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LUCIA CORSO SCRITTRICE RECENSISCE L'ANGELO DI CYPRES MECHANT

Post n°49 pubblicato il 03 Giugno 2015 da paolafarah

“L’Angelo di Cyprès Méchant” è un romanzo che vive di sfumature delicate e misteriose, di trasparenze tenui e profumate nel cui sfondo si muovono caratteri diversi e storie che si dipanano l’una nell’altra.

I viali solitari, appena animati dal fruscio di antichi cipressi e dal suono particolare di “grilli gentilmente canterini”del piccolo cimitero di Cyprès Méchant; il portico della casa del protagonista, lo scrittore Marcel, a cui arriva il profumo delizioso della “muscadelle” matura proveniente dal pergolato dei vicini, e quasi si mescola con l’altro più prosaico ma, per lui, ugualmente piacevole della pelle del comodo divano del suo salotto; la piazza con le mattonelle bianche e rosse con intorno i portici bassi e, al centro, lo spazio verde con il salice piangente della piccola cittadina di Lumière: tutto questo, soffuso dalla musicalità dei ricorrenti termini francesi che l’autrice utilizza spesso nelle nomenclature e dai delicati colori d’autunno digradanti dal giallo all’arancio, crea un’atmosfera sospesa in cui si innesta una storia di rimorso.

È la storia della giovane Charlotte, che sente di aver causato la morte di un uomo che, nonostante tutto, ha voluto immortalarla in un angelo, l’angelo appunto di Cyprès Méchant, da lui stesso commissionato a uno scultore, con le fattezze identiche della ragazza, e poi fatto sistemare sulla sua tomba.

Charlotte sconterà la sua pena interiore isolandosi dal mondo, cullata da mantra misteriosi, atmosfera questa che, con il suo esotismo, contribuisce ad aumentare il fascino dell’insieme.

Ma la figura della ragazza china a piangere sulla tomba di quell’uomo che, dalla foto sulla lapide, appare di circa quarant’anni e dall’aspetto timido e gentile, scena con cui si apre la storia base, ispira allo scrittore Marcel, frequentatore abituale del piccolo cimitero, un’altra storia.

Una vicenda ambientata a Londra che, in modo meno morbido, più violento e intricato, segue apparentemente le linee e i protagonisti della storia base, riproducendola, in un certo senso, in un contesto totalmente diverso.

Questa storia vivrà parallela alla vera storia della ragazza, intrecciandosi continuamente con questa, con un’alternanza strategicamente studiata dall’autrice che, in questo modo, alimenta nel lettore la curiosità e l’interesse per il finale.

Finale che lascia senza fiato per la sua imprevedibilità, arrivando dopo un percorso dal lieve sentore di “giallo”, sostenuto da uno stile essenziale e, nello stesso tempo, pieno e corposo che, a tratti, indulge a toni sottilmente ironici.

Un finale che, alimentato anche da una delicata storia d’amore crepuscolare tra lo scrittore Marcel e l’affascinante Rachele, soprattutto con l’ultima scena, ormai invernale, dell’angelo semisepolto dal candore della neve, lascia intuire una conclusione di riscatto, di perdono e di riconciliazione con la vita e i suoi affetti.

Lucia Corso

Lucia Corso, conosciuta per le sue imperdibili fiabe per bambini (del 2015 è la raccolta Nuvole di Cristallo), è autrice anche d'intensi e significativi racconti, compresi in parte nella raccolta A piedi nudi nel surreale


 
 
 
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