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Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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GRECIA, PADERNESI IN VACANZA ASSISTONO AD UNO SBARCO

Post n°6858 pubblicato il 03 Settembre 2015 da Giuranna
 

Nei giorni scorsi una famiglia padernese, che stava trascorrendo serenamente le vacanze in Grecia, ha assistito ad una scena difficile da dimenticare.

 

 

Durante la nostra vacanza in Grecia abbiamo assistito ad un fatto che, solitamente, vedi nei telegiornali.

Un giorno, mentre eravamo in una spiaggia del sud dell'isola di Rodi, una delle molte spiagge battute in prevalenza dai soli Greci (vedi foto) e lontane dal frastuono del turismo di massa, mi capita di vedere una nave che punta decisamente verso di noi: un puntino che dall'orizzonte si avvicina e prende una forma via via sempre più definita.


 

Non è una bagnarola, anzi: è uno yacht molto potente e, sulle prime ho pensato al gesto di uno snob locale (anche per i Greci danarosi, apparire è più sostanziale che essere) che volesse portare, in quel modo, la famiglia o gli amici a prendere qualcosa al bar della spiaggia. Il natante arriva, indisturbato, fin nei pressi della riva: a quel punto si è visto distintamente che era lungo 25-30 metri circa. Ha fatto un pò di manovre in su ed in giù, quasi a cercare il posto ideale per l'ancoraggio poi, in un attimo, si è è popolato di decine e decine di teste umane, spuntate fuori, evidentemente, dal vano inferiore.


 

A non più di due, tre metri dalla riva, in un attimo, si è consumato quello che ritenevo assai improbabile, vista la posizione geografica di quella spiaggia: uno dopo l'altro quegli uomini, con giubbotto di salvataggio, hanno iniziato a sbarcare, lanciandosi sacchetti di plastica con dentro qualche effetto personale. Quasi tutti uomini, ma anche donne con bambini. Le donne erano tutte nascoste dietro tuniche e veli ed allora non si è più avuto alcun dubbio: quello yacht di lusso era una nave di trafficanti di esseri umani: un'organizzazione turca, vista la provenienza, dedita allo sfruttamento dei profughi siriani in fuga dalla guerra.

Si rimane impietriti di fronte ad una scena così, perchè non te l'aspetti. C'è stato un momento anche di tensione, quando gli ultimi sono saltati dalla barca mentre questa si stava già allontanando (perchè comunque, prima o poi, anche le imbarcazioni dello sgangheratissimo esercito greco arrivano...): gli ultimi annaspavano a cinque, sei metri dalla riva, in circa tre metri d'acqua, ma sono stati aiutati dagli altri esuli a guadagnare la battigia. Qualche turista ha cercato di farsi loro incontro, qualcuno ha continuato a prendere il sole come niente fosse. Personalmente ho fatto avvisare la polizia per mezzo del mio amico Alexandros, per fare in modo di provare ad intercettare lo yacht, ormai vuoto, sulla via del ritorno.

C'è stato anche un turista italiano che ha "fiutato l'affare": ha raccolto i giubbetti di salvataggio abbandonati dai profughi sulla battigia non per aiutare la polizia eventualmente a raccogliere prove per identificare i trafficanti, ma perchè, a suo dire, i salvagente erano di ottima qualità e li aveva stimati circa 50 euro cadauno. In mezzo ad un evento tanto drammatico, questo qua ha pensato bene di fare i soldi con la sofferenza dei malcapitati. Qual'è la definizione in questo caso? Sciacallo, mi pare.



Nel frattempo, il centinaio di profughi si è radunato nei pressi del bar della spiaggia dove hanno trovato acqua dolce per le prime esigenze. Nessuno ha tentato di darsi alla macchia, ma tutti hanno atteso che arrivasse la polizia per l'identificazione e le successive fasi per il trasferimento verso Atene prima, e la frontiera balcanica poi.
 
Credo che, al di là delle immagini giunte in Italia dall'isola di Kos, questi sbarchi di gente che fugge dalla guerra, profughi veri, si ripetano un po' su tutte le isole che si affacciano sulla costa turca.

Non sempre le cose finiscono come le abbiamo viste noi: il giorno dopo, a poche miglia di distanza, all'isola di Simi, una motovedetta greca ha intercettato un'imbarcazione del tutto simile a quella qui descritta, potrebbe essere stata anche la stessa: là c'è stato uno scontro a fuoco vero ed a rimetterci non sono stati, purtroppo, i maledetti trafficanti turchi, ma un ragazzo siriano di appena 17 anni ed un marinaio greco.

Questa notizia, forse perchè ci sono stati dei morti, è andata anche sul Corriere della Sera, mentre dello sbarco di cui siamo stati testimoni non ne ha parlato nessuno, neppure in Grecia.

Ferruccio Porati

 
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