Messaggi del 08/07/2014

ANNAMARIA ...E IL RACCONTO DELL'ARCHITETTO SILVANO

Post n°14285 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL RACCONTO DELL'ARCHITETTO SILVANO

annamariamennitti
annamariamennitti il 08/07/14 alle 13:20 via WEB
Buona l'idea di frequentare il club delle donne architette, dal momento che alL'architetto Silvano gli mancava la donna e le idee.."l'unione fa la forza"Succede durante il percorso della vita,per quanto bravo ,perde i lumi non riesce più a connettere ed ha bisogno di una spinta ,però una spinta diversa che lo incoraggi che fa venire la volontà di continuare e certamente troverà chi l'amerà appassionatamente... ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 08/07/14 alle 18:06 via WEB
Ciao Annamaria - ogni racconto ha una sua ragion d'essere. Silvano (anche Giansiro) sono arrivati al solito "bivio"... Dubbi, perplessità, rimpianti... Serve la svolta. Provvido il consiglio del Dott. Felice... a sessant'anni, certe cose, le ha già viste. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANNAMARIA ...E IL LABIRINTO

Post n°14284 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL LABIRINTO

annamariamennitti
annamariamennitti il 08/07/14 alle 13:30 via WEB
Serve il tempo per l'amore!Il tempo serve sempre se si vuole fare un passo decisivo ed è risaputo,potrebbero essere tanti i motivi....Se si incontra una persona che piace ,che corrispondono a delle belle qualità ,non so ,,,alta bionda con gambe la fine del mondo ,"aspetta" prendi tempo non buuttarti nel labirinto ogni cosa a suo tempo......ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 08/07/14 alle 18:01 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento... Mi piace ... "...aspetta, prendi tempo non buttarti nel labirinto..." ...e se l'altra parte NON aspetta? Dino
(Rispondi)

 

 
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D'ANNUNZIO di Annamaria Mennitti

Post n°14283 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

D'ANNUNZIO 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 08/07/14 alle 15:49 via WEB
Lo storico Guerri ha potuto avere accesso ai famosi documenti di G D'Annunzio Lo storico ha potuto leggere, tra le altre cose, il diario di Aélis Mazoyer, l’amante e governate francese che affiancò D’Annunzio dal 1910 fino alla morte. In quel documento emergono in modo particolareggiato le abitudini sessuali del poeta, oltre a diversi preziosi appunti sulla gestione del Vittoriale, dove risiedevano anche Luisa Baccara, padrona di casa ed ex amante del Vate, e Maria Hardouin, sua legittima consorte. Numerose poi furono le donne di passaggio, fra artiste, paesane,

 
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SONIA racconto (463) di Dino Secondo Barili

Post n°14282 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto della Domenica

Sonia (463)

Un anno fa, al compimento del quarantacinquesimo anno di età, Sonia, commessa presso un Negozio di Abbigliamento a Pavia era giù di corda. Da un anno si era lasciata con il suo “Lui” dopo sette anni vissuti insieme. Si dice che la fine di una storia è l’inizio di un’altra. Invece, era passato un anno, e Sonia era ancora sola, sola come un cane ed aveva il morale a terra. Anche il suo Titolare, il Signor Giampiero, si era sentito in dovere di farle coraggio. “Sonia, possibile che una donna come te, bella, spigliata e forte, non sia capace di reagire? Nella vita non conta quante volta si cade. Conta quante volte ci si rialza e ci si mette a correre.” Il discorso del Titolare non faceva una piega, ma Sonia non riusciva a trovare la “chiave” giusta. Capiva che non poteva continuare così. Ne parlò con la sua Parrucchiera di fiducia, Elena , single, della sua stessa età. Elena capì il problema perché due anni prima aveva vissuto una situazione analoga. Si fa presto a dire che il tempo è il miglior medico. Che lenisce ogni ferita, ma intanto una donna non sa più a quali Santi affidarsi. Elena, cercò di dare una mano all’amica. “Sonia, secondo me, dovresti andare in Lomellina. Conosco una donna di mezza età che “legge la mano” alla maniera antica.” Sonia fece una smorfia. “Nel 2013 si fanno ancora certe cose?” La Parrucchiera la sapeva lunga in fatto di antiche usanze. “Non nego che in molti casi si tratta di bufale… ma quando trovi la persona giusta, si possono avere buoni consigli.” Detto fatto, Sonia e Elena si accordarono per andare in Lomellina con l’automobile della Parrucchiera. Giunte nei pressi del Torrente Terdoppio, vicino a Lomello (Pavia) , l’automobile di Elena si guastò. Per fortuna che l’automobile si era fermata in uno piazzo verde, altrimenti c’era il rischio di qualche tamponamento. Elena cercò di telefonare al suo meccanico, ma il numero era sempre occupato. Cosa fare? Sonia e Elena decisero di aspettare. Farsi venire qualche idea. Stavano parlando del farsi, quando si fermò una Ferrari ultimo modello. Alla guida c’era una donna di mezza età. Elena la riconobbe. Era la stessa che “leggeva la mano”. La Maga Iriss chiese a Sonia e Elena se avessero avuto bisogno di aiuto. Le due donne spiegarono la situazione. La Maga le tranquillizzò dicendo…”Niente paura. Ci sono io. Vi porto nel più bel posto del mondo “Il giardino dei ciliegi”. Oggi, c’è un evento speciale del quale sono Presidentessa. Al posto di essere sola… ho anche due Assistenti.” Elena e Sonia rimasero allibite. Dopo una decina di chilometri La Maga Iriss si avventurò in una strada sterrata di campagna. Sembrava una strada magica di quelle che si vedono solo nei film. La Ferrari si fermò all’inizio di un boschetto che mascherava una Locanda, la “Locanda della Felicità”. Si vedeva che era un “club esclusivo e riservato”. C’era in corso “l’annuale incontro dei cinquantenni scapoli d’oro della Lombardia”. All’interno della Locanda c’era un lusso incredibile. Elena e Sonia si sentirono “in altro mondo”. La Maga Iriss presentò le due sue Assistenti quarantacinquenni pavesi… ai dodici cinquantenni d’oro. Si sa che quando gli uomini sono tanti… e le donne sono poche succedono fatti strani. E’ la concorrenza che fa la differenza. Sonia e Elena si trovarono al centro della scena, corteggiate e desiderate… Al termine dell’evento, le due pavesi avevano già detto si ad un possibile, favoloso, matrimonio e potevano fare rientro a Pavia su fiammanti Ferrari… per ripartire subito dopo per mitiche località di sole e mare. - (463)

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°14281 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Mai avere paura del domani”

Dino

 

 

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Post n°14280 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Occhio ai… Navigli

Ogni epoca ha i suoi elementi caratteristici. A Pavia, per esempio, c’è il Naviglio Pavese che da Milano porta a Pavia e scende… nel Ticino. Il termine “Navigli” significa “navigabili”… corsi d’acqua navigabili. Anche il Naviglio pavese … un volta (tanti anni fa) era navigabile. Adesso è in attesa di riprendere nuova vita… E certamente, l’avrà, magari in occasione dell’EXPO’ 2015. Ma la storia del Naviglio Pavese è molto lunga e complessa… Ne parlerò ancora. Buona giornata a tutti. Dino

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Post n°14279 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Piazza d’Italia a Pavia

Una volta si chiamava Piazza della Legna perché era il luogo dove avveniva il commercio della legna e i commercianti del settore avevano il loro punto di riferimento per fare affari. Ora è una bella piazza, assai discreta, tra la Sede de la Provincia di Pavia e l’Università. C’è pure una bella statua che rappresenta l’Italia… ma di questo ne parlò una prossima volta. Buona giornata a tutti. Dino

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°14278 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Mercoledì...a tutti"

DIARIO CORALE

del

9 luglio 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 8 LUGLIO 2014

Post n°14277 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 8 LUGLIO 2014

“In amore…serve tempo”

Dino

 
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L'ARCHITETTO SILVANO racconto (675) di Dino Secondo Barili

Post n°14276 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

8 LUGLIO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 8 Luglio 2014 – Martedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Martedì

675

I racconti delle vacanze

L’Architetto Silvano

Quando un Architetto non ha più idee si sente perso, svuotato. Gli manca la materia prima. Qual è, infatti la materia prima degli Architetti? La creatività… le idee. Un anno fa, l’Architetto Silvano, quarant’anni, scapolo, fisico da fine del mondo, era in crisi. Non una crisi qualsiasi… una crisi complessa… particolare. Si sa che l’arte ha a che fare con i sentimenti… Quella era l’origine della crisi dell’Architetto Silvano. Era in crisi con la sua dolce metà. Veramente, le cose non stavano esattamente così. La “Dolce metà” di Silvano… era il “suo lavoro” per il quale aveva speso i migliori anni della sua vita. Un anno fa, però, all’Architetto Silvano avevano commissionato un lavoro a Vigevano in Provincia di Pavia. Vigevano è soprattutto la sua Piazza. Piazza Ducale. Un immenso spazio dove l’arte trabocca ad ogni angolo. Molte persone vanno a Vigevano solo per vedere la Piazza… per godere la Piazza… per passeggiare sotto i portici della Piazza… per vivere la Piazza. Già… Vivere la Piazza. Non è un modo di dire… è una realtà. Alcune coppie, non più giovanissime, sessanta, settant’anni, fanno la loro “fuga d’amore” in Piazza… nella Piazza Ducale di Vigevano. Perché lo fanno? Perché, “gira e rigira”… in quella Piazza scatta il relè… Quale relè? Il relè dell’amore, naturalmente. L’amore a sessanta/settant’anni è una delizia. Provare per credere! L’Architetto Silvano, però, di anni ne aveva quaranta …ed era in crisi. In crisi di idee. In Piazza Ducale a Vigevano aveva appuntamento di lavoro con il suo Collega, Architetto Giansiro, scapolo, quarant’anni pure lui. Quando si incontrarono il loro discorso è finito subito suoi loro problemi personali. Ha iniziato Silvano. “Giansiro sono giù di squadra. Non riesco più a mettere a fuoco le idee… Mi mancano le motivazioni”. E’ stato come dare “fuoco alle polveri”. Giansiro non aspettava altro. “Non dirlo a me. Si continua a parlare di crisi… ma la vera crisi è nella mancanza di idee… di forti scosse… che ci facciano riemergere dal torpore in cui siamo caduti…” Giansiro parlava in generale, ma in realtà si riferiva a lui personalmente. Da un anno ci era lasciato con la sua morosa con la quale aveva vissuto sette anni. Ora, solo come un cane , si sentiva perso. Silvano azzardò un’idea. “Secondo me, bisognerebbe fare qualcosa. Chiedere consiglio ad un Psicologo” Giansiro prese la palla al balzo. “Cosa ne dici se chiedessimo consiglio al Dott. Felice? E’ molto noto a Milano… Ed un persona con i piedi per terra. Ormai, il lavoro per il quale si erano dati appuntamento… era passato in secondo piano. Al primo, ci stavano loro, i due Architetti in crisi. Oggi, con il telefonino è possibile concordare appuntamenti in brevissimo tempo. E’ quello che hanno fatto i due quarantenni. Il Dott. Felice aveva lo Studio in centro a Milano… al decimo piano. Dove esisteva solo un ampio spazio con vetrata sui quattro lati …e tutt’intorno un piacevolissimo giardino. Qualche lettore dirà che un simile luogo non esiste. O meglio, esiste solo nella testa di scrive… invece, no. Esiste davvero. Anzi, è sempre stato il sogno del Dott. Felice. Psicologo. Ricevere i “pazienti” nel suo Studio sospeso tra la terra e il cielo… con lo sguardo che spazia sui tetti di Milano… intorno piante e fiori in quantità. E i pazienti? … Felici di trovarsi nello Studio del Dott. Felice… comodamente seduti su comode poltrone. Contenti di liberarsi delle ansie de degli affanni quotidiani. Così si trovano Silvano e Giansiro i quali sui confidarono con una voce sola. “Dott. Felice. Siamo due Architetti quarantenni. Non abbiamo più idee” Più chiari di così non potevano essere … Il Dott. Felice è stato ancor più chiaro. “Certo che siete in crisi… A quarant’anni ero in crisi anch’io. Adesso, ne ho sessanta … e non lo sono più… Come mai? A quarant’anni, avevo cercato di “bruciare le tappe”. Realizzare tutto ciò che mi era passato per la testa… A quarant’anni… Visti i magri risultati… crisi. Crisi nera! Mi sentivo un fallito. E’ stato in quel momento che mi sono dato una calmata. Ero pronto ad accettare ciò che Destino voleva …e sono diventato un altro uomo. Più calmo, più riflessivo. Ho cominciato ad apprezzare le piccole gioie della vita… come l’amore. A proposito, voi due, siete innamorati?” Silvano e Giansiro scrollarono la testa con aria sconsolata. “E, no. Amici miei. Ecco il vostro problema. L’amore… l’amore che tutto può e tutto da… e molte volte prende. Il mio consiglio è di scuotere le vostre menti. Cercate la donna ideale…e buttarvi a capofitto nella “giungla del mistero”. E, si. Un uomo…senza la propria donna, manca di motivazioni. Posso suggerivi di iscrivervi al Club delle donne Architetto. Ve ne è uno in ogni città… Anche a Milano. Secondo informazioni riservate… Ci sono Architetti donne che sono la fine del mondo. Alte, bionde, occhi azzurri….e gambe da far mancare il fiato” Il Dott. Felice tacque. Silvano e Giansiro si precipitarono ad iscriversi la “Club della donne Architetto”. E’ stata la soluzione di tutti i loro problemi. Silvano non ha avuto più tempo per farsi della “menate mentali”. Giansiro ha ritrovato sé stesso attraverso la presa della presa di coscienza … che “avere quarant’anni è grandissima fortuna…a patto il “proprio tempo venga speso bene”… cioè…amando appassionatamente! - Questo è il racconto 675, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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LA COLONNA DEL DIAVOLO DI MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°14275 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

LA COLONNA DEL DIAVOLO

DI

MILANO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 07/07/14 alle 12:02 via WEB
LA COLONNA DEL DIAVOLO ---MILANO---La colonna del diavolo é una colonna di epoca romana, si trova alla sinistra della Basilica di S. Ambrogio. Questa colonna presenta due fori che, secondo la leggenda, sarebbero stati generati da una testata del diavolo. La leggenda narra che una mattina Sant'Ambrogio, passeggiando per il cortile della basilica, incontrò Satana che cercava di convincerlo a rinunciare dal portare avanti il suo compito di vescovo. Il Diavolo gli si avvicinò, ma S.Ambrogio lo colpì con un calcio, facendolo andare a sbattere con le corna contro la colonna, formando i due buchi. Il diavolo rimase incastrato nella colonna fino al giorno seguente, quando scomparve nella colonna passando per uno dei due fori, creando così un varco verso l'inferno. Sembra che, accostandosi in prossimità dei buchi, si riesca a percepire odore di zolfo e a sentire il ribollir dello Stige, il fiume infernale e che, nella notte precedente alla domenica di Pasqua, si possa intravedere il carro delle anime che porta i dannati all'inferno, alla cui guida c'è il Diavolo. In un'altra versione il maligno, cercando di trafiggere il santo con le corna, finì per conficcarle nella colonna. Divincolarsi, il demonio riuscì a liberarsi e fuggì. Da Milano, ciao Teresa

 
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LA CASCINA POZZOBONELLI DI MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°14274 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

LA CASCINA POZZOBONELLI

DI

MILANO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 07/07/14 alle 11:25 via WEB
MILANO--CASCINA POZZOBONELLI--testimonianze del nostro passato. Testimonianze che spesso sono nascoste o si confondono con il contesto attuale come i resti della Cascina Pozzobonelli (o quel che ne rimane), resti visibili ma passando davanti, pochi si rendono conto di osservare una costruzione datata 1492, ( stesso anno in cui Cristoforo Colombo arrivò in America). La Cascina Pozzobonelli si trova in via Andrea Doria, a Milano. Non è tutte la cascina, ma solo una cappella rinascimentale, composta da un’edicola e da alcune campate del portico attiguo. In architettura si identifica con la parola “edicola” una piccola struttura per contenere, proteggere l’elemento di rilievo che conserva al suo interno (diminutivo di aedes che in latino significa “tempio”). Autore del progetto sembra sia Donato Bramante (architetto e pittore, 1444 – 1514) o ad allievi a lui vicini. Dello stesso artista pare che siano opera gli affreschi presenti all’interno del porticato e visibili anche dall’esterno della cancellata che separa la costruzione dalla strada. La cascina deve il suo nome alla famiglia di Gian Giacomo Pozzobonelli, che aveva edificato in quest’area la propria residenza suburbana; cinque secoli fa si era già abbondantemente fuori dai confini cittadini. La villa, di cui rimangono solo l’edicola e il porticato, era molto estesa, di pianta rettangolare attorno a due cortili con tre vasti saloni, mentre il portico originariamente era composto da dieci arcate. La proprietà cominiciò ad andare in rovina, con manomissioni varie, alla morte del cardinale Giuseppe Pozzobonelli avvenuta il 27 aprile del 1783. Il cardinale era noto per la sua abilità diplomatica nei rapporti tra Impero Austriaco e la Santa Sede. Una curiosità, sembra che Luca Beltrami (architetto e storico, 1854 – 1933), per lo studio relativo al restauro del Castello Sforzesco e per la costruzione della Torre del Filarete (inaugurata nel 1905), si avvalse proprio dei graffiti ritrovati all’interno dei resti della Cascina Pozzobonelli. Alcuni di questi raffiguravano il Castello Sforzesco nella sua forma originale con la Torre del Filarete, torre che fu edificata inizialmente nel 1452 circa da Filarete (architetto toscano) e che crollò a seguito di un’esplosione nel 1521. Ad essi si ispirò appunto Luca Beltrami. Ciao Teresa

 
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OSCAR.TURATI...DARE/DONARE... CHE E' MEGLIO

Post n°14273 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

OSCAR/TURATI...

DARE/DONARE... CHE E' MEGLIO

oscar_turati
oscar_turati il 07/07/14 alle 23:09 via WEB
... che non è pagare per comprare ma dare, dare come donare, dare/donare prima ancora di pensare di poter avere, di poter ricevere. E, come diceva Puffo Quattr'occhi: "... che è meglio" :)! Ciao Oscar
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 08/07/14 alle 09:00 via WEB
Ciao Oscar - bel commento. Hai ragione. Dare/donare... "...che è meglio". Dino
(Rispondi)

 

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Post n°14272 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Il segreto dell’orto

Il segreto dell’orto è la costanza. Infatti, non è possibile avere un orto senza avere la costanza di curarlo tutti i giorni, innaffiare, strappare l’erba che impedisce alle verdure di crescere rigogliose. Poi, ci sono gli insetti nocivi… quelli che compaiono all’improvviso e bisogna intervenire subito perché nell’arco di qualche giorno producono danni irreparabili. Insomma, l’orto è una lezione di vita … coloro che coltivano l’orto, lo sanno. Buona giornata a tutti. Dino

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Post n°14271 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Cortile … story

Ogni settimana, nel cortile di sessant’anni fa, accadeva un fatto strano. Le donne erano di guardia sulla porta di casa e guardavano con la “coda dell’occhio” il portone d’ingresso del cortile. Era il giorno in cui arrivava il carretto delle mercanzie trainato da un cavallo… non tanto in carne … che era quasi la fotocopia del suo padrone, un omino mingherlino, tutto nervi… e arguzia. Si, perché di arguzia e di furbizia, il mercante, ne aveva da vendere. Sapeva tenere testa a quattro o cinque donne per volta. Ritirava gli stracci, li valutava e in cambio dava tegamini di alluminio o altri oggetti. Era un modo per barattare e riciclare… quella che, oggi, è chiamato il mercatino dell’usato. Buona giornata a tutti.

 
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MARION ...E IL BEL TEMPO CHE FU

Post n°14270 pubblicato il 08 Luglio 2014 da dinobarili
 

MARION ...

E

IL BEL TEMPO CHE FU

Marion20
Marion20 il 07/07/14 alle 19:37 via WEB
Di gusto vagamente rétro questo disegno... molto bello! :))) Marion
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 08/07/14 alle 08:53 via WEB
Ciao Marion - Teresa ringrazia. Esiste sempre un dolce piacere nel riconoscere "epoche artistiche" che hanno lasciato il segno. Dino
(Rispondi)

 

 
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