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Una festa a cui non si dà il peso d'altri tempi: Corpus Domini

Post n°144 pubblicato il 07 Giugno 2015 da pasquale.zolla

La solennità del Corpus Domini

È una delle festività principali dell’anno liturgico della Chiesa Cattolica. Venne istituita l’8 settembre 1264 da Papa Urbano IV; nacque però in Belgio nel 1246 come festa della diocesi di Liegi.

Il suo scopo era quello di celebrare la reale presenza di Cristo nell’Eucarestia. L’introduzione di questa festività nel calendario cristiano la si deve principalmente a suor Giuliana di Cornillon, una suora agostiniana vissuta nella prima metà del tredicesimo secolo. Da giovane avrebbe avuto una visione della Chiesa con le sembianze di una luna piena, ma con una macchia scura, ad indicare la mancanza di una festività.

Nel 1208 ebbe un’altra visione: le sarebbe apparso Cristo stesso che le chiese di adoperarsi perché venisse istituita la festa del Santissimo Sacramento, per ravvivare la fede dei fedeli e per espiare i peccati commessi contro il Sacramento dell’Eucarestia.

Furono l’iniziativa e le insistenti richieste della suora a far sì che, nel 1246, Roberto de Thourotte convocò un sinodo ed ordinò, a partire dall’anno successivo, la celebrazione della solennità del Corpus Domini.

Si dovette aspettare, però, il 1264 perché la celebrazione venisse estesa a tutta la Chiesa universale, grazie anche ad un miracolo eucaristico avvenuto a Bolsena nel 1263.

Un prete boemo si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia, nello spezzare l’ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio se essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall’ostia vennero fuori alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico (oggi si trova conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare, tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina.

Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità.

Detta festività veniva celebrata il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità, in quanto rievocava la liturgia della Messa in Cena Domini del giovedì santo.

Nel 1977 la conferenza episcopale decise di spostare i festeggiamenti alla seconda domenica dopo Pentecoste.

In occasione della solennità del Corpus Domini si porta in processione, racchiusa in un ostentorio, un’Ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione: viene adorato Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento. È l’unica processione dell’anno liturgico ad essere di precetto, secondo il diritto canonico.

In detto giorno la mia Città, Lucera, si veste a festa: i balconi vengono addobbati con lenzuola e coperte pregiate e negli angoli più suggestivi del percorso della processione vengono innalzati altarini con immagini di Gesù e colmi di variopinti fiori.

Al passaggio del Santissimo Sacramento petali di fiori vengono buttati, tanto da rendere la strada ammantata di colori. È un modo per manifestare pubblicamente la fede del popolo Lucerino in questo Sacramento, in cui la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, presente nell’Eucarestia in corpo, sangue, anima e divinità.


‘A preggessjòne d’u Sandissime Sagramènde

‘A preggessjòne p’i strate se ne và

d’u pajése, a ndò pikkuele vutare

sònne state agavezate, chjéne

de fjure ke ‘a ‘mmaggene de Kriste,

p’akkògghje u relekujarje ke u

Sandissime Sagramènde purtate

da menzeggnòre. Bbòmmine ke sscille

fatte ke pènne de paper’a rrète

‘a preggessjòne vanne, p’arrappresendà

langelicchje sóp’a tèrre sscennute;

u tutt’akkumbaggnate d’a bbanne ka sòne

’na museke celestjale. Nda nu ciste

ka a ‘na uandire assemegghjéje

duj’angele pòrtene ‘na ssckanate

de pane, nu manucchje de spike de

rane è ‘na bbuttigghje de vine

ka sònne u sanghe è u kurpe

de Kriste nustre Seggnòre è dind’a

òggnè kkóre trase ‘a ‘mmór’a ‘nzime

a nu sinze de granne mestére.

Tra ngiz’è ffrònne de fjure jettate

d’è bbalekune a ffèste vestute,

u pòpele s’addenucchjéj’ò passagge

de Kriste nd’u Sandissime Sagramènde.

La processione del Santissimo Sacramento

 

La processione va per le vie

cittadine, dove piccoli altari

sono stati alzati, ornati

di fiori con l’immagine del Cristo,

per accogliere il reliquiario con il

Santissimo Sacramento portato

dal vescovo. Bimbi con ali

fatte con penne d’oca dietro

alla processione vanno, per rappresentare

gli angeli scesi sulla terra;

il tutto accompagnato dalla banda che suona

una musica celestiale. In un cesto

che somiglia un vassoio

due angeli portano una pagnotta

di pane, un pugno di spighe di

grano e una bottiglia di vino

che sono il sangue e il corpo

di Cristo nostro Signore e in

ogni cuore entra l’amore

insieme ad un senso arcano.

Tra incensi e petali di fiori buttati

dai balconi a festa vestiti,

il popolo si prostra al passaggio

di Cristo nel Santissimo Sacramento.


 

 

 


 

 

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