Creato da lost4mostofitallyeah il 04/03/2009
CON QUEL TRUCCO CHE MI SDOPPIA LA FOCE
 

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Messaggi di Gennaio 2015

Fletcher LXXI

Post n°255 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da lost4mostofitallyeah

 





Fletcher, a quel punto, si chiuse in un ostinato silenzio mentre il Dottore si crogiolava sotto i raggi del sole con un piacere quanto mai evidente. Peter e Christine non si erano mossi dalla loro posizione, in piedi, vestiti e sotto nella canicola di inizio primavera. "Perché non vi fate un tuffo nell'oceano?" Propose Fletcher, lievemente depresso "Chissà quando ne capiterà l'occasione".  "Grazie, ma non ne ho voglia" Rispose Christine con lo sguardo perso nel vuoto innanzi a Lei. Peter sembrava trattenersi dal mordere mentre fissava il suo avversario tranquillamente disteso a curarsi l'inizio di tintarella. "Cosa stiamo a fare qui? A fare da corona per il Dottore, o ad aspettare che gli salti la mosca al naso e chiami qualche Divisa? è una situazione ridicola. " Proruppe.  Fletcher, seduto a fianco di Percace, si rendeva conto di tutta la tragicomicità del momento  ma, al tempo stesso non si decideva a fare nessuna mossa in specifico. Sapeva che, per qualche strana ragione, il Dottore non avrebbe avvertito nessuna Divisa fintanto che stavano Tutti insieme lungo la spiaggia. Era un attimo di tregua. Oppure un frammento di piano nel cervello di Percace, una maniera come un'altra per metterli sotto pressione e comprendere le loro reazioni. Certo, il sangue freddo del signore era esemplare e sconvolgente. Alla fine, infastidito dal caldo e innervosito dalla presenza di Christine e Peter fissi come due pali sopra di Loro, Fletcher decise di sollevarsi, non prima di avere sbadigliato rumorosamente per far capire al Dottore di quanto gliene importasse della sue tattiche di guerra psicologica. Sentiva l'esigenza incoercibile di allontanarsi con uno straccio di Vittoria in tasca e quindi sillabò ad alta voce :"Leviamo le tende, Redmond sta diventando invivibile e troppo affollata per i miei gusti. Ci sposteremo in un'altra località della costa per goderci un po' di brezza oltre a questo caldo impossibile." "Potremmo andare a Big Loot". Suggerì Peter chiassosamente ed evidentemente sollevato. "Non so, decideremo lungo la strada, se non ci troviamo a un posto di blocco. Nel qual caso sapremo Chi ringraziare per le brutte sorprese." Percace pareva immerso in una trance vacanziera e avulso in maniera totale dalle provocazioni e allusioni dei due pellegrini. Restava immobile, ricoperto dalla sua crema solare, e indubbiamente affascinante e a suo agio sotto la sferza dei raggi UVA. Non sentiva nemmeno l'esigenza di aprire bocca per qualche secondo. Solo a un certo punto strizzò gli occhi e li puntò in direzione dei tre, che ora si erano raggruppati in piedi a parlare sottovoce tra  Loro. "Allora vi auguro buona Fortuna, amici. Io rimango ancora un po' di tempo qui a godermi questa splendida giornata. Spero che quando capiterà di incontrarci sarà in una situazione priva degli imbarazzi e dell'evidente timidezza di oggi. Sì, insomma, spero che avrete realizzato le mie Ragioni e non Vi sentirete inutilmente perseguitati. Ma forse è pretendere troppo. Comunque, sono sempre stato e sarò un'ottimista." I Tre restarono in silenzio e tornarono alla spicciolata verso la loro bagnarola. Solo Peter, anche mente si incamminava, non riusciva a evitare di girarsi indietro ogni dieci metri a fissare il suo sguardo su quella strana figura di psichiatra già in parte abbronzato e gaudente, un tizio dalla personalità COOL che faceva assomigliare la loro fuga infinita al girare del criceto nella sua piccola ruota. Fletcher rallentò l'andatura finché arrivò alla sua altezza e lo scosse con vigore prendendolo per un braccio. "Beh, che Ti prende? Volevi strangolarlo e adesso continui a girati a guardarlo come fosse una Divinità assira. Ha già trovato il modo di incantarti di nuovo quel serpente? Se vogliamo avere qualche speranza di cavarcela questa sta nel non pensare che Lui abbia già deciso tutto e stia solo giocando al gatto con il topo. Nulla è definito, Peter. Vuole solo dimostrarci che abbiamo già perso psicologicamente. Del resto è il suo mestiere. Ebbene, quello che Io ho capito è che anche Lui sta brancolando nel buio e che l'unica cosa certa che ha in mano è un pezzo della personalità di Rihanna. Nemmeno tutta. E con quella sta cercando di insinuarsi nel punto debole della nostra catena. Sta tentando di spezzare la nostra continuità. Le sue sono solo provocazioni e lanci di innocui petardi. Fa molto rumore ma poco danno, rammentalo." Peter lo guardò assente, e Fletcher ebbe l'impressione di stare perdendolo per una volta definitiva. Gli cacciò una sberla sulla tempia ma non ebbe effetto. Allora, allargando le braccia, di diresse all'automobile e aprì la portiera. Però non prima che Percace gli passasse voce da una cinquantina di metri di distanza :"A proposito, Mary Dozen è stata arrestata, e tutta la sua associazione a delinquere smantellata. Giusto stamattina. Forse Le farà piacere sapere che anche quell'Edward nonsocosa è sotto chiave. Non mi pare Le stesse molto simpatico. Buon proseguimento, Fletcher o Mister nonsocosa. Purtroppo non ho ancora modo di conoscere il suo nuovo nome. Spero Le calzi a pennello".






 
 
 

Fletcher LXX

Post n°254 pubblicato il 23 Gennaio 2015 da lost4mostofitallyeah

 





"Ah, eccovi di ritorno!" Sorrise Percace nell'attimo in cui notò i due riavvicinarsi lungo la spiaggia. Poi, quando furono a qualche metro da Lui gettò le braccia in avanti e strinse i polsi sia a Fletcher che a Peter. "Vi dispiace se mi metto comodo?" Insinuò poi strizzando l'occhio. Non attese nemmeno la risposta che aveva già aperto il bagagliaio dell'automobile per tirarne fuori un grosso zaino. Lo caricò in spalla e lo portò presso i suoi improvvisati compagni di spiaggia. Lo depose sulla spiaggia e prese a spogliarsi con noncuranza fino a restare con un paio di short verdi e grigi sopra la pelle ancora bianca. Dallo zaino estrasse una crema solare e mise i suoi vestiti nello stesso, cominciando poi a spalmarsi, con cura, il corpo. Christine, Fletcher e Peter lo guardavano attoniti ma quando allestì una bella coperta sul terreno non ebbero più dubbi: il Dottor Percace si preparava, in tutta tranquillità, a una bella giornata di sole sulla spiaggia di Redmond. "Devo mettere questa crema per proteggermi" Fece, quasi giustificandosi sornione "è il primo giorno di vero sole che prendo". Dopo il primo attimo di smarrimento Fletcher fece buon viso a cattivo gioco e si tolse la giacca leggera e la maglietta accomodandosi accanto al Dottore. Christine e Peter restarono discosti, vestiti e alquanto perplessi. "Ho come l'impressione che stando vicino a Lei si stia più sereni che a starle lontani". Azzardò Fletcher, pentendosi subito di quella frase. "Ah, vede che la pensiamo allo stesso modo. Consideri questo un giorno di tregua, come quando a Natale sui campi di guerra della Prima Guerra Mondiale, in Francia, le truppe dei diversi schieramenti si misero a fraternizzare. Lo consideri così, Fletcher. Poi, ovviamente, ripresero i bombardamenti." Chiosò con il solito, incantevole sorriso. "Significa, forse, che non ci darà mai tregua?" "Assolutamente sì. Anche se l'impressione è che abbiate ancora ben poca strada da fare." "Non sia troppo pessimista. Ce la caveremo." "Vi ci vorrebbe un miracolo, se vi ho incrociati così facilmente, altrettanto facilmente lo faranno le Divise." "Insiste con il dire che Ci ha trovati per caso." "Liberissimo di non credermi, ma quando vi ho visti tutti e tre su quella vecchia bagnarola stentavo effettivamente a crederci." "E perché non chiamare un poliziotto esattamente adesso, su questa spiaggia. Ne girano così tanti in borghese o svestiti da bagnini. Glieli potrei indicare uno per uno, Dottore." "Non indichi, per favore. Potrebbero prenderla sul serio. è stanco forse di girare, Fletcher?" "Io, assolutamente no. La vita errabonda mi corrobora quanto la salsedine. Non sente questa leggera brezza? La considero miracolosa." "Dove vuole finire, Fletcher?". "Diciamo lontano." "Vuole imbarcarsi, vero? E come pensa di fare? le vostre facce sono segnalate a ogni attracco. Vuole comperarsi un passaggio clandestino? Morire soffocato in mezzo a un carico di espatriati e delinquenti? Dia retta a Me, si consegni. Le Divise apprezzeranno molto questo gesto." "Ho messo fuori combattimento due di loro e ho svariati carichi pendenti sulle spalle. Che cosa Mi garantirebbe? Forse l'Ingresso definitivo nella sua Clinica." "è strano. Molti farebbero carte false per essere al suo posto." "Gente fallita. Tremebondi mentali e personaggi in cerca di un nuovo papà che gli indichi come fare la cacca nel vasetto. No, grazie, non fa per Me." "Vuole morire, Fletcher? è armato? Vuole andarsene con un'ultima fiammata invece di guarire? Sa benissimo che la esaudiranno con piacere. Quei bisonti non aspettano altro che sforacchiare un mezzo matto. Sono stati cresciuti così." "Grazie anche a Medici come Lei". Percace si incassò nelle spalle, quasi che il colpo di Fletcher fosse giunto a segno. Poi, dopo qualche secondo, tornò a piantare le pupille sorridenti in quelle del suo controverso antagonista. "E cosa succederà a Christine e Peter? Ci ha mai pensato Signor Eroe?" "Peter la odia molto più di Me. Gli ha rubato la donna. Potrebbe strangolarla all'istante, e magari lo farà se non si toglie di torno. Per quanto riguarda Christine, Lei Mi ama. Dovunque finirò Io, andrà anche Lei". "Ottimista. E se Vi catturassimo vivi? E se vi separassimo? Il vostro è un rapporto chiaramente morboso. Malsano. Vi sarete già dati a una serie di follie erotiche, non è così Fletcher?" E al Dottore vibrarono leggermente i peli dei baffetti mentre la riga impeccabile dei capelli si scompaginava un po'. "Le piacerebbe saperlo, vero? Mettermi sotto al microscopio delle sue turbe sessuali e cercare di indovinare tutte le sfumature di ogni bacio, di ogni carezza, la profondità di ogni penetrazione. Lei è un individuo malato, Dottore." Per la prima volta Percace parve risentirsi profondamente. Si lisciò i baffetti e ricompose i capelli mentre si alzava e torreggiava in tutto il suo splendore fisico sopra Fletcher. "Lei, mette in bocca agli altri le sue deviazioni, Le piace sentir parlare delle sue prodezze, adora l'epopea dell'adorabile mascalzone e si muove costantemente per piantare dei paletti dove passino dei cani ad annusare, o delle donne a sfregarsi. Individuo irrimediabilmente narcisista e pieno di Sé, crede di potermi fare paura o di inquietarmi ni qualche modo?". Poi, quasi rendendosi conto di avere mostrato una debolezza, il Dottore si quietò subito e si rimise sotto i raggi del sole, sulla sua coperta. "E comunque ricordi, siete Voi pazienti a fare i Medici. Noi ci limitiamo a raccogliere evidenze. Il nostro compito è quanto di più simile al ricercatore di quanto si immagini. Trovati i pezzi del puzzle li rimettiamo insieme. Ma siete Voi, anzi è Lei, Fletcher, a perdere i pezzi."






 
 
 

Il Tragitto Vol. 69

Post n°253 pubblicato il 16 Gennaio 2015 da lost4mostofitallyeah

 






Passo dopo passo si stavano muovendo disperatamente verso la loro meta. Trascorsero diversi minuti che parvero infiniti quando videro la stazione dispiegarsi davanti a loro come un mostro dalla nebbia. Il cielo era terso e la tensione parve evaporare insieme al consolidarsi della speranza e della chance di una fuga definitiva da quella ragnatela mortale di Città. Entrarono tutti assieme nello spazio antistante le banchine e si disposero poco sopra le rotaie. Dorsey e Romario si levarono e spostarono qualche metro più in là mentre Tyner tentava di affettare la tensione con parole di circostanze e inutili battute. Frankie era concentrato sul tabellone degli arrivi ma vide con orrore che non funzionava o che nulla, comunque, vi era segnalato. allora prese il Sindaco per un gomito mentre anche gli altri suoi compagni facevano salire lo sguardo verso quel monitor orbo. "Che significa tutto questo, Tyner?". "Dovresti saperlo meglio di Me che questa è una linea ancora provvisoria e sperimentale. I convogli arrivano quando decidono di passare." "Sì ma quando transiterà il prossimo? Non c'è assolutamente modo di saperlo?". "Quando passerà, passerà. In ogni caso non avete problemi stando qui dentro. Il vero guaio era in Città oppure nella Chiesa, se avessero deciso di stringerla d'assedio. Ora come ora non avete problemi. è necessaria giusto un po' di pazienza." Rabail si torse le mani e Pearson fece finta di guardare il panorama delle montagne basse, poco distante davanti a Loro. Louise sospirò e cavò di tasca una bibbia mettendosi a sfogliarla. Il Reverendo Watson iniziò un discorso fra sé e sé inframezzandolo con espressioni vagamente profetiche :"La vostra fuga è il segno che Dio vuole la Pace e che il momento è giunto per porre termine alle diatribe e ai confronti illegittimi. Conto molto su questo nuovo avvento della Terra del latte e del miele." Louise ripose la bibbia nella tasca e si rivolse al sacerdote :"Non riesco a concentrarmi. Troppe cose sono andate per il verso sbagliato da quando è iniziato questo Tragitto. Nemmeno la Fede ormai Mi reca più alcun conforto. Una volta era diverso: sono cresciuta nella Religione e il mio lavoro stava nell'assistere i Bisognosi." "Nulla esclude che possa tornare a farlo" Ragionò Watson. "Sono stanca. forse vorrei mettere su famiglia. Magari quello potrebbe tornare a darmi un senso alla Vita." Rabail la strinse forte mentre Frankie osservava la scena di sbieco. Pensava che quella coppia era male assortita e non sarebbe finita da nessuna parte. Non che ritenesse di poter possedere Louise o di garantirle un futuro. Non ne era innamorato ed era ancora troppo pieno di sogni per camminare con i piedi ben piantati al suolo. Doveva viaggiare, muoversi, e portare a compimento il Destino che si prefisso fin dall'inizio: raggiungere il cuore del Formicaio. Tutto il resto era relativo: l'Amore, la Guerra, la Fuga, l'Amicizia e la Religione. O forse vi era profondamente collegato e si sarebbe svelato al momento della realizzazione del suo progetto. Si sparsero uno dopo lungo l'altro lungo la banchina e occhieggiarono nervosamente gli orologi aguzzando le orecchie in attesa del rumore del convoglio di superficie che entrava nella stazione. Passò un'ora quando finalmente il fischio sottile della tecnologia su monorotaia arrivò alla loro percezione. Un brivido di eccitazione e di sollievo corse attraverso Tutti i Viaggiatori. Tyner sorrise soddisfatto e Watson ringraziò il suo cielo che quella amara e strana vicenda stesse finalmente per terminare. Dorsey sputò a terra ostentatamente mentre Romario pareva assorto in una ridda di pensieri indecifrabili che gli rinvigorivano le rughe sulla fronte alta. I Viaggiatori strinsero il poco bagaglio che trattenevano
fra le braccia e si apprestarono a guardare il convoglio porsi alla loro altezza per condurli via, verso un futuro incerto ma migliore, certamente, rispetto all'incertezza e alla violenza che Li aveva segnati in quello strano buco sulla cartina chiamato Selawille.





 
 
 
 
 

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