Creato da paoloalbert il 20/12/2009

CHIMICA sperimentale

Esperienze in home-lab: considerazioni di chimica sperimentale e altro

 

 

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Allucinant... eXpo

Post n°330 pubblicato il 29 Settembre 2015 da paoloalbert

Conosco una persona che odia le code, e le fa praticamente solo negli Uffici dello Stato, dove in nessun modo le può evitare.

Attenzione che a parole tutti dicono di odiare le code, ma in realtà anch'io ho verificato da tempo che solo pochissimi le odiano davvero e in realtà quasi tutti le fanno senza problemi (o con pochissimi problemi) per quanto lunghe esse siano.
I partecipanti esprimono certo una scontata e innocua lamentazione, ma stanno lì in attesa anche delle mezze giornate, come San Simeone Stilita stava sulla colonna.

Quella persona di cui sopra e che io conosco bene ha avuto la sciagurata idea di capitare all'Expo esattamente SABATO 26 SETTEMBRE.

Ecco la cronaca di quello che mi ha raccontato:

- Alle ore 09:20, quaranta minuti prima dell'apertura dei padiglioni, sono già dentro l'Expo! Non sono in ritardo, non temo nulla!

- La mia entrata (porta Fiorenza) conduce proprio accanto al padiglione Zero, bene!
Per quanto sia ancora ingenuo riguardo l'Expo, noto subito qualcosa di strano.
La prima notizia della giornata che ricevo è che, GIA' ADESSO, per il padiglione
Zero saranno 90 minuti di coda.
Rimango allibito (ripeto che a quest'ora appena entrato sono ancora ingenuo) e mi dico che tornerò più tardi.
Non voglio star fermo un'ora e mezza quaranta minuti prima del'apertura, ciò mi sembra assai ragionevole..

- Ho sentito dire che il padiglione del Kazakistan è bello, assolutamente da non perdere; ottimo, dico, prima che ci sia troppa gente mi ci dirigo, anche se so che sarà lontano.
Prendo confidenza con la mappa, mi studio cardi e decumano e penso anche che magari lungo il percorso mi berrò un buon caffè per partire in forma con la giornata.
Mannaggia, ma possibile che anche tutti gli altri vogliano il caffe proprio adesso? Alla fine riesco ad averlo, ma devo spenderci 20 preziosi minutini di coda... e se per un caffè ci vogliono venti minuti... comincio a fare le prime proporzioni mentali.

- Per farla breve, dopo un bel po' arrivo al Kazakistan (durante la passeggiata ero entrato ed uscito in 30 secondi dal padiglione del Camerun, dove avevo trovato la copia esatta, o quasi, di quelle belle statuette in legno scuro esotico vendute d'estate su tutte le spiagge italiane dagli amici africani. Mi ero detto che magari la statuetta lunga e magra me l'avrei presa l'estate prossima a Cesenatico).
Tutto specchi, enorme, meraviglioso, il padiglione del
Kazakistan! Questo me lo visito come si deve, mi dico!
E vado a mettermi in coda... vado... cammino... procedo... sempre più in là, l'entrata è ormai all'orizzonte.
Chiedo ad un gentilissimo kazako di guardia quanto ci sarà da aspettare.
DA QUESTO PUNTO dove ci troviamo, dice tranquillissimo, sono
QUATTRO ORE E MEZZA di attesa.
Finalmente mi si accende la lampadina... e realizzo che prima di me (che me l'ero presa comoda col caffe e con le statuette), era arrivata gente per l'equivalente di
quattro virgola cinque (4,5) ore di attesa.
Ecco, esattamente in questo momento la mia ingenuità svanisce, e rimarrà svanita per tutta la mia permanenza all'Expo.

- Sento da voci che girano che per il Giappone si parla di sette ore, per la Germania di cinque, altrettante per il padiglione Italia e altrettante per lo Zero della mattina, da quale ero partito.
Due ore per il
Vietnam, due e mezza per entrare nel Brasile camminando sulla rete di acciaio inox, due ore e mezza per l'Azerbaijan e tre per la Cina... sembra una
situazione decisamente buzzatiana.
Mi faccio coraggio. Costi quel che costi mi faccio una filetta di venti minuti e mi visito la
Polonia. Finalmente vedo qualcosa!
Bella l'architettura, con quella catasta impossibile di simil-cassette di legno per la frutta, mi è piaciuta.
Forte
Polonia, stasera vengo da te e mi mangio una salsiccetta con una birra polacca alla tua salute!

- Stranamente in dieci minuti entro anche nel padiglione francese, tutto pentole e ammenicoli appesi.
Bella anche questa struttura in legno e tiranti, dove ogni curva (un'infinità di curve) mi ricorda immediatamente lo studio di funzioni all'esame di Analisi 1.
Interessante; come interessanti sono tantissime altre architetture di tutta la Fiera, naturalmente quasi tutte viste rigorosamente
SOLO DA FUORI.

- Durante la giornata faccio mille chilometri in su e in giù lungo il decumano, entrando di quà e di là dove la coda è inesistente o di pochi minuti.
La speranza di vedere i padiglioni veramente interessanti (o presunti tali) è irrimediabilmente infranta da dopo il
famoso Kazakistan.
Mi rendo conto che io, causa la mia stupida fobia per le code, in quelli non riuscirei mai a entrarci, anche se stessi qui fino a ottobre.

- E' notte, c'è il gioco di acqua e luci all'Albero della Vita, e io sono in prossimità... almeno questo spettacolo me lo guardo, non devo entrare da nessuna parte!
Peccato che per attraversare la strada (intendiamoci, per il largo non per il lungo!) ci metto mezz'ora.
Mezz'ora per andare da qui a lì, tentando di tagliare di traverso una folla con una densità umana che mi ha ricordato non le funzioni matematiche della Francia ma
i buchi neri
del cosmo.
Riesco ad allontanarmi... mi dico che acqua e luce andranno in onda lo stesso anche se io non ci sono.

- Vado ai padiglioni Mediterranei, dove non c'è (relativamente) nessuno. Una meraviglia.
Ad un certo punto mi sono trovato circondato da stalattiti-stalagmiti di lana
Montenegrina, e altre cosine piacevoli negli stand del Mare Nostrum: Malta, Tunisia, Albania, Grecia, Italia... (no, Italia no, quella è lontana... cinque ore di coda).
E chi ci trovo poco più in là?
Vicino al
Madagascar, alle Comore, alle Maldive, a Saint Lucia... non lo indovinereste mai.
Evviva, anche lo stand de
lla Corea del Nord è in mezzo a noi!
Fantastico, c'è il libro rosso dei discorsi di Kim Il Sung, i francobolli della Rivoluzione, tutti con i moschetti puntati con slancio irrefrenabile verso il nemico e verso il futuro!
E tutto in coreano del Nord! E ginseng, ginseng, ginseng in tutte le salse.
Beh, i francobolli NC trasudano tanta di quella Rivoluzione verace che non posso far a meno di comprarmeli!
Invece, siccome il coreano del nord mi manca come lingua, devo rinunciare ai discorsi dell'Amato Presidente. Peccato.
Corea del Nord, sei UNICA!

- Ormai è notte, tutti sloggiano. E' ora di far fare alle suole ormai consunte gli ultimi chilometri per tornare al parcheggio, levare le ancore e tornare a casa.
Mi guardo le ultime realizzazioni degli
Stati del Mondo, pensando che tutto sommato ognuno ha fatto del suo meglio.
E il "nutrimento del pianeta", "l'energia per la vita", "il risparmio idrico"... tutte quelle cose splendide e politicamente corrette che bisogna dire al telegiornale?
Beh, non credo proprio che questi problemi se li sia posti seriamente qualcuno.
Non credo proprio, nemmeno vagamente.
Tutto sommato l'Expo è stata una BELLA esperienza. Davvero.

Ecco la cronaca, molto riassunta, della visita all'Expo di quel tale che odiava le code (e che adesso odia ancora di più), che io fedelmente riporto come me l'ha raccontata.

 

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Commenti al Post:
n.marnoni
n.marnoni il 22/10/15 alle 11:28 via WEB
Ave PaoloAlberto aka al, sono quimico. Sentivo la mancanza delle tue perle sul forum e sono venuto a fare un giro qui. Mi piace sempre molto leggerti. E imparo sempre cose nuove :D Io sono stato 3 volte ad EXPO perché invitato dal mio Ordine (dei Chimici della Lombardia) ad un ciclo di conferenze al Padiglione Europa. Molto interessanti, mi hanno pagato ingresso e visto che la conferenza era cosa di 2 ore, mi sono visto EXPO qua e là. Non tutto purtroppo visto che le code nei mesi erano sempre peggio. Ho fatto la pazzia di farmi 3 ore di coda per il Giappone, mio amore da sempre, ma non ne è valsa la pena. Avrei voluto vedere molti altri padiglioni ma mi sono accontentato di quello che potevo. Almeno qualche delizia da strada l'ho provata. Anche io ho adorato la Corea del Sud. Magari una sera farò la pazzia di entrare al serale. Cordialmente.
 
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