whisky. Come padrona di casa dovrei vergognarmi." "Ma mi conosci bene." Sorrisi. Poi mi profusi nei dettagli dello spostamento da Trento alla città eterna mettendo l'accento sugli inconvenienti spiritosi. Ben pochi, per la verità. Ma più passava il tempo nel mio torrente di chiacchiere più mi accorgevo dell'assenza mentale di Francesca. Si sforzava di ascoltarmi ma il suo corpo era altrove insieme alla memoria. Tanto che a un certo punto fui costretto ad arrestarmi e a restare alcuni minuti a fissarla mentre sorbiva il suo liquore nell'assenza più totale di replica. "Beh?" Fece a un certo punto con gli occhi parzialmente coperti dalle palpebre. "Benzodiazepine?" Le domandai. "Diazepam. Il seguace più stretto del valium, sennò non riuscirei a dormire." E lo mesci tranquillamente con il whisky scozzese. "Se si tratta di qualche bicchierino..." Scrollai il capo. In tutta la mia vita mi ero mantenuto fedele all'alcol ben sapendo quanto fosse una trappola mortale. "Se continui su questa strada non ti farai più rispettare da Asia." Cercai di buttare lì per smuovere il suo istinto materno. "è una stronza. Ha tredici anni e mi risponde. Ha preso tutto dal padre, capoccione e puttanaggine compresi. è velenosa come un cobra e arrogante come una star di quel cazzo di Hollywood. Le hai mai viste le sue colleghe? Girano come tante provini per film hardcore, vogliono il cash, la mezzora di celebrità, la vanità più squallida, le compagnie più imbecilli, la bumba." "Cocaina?" Annuì. "E ci sono gli amici messicani a rifornirle. La strada è brutta e le compagnie anche peggio." "Suo padre aveva ascendente su di lei?" "Ambiguo. Da un lato Gianni veniva da una famiglia contadina, dall'altro non si tirava indietro se c'era una serata folle da pigiare sull'acceleratore. Era pieno di buona volontà con la figlia, a parole. Ma lei ha sempre fatto, comunque, quel cazzo che voleva." "è una generazione" Osservai buttando l'occhio a Roma di sera, dall'alto attraverso una enorme finestra. "Forse, Joe. Ma è una generazione che non mi piace: smartphone, selfie, grande fratello, vampiri, violenza e sesso ovunque, e soprattutto un gran narcisismo. Non potevo non approvare e svuotai quello che restava del whisky nel bicchiere. Poi pensai a Dio e se si fosse veramente incazzato con questo mondo di merda; per tutti sarebbero stati tempi duri.







(Continua)








 

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Commenti al Post:
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 09/11/16 alle 11:33 via WEB
Quattro chiacchiere e due bicchieri. Il racconto rispecchia il mondo giovanile odierno :) Bravo...
 
 
lost4mostofitallyeah
lost4mostofitallyeah il 09/11/16 alle 16:05 via WEB
C'è pure una pastiglia un po' invadente... :-)
 
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