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CHIMICA sperimentale

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La Tenda Rossa - Parte prima

Post n°246 pubblicato il 20 Settembre 2013 da paoloalbert
Foto di paoloalbert

E' necessario un piccolo prologo.
Il discorso che segue nasce dalla mia insopprimibile passione per tutto ciò che è viaggio, scoperta, esplorazione... insomma per la GEOGRAFIA nel senso più estensivo della parola.
Ciò mi ha portato a leggere anche di spedizioni polari, e la passione per il profondo Nord mi è rimasta.
Quando, per infiniti motivi, le avventure materiali ci sono precluse, è giocoforza ricorrere a quelle virtuali... e così non potendo andare materialmente nè al Polo Nord nè a quello Sud lo faccio con i libri, e le narrazioni sulle spedizioni di Andrèe, Shakleton, Nansen, Scott... sono state divorate con estremo interesse, nè le ho più dimenticate.
Anzi, quei libri li ho tutti riletti.
Essi rappresentano l'espressione della quintessenza della fatica, e di conseguenza la quintessenza della soddisfazione intima del protagonista quando (e se!) tutta la storia non si conclude in tragedia.
(Credo che le soddisfazioni più profonde di un esploratore, di un alpinista estremo, di un navigatore solitario siano comuni: in ogni caso talmente intense e personali da essere difficilmente esprimibili).

                                ---°°°OOO°°°---

Il 12 luglio 1928 avvenne il salvataggio dei superstiti della spedizione Nobile al Polo Nord.
La spedizione, per chi ama un po' la storia, è conosciutissima ma la riassumo qui in due parole.
(Sulla vicenda è stato tratto anche l'orrendo film "La tenda rossa" di Mikhail Kalatozov con Claudia Cardinale e Sean Connery... ma meglio soprassedere).

Il Generale Umberto Nobile era un ingegnere aeronautico progettista di dirigibili; dopo l'esperienza del 1926 col dirigibile Norge nella spedizione Amundsen che lo portò da Roma in Alaska sorvolando l'Oceano Artico, nel 1928 volle organizzare una spedizione tutta italiana verso il Polo Nord.
Erano a bordo del nuovo dirigibile Italia 16 uomini.
Il velivolo, partito il 23 maggio dalla Baia del Re nelle isole Svalbard, arrivò puntuale il 24 maggio sulla cima del mondo, dove lanciò una croce avvolta nel tricolore.

Durante il ritorno il dirigibile incontrò sfavorevolissime condizioni atmosferiche ed appesantito dal ghiaccio precipitò sulla banchisa polare.
La navicella si frantumò sul ghiaccio lasciandovi molto materiale e dieci uomini fra feriti ed incolumi; gli altri sei furono trascinati via col relitto che, alleggerito, si rialzò in volo nel vento. Di loro non si seppe più nulla.
Nobile e il suo gruppo stabilirono un campo di fortuna: avevano una tenda (che colorarono di rosso per renderla più visibile) ed una radio ricetrasmittente, che sarà poi la protagonista materiale del loro salvataggio e delle considerazioni che andrò a fare in seguito.

Fu organizzata una imponente spedizione di soccorso internazionale, alla quale concorsero, oltre all'Italia, anche la Danimarca, la Finlandia, la Norvegia, la Svezia, la Russia e gli Stati Uniti.
Fu in questa occasione che l'esploratore di fama mondiale Roald Amundsen perse la vita nel Mar di Barents, disperso con il suo aereo.
Alla fine, grazie all'apparecchio del radiotelegrafista Biagi e ad un radioamatore russo, il pilota svedese Lundborg riuscì ad atterrare vicino alla tenda rossa e a portare in salvo... il generale Nobile!
Ciò provocò enormi e interminabili polemiche, che ebbero spiacevoli conseguenze per la sua carriera ed il suo futuro.

Il 12 luglio, dopo 48 giorni trascorsi sul pack con poche speranze, i superstiti furono raggiunti dal rompighiaccio russo Krassin, che li trasse in salvo; fu per questo insignito dell'Ordine del Vessillo Rosso del Lavoro.
Il Krassin si trova tutt'ora a San Pietroburgo, sulla Neva, dove è ancorato e trasformato in museo galleggiante.

Ho a questo riguardo un forte rammarico: sono stato poco tempo fa in quella bella città e non ho saputo trovare il tempo per vedermi questo per me interessantissimo cimelio storico.
Ho privilegiato, stupidamente, la visita dell'assai più famoso incrociatore Aurora... peccato di cui mi pento amaramente.

La prossima volta mi soffermerò su qualche personale considerazione sulla condotta della parte italiana dopo la disgrazia; come (NON)-furono organizzate le prime fasi cruciali del salvataggio ed il motivo per cui solo per un fortunatissimo caso la vicenda non si concluse in totale tragedia.

 

 
 
 
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