LA SCOMMESSA

In una società dove la maggioranza della popolazione diventa sempre più povera e poche famiglie sempre più ricche (il 10% della popolazione controlla il 45% della ricchezza di questo paese), dove il lavoro manca e quando c’é, é spesso precario, una società dove un minore su cinque è in una famiglia indigente, le pensioni e i salari faticano ad arrivare alle 3a settimana, si sollecita una riflessione sul nuovo aumento delle tariffe delle mense scolastiche, imposto dal Comune di Paderno Dugnano con l'avvento del nuovo anno.

Soprattutto in Lombardia, la realtà governativa è artefice della politica di riduzione dei finanziamenti alla scuola pubblica a vantaggio di quelli alla privata attraverso i famosi “dote scuola” o “dote per la libertà di scelta”: centinaia di milioni di euro pubblici vengono usati per finanziare le scuole private. Facendo un semplice confronto tra i fondi stanziati per la scuola pubblica e quella privata emerge che la Regione stanzia solo 5 euro a studente della scuola pubblica, a fronte dei 302 euro per studente della scuola privata!

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: peggioramento della didattica, corsi che si reggono sui soldi che le scuole chiedono alle famiglie degli studenti. In molte strutture mancano carta per fotocopie, sapone, bicchieri, carta igienica per i nostri figli a causa della mancanza di copertura economica dovuta ai tagli

Si potrebbe anche parlare dello stato delle strutture scolastiche, ad esempio, non è l’unico fattore per valutare la qualità della scuola pubblica, ma è di certo una fotografia significativa. Il 20% degli impianti igienico sanitari scolastici sono precari. La percentuale sale al 24%, invece, per quanto riguarda infissi ed intonaci. La cosa sbalorditiva è che ben il 18% degli impianti elettrici monitorati sono al di sotto delle norme di sicurezza.

Pensiamo che sia strumentale limitarsi a parlare di fasce di reddito, Isee e questione della Mensa scolastica come problema ristretto ai confini di Paderno senza considerare gli aspetti reali sopradetti, perché a noi pare che la percezione della cittadinanza della provincia sia proprio quella (esatta) che a rimetterci sono sempre i soliti, cittadini, famiglie e lavoratori (quelli scolastici inclusi, con figli studenti a loro volta e mensilità non certo "da ricchi"oppure laddove le norme di contratti di lavoro poco dignitosi non concedano neppure un rimborso pasto e il diritto per l'insegnante di accedere alla sala Mensa) in conseguenza di scelte che partono dal considerare l'Istruzione pubblica "un peso", per poi arrivare- senza nemmeno citare casi limite purtroppo noti di bambini lasciati senza servizio per morosità- allo scarso o nullo investimento delle Amministrazioni (purtroppo, come la nostra), in aiuto alla popolazione.

In realtà, con un semplice "click" su Google ci si rende conto che la problematica di queste "tasse"é diffusa a livello nazionale, da nord a sud Comitati Genitori e altre associazioni reclamano maggiore attenzione e più interventi, tenendo presente, ad esempio che un territorio come la Brianza e la Provincia milanese è flagellato da fenomeni di disoccupazione, aumento del costo della vita, affitti e interessi bancari pesanti, aziende in crisi. La presenza del problema in tutta la penisola potrebbe dimostrare che si tratta di un fatto "di sistema" più che amministrativo.

Il sindacato dei lavoratori della conoscenza dovrebbe interessarsi del problema e funzionando adeguatamente dovrebbe proporre delle casse di solidarietà anche attraverso i propri fondi, per queste esigenze popolari. Ma è chiaro che tale misura, se pur interessante e forse utile non sarebbe la soluzione.

Per quanto riguarda Paderno, questa iniziativa del Comune ricorda molto una situazione già vissuta qualche anno fa, di cui si trovano dei racconti e degli articoli negli archivi della rete, che ci hanno colpito molto perché dimostrano il livello di coscienza delle persone coinvolte, soprattutto genitori e insegnanti, che avevano compreso di essere ugualmente vessati da un sistema ingiusto.

Troviamo veramente significativo questo slogan che venne coniato all'epoca dai genitori dei Comitati e troviamo che in sette anni sia cambiato poco, il nuovo aumento sembra fare meno scalpore,ma a volte è anche perché i cittadini non sanno a che organizzazione rivolgersi per farsi sentire, a volte queste mancano.

Alcuni comitati senza nessuna offesa hanno una parvenza autoreferenziale e sembrano soffrire un distacco "burocratico"dai problemi concreti dei padernesi.

Immaginiamo che alle critiche sull'aumento delle tariffe della Mensa l'Amministrazione comunale potrebbe rispondere, come si è letto su alcuni quotidiani che "vengono ritoccate solo le fasce alte e avvantaggiate le meno abbienti". Questo modo di presentare le cose è demagogico.

Le fasce più alte sono composte da altissima percentuale di lavoratori dipendenti, che per l'acquisto della casa (per fare solo un esempio!) sono costrette al mutuo con i tassi noti, questo dato l'aumento del carovita determina che in realtà la famiglia pper la sopravvivenza quotidiana si regge su una sola entrata,

se non sei nella fascia bassa paghi a prezzo più alto per due figli e non si puo'dire che questo non sia un sacrificio ma non nel senso che devi sacrificare la pizza o il ristorante, nel senso proprio che non si arriva alla fine del mese.

Per quanto riguarda le fasce più "deboli" parliamo di casi minoritari di semi-indigenza, che ovviamente dovrebbero avere il servizio GRATUITO ci mancherebbe solo, ma certamente l'amministrazione non fa grandi sforzi riducendo la retta di qualche centesimo! In realtà crediamo che questa sia l'ennesima operazione per pesare sulle famiglie!

L'ISEE non tiene conto di tantissimi fattori, ad esempio il fenomeno del lavoro sommerso e l'indebitamento delle famiglie per beni primari come abitazione, auto per andare a lavorare e dovrebbe essere riparametrato in base al costo della vita, riducendo lo spreco pubblico e creando politiche serie su lavoro e abitazione con l'utilizzo delle sovvenzioni alla Scuola privata, richiedendo l'ICI dove viene esentato.

Diritto al pasto incluso nel Diritto al lavoro dei Dipendenti della Scuola e nel diritto allo Studio.

Laura Bassanetti