Messaggi del 12/04/2014

ANNAMARIA ... E L'ARCHEOLOGIA

Post n°13251 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

L'ARCHEOLOGIA

annamariamennitti
annamariamennitti il 12/04/14 alle 13:37 via WEB
Daniela perchè non confessa che più che l'archeologia le è piaciuuuto Lamberto dal primo momento,altrimenti dopo la prima massimo la seconda non sarebbe più ritornata, Rimasta tanto sbalordita di Lamberto che ha seguito la materia con tanto entuusismo, e credi che dopo la delusione e le pene che ha trascorso a causa della gelosia ,si poteva mai entusismare per delle costruuzioni antiche dove facevano spettacolo gli uomini e gli animali..ma no è sempre l'amore che trionfa..e che dà la spinta a tutte le cose ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 12/04/14 alle 20:23 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. Hai ragione. L'amore può tutto ... in ogni momento. Dino
(Rispondi)

 
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MENEGI53 ...E L'AMORE

Post n°13250 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

MENEGI53...

E

L'AMORE

menegi53
menegi53 il 12/04/14 alle 10:01 via WEB
Buongiorno Dino! Un bel racconto specie quando dici che l'amore è la molla che da sempre ha acceso tutte le passioni e i sogni del mondo. Ti saluto con un abbraccio ti auguro di passare un buon sabato in serenità. Giovanni
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 12/04/14 alle 20:20 via WEB
Ciao Giovanni - in ogni momento, l'amore, è il fattore scatenante e determinante. Dino
(Rispondi)

 
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GIOVANNA CATTANEO ...E LA COMUNICAZIONE TRA UOMO E DONNA

Post n°13249 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

GIOVANNA CATTANEO ...

E

LA COMUNICAZIONE TRA UOMO E DONNA

giocatta7
giocatta7 il 12/04/14 alle 09:15 via WEB
Come capisco Daniela! Purtroppo un difetto molto frequente negli uomini è quello di non saper comunicare e, quando se ne trova uno capace, la donna viene conquistata. Ciao.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 12/04/14 alle 20:17 via WEB
Ciao Giovanna - la comunicazione è alla base di ogni cosa. Anche dei rapporti umani. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°13248 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“A volte

basta un niente…

per migliore

la situazione”

Dino

 

 

 
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CARLA MARIA racconto (375) di Dino Secondo Barili

Post n°13247 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

Carla Maria (375)

C’è un vecchio detto che dice: “la noia uccide”. Carla Maria, trent’anni, impiegata presso un Ufficio commerciale a Milano era arrivata al culmine della pazienza. Non poteva più rimanere in quell’Ufficio. Ogni giorno tornava a casa con forti mal di testa… Ormai, ne aveva la certezza. Il motivo erano le sue colleghe Marzia e Federica. Nel corso degli ultimi cinque anni, Carla Maria si era innamorata due volte di due colleghi dell’ufficio accanto al suo. La prima volta il collega di cui si era innamorata… le era stato “soffiato” da Marzia. La seconda volta le era stato soffiato da Federica. Cosa fare? Se si fosse innamorata una terza volta (pensava la trentenne) … sicuramente, qualche altra collega sarebbe apparsa all’orizzonte. Vivere nella noia? Senza un domani? E’ la cosa peggiore… lo dicono molti psicologi. Infatti, Carla Maria, prima di arrivare ad una simile conclusione ci aveva pensato parecchio. Si era consultata anche con una Psicoterapeuta la quale si era convinta che la trentenne doveva cambiare Ufficio. In periodo di crisi economica, cambiare ufficio, presenta difficoltà insormontabili. Si rischia di lasciare ciò che si ha … e non avere niente in cambio. Carla Maria parlò ancora con la Psicoterapeuta… ma non ci cavò un ragno dal buco. Cominciò ha chiedere ad amici e parenti se c’era qualche “indovina”, una di quelle donne dotate di “poteri” particolari. Qualche lettore dirà che sono tutte storie… che non è vero niente. Eppure, qualcuna di queste donne (molto raramente) possiede poteri eccezionali. Alla fine Carla Maria trovò la persona di cui aveva bisogno. Abitava in una Cascina abbandonata della Lomellina. Un rudere … dentro al quale, “la veggente Klementina” riceveva su appuntamento ogni mercoledì a mezzanotte. Carla Maria, preso l’appuntamento telefonico, si fece accompagnare sul luogo dell’incontro da Giancarlo, un coetaneo… amico da lunga data. Durante il viaggio per raggiungere la “veggente”, l’automobile dell’amico ebbe un guasto. Nonostante gli sforzi, l’automobile non ripartiva. Erano ormai le cinque di mattina. La notte era stata lunga, fredda, interminabile… Carla Maria e Giancarlo erano sul disperato. Con il telefonino non erano riusciti a contattare alcun parente o conoscente per avere un aiuto. Sulla strada, dove erano fermi da ore non era passata “un anima viva”. Al primo sorgere del sole… apparve una “vecchina” infagottata. “Cosa fate su questa strada voi due?” - chiese. Carla Maria cercò di spiegare la situazione. Aveva le mani gelate ed era intirizzita come non le era mai capitato. La vecchina dopo aver ascoltato e capito la situazione, si tolse gli abiti da vecchia… Apparve una ragazza sui diciotto anni… bellissima. “Sono la veggente Klementina. Adesso posso aiutarvi. Tornate per la strada da dove siete venuti. Fermatevi alla prima Osteria che incontrate. Si chiama “l’Osteria del Mistero” C’è un Regista di una troupe televisiva che cerca due persone come voi. Al resto ci pensa il destino.” Senza aggiungere altro, la “veggente Klementina” sparì. Carla Maria e Giancarlo fecero ciò che era stato loro ordinato. Si fermarono all’Osteria del Mistero. Davanti all’ingresso c’era l’Oste, un omone grande e grosso, con la faccia preoccupata… “Meno male che siete arrivati voi. Sono rimasto senza personale. Nell’Osteria c’è un Regista TV e la sua troupe. Vi do qualsiasi ricompensa purché mi diate una mano…” Carla Maria e Giancarlo avevano fame, freddo… e avevano bisogno di un buon bagno di acqua calda. Accettarono. Dopo poco, però, si resero conto che “l’omone” non era l’Oste, ma il Direttore di Scena dello sceneggiato TV che il Regista stava girando… Carla Maria, capì che per uscire da una situazione di noia ed entrare in un “mondo nuovo” basta poco… Il coraggio di cambiare e la passione per l’avventura.(375)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°13246 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buona Domenica ..a tutti"

DIARIO CORALE

del

13 aprile 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 12 APRILE 2014

Post n°13245 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 12 APRILE 2014

“L’amore vero… non ha regole”

Dino

 
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DANIELA E L'ANFITEATRO DI MILANO racconto (588) di Dino Secondo Barili

Post n°13244 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

12 APRILE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 12 aprile 2014 – Sabato - ore 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

588

I racconti di Primavera

Daniela e l’Anfiteatro di Milano

La Primavera è un invito al movimento, all’azione. Un anno fa, ne sapeva qualcosa Daniela, dinamica quarantenne, fisico da favola, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Quando una donna sa di avere belle qualità fisiche… fa di tutto per mantenerle. Quindi, ginnastica quotidiana, dieta equilibrata, cura del corpo, sobria eleganza … senza esagerare. A primavera, però, non basta. Daniela se ne rendeva conto. I motivi erano parecchi. Prima di tutto, da alcuni mesi, aveva “rotto” con il moroso il quale pretendeva cose “non” all’altezza dei tempi. Cioè rimanere in casa “solo” ad aspettare lui, il promesso. Siccome, Claudio (nome del moroso) era anche leggermente geloso (solo leggermente?) Daniela, dopo alcuni mesi di relazione, era diventata insofferente. Non capiva il senso della gelosia. Per una persona dinamica come lei il rapporto era diventato una specie di “prigione”. Infatti, la relazione ha cominciato a deteriorarsi fino al giorno in cui Daniela ha detto “Basta… ne posso più”. Un anno fa, però, a Primavera, la quarantenne voleva completare il proprio “bagaglio personale” teso a curare non solo il corpo, ma anche la mente. Cosa fare? Daniela decise di iscriversi ad un Corso di Archeologia a Milano che si teneva il sabato mattina. Per una persona che abita a Pavia, Milano è a portata di treno…nessunissima fatica. In mezz’ora, da Pavia si è Milano. Inoltre, la Sede del Corso era poco lontano dalla Stazione Centrale. Meglio di così non poteva essere. Daniela, però, sentiva ugualmente il bisogno di compagnia. Fece girare la voce sul posto di lavoro. La sua collega Monica ha trovato interessante il “Corso” e si è iscritta pure lei. Ora, non c’era altro da fare che attendere l’inizio del programma di studi. L’Archeologia non è andare a rovistare tra i “rifiuti” di un lontano passato, ma una presa di coscienza e un confronto continuo tra ciò che è stato e ciò che è. Daniela e Monica se ne sono resero conto alla prima lezione. Una lezione perfetta tenuta dal Direttore del Corso, Dott. Lamberto, un cinquantenne, alto, fisico atletico, capelli lunghi, occhi chiari e penetranti. Più che un “esperto di archeologia” sembrava un attore del cinema. Anche il modo in cui presentava la materia sembrava “una interpretazione teatrale”. Niente di difficile, noioso o pedante. Solo fatti raccontati come fossero aneddoti. Aneddoti “legati” come fossero scene di un film. Daniela si innamorò subito del Dott. Lamberto. Un innamoramento di quelli classici… docente –discente. Si fa presto a dire che non dovrebbe accadere, ma… al cuore non si comanda e… Daniela aveva un cuore che batteva forte con tanta voglia di vita e d’amore. Anche Monica si era innamorata di un coetaneo quarantenne che da subito le fatto il filo. Daniela, Lamberto, Monica e (il coetaneo) Nicola sono diventati inseparabili amici. Dopo le lezioni del Corso, lasciavano la Sede e attraversavano Milano a piedi. Raggiungevano la zona archeologica della Metropoli lombarda, poco distante da Porta Ticinese. Lì ci sono i resti dell’antico Anfiteatro Romano sorto del I secolo dopo Cristo. I resti attuali non dicono la bellezza e l’ampiezza di tale Anfiteatro perché il complesso è stato usato come cava di materiale edile. Per avere un’idea basta pensare ad un’enorme struttura di forma ellittica… 155 di lunghezza per 125 di larghezza con mura alte fino quaranta metri… articolato su tre piani come il Colosseo di Roma . Ora, sono rimaste poche vestigia… E’ bastata la voce di Lamberto, però, per raccontare un “mondo che non c’è più”…Un mondo che può essere rievocato e fatto rivivere attraverso le parole. “A cosa serve la voce?” – diceva Lamberto –“La voce è la musica dell’anima… la vita e l’anima che si diffonde attraverso il tempo e lo spazio. Cosa dice il Vangelo? “In principio fu il verbo…” E che cos’è il “verbo”? La parola, la parola…il modo in cui si pronuncia una parola, tale parola diventa vita. E per far rivivere il passato basta la parola. Basta raccontare con passione ciò che è avvenuto. Gli amori del tempo che fu…L’amore, in tutti tempi è stato l’anima, la molla che ha acceso tutti i sogni e tutte le passioni…” Daniela pendeva dalle labbra di Lamberto, dalle sue parole, dalle sue idee espresse con foga e passione. Ad un tratto non ha resistito. Ha abbracciato Lamberto e lo ha baciato. Lo ha baciato con passione… lungamente. Lamberto si è lasciato baciare… perché la vita e l’amore non hanno regole… Sono gli uomini (intellettuali) che a furia di creare regole distruggono la vita e l’amore. - Questo è il racconto 588, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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LA CAPPELLA DI TEODOLINDA di Teresa Ramaioli

Post n°13243 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

LA CAPPELLA DI TEODOLINDA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 11/04/14 alle 18:32 via WEB
La Cappella della Regina Teodolinda fu eretta nel 1400. La sua decorazione pittorica, risalente alla metà del XV secolo e dedicata alle Storie di Teodolinda, distribuite in 45 scene, si presenta come un omaggio alla sovrana longobarda che aveva fondato la chiesa e nello stesso tempo come una testimonianza del passaggio dinastico che si stava allora profilando nel ducato di Milano tra la famiglia dei Visconti e quella degli Sforza, cui rimandano i simboli araldici dipinti nelle incorniciature e le allusioni metaforiche al matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza presenti nelle immagini. Il ciclo di affreschi della cappella è considerato uno dei capolavori della pittura del gotico internazionale in Italia, nonché il più importante esito dell’attività degli Zavattari: una famiglia di pittori milanesi attivi in Lombardia per tutto il Quattrocento, composta dal capostipite Cristoforo, responsabile tra il 1404 e il 1409 di alcuni lavori nel Duomo a Milano, da suo figlio Franceschino, anch’egli operoso nel Duomo di Milano dal 1417 al 1453, e dai tre figli di quest’ultimo, Giovanni, Gregorio e Ambrogio, con i quali Franceschino lavorò a Monza e, solo con gli ultimi due, alla Certosa di Pavia. La cappella fu dipinta in due riprese tra il 1441-44 e il 1444-46 e, con ogni probabilità, da quattro diverse “mani”,da membri della famiglia Zavattari. Le 45 scene narrano la storia della Regina Teodolinda a partire dai resoconti storici di Paolo Diacono (VIII sec.), autore della Historia Langobardorum, e di Bonincontro Morigia (XIV sec.), autore del Chronicon Modoetiense. La narrazione segue un andamento orizzontale da sinistra a destra, e dall’alto in basso, ed è così suddivisa: le scene dalla 1 alla 23 descrivono i preliminari e le nozze tra Teodolinda, principessa di Baviera, e Autari, re dei Longobardi, concludendosi con la morte del re; dalla scena 24 alla 30 sono raffigurati i preliminari e le nozze tra la Regina e il secondo marito Agilulfo; dalla 31 alla 41 sono raffigurate la fondazione e le vicende iniziali della Basilica di Monza, seguite dalla morte di re Agilulfo e della Regina; dalla scena 41 alla 45 è infine illustrato lo sfortunato tentativo di riconquistare l’Italia da parte dell’imperatore d’Oriente Costante e il suo mesto rientro a Bisanzio. continua ----Ciao Teresa

 
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COMMENTO DI IOSONOLAVITA1

Post n°13242 pubblicato il 12 Aprile 2014 da dinobarili
 

COMMENTO DI IOSONOLAVITA1

IOSONOLAVITA1
IOSONOLAVITA1 il 11/04/14 alle 22:56 via WEB
Ciao, una felice serata...... Palme: “L’entrata di Gesù in Gerusalemme” Domenica delle Palme o di Passione. – (Lc 19,28-40) Benedetto colui che viene nel nome del Signore. In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
(Rispondi)

 
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