Parik70&ciò che è

W.I.P. II        

Facciamo del tavolo un uso non convenzionale:
lì si servono i piaceri del palato,
noi serviamoci quelli della carne.

Un cane passa tra le cosce scoperte
e odora le tue mutandine alle caviglie:
non siamo in due ma in tre,
anche non metaforicamente.

Tutte le persone di buon senso
a quest' ora sono già a nanna
e non tollerano gli sia detto
a che ora coricarsi.

Post N° 22

Riuscite voi a sfilare al volo
dalla toppa di una serratura
una di quelle chiavi spigolose
quasi taglienti
col vento di scirocco che
la porta della suddetta toppa
spalanca incontro a sè?
Beh, se sì
fatemelo sapere.

Avviso A Chi Legge

Prende avvio con la prima poesia "Work In Progress" la serie di cose
scritte orientate alla ristrutturazione del mio pensiero su ciò che
debba essere considerato "scritto", una volta per tutte.
Tale
necessità s' è manifestata a seguito di una incombenza materiale: vista
l' impossibilità momentanea di andare avanti nel testo ma volendo
continuare, sono giunto alla conclusione che, per ora, sia meglio
scrivere la "poesia" così com' è venuta fuori per poi riscriverla.
Ci saranno tante "Work In Progress"poesie quante necessarie.

Paolo.

WORK IN PROGRESS I

Per inerzia son rientrato a casa
lasciando che la macchina guidasse
dicendo, perciò, nemmeno una cosa

che potesse smuovere le casse
acustiche della portiera. Sembra
che mi passino veloci le case

sul finestrino come le ombre
d' una natura morta sulla tavola
lontana dal bordo per non si rompere.

M' oriento lungo il bordo della tavola,
il mio sport è camminare di notte
per casa a luce spenta avvertendo
[...]

POESIA BULIMIA

Maledicendo
e non benedicendo
l' istante della mia concezione
m' avvio al sonno
nel borbottio delle ultime cose,
l' unghia raschiante il coprimaterasso.

Oggi ciò che mi da felicità
fa male alla mia pancia;
ciò con cui non sono andato a letto
ricerco più di ieri e ne trovo misero
surrogato nel dolce
boccone di fiele
della torta di mele
inghiottita senza masticare.

Così non si può andare
se non a partire dalla 52,
in un paio di pantaloni decenti
che ti fanno lo stesso culo da elefante:
vederlo è ben poca cosa che
indossarlo.