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Il coraggio non mi manca. E' la paura che mi frega. (Antonio Albanese)

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immagineVergine (23 agosto - 22 settembre)


"La mia ferita emotiva più profonda è stata anche una fonte inesauribile di gioie". Non ti rivelerò perché questa frase è molto importante per me: è una questione troppo personale. Ma tu, Vergine, potresti fare un'affermazione simile? Potresti interpretare la tua vita in modo da vedere un'esperienza dolorosa come una fonte di intuizione, ispirazione e vitalità? Il 2009 sarà l'anno ideale per compiere questo cambio di percezione. E il periodo intorno al solstizio d'inverno è il momento perfetto per cominciare. (Rob Brezsny)

 
 

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Sulla via che mi porta al lavoro c'è una casa abbandonata che, mi hanno detto da qualche giorno, è abitata dai fantasmi.
Non lo sapevo. Ma appena me l'hanno detto ho pensato: la compro io.
 

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"El canto tiene poder,
tiene la fe que alucina,

la voluntad colectiva,
puede ser ola en el mar"

(Josè Seves)


 
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Messaggi di Novembre 2007

Post N° 512

Post n°512 pubblicato il 30 Novembre 2007 da betulla64
 


Sono rare le vacanze che posso permettermi di definire "speciali". Il più delle volte resta il ricordo del disagio, dello sforzo compiuto per cercare di godere il più possibile dell'eccezionalità dell'evento ed evitare di rovinare il medesimo a chi quella vacanza mi regala.

Questa ultima vacanza a Roma è stata davvero speciale. Ogni giorno è lo è stato; anche quelli passati a letto con la febbre. Le passeggiate tra le bancarelle di Garbatella, allungando apposta la strada per passare tra i Lotti. Le scorrazzate in metropolitana senza sentirne il peso e il cielo di Villa Borghese con l'albero, figura dorata, che si china a pelo d'acqua a baciare la sua immagine riflessa. E che dire di Villa Celimontana, sorpresa tra le sorprese, con i piccioni a giocare tra gli spruzzi della fontana e le palme in fila ad ombreggiare il passeggio.
Di queste vacanze ricordo la luce e il mio percepirla come qualcosa di buono per me. Quella ho voluto catturare in ogni fotografia.
Il ritorno a casa è stato terribile, tanto che non ho saputo e non so scriverne. Sarebbe bello consolare la desolazione di quelle interminabili ore di viaggio con una bella carrellata di immagini della serie "però ne è valsa la pena"... Sarebbe stato splendido se la cretina che è in me non avesse formattato il pc senza fare il backup. Questo post è una supplica: c'è qualcuno che sa fare le magie, fermare il tempo, arrotolarlo, risrotolarlo dall'inizio e ridarmi le mi fotografie? Sono disposta a rifare il viaggio da incubo. Anche più di una volta se serve.



 
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Post N° 511

Post n°511 pubblicato il 28 Novembre 2007 da betulla64
 




Si avvicina la fine dell'anno e la vergine settembrina che è in me, impone di fare ordine. Prima di affrontare i fogli di calcolo che riassumono l'economia di questa casa (benchè il grosso del lavoro spetti al capo famiglia, molto più vergine e settembrino di me) ho messo mano alle tabelle che tengono memoria dei miei sforzi per riuscire a mantenere un peso accettabile.
Dopo alcuni rapidi copia-incolla di formule e dati, ho preso il coraggio a due mani e affrontato la cella L72 del foglio open-office. I calcoli dicono che dal primo gennaio del 2007 ho incamerato 2,2 kg di ciccia. La prima reazione è di sconforto, poi mi ricordo che sto facendo un lavoro di "razionalizzazione" degli archivi e che quindi è il caso che la prima a razionalizzare sia io.
Con il metabolismo che mi ritrovo e dando retta alle statistiche (per non parlare di quanto gufano i medici) sarei dovuta ingrassare tra i 7 e i 10 chili, cosa che psicologicamente non credo avrei potuto sopportare. In un anno ho fatto circa 400 chilometri di pedalate domestiche, 60 ore di camminate in montagna e un'ottantina di chilometri lungo il torrente, mantenendo una media di calorie ingurgitate che si aggira sulle 1300 al giorno, escludendo gli strappi alla regola durante vacanze e festività varie. In tutto ciò ho imparato quanto sia bello prepararsi cibi sani e saporiti partendo dalle materie prime, ho sperimentato la fatica che ti senti morire ma poi arrivi dove volevi arrivare e ti dimentichi dell'acido lattico e delle vesciche ai piedi e mi sono resa conto che prima, con la tiroide ammalata ad offuscarmi la mente, di fronte a 2,2 chili in più, mi sarei chiusa in un mutismo depresso facendo pagare a tutto il mondo il mio "fallimento". Certo, se ora smettessi anche di cavillare sugli etti, i grammi e i tempi di percorrenza, stressando a destra e a manca fra tabelle e fogli di calcolo, avremmo raggiunto la perfezione.



 
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Post N° 510

Post n°510 pubblicato il 26 Novembre 2007 da betulla64
 




Ohi, ohi.... Gli uomini si sono offesi.

Volevano esserci, partecipare, dimostrare solidarietà.
9 milioni di maschi italiani si spartiscono 70.000 prostitute,   1.150.000 donne vittime di violenza in un anno, quasi sempre per mano di un familiare o di un amico, ma gli uomini si sentono offesi perchè per un giorno si è chieso loro di restare in disparte.
Beh, io da "veterofemminista" con i controfiocchi, davanti a tanto sdegno non mi commuovo nemmeno un poco, perchè va benissimo che non tutti gli uomini sono uguali, ma porca di quella miseria ladra!! Una volta che chiediamo loro di farsi da parte, una, che chiediamo di lasciarci fare le cose come pare a noi, niente, non c'è verso.
Hanno spulciato ogni striscione, ogni cartello, criticando i punti e le virgole (perchè tutte noi sappiamo che nei cortei a impronta più maschia, la cartellonistica si abbandona spesso ad auliche dichiarazioni d'amore, tipo quelle inneggianti Nassirya, tanto per citare la prima che mi viene in mente) e allora un consiglio spassionato alle organizzatrici della manifestazione: la prossima volta lasciate fare agli uomini.
Che scrivano loro gli slogan, che scelgano chi ospitare e chi contestare, perchè in fondo si sa, loro sono su questa terra per dirigere i nostri cortei, le nostre vite, i nostri dolori.



 
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Post N° 507

Post n°507 pubblicato il 22 Novembre 2007 da betulla64
 



Dopo la prima sveglia alle cinque, per il solito prelievo, mi riaddormentai stranamente a mio agio tra tutti quei tubicini che impedivano i movimenti. Avevo trovato una posizione su un lato che permettesse al braccio di stare teso verso la flebo e al drenaggio, che dalla ferita scendeva al barattolino ai piedi del letto, di non aggrovigliarsi sotto al mio corpo. Mi addormentai e mi svegliai riposata quando portarono il tè. La prima sorpresa furono le fette biscottate, che approcciai con un misto di bramosia e timore. Bramosia perchè prima dell'interveno ero rimasta senza cibo nè acqua per 36 ore e dopo avevo ingurgitato solo un po' di semolino. Timore perchè avevo imparato che anche ingoiare la saliva diventava un esercizio penoso. Certo, le fette biscottate imbevute e ammorbidite nel tè, forse.... E così piano piano degustai quella piccola delizia mandata dal Dio delle piccole cose apposta per rimettermi al mondo. Intanto anche la mia dirimpettaia di letto si era svegliata. Ragazzina scomposta, svergognata, sfacciata, che le madame ricoverate con me guardavano con un po' di riprovazione, ma che a me faceva tanto ridere. Ambra si chiamava.

Vennero i medici e il chirurgo mi fece capire che avrebbe deciso prima di mezzogiorno se dimettermi o meno. Entrai in fibillazione e cominciai a tramare. Con l'aiuto della ragazza pestifera presi possesso del bagno della corsia. Mi lavai i capelli e con il suo phon cercai di dare loro una parvenza di piega. Fu poi la volta del trucco. Una bella spalmata di fondotinta a mo' di stucco, poi cominiciai a dipingere la grande truffa. Certo, mettere il mascara mentre l'ago della flebo fuoriesce dalla vena e comincia a esondare il suo liquido sotto la cute non è il massimo. Il rossetto poi, su un viso misto verde-Rimmelcolor3sand, mi ricordava vagamente il colore del contenuto della boccia di plastica appoggiata ai miei piedi, ma, ferma nella mia decisione di andare a casa quel giorno stesso, uscii nel corridoio sorretta da Ambra. Il mondo si fermò a guardarci.
Lei: tutina bianca a lasciare scoperto il pancino da splendida adolescente e a coprire maldestramente uno strepitoso tanga in pizzo, seno sbarazzino costretto in una canottierina degna di un locale di lap dance, capello biondo, occhio allungato con l'eyeliner e parlata a troppi decibel.
Io: piagiama, vestaglia della nonna dalla cui tasca faceva capolino la boccia del drenaggio, la mano sinistra appesa all'asta della flebo, trascinata a fatica mentre il braccio gonfia a vista d'occhio e pulsa come un dannato, capello superelettrico e supercotonato per far sì che regga senza lacca, trucco da "a bbellaa!!" con labbrucce a cuore, il passo di una che nemmeno lo sa cosa significa "stare poco bene". Incrociamo il chirurgo e il pover'uomo sbarra gli occhi. Io mi stampo in faccia il sorriso sicuro di quella che "non mi sono mai sentita così in forma", mentre il pavimento sotto ai piedi mi sembra di gomma e le infermiere in fondo al corridoio assumono l'effetto del miraggio.
Entriamo in camera e la mia vicina di letto, seppur provata da un intervento di una certa portata, scoppia a ridere maledicendomi, perchè lei ne ha tre di drenaggi e sono nella pancia. Quelle operate la sera prima di tiroide stanno malissimo e mi stanno odiando.
Alle 10.30 arriva il dottore bello, quello che sembra uscito dritto dritto da un telefilm americano. Sotto al camice sembra un modello e sotto ai vestiti che stanno sotto al camice intuisco un ben di Dio senza precedenti nella storia ospedaliera italiana. Lo sguardo un po' sadico mi lascia intuire che non è lì per darmi piacere. Toglie via i punti e il drenaggio e mi fa la medicazione. Quando se ne va lo adoro il doppio di prima (misteri della mente umana).
Alle 11.30 mi chiama il chirurgo. Mi porta in uno stanzino minuscolo, mi fa stendere. Gli chiedo se ha intenzione di torturarmi ancora, e lui risponde un secco "sì". Mi aggrappo al lettino aspettando il dolore che non arriva. Mi toglie la prima medicazione, controlla la ferita, mette un cerotto pulito e mi fa alzare. Mi fa delle prescrizioni per dei farmaci, mi dice come e quando fare le medicazioni e poi un freddo "per me può andare". "In camera?" chiedo io e lui "no, il suo letto ci serve. La dimetto."

Leggera.
Mi sono sentita tanto leggera.
In un amen ero in camera, in due amen ero vestita. Al terzo amen la borsa era pronta e io mi aggiravo come una bestia in gabbia lungo il corridoio chiedendomi perchè mio marito per fare trenta chilometri ci mettesse più di quattro amen.

Arrivai a casa che c'era il sole.
La neve sulle cime più alte faceva sembrare il cielo ancora più blu.
Mi pareva tutto così nuovo e pulito.




Immagine: Luca B. Pagni


 
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Post N° 506

Post n°506 pubblicato il 20 Novembre 2007 da betulla64
 








E' passato un anno
Faticoso, entusiasmante, pauroso
Un anno lungo anni
E' passato
Finalmente.


Click



Immagine: GRFoto

 
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Post N° 505

Post n°505 pubblicato il 15 Novembre 2007 da betulla64
 




Martedì ho acquistato un nuovo pc portatile, ovviamente con Windows Vista installato. Mi rode maledettamente dover pagare per un prodotto che non desidero avere, ma non potendomi permettere il lusso di girare mezzo mondo in cerca di qualcuno che mi venda un computer senza sistema operativo, ingoio il rospo e mi porto a casa il gioiellino, già pregustando il piacere di rivoluzionarlo da cima a fondo, lasciando solo una piccola partizione per Windows XP e dedicando il resto del disco a Linux.

Arrivo a casa e accendo. Però, bellino Vista! Tutto colorato, molto "morbido" con musichetta new age. Guardiamo un po' com'è partizionato. Capperi! Due partizioni da ottanta GB e Vista nuovo nuovo ne occupa quindici. Cosa diavolo ci hanno messo in quindici GB?? Il DVD di Mandriva con dentro ogni ben di Dio sta comodo comodo in poco più di quattro giga.... Vabè, che mi importa? Tanto levo via tutto. Il tempo di fare i dischi di ripristino ed eccomi pronta a installare XP. Parte la procedura, controllo di qua controllo di là, installo i file e balle varie poi tutto si blocca con una bella finestra blu (ma va??) che mi dice che nel mio nuovissimo PC non c'è un disco. Ok, avrò fatto qualche casino, riproviamo. Stessa procedura, stesso tempo (non te lo dice mica subito che non c'è il disco, prima ci scrive sopra (sul non disco) i file di installazione) e stesso risultato. Comincio ad innervosirmi. Prendo il DVD di Mandriva, pronta a rispedire al mittente il gioiellino se solo ci prova a non lasciarmi installare quello che voglio io. Mandriva vola. Partiziono il disco a piacer mio, e in mezz'ora ho un sistema operativo funzionante in tutto e per tutto, connessione wireless compresa. Il giorno successivo riprovo a installare XP, ma non c'è verso, continua a dirmi che non ho un disco nel pc, così mi rassegno e ripristino Vista, il quale, con mio sommo stupore, si accontenta della partizioncina da 20 GB che le ho lasciato. Di connettersi non ne vuol sapere, se disattivo il firewall mi apre la condivisione delle cartelle e chissà che altro, ogni volta che faccio clic mi dice che non lo potrei fare e se disinstallo qualcosa mi avverte che quel qualcosa è probabilmente fondamentale per la sopravvivenza mia e dei miei cari.
Vista, mi fai impressione. Sei troppo bello. Il tuo modo rassicurante di avvisarmi che sai benisssimo che io non mi comporto come tu vorresti mi mette i brividi. I tuoi mille occhi che lampeggiano sulle mille barre, sul desktop, sugli avvisi che si aprono e si richiudono in morbide dissolvenze hanno un che di diabolico.
Ti chiudo Vista, me ne torno dal mio spigoloso KDE, che è capace anche di farmi una battuta se a volte mi scappa qualche tavanata di troppo. Qui nessuno mi dice di fare nulla "per la mia sicurezza" e nessuno mi chiede certificati di onestà. Ti lascio in un angoletto perchè purtroppo vivo in un mondo dove prima o poi mi capiterà tra le mani qualcosa che "gira solo su Vista". Ti lascio come ruota di scorta mio caro. Buono a cuccia e non disturbare.




 
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Post N° 504

Post n°504 pubblicato il 09 Novembre 2007 da betulla64
 




- Ho preso l'aperitivo da Foschi.... vista Palladium...

- Maccchèddddavero?????

- Sine...

 
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Post N° 502

Post n°502 pubblicato il 01 Novembre 2007 da betulla64
 


Della serie: cosa fare se dopo mesi passati a sospirare una vacanza, ti ritrovi finalmente a Roma e per colmo della sfiga ti prendi l'influenza?




The puntarelle step by step...




Trovate qualcuno che vada al mercato rionale (e già questo è poesia) e vi compri due o tre bei cespi di catalogna spigata, meglio nota come "Punatarelle".





Togliete le foglie esterne, staccate le spighette e lavatele benin benino sotto l'acqua corrente.





A questo punto tagliate ogni puntarella a listarelle e mettetele in una bacinella con acqua e ghiaccio finchè non si saranno arricciate.






Preparate il condimento stemperando dei filetti di acciuga con dell'olio, un po' di aceto balsamico e dell'aglio. Aggiustare di sale condire.......








.... se si resiste, sarebbe cosa saggia lasciar riposare il tutto per un'oretta.








 
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Radiobet


 

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Parole al vento...

 "Laudato sie, mi signore,
cun tucte le tue creature..."


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"El bosque precede al ombre
pero le sigue el desierto"
 

"Grande importante malattia quella di Basedow!... tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale, il battito di un cuore stremato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica..."

da "La coscienza di Zeno"
 
 

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