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COBOLLI INTERISTA?????????????? SEMBRA DI SI

Post n°46 pubblicato il 25 Gennaio 2009 da panta203

Juve, operazione aggancio
Cobolli Gigli avverte l'Inter: «Lo scudetto può solo perderlo, però è diventata un po' più umana»











Cobolli Gigli (Ap)
Cobolli Gigli (Ap)

DAL NOSTRO INVIATO
TORINO — Il 29 giugno 2006 Giovanni Cobolli Gigli diventava presidente di una Juventus retrocessa in B e penalizzata di 30 punti. Oggi gli unici punti che gli interessano sono i 3 che separano i bianconeri dall'Inter e da un sogno chiamato scudetto.
Presidente, che effetto fa ritrovarsi di nuovo in alto così alla svelta?
«Un bell'effetto. Quando accettai la carica in piena Calciopoli, il primo obiettivo era quello di salvare dal fallimento sportivo ed economico la società. Direi che ci siamo riusciti».
È passato alla storia come il primo presidente della Juve in serie B.
«Preferisco pensare che sono stato il primo presidente della Juve a conquistare una promozione dalla B alla A».
Però i tifosi bianconeri sono abituati a traguardi più importanti.
«E lo dice a me, che sono juventino da sempre? Certo che vorremmo vincere sempre, e vincere tutto. Ma dobbiamo darci obiettivi e raggiungerli di volta in volta. E finora, oggettivamente, la società non ha perso un colpo. Vogliamo ricordare dove stavamo due anni fa?».
Ricordiamolo.
«Stavamo in B con una penalizzazione pesante. Ci eravamo ripromessi di salire subito in A e ci siamo riusciti. L'anno successivo abbiamo conquistato un posto in Champions. E quest'anno siamo in corsa per scudetto, Champions e Coppa Italia. E ora che siamo qui, a vincere ci proviamo ».
Quanti scudetti ha vinto la Juve?
«Perché me lo chiede?».
Per capire come si pone sulla questione dei due titoli cancellati a tavolino.
«Mettiamola così: su tutti i documenti ufficiali della società, dal bilancio alle copertine dei fax, c'è scritto ‘‘29 scudetti di cui 2 revocati''. Nella nostra testa gli scudetti vinti sul campo restano 29. Poi c'è la giustizia sportiva... ».
...che ha specificato che i campionati vinti dalla Juve sono 27...
«...e noi abbiamo accettato questo verdetto. L'abbiamo accettato dopo un arbitrato che è una pietra tombale sulla questione. Però, come Galileo Galilei, mi sento in diritto di pensare ‘‘eppur si muove''».
E se dalla giustizia ordinaria uscissero sentenze di assoluzione?
«Non cambierebbe nulla. Vorrei che sia chiaro. La Juve ha accettato di far parte di un club e ne rispetta le regole. Anche se il club deve prendere decisioni ‘‘affrettate'', e non lo dico in senso negativo ma solo temporale, per garantire la propria sopravvivenza. Però...».
Però?
«Però può darsi che un giorno l'opinione pubblica pensi che veramente quei due scudetti appartengano alla Juve. I tifosi juventini ne sono già convinti. I giocatori che hanno cambiato maglia, da Ibrahimovic in giù, hanno dichiarato di sentire loro quei due scudetti conquistati sul campo. Quindi non faremo ricorso, ma concedeteci almeno di pensarla come Galileo».
Ricorda la frase «la retrocessione in B potrebbe essere una punizione congrua»?
«Certo: la pronunciarono i nostri legali durante il processo sportivo».
E che cosa è cambiato da allora?
«Il momento storico. C'era una grande carica colpevolizzante. Alla fine non è stato riscontrato nessun illecito, ma tanti peccati veniali».
Vi siete pentiti di quella frase?
«C'era il rischio che venisse accettata la richiesta del procuratore Palazzi, che di fatto ci voleva in C. In questo caso non ci sarebbe rimasta altra soluzione che portare i libri in tribunale. Non potevamo rischiare».
Ricorda la frase «Vogliamo essere vincenti, simpatici, trasparenti»?
«Certo, l'ho pronunciata io. E l'aggettivo ‘‘simpatici'' ci è costato molto, quando lo risento mi viene un po' di prurigine».
Motivo?
«I tifosi pensarono: chi se ne frega di essere simpatici, noi vogliamo essere vincenti. Avevano ragione».
Quindi, ripensandoci, non vorreste più essere simpatici...
«Ci basta essere stati accettati. Anzi, omologati».
Com'è il rapporto della nuova Juve con i tifosi?
«Premessa necessaria: i tifosi sono sempre stati vicini alla Juventus. Detto questo, all'inizio hanno giustamente esercitato il diritto di essere osservatori critici. Volevano vedere che cosa combinavamo».
E oggi?
«Credo che mostrino un giusto, corretto, moderato gradimento».
Ci sono ancora i nostalgici di Moggi?
«Le nostalgie sono per una squadra che è stata possente e autoritaria. Ma l'apprezzamento per Ranieri e il suo gruppo continua a crescere».
Un aggettivo per definire Ranieri.
«Maturo. Sta gestendo benissimo un gruppo che sta crescendo».
Ha passato un periodo difficile, a inizio stagione.
«Ma non è mai stato in discussione. I risultati vanno valutati sul medio termine, non su 2 o 3 partite».
Questa Juve le piace?
«Tantissimo. E piacerebbe anche all'avvocato Agnelli. Da presidente una delle emozioni che mi posso permettere è quella di avere libero accesso agli spogliatoi dopo le partite. E lì dentro si respira un grande senso del gruppo, una bellissima atmosfera».
Scelga un giocatore.
«Del Piero».
Non vale, troppo facile.
«Ma io sono delpierino e delpierista da sempre».
Appunto. Un altro giocatore?
«Allora dico Marchisio. Serio, estremamente maturo, determinato. Ma tutto il settore giovanile ci sta dando grandi soddisfazioni, Airaudo è solo l'ultimo esempio».
Siete da scudetto?
«Siamo a 3 punti dall'Inter, l'acquolina ci è venuta. Detto questo, continuo a pensare che sia più facile che il campionato lo perdano i nerazzurri, piuttosto che lo vincano gli altri. Però, ora che l'Inter ha dato piccoli segnali di essere più umana, abbiamo l'obbligo di provarci».
L'avrebbe mai detto, due anni e mezzo fa?
«Se anche l'avessi detto, mi avrebbero creduto in pochi».



Roberto De Ponti
24 gennaio 2009

 
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