Creato da paolafarah il 19/07/2012
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ZEN E ZAZEN

Post n°37 pubblicato il 21 Settembre 2013 da paolafarah
 

Sono in via Luccoli a vendere al libraio con la barba grigia alcuni testi che non leggerò mai più e che neppure i miei figli leggeranno. Il solito via vai concitato del pomeriggio. Fra la folla vedo avanzare un gruppo di monaci zen, uno molto alto, un tipo da nord europa, e gli altri bassi, d'impronta orientale. Hanno la tonaca marrone. Tutti insieme sembrano un cespo di funghi in movimento. A vederli sento un forte sollievo alla mia consueta inquietudine e partono i ricordi: i ricordi di quando vivevo di solo zen e stavo bene con me stessa. Il pomeriggio scorre. Mentre ritorno alla macchina, noto un uomo seduto al tavolino del bar vicino al Galata con in mano un libro dall'inconfondibile copertina celeste delle edizioni Ubaldini. Quanti ne ho letti in passato! Sbircio con indifferenza, mi chino un poco senza dare nell'occhio e cerco di leggere il titolo: a lettere grandi compare la parola Zazen. Non ho più dubbi. La giornata che sto vivendo vuole dirmi qualcosa. Le mie preoccupazioni sono ormai alle stelle e la lista degli impegni è ormai troppo lunga, idem la lista delle cose da ricordare e che, per di più, temo di non riuscire a ricordare. Arrivo a casa. Mi sento strana. Ho voglia di chiudere una parentesi e di aprirne un'altra. Appena arrivo mia figlia, già pronta per uscire, mi chiede un libro da regalare al papà che compie gli anni. Non ha avuto tempo di comprargli un regalino. Ne estraggo uno fra la polvere, di quelli seminuovi, e ho la conferma definitiva che qualcosa nelle mie giornate deve proprio cambiare: "Lettere dalla Vacuità" di Shunryu Suzuki. Un dono del monaco Xingu, tanti anni fa, quando aveva soggiornato a casa mia. "Questo è per me" dico a mia figlia, "aspetta che ne cerco un altro per papà". Poi apro una pagina a caso del "mio" libro e leggo:

Se sei coinvolto in un'idea di tempo - oggi, domani, l'anno prossimo - ecco che la tua pratica si fa egoistica. Gli svariati desideri cominciano a comportarsi in maniera riprovevole. Per esempio, se pensi a quando sarai ordinato monaco, o ti preoccupi di quale sarà il tuo prossimo passo cercando di diventare qualcun'altro, perdi la tua pratica e perdi la tua virtù.

Tutto questo è successo realmente ieri pomeriggio. Tre "momenti" zen di seguito e imprevisti. Quando mai?

Eccomi dunque qui. Chiudo una parentesi e ne apro un'altra.

 
 
 
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