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CHIMICA sperimentale

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Vannoccio Biringuccio, 1540... seconda parte

Post n°292 pubblicato il 10 Novembre 2014 da paoloalbert

...DELLA NATURA DEL SALNITRO ET DEL MODO CHE A FARLO SI PROCEDE

Et appresso a quello per la metà minore n'havete a fare un altro che sia due parti di calcina viva e tre cenere di cerro, overo di quercia, o d'altri ceneri che rendin sapore gusto acuto e forte e benissimo l'un con l'altro monte, di poi mescolare e di tal compositione empirete le tine che havete messe a cavallo fin alla boccha un palmo, over non volendo insieme co la terra le ceneri e calcina mescolare, metterete pria nel fondo delle tine un palmo di terra, poi di sopra un suolo d'in dito o due di ceneri e calcina, e dipoi sor un altro palmo di terra e un altro suolo di ceneri e calcina simil, così mettendo un suolo dell'una cosa e un altro suolo dell'altra empirete tutte le botti e tine e altri vasi che havete lassato con un doccio l'empirete d'acqua, la quale per tutte le terre penetrando a pocho a pocho la lasserete scolare nei recipienti, overo nel doccio, o docci che la conduchino in uno o più tinozzi, o dove voi volete, e così vedrete di ricorrer ben tutta l'acqua che metterete sopra alle terre passandola per li buchi de fondi quale hora portata con se tutta la sustantia e virtù del sal nitro che era dentro a tal terra.
Del quale mettendovene alquanta in su la lingua la gusterete e trovandola mordace e fortemente salsa sarà buona e haverete ben fatto non di nuovo un'altra volta sopra alle medesime terre, overo sopra altre nuove la rimettarete, e essendo la prima di sustantia caricha abbastanza e bene che di nuovo si rimetta acqua per lavarle meglio le terre lassate, e che in uno altro vaso questa seconda si ricoglie, e ache doppo queste si potria fare la terza per havere l'ultimo d'ogni loro sustantia perfettamente.
Ma questa seconda e mancho la terza non mescolate con la prima se già per forte non venisse del medesimo sapore che non il credo.
Ma mettetele di per se in altri vasi che son buone da mettere sopra alla seconda muta delle terre succedenti, e così andar facendo e coligendo di tali acque una buona quantità advertendo che le sieno ben cariche di tal sustanzia nitrosa.
La quale quando non vi paresse di quella perfettione che vorrete ritornatela sopra alle medesime terre e sopra a altre terre nuove e tanto fate che la satisfatione che conosciate sia pregna di gran sustantia di tal nitro.
Appresso a questo che havete fatto, si fa un fornello dove si mura sopra una una o due caldare di rame grandi simili a quelle che s'usano nelle tentorie e s'empino de l'acqua nitrosa sopradetta più caricha che si può circa alli due terzi e si fa pian piano bollire tanto che la strorni un terzo in circha, e dipoi si cava e si mette a postare in un tinozzo grande coperto e sia bene di commissure e cerchi ferrato e stretto perchè non versi, e così quando e tale acqua possata e ben chiara una purgatione terrestre e grossa che in se contineva se ne cava e di nuovo sopra alla medesima caldara, o altra si ritorna a rifare bollire.
Et perchè ogni volta che bolle chi non ci adverte si mette la schiuma e tanto gomfia alcune volte trabocchando versa e se ne porta assai del buono, al che volendo remediare si fa un capitello forte di tre quarti di soda, o di cenere di cerro, o quercia, overo di cenere di sanle d'oltre che sonno cosa perfetta e con il quarto di calcina e di più per ogni cento libre d'acqua vi sia dissoluto libre quatro di allume di roccha.
Et di questo capitello bollendo la caldara se ne va daendo un bocchale o due per volta, e massime quando vedete che l'acqua dal sal nitro si eleva in schiuma, la quale pocho stante la vedrete calare e farsi chiara e di colore azzurigna e bella, e così tanto la fare bollire che le parti sottili esalino e quelle del sal nitro s'ingrossino tal che cavata e messa in casse o tinelli rifredata si congeli.
Il che assai si fa meglio quando l'acqua è condotta minor quantità cavandola e mettendola in una caldara minore, e così in essa disporla alla congelatione, e la quale acqua saggiata, e vedendola ridotta che la congeli li caverete e mettarete in vasi di legno, overo di terra rozzi attraversati par dentro con alcuni legnetti a congelare, e così lassatela fredare e bene riposare un tre o quatro giorni per decantatione, cioè per declinazione del vaso, overo per cannella messa in fondo.
Tutta l'acqua che non sarà congelata cavarete e la salvate per ricocere.
Il sal nitro che trovarete congelato in quantità sarà secondo la virtù che era ne l'acqua, overo nella terra.
Ma la clarità e bellezza verrà dalla virtù della maestra del capitello che nel bollire gli va daendo, il quale ha forza di purgarlo e di farlo venire come raffinato nella prima cotta.

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Questa seconda parte riguarda l'operazione vera e propria di conversione in sale potassico per mezzo della cenere, ricca in K2CO3 (come abbiamo visto anche su questo blog) e precipitazione dei carbonati come CaCO3 per mezzo della calce, idrossido di calcio Ca(OH)2.
Alla fase di estrazione del liquido, che si va arricchendo in KNO3 buttando e ributtando il liquido entro quei tinozzi col buco, segue l'altrettanto laboriosissima fase di concentrazione, saturazione, purificazione e cristallizzazione del sale potassico, che Biringuccio chiama "congelatione", e che favorisce alla fine con quei legnetti ai quali i cristalli si attaccano.
Per queste fasi è evidente e fondamentale la lunghissima esperienza da parte dell'artigiano salnitriere, per non trovarsi alla fine solo con dei "tinozzi" pieni nient'altro che di acqua sporca dalla quale non cristallizza niente, sormontata da mezzo metro di schiuma puzzolente.
Ecco la necessità di tutti quei travasi e ribollite, tanto da portare in saturazione il liquido (e ce ne vuole! Il nitrato di potassio si scioglie in acqua a 20° quasi in rapporto 1:2).

Nella terza e ultima parte vedremo la conclusione.

 
 
 
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