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I Martiri della Giustizia

Post n°17 pubblicato il 17 Luglio 2012 da pasquale.zolla

Ricordando Paolo Emanuele Borsellino

I 365 giorni del calendario o lunario che dir si voglia contengono tutti nomi di Santi che hanno sacrificato la propria vita per far conoscere la vera Libertà che nasce dall’Amore. Il loro martirio è servito anche per far conoscere all’umanità gli insegnamenti di Gesù, Figlio di Dio, che solo per aver predicato Amore, Giustizia, Uguaglianza tra gli uomini è stato impalato sulla Croce come un comune malfattore.

Oggi, accanto a questi Santi martiri, sul calendario bisognerebbe riportare i tanti martiri della Giustizia, colpevoli solo di aver servito fedelmente lo Stato e di aver sempre fatto il proprio dovere onde liberare l’Italia da mafie e corruzioni che La stanno portando sul baratro del fallimento.

Non solo, naturalmente, Giovanni Falcone, Paolo Emanuele Borsellino, Francesca Morvillo e gli uomini di scorta periti nei vili attentati di cui annualmente celebriamo la memoria, ma anche Vincenzo Li Muli, Walter Cusina, Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, il generale Dalla Chiesa e tanti, tanti altri investigatori, agenti, giornalisti e magistrati onesti che hanno dato (e continuano a farlo!) una scossa all’Italia del malaffare, della corruzione politica e delle mafie, facendo venire alla luce anche le complicità tra politica e cosche mafiose.

Uomini veri che, pur sapendo di essere nel mirino dei capoclan e dei politici senza scrupoli, non si sono tirati indietro, non si sono arresi alle minacce e agli attentati, ma sono diventati sempre più intransigenti nel denunciare e chiedere pene adeguate nei tanti processi di mafiosi e politici, anche quelli che per decorrenza di termini sono stati assolti.

Purtroppo la corruzione, il malaffare e le complicità tra mafie e politica sembrano sorgere come gemme in primavera poiché prosperano e crescono all’ombra di omertà e colpevoli silenzi.

Un grazie, comunque, va dato a quelle Associazioni che, nel ricordare questi Martiri, uniti a tanti giornalisti e uomini di Legge, portano a galla i continui malaffari che sono la vera spada di Damocle che pende sul nostro Paese.

Un grazie va dato anche al Papa Giovanni Paolo II che, in vista dell’Anno Santo, fece un passo nel riconoscere questi Uomini Veri come “Martiti”, facendo, appunto, una memoria dei Martiri del XX secolo, perché tutti gli uomini, credenti e non, si rendessero conto di quanto sangue innocente veniva versato per salvaguardare un bene inalienabile: la GIUSTIZIA!



Nu lambe de ndrunele

          (19/07/1992)

Palèrme éve allustrekate

d’ò sóle russce russce mbukate,

kavet’è rrevullènde, ka ssckitte

ò’ uardà pe n’ateme angekaléve,

ma nenn’arrjusscìje a ‘llustrekà

è ‘a massckuere ndimbe a ‘llùuà

è vèstje kè addind’è muréje

u sscenufre de Vìja D’Amèlje

appreparavene. L’ònn’u mare,

d’azzurre ndinze, se semmùuèvene

è arraggiate kum’ò ssckuppje

d’a vetamòbbele de bbòmme chjéne.

Nu lambe de ndrunele ka dind’a

n’ateme agave skangellate

séje vite, tra de kuje kuèlle

d’u judege Pavele Bburzelline.

U 19 lugghje d’u 1992 éve;

cenguandasètte jurnate dòppe

‘a mòrte de ‘n’ata feùre ka skangellà

d’a mènde ne nze póde d’a lòtte

kòndr’a mafje è ‘a kurrezzjòne:

Ggiùuànne Falkòne, d’a mugghjére

è dde trè pulezzjòtte d’a skòrta suje.

Grazzje ò saggrefice lóre,

grazzje a llóre, Martere d’a Justizzje,

u malaffare ka tra u State

è ‘a mafje stév’è stà a ggalle éje

venut’è ò munne hanne date

u sèmbje de kume ghèss’Ummene

Vér’è nnò trastulle manuvrate

da file d’ò malaffare semuste.

 

 Un lampo di tuono

      (19/07/1992)

Palermo era illuminata

dal sole rosso infuocato,

caldo e ribollente, che solo

a guardarlo per un attimo accecava,

ma non riuscì ad illuminare

e a smascherare in tempo

le belve che nell’ombra

il massacro di Via D’Amelio

preparavano. Le onde del mare,

di azzurro intenso, erano mosse

e rabbiose come lo scoppio

di un’autobomba.

Un lampo di tuono che in

un attimo ha cancellato

sei vite, tra cui quella

del giudice Paolo Borsellino.

Il 19 luglio del 1992 era;

cinquantasette giorni dopo

la morte di un’altra figura che cancellare

dalla mente non si può della lotta

contro la mafia e la corruzione:

Giovanni Falcone, della moglie

e di tre poliziotti della sua scorta.

Grazie al loro sacrificio,

grazie a loro,Martiri della Giustizia,

il malaffare che tra Stato

e mafia c’èra e c’è a galla è

venuto e al mondo hanno dato

l’esempio di come essere Uomini

Veri e non marionette manovrate

da fili mossi dal malaffare.

 

 

 

 

 

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