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La Legge elettorale

Post n°111 pubblicato il 08 Luglio 2014 da pasquale.zolla

Tutti la vogliono, ma nessuno è d’accordo perché si seguono i propri gusti e non la volontà popolare

Sulla Legge elettorale sembra di stare al gioco degli specchi: si apre e si chiude, ci si ammicca e ci si rimangia ciò che viene decantato qualche giorno prima.

Insomma ogni gruppo politico cerca di guadagnare spazi politici per avere un tornaconto più favorevole ai propri interessi di parte.

Dopo il fallimento dell’esperienza regionalistica la Lega è pronta ad accettare l’elezione indiretta del Senato per avere dei sicuri rappresentanti nel nuovo.

Bebbe Grillo vuole ritornare alla vecchia legge proporzionale e Renzi, dopo che la Consulta ha bocciato il Porcellum, ha proposto l’Italicum e per avere il beneplacito di Berlusconi gli promette di riformare la giustizia.

Non parliamo dei piccoli gruppi politici, come pure dei grandi che si scindono, si riabbracciano, litigano di nuovo per poi riappacificarsi, perché ognuno tiene a restare tra i banchi per riempirsi le tasche di benefici e quant’altro e non certamente per il bene del Paese.

Basterebbe, se si vuole, ritornare al proporzionale con un secco 5% per poter far parte del Parlamento e le cose andrebbero a posto.

Proporzionale che dovrebbe essere applicato anche ai partiti che fanno parte delle coalizioni. Se non si raggiunge il 5% i loro voti vengono cancellati e non assegnati alle coalizioni. Così e senza il premio di maggioranza le Leggi da approvare in Parlamento terrebbero conto veramente delle necessità del Paese e non del proprio tornaconto personale.

Si dice che il proporzionale avrebbe favorito l’esplosione del debito pubblico negli anni 80. Ma sono del parere che la vera colpa è stata e rimarrà dei politici perché hanno pensato sempre e solo a come circondarsi di gente con favoritismi per ottenere voti e quattrini.

Mani pulite è un esempio lampante!

E poi i gruppi di centrrodestra e centrosinistra non sono forse formati da coalizioni con partitini che nulla hanno a che vedere con la politica?

E poi una volta eletti pretendono né più e né meno ciò che vogliono i partitini che  si presentano da soli con il proporzionale, perché nelle coalizioni non è prevista alcuna soglia.

Vengono eletti e basta e la governabilità, che dovrebbe avere una soglia del 50% + 1 per ottenere il premio di maggioranza, va a finire a carte quarantotto perché c’è la fuga verso il gruppo misto o addirittura verso l’altro schieramento.

A mio avviso un proporzionale ben fatto con la soglia al 5% per essere eletti è la cosa migliore, dando tra l’altro la possibilità ai cittadini di dare la propria preferenza a chi ritiene più meritevole e non lasciare ai partiti la facoltà di dare l’indicazione dei candidati.

La Corte nel sentenziare che il Porcellum era illegale e proponendo il ritorno al proporzionale ha fatto a suo tempo una scelta più che giusta, ma i gruppi politici fanno orecchie da mercanti perché molti di coloro che sono invecchiati sulle panche parlamentari oggi starebbero a casa.

 

Si se vóle u popele purtà a vutà

U sunne appartenéje a’ ritte,

i kastille ‘n’arje a’ manghe. Ma

‘a ggènde vace sèmbe a vutà

pe ‘na lustre nzònnje. Se vace

a vutà pe kuille d’ò partite

addeseggnate è kka póke

kapacetà téne è pp’i kóse

da fà p’u pòpele se ne fréke.

È kk’u timbe prumèsse a jóse

face, ma ssckitte pe ghisse pènze.

Mò u timbe arrevate éje

de dà ò’ pòpele ‘a fakurtà

de sscègghje è vvutà u kannedate

k’arreténe cchjù preparate pe fà

kuille ka necessarje p’u pòpele

éje è nne mbenzà ssckitte pe ghisse.

Facitele kum‘a vulite ‘a lègge pe vutà

ma ò’ pòpele dite ‘a pussebeletà

de ‘na partecepazzjòne attive pe sscègghje

kuille ka i pare è ppjace, se nnò

nessciune cchjù a vutà jarrà!

 

Se si vuole il popolo portare a votare

Il sonno appartiene a destra,

il sogno alla sinistra. Ma

la gente va sempre a votare

per una lucida insonnia. Si va

a votare per quello dal partito

designato e che poche

capacità ha e per le cose

da fare per il popolo si disinteressa.

E col tempo promesse a non finire

fa, ma pensa solo per se stesso.

Adesso è giunto il tempo

di dare al popolo la facoltà

di scegliere e votare il candidato

che ritiene più idoneo per fare

ciò che necessario per il popolo

è e non pensare solo a se stesso.

Fatela come volete la legge elettorale

ma al popolo date la possibilità

di una partecipazione attiva per scegliere

colui che gli pare e piace, altrimenti

nessuno più andrà a votare

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