Creato da: rosadelvento il 12/02/2005
Si dice che ognuno di noi emana un profumo e viene percepito solo da un’altra persona ... una soltanto. Cosa sei? Forse sei vento o solo un pensiero. Qualunque cosa tu sia, sei la parte migliore di me ...

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citazione 23

Post n°658 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-23

 

 

 cuore-piccolo



 Il A volte non sei tu a cercarli,
sono loro che vengono a trovarti,
ed questo il bello dei sogni: arrivano all'improvviso,
ti prendono per mano e ti portano via.
(G. Stella)


BUONA NOTTE E DOLCI SOGNI

(citazione trovata nel web - Tag/animata creata da me)

 

 
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citazione 22

Post n°657 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-22

-


cuore-piccolo



 Il tempo è come un fiocco di neve ....
Scompare mentre cerchiamo di decidere
che cosa farne ....
(Romano Battaglia)

 

(tag/immagine creata da me e citazione trovata nel web)

 

 
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citazione 21

Post n°656 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-21

 

 

cuore-piccolo



 Noi tendiamo a dimenticare che la felicità non s'identifica col raggiungimento di qualcosa che non abbiamo; ma si tratta al contrario di individuare e di apprezzare ciò che già possediamo, ciò che ci è vicino......
(Anonimo)

 

(tag/immagine creata da me - citazione trovata nel web)

 

 
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citazione 20

Post n°654 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-20

 

 cuore-piccolo



Di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua,

anche le rughe del viso e quelle dell’anima.


(Romano Battaglia)

 

(tag/immagine animata creata da me - citazione trovata nel web)

-

 

 
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citazione 19

Post n°653 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-19

 

 cuore-piccolo



Mia nonna un giorno mi aveva detto: “la vecchiaia è un posto dove vivi di ricordi. Per questo, quando sei giovane, vivi creandotene di belli". (Fabio Volo)

 

(tag/immagine creata da me - citazione trovata nel web)

 

 
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citazione 18

Post n°652 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-18

 


cuore-piccolo



Gli amici sono angeli silenziosi che ci aiutano a rimetterci in piedi quando le nostre ali non si ricordano più come si fa a volare ......

(Anonimo)

 

(tag/immagine creata da me - citazione trovata nel web)

 

 
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citazione 17

Post n°650 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

 cuore-piccolo


Punta sempre alla Luna ....
male che vada avrai sempre
camminato tra le stelle .......

(Anonimo)

-

(gif animata fatta da me e citazione trovata nel web)

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-

 

pattyf1956

 

 
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citazione 16

Post n°648 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-16

 


cuore-piccolo



Le maschere cadono, rivelando le persone per
quello che sono
È solo questione di tempo, poi inizia lo spettacolo.

 

(citazione trovata nel web - tag/immagine creata da me)

 

 
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citazione 15

Post n°647 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-15

 

cuore-piccolo



Un sorriso nel primo volto incontrato al mattino è un benvenuto al giorno che inizia.
(B. Yoshimoto)

 

(citazione trovata nel web - tag/immagine creata da me)

 

 
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citazione 14

Post n°646 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-14

 


cuore-piccolo



Se esprimi un desiderio è perchè vedi cadere una stella ......
se vedi cadere una stella è perchè stai guardando il cielo ......
e se guardi il cielo è perchè credi ancora in qualcosa ......
(Bob Marley)


(citazione trovata nel web - tag/immagine creata da me)

 

 
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citazione 13

Post n°645 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-13a

 


cuore-piccolo



Buona notte a chi aspetta.
A chi ha la forza di rialzarsi dopo ogni caduta.
(Elvira Asile)

 

(citazione trovata nel web - tag/immagine creata da me)

 

 
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citazione 12

Post n°644 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-12a

 


cuore-piccolo



E’ arrivata l’ora di spegnere le stelle e accendere i sogni.


(citazione dal web e immagine creata da me)

 

 
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citazione 11

Post n°643 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-11

 


 cuore-piccolo



“I carnevali passano, certe maschere restano.”
Per certe persone non serve che arrivi Carnevale per mettersi una maschera ......  ce l'hanno sempre,

l'importante è accorgersene in tempo ......


(prima riga trovata nel web, le altre righe considerazioni mie, tag/immagine creata da me)

 
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citazione 10

Post n°642 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-10a

 


 cuore-piccolo



C'è un'eleganza, quella dell'animo, che non si insegna e non si apprende facilmente, si possiede e basta ......


(citazione trovata nel web - tag/immagine creata da me)

 

 

 
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citazione 9

Post n°641 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

 cuore-piccolo



C'è sempre un pensiero che dorme per ultimo,
una luce che resta accesa,
una speranza che non vuole spegnersi....


(citazione trovata nel web - tag/gine creata da me)

 

 

frasi-e-citazioni-9

 
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citazione 8

Post n°640 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

 cuore-piccolo



Le lacrime di ieri, i sorrisi di oggi e i sogni di domani saranno sempre la forza di chi non si arrende malgrado tutto e tutti.

-

(citazione e gif animata trovate nel web)

-

 

pattyf1956

 

 
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citazione 7

Post n°639 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-7

 

-cuore-piccolo


Alcuni dicono che la pioggia è brutta,
ma non sanno che permette di girare
a testa alta con il viso coperto
dalle lacrime

-

(Jim Morrison)

 
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La lepre d'argento - 1 parte

Post n°638 pubblicato il 08 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

La-lepre-d-argento

 

 

(immagini reperite nel web - il copyright è dei rispettivi autori - ho fatto solo la cornice)

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LA LEPRE D'ARGENTO

 

Un principe chiamato Aquilino, che aveva vent'anni e voleva condurre in moglie la più bella principessa del mondo. Pubblicò un bando di nozze e giunsero centinaia di ritratti, ch'egli fece esporre nelle gallerie del castello; e là meditava sulle belle sorridenti dalle grandi cornici dorate. La scelta cadde su Nazzarena, principessa di Bikarìa, e per mezzo ad ambasciatori furono concertate le nozze. Nel castello di Aquilino si fecero grandi preparativi per la cerimonia e all'alba del giorno sospirato il principe era già sulla torre più alta, alle vedette. Il corteo doveva giungere tra poco; tra poco avrebbe visto per la prima volta quella bellezza famosa. Ma il corteo non giungeva. Si vide apparire una sola carrozza e ne scese un vecchietto gobbuto e barbuto. "Io sono il Re di Bikarìa. E questa è la mia figliuola Nazzarena che chiedete per moglie" La principessa era nana, pallida, vizza, per nulla rassomigliante al ritratto della scelta. Il vecchietto se n'avvide. "La stanchezza del viaggio e l'emozione l'hanno sfinita. Si rimetterà e la ritroverete bella" Aquilino voleva disdire le nozze, ma la parola era data e bisognava mantenerla. Chiese che la cerimonia fosse rimandata di due giorni e ospitò il vecchio e la figlia nel castello. Al mattino seguente, per distrarsi dallo sconcerto e dalla delusione, uscì a caccia, solo, con una bella spingarda d'oro, costellata di gemme. Camminò per campi e prati, giunse in una foresta millenaria. Attraverso un sentiero gli apparve una lepre d'argento che brucava l'erba e lo guardava fisso, per nulla spaurita di lui. Il principe puntò l'arma e fece fuoco. Ma il fumo del fuoco si dissipò e la lepre riapparve al medesimo posto, incolume e tranquilla. Il principe s'avanzò. La lepre fuggì, si arrestò dopo un tratto, fissandolo coi suoi calmi occhi umani. Aquilino sparò ancora. Il fumo si dileguò e la lepre riapparve ancora calma ed intatta, seduta sulle sue zampe, un orecchio su e l'altro giù, con gli occhi supplichevoli, col muso palpitante, proteso verso di lui. Ma come il principe gettò l'arme e s'avanzò, essa dié un balzo e disparve fra i tronchi degli abeti. Aquilino restò perplesso. Si trattava di un malefizio. S'appoggiò al tronco d'un albero gigantesco, ripensando lo sguardo dolce della vittima invulnerabile. E gli parve di sentire dietro di sé, dall'interno del tronco, una eco lontana di musiche e di voci; si volse, fece il giro dell'albero: nessuno. Si riappoggiò al tronco. E riudì il suono e le voci. Picchiò la corteccia col pugno impaziente. La corteccia cigolò, s'aprì a due battenti, e al principe sbigottito apparve una scala abbagliante. Egli salì i primi scalini, trasognato, udì il colpo della porta che si chiudeva. Il palazzo era immenso. Le scale, gli atrii, i corridoi, le logge, le sale si succedevano senza fine, ricche di marmi, di porfido, di diaspro, di gemme. Aquilino s'avanzava trasognato. Si faceva notte e nessuno appariva nel palazzo incantato. Solo due mani lo precedevano: l'una recando una lucerna, l'altra facendogli segno di seguirla. Giunsero così in una sala vastissima da pranzo; Aquilino si sedette a tavola. E le due mani cominciarono a recar cibi e vini prelibati. Egli guardava quelle due mani isolate, volanti, cercava di afferrarle quando le aveva vicine, ma quelle deponevano i piatti e guizzavano via come farfalle. Mangiò, poi si sentì prendere dal sonno, s'alzò per andare a dormire. Le due mani lo precedettero in una camera di damasco vermiglio, gli fecero un gesto d'addio e d'augurio, disparvero. Egli si cacciò fra le lenzuola fini, e si addormentò. Sognava di riveder la principessa Nazzarena, non quella condotta dal gobbo barbuto, ma quale gli era apparsa nel quadro, bellissima e bionda. 

-
(fiaba di Guido Gozzano) 

 

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La lepre d'argento - 2 parte

Post n°637 pubblicato il 08 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

barrinha_Pisca122.gif picture by ptrzmm56barrinha_Pisca122.gif picture by ptrzmm56

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Quand'ecco uno schiamazzo lo svegliò. Socchiuse gli occhi. La stanza era illuminata e molte paia di mani, eguali a quelle della sera prima, guizzavano, s'intrecciavano, accennando verso di lui. - "A che giuoco si gioca? Alla palla. Giochiamo alla palla con quel tale che dorme? Chi dorme? Là, nel letto, non lo vedete?" E attraverso le ciglia socchiuse, il principe vide le mani avvicinarsi. Afferrarono le lenzuola e, tenendole tese agli orli, cominciarono a farlo sbalzare con risa rauche e sibili acuti. Egli teneva le ciglia chiuse, fingendo di dormire. "Non vuole svegliarsi! Lo sveglieremo! Lo sveglieremo!" E raddoppiarono la foga del gioco crudele. Al primo canto del gallo le mani lo sbalzarono nel letto e disparvero. Aquilino si palpava le ossa indolenzite, quando udì un fruscio e si vide accanto la lepre d'argento. Invece delle quattro zampe aveva due piedi e due mani bianchissime di donna. "Principe Aquilino, io sono la principessa Nazzarena, quella che il vostro cuore scelse per compagna. Quando giunsi col mio corteo nel bosco, un mago mi trasformò, imprigionandomi con la mia gente in questo castello. Sarò salva se passerete qui dentro tre notti simili a questa. Il mago è quegli stesso che si presentò al vostro cospetto tentando di farvi sposare la sua nanerottola" La lepre disparve. Aquilino attese ansioso la seconda sera. Mangiò, servito dalle due mani volanti, andò a letto, s'addormentò. Si svegliò allo schiamazzo: molte mani lo ripresero dal letto, sollevarono le lenzuola, cominciarono il gioco, più furenti della sera innanzi. "Non vuole svegliarsi! - Se non si sveglia siamo perduti" Allora le mani lo sbalzarono un'ultima volta, appiccandolo a un chiodo delle travi. E disparvero sibilando. Aquilino aprì gli occhi, vide la lepre d'argento. Aveva ormai tutto il corpo di donna; solo la testa restava di lepre e lo guardava con dolci occhi umani. "Povero principe! Soffrite per amor mio ancora una notte e saremo salvi" Giunse la terza notte. Riapparvero le mani più furiose che mai. "Si gioca? - Giochiamo! - Ma questa notte dobbiamo finirlo! - Dobbiamo finirlo" E cominciò il rimbalzello crudele. Aquilino giungeva al soffitto, picchiava, restava aderente come una tartina di pasta, ricadeva nel lenzuolo teso, rimbalzava ancora tra le risa infernali. E non apriva gli occhi per amor di Nazzarena. "Non si sveglia! Siamo perduti! - Siamo perduti! - È l'alba! Siamo perduti" Le mani furibonde s'appressarono alla finestra, tesero le lenzuola, sbalzarono Aquilino ad un'altezza vertiginosa. Egli salì, salì, cadde per dieci minuti, picchiò sull'erba, si tastò le ossa peste, aprì gli occhi, ancora vivo. Si trovava ai piedi dell'albero incantato. Presso di lui stava la sua vera fidanzata Nazzarena, bella di una bellezza mai più vista. E aveva il suo seguito di carrozze, di dame, di cavalieri liberati con lei dal malefizio del mago. Il principe li condusse al suo castello, adunò tutta la Corte nella sala del Gran Consiglio, fece condurre il gobbo barbuto e la figliuola laida, e rivoltosi ai ministri disse: "Avevo ordinato un cofano d'oro e di gemme; un malandrino me lo tolse strada facendo e lo sostituì con un altro di legno tarlato. Fortuna vuole che io ritrovi il primo. A quale darò la preferenza?" - "Al primo!" sentenziò la Corte. "E del ladro e del cofano tarlato che dovrò farne?" - "Bruciarli sulla stessa catasta" Così fu fatto. E la sentenza e le nozze ebbero luogo fra gli applausi di tutto il popolo.


(fiaba di Guido Gozzano) 

 

 
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La fata delle nevi

Post n°636 pubblicato il 06 Febbraio 2017 da rosadelvento
 

La-fata-delle-nevi

barrinha_Pisca122.gif picture by ptrzmm56

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LA FATA DELLE NEVI


C'erano una volta, in un bosco incantato dalla neve che copriva tutto di bianco, gli gnometti del bosco, i quali, d'inverno, quando c'era la neve alta, erano molto  in difficoltà poichè, pur mettendo le racchette ai piccoli piedi, non riuscivano a camminare  e dovevano rimanere nella loro casetta sotto le radici del grosso albero. Sulla montagna vicina, viveva la Fata delle Nevi, amica degli gnometti. Tutti gli anni Babbo Natale le diceva "Oila' Fata delle nevi, è l'ora di andare ad aiutare gli gnometti del bosco" La Fata, vestita con abiti bianchi e leggeri, scendeva calma  dalla montagna, i suoi piedi toccavano appena la neve lasciando delle piccole impronte a forma di stella.
Nel silenzio del bosco incantato lei scivolava, volava, saltellava, incontrava qualche cerbiatto, i caprioli che cercavano il mangiare sotto la neve, vedeva gli scoiattoli che si affacciavano dalle loro tane degli alberi. La Fata delle nevi li salutava tutti, facendo loro un bel sorriso. Arrivata alla casetta degli gnomi, si mostrò alla finestra, subito gli gnomi la riconobbero ed uscirono fuori dicendo "Evviva, fata delle nevi, sei tornata ad aiutarci" La fata rispose "Sì, carissimi amici, andiamo! Babbo Natale vi sta aspettando per costruire tanti giocattoli per i bambini, venite con me" Gli gnometti salirono su di lei, chi sulle spalle, chi nelle tasche profonde del suo vestito, qualcuno si aggrappò ai capelli lunghi, altri sotto al cappellino di lana. La Fata delle Nevi disse "Bene, ci siete tutti?"
"Siiiii" risposero in coro. "Andiamo, allora"
Mentre risaliva la montagna la Fata si accorse che un uccellino variopinto sopra ad un grande albero, stava dicendo qualcosa e si avvicinò "Sono rimasto solo, i miei amici sono andati a cercare il caldo ed io sto morendo di freddo e di fame" La Fata chiese "Perchè non sei andato anche tu con loro" L'uccellino rispose "Dovevo stare qui sul Babbo Quercia perchè ho promesso di portargli le notizie dei suoi figlioli Quercino e Quercetta" "Vieni con me" disse la Fata "ti porterò da Babbo Natale, lui troverà la soluzione al tuo problema" L'uccellino seguì la Fata con tutti gli gnometti e presto  arrivarono alla casa di Babbo Natale. Gli gnometti del bosco andarono subito nel laboratorio dei giocattoli. "Andiamo amici" disse Babbo Natale "Dobbiamo lavorare tutto il giorno e anche la notte per finire di costruire i giocattoli per i bambini! Tra pochi giorni sarà Natale" In quel mentre, l'uccellino variopinto si posò sul cappello di Babbo Natale che chiese "E tu chi sei" L'uccellino raccontò chi era e cosa gli era successo. Babbo Natale si voltò verso la Fata delle Nevi che stava volteggiando tra gli abeti imbiancati "Fata delle Nevi, soffia la tua gelida aria sull'uccellino ed io la farò diventare calda come una morbida coperta che si poserà sulle sue piume"
La Fata soffiò e un vento caldo avvolse l'uccellino.
"Fata gentile" disse ancora Babbo Natale "porta questo sacco pieno di semini all'albero dove sta il nostro amico uccellino, così potrà mangiare fino a quando arriverà la Primavera" La Fata delle nevi, felice di aiutare il suo nuovo amico variopinto, ritornò insieme a lui nel bosco incantato. L'uccellino salutò con un lungo cinguettio Babbo Natale e poi la Fata, che appese il sacco dei semini sul ramo più alto di Babbo Quercia. La Fata delle Nevi, mentre saliva di nuovo la montagna, giocava con la neve che cadeva lentamente nel magico silenzio mentre aspettava un nuovo compito da svolgere.


(fiaba e gif animata trovate nel web) 

 

 
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