Creato da lost4mostofitallyeah il 04/03/2009
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Messaggi del 17/10/2014

IL Tragitto vol. 64

Post n°243 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da lost4mostofitallyeah






"Nulla di più facile. Se è questo che volete, felice di risolvere il vostro problema. Vi accompagneremo con il gonfalone del comune e la banda ufficiale." "Andiamo, Tyner, non è il momento delle buffonate. Hai capito benissimo quello che intendo. Avete il dovere di scortarci alla Stazione dopo tutto quello che abbiamo passato in questo posto!". "Dovere! Parola grossa." E la faccia del Sindaco prese ad assumere tonalità cinerognole e il labbro inferiore iniziò a tremare per l'indignazione :"Avete portato in parata quel Nano ben sapendo che ciò feriva i sentimenti della popolazione. vi siete fatti complici di un massacratore!". Frankie era attonito per il mutamento d'umore del Sindaco. Forse non avrei dovuto farlo arrabbiare. Rifletté. Ma Tyner era un fiume in piena :"Avete portato odio, riaperto vecchie ferite e sconvolto l'equilibrio sociale della mia cittadina. Dovrei cacciarvi a calci in culo per questo e Vi sarebbe andata bene!". Frankie si levò dalla faccia paonazza del Sindaco e si allontanò di qualche passo. Scivolò accanto a Rabail e prese a sussurrargli in un orecchio :"Il Tizio è di pessimo umore. Pare che voglia tirarsi fuori qualche sassolino dalla scarpa e non si ricorda di essere stato Lui a ossessionarci fin dal primo momento. Gli ricorderei volentieri la storia di quell'hotel ma non mi pare il caso. Comunque sia, dobbiamo liberarci di questo posto e Mi sa che dovremmo farlo, ancora una volta, da soli." Rabail fece un gesto indefinito con la mano, poi disse :" Dobbiamo attendere Louise, Pearson il Reverendo e l'altro Tizio. Dio solo sa quanto ci impiegheranno. Inutile inimicarsi Tyner proprio adesso. Ci serve come l'unguento per le emorroidi." "non me lo sono inimicato" Fece Frankie con uno scatto nervoso "è Lui che sta cambiando. L'hai notato: Ogni volta che ci si prospetta una chance di fuga diventa nervoso e indisponente. Parola mia, quell'individuo ha ancora in mente qualcosa su di Noi." Pearson avanzava abbastanza veloce, sostenendosi solo in parte sulle piccole grucce. L'aria aperta e l'addio all'Ospedale gli stavano facendo bene e un colorito più sano gli si spargeva sulle guance pienotte. Avevano percorso già mezzo cammino quando una signora elegante e affusolata Gli si fece decisamente incontro. Offriva l'impressione di una donna dimenata fra buon gusto e dolore, combattuta fra l'apparenza e un intimo rivolgimento che ben si delineava a partire dal suo viso pallido e sbattuto. Si arrestò davanti ai pellegrini e costrinse anche Loro a fermarsi, pur con evidente imbarazzo. "Due anni che Sean è morto e cosa debbo vedere? Un nano brigante in stampelle, probabilmente curato dal nostro Servizio Pubblico che passeggia tranquillamente in compagnia del nostro amabile Reverendo e del nostro tuttofare Romario. Ma, dico, non riuscite a vergognarvi?". "Andiamo, Eugenia." Rispose affabilmente ma con un certo imbarazzo il Reverendo Watson "Non sai nulla della situazione. Il Sindaco è d'accordo e anch'Io ho dato la mia approvazione. Non è forse giunto il momento di lasciare alle spalle odio e rivalsa e cercare, finalmente, di addivenire a una pacifica convivenza o a qualcosa che, almeno, riesca ad assomigliargli?". Eugenia sputò ostentatamente ai loro piedi e prese a bofonchiare :"Me ne frego dei vostri accordi politici. E tutta la gente la pensa come Me. Avete voluto terminare una guerra calandovi le brache davanti a un pugno di nanetti ormai alla canna del gas. Gli avete dato Dignità politica. E pensate di seppellire i nostri morti, le vittime dello LORO incursioni lavandovi le mani con qualche giaculatoria e buona parola di Pace? Io me ne sbatto della pace. Io voglio Giustizia. E se non ce la darete verremo a prendercela. E non ci sarà più Zsa Zsa Murena ad arrestare il tutto." Detto questo la strana donna si forbì la bocca con un gesto istintivo e si scostò riprendendo cogitabonda la sua strada fino a sparire in un vicolo. Watson rimase per un attimo perplesso. Si rassicurò che nessuno dei passanti avesse udito la tirata, poi tornò finalmente al suo tradizionale sorriso ."Non fateci caso. Ha perso il marito in una delle incursioni più feroci dei nostri antichi avversari e non è mai venuta a patti con il dolore e lo sconvolgimento. Vive con il figlioletto su tra le Colline, e lo sta addestrando in modo, diciamo, improprio." "Cosa intende, Watson?". Fece Louise. Il Reverendo sospirò, evidentemente insoddisfatto di affrontare un argomento spinoso :"Ne sta facendo un piccolo guerriero e lo cresce nel culto del padre. non passano più alla Messa anche se quel giorno dello ehm sconvolgimento l'ho vista chiaramente tra la folla di assatanati . Diciamo che intorno a Lei e al figlio si sta radunando un gruppetto di facinorosi ostili alla tregua. Li chiamano Gli Insoddisfatti. Non sono tanti ma hanno un bel gruzzolo. Si addestrano sparando nei boschi e si preparano al momento in cui tutte le speranze di Pace crolleranno. Né Io né il Sindaco abbiamo ascendente su di loro ed è proprio da quelli che dovete aspettarvi qualche sabotaggio prima di riuscire ad arrivare alla Stazione." Pearson sollevò per un attimo la mano dalla gruccia e se la passò fra i capelli "Penso succeda dappertutto. Gente bellicosa che si sente tradita dalla pace e ha ancora molti conti in sospeso, anche con Sé stessi. Qui la differenza la fanno le Istituzioni: se sono abbastanza solide mettono questa gente nell'angolo e la rendono innocua." Romario pareva seguire un suo silenzioso pensiero ma poi alla fine sbottò :"Gli Insoddisfatti saranno sempre Tali: dagli un osso da masticare e te lo massacreranno, offrigli la gamba e te la divoreranno in un amen." "Così non sia" Chiosò il Reverendo, e Tutti insieme tornarono ad avviarsi.

 
 
 
 
 

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