dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 05/09/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
526
Il Prof. Gilberto
Due anni fa, il 14 febbraio, giorno di San Valentino, il Prof. Gilberto, quarant’anni, Docente di Musica in un Liceo del milanese, era in Borgo Ticino a Pavia. Cercava di scaricare le tensioni interne che l’attanagliavano. Girare per Borgo Ticino non è il massimo della felicità… Per il Professore di Musica, però, era l’unico modo per farsi passare la profonda delusione che provava dentro sé stesso. Da qualche settimana era stato lasciato dalla sua fidanzata, Silvia, che abitava proprio in Borgo. Un amico Psicologo, Il Dott. Felice, gli aveva consigliato di camminare sulle stesse strade dove aveva vissuto momenti piacevoli. Ora, il Professore di Musica era lì, su quelle strade, giù di corda e arrabbiato con sé stesso. Secondo il consiglio del Dott. Felice, per farsi passare la delusione, era necessario mescolare “presente e passato”, rivedere gli stessi luoghi in cui ha camminato sottobraccio a Silvia… ed era felice. Una teoria strana che il Prof. Gilberto accettava, ma di cui non conosceva gli effetti. Infatti, ad un certo punto si sentì talmente male e depresso che lasciò in fretta Borgo Ticino e si incamminò sul Ponte Coperto per percorrere le vie del centro di Pavia. A metà del Ponte il Prof. Gilberto ebbe delle vertigini. Barcollò e si trovò steso per terra quasi senza accorgersene. Cercò di rialzarsi… ma non vi riuscì. In quell’istante si fermò una ragazza, bellissima…sui venticinque anni, bionda con gli occhi azzurri, minigonna mini… e due gambe che erano la fine del mondo. Si chinò sul Professore steso per terra. “Signore si sente male?” Gilberto sentì una voce dolcissima. Aprì un occhio per il timore che fosse un sogno. Sogno non era… Alla vista della ragazza, il Professore, li aprì tutti e due… Si rialzò… ma la ragazza di nome Iris, volle assolutamente essere d’aiuto. “Mi, dica. Mi dica. Si sente male? Posso fare qualcosa per lei?“ Il Prof. Gilberto si rese conto che un’occasione così non poteva capitargli un’altra volta. Ne approfittò e fece un po’ di moine… Intanto, Iris non lo perdeva di vista. Era curiosa di sapere cosa gli fosse capitato…Gilberto, per sdebitarsi offrì il caffè. La ragazza l’accettò. Gilberto e Iris si sedettero al tavolino di un Bar poco distante dal Ponte Coperto e Iris venne a sapere il dramma che Gilberto stava vivendo. Anche Iris era appena uscita da una storia simile, ma non ne parlò. Sembrava che due avessero molte altre cose da dirsi…ma non c’era tempo. Iris, infatti, doveva prendere l’aereo per gli Stati Uniti per seguire un corso di specializzazione di un anno. Gilberto decise di accompagnarla con la sua automobile all’Aeroporto della Malpensa. Durante il viaggio parlarono di molte cose e decisero di rivedersi al rientro di Iris dagli Stato Uniti. Prima di lasciarsi, però, la ragazza ebbe un’idea. Nella borsetta teneva un piccolo lucchetto d’argento con tanto di chiave funzionante. “Gilberto …se il destino ha deciso qualcosa per noi …c’è un solo modo per saperlo. Mia nonna mi ha dato questo piccolo lucchetto con tanto di chiave. Ti do il lucchetto chiuso …ed io mi tengo la chiave. Se “le rose dovranno fiorire” … ci rivedremo sul Ponte Coperto di Pavia il prossimo 14 febbraio, giorno di San Valentino. Sino a quel giorno… nessuna comunicazione tra noi due.” Gilberto accettò. Il 14 febbraio, giorno di San Valentino di un anno fa, il Professore di Musica, alle nove del mattino, era già sul Ponte Coperto. Quando si aspetta una persona il tempo non passa mai. Inoltre, non era detto che Iris arrivasse davvero. L’anno era stato lungo. Il quarantenne aveva un calendario tascabile. Ogni giorno sottolineava la giornata trascorsa. A volte, Gilberto si guardava nello specchio e si chiedeva. “ Come fa un uomo di quarant’anni a fare queste cose? Eppure, se la vita è un’emozione… quella che sto vivendo è una delle più belle emozioni della vita.” Poi, nella testa del Professore di Musica, nascevano dubbi, incertezze. Ora, però, era giunto il giorno di San Valentino, e il Prof. Gilberto era Sul Ponte Coperto di Pavia. Ogni tanto, metteva la mano in tasca per toccare il suo piccolo lucchetto d’argento… le dieci, le undici, le dodici. Gilberto decise di prendere un caffè allo stesso Bar e allo stesso tavolino dove era stato con Iris un anno prima. Si rese conto che spesso l’amore è una follia… una follia per la quale vale la pena vivere. Cosa sarebbe, infatti, la vita senza una simile follia? Gli occhi del Professore di Musica guardavano le persone che transitavano da una parte all’altra del Ponte. Un ininterrotto via vai di persone. Di uomini e di donne… Ad un tratto vide una donna … che poteva essere Iris. Pagò in fretta la consumazione e si precipitò sul Ponte. Gilberto si mise a correre per raggiungere la donna che poteva essere Iris. Lui correva… ma donna sembrava allontanarsi sempre di più. Il Professore si diede dello stupido da solo… “se le cose devono accadere …accadono anche senza correre” si disse. Si fermò. Mise la mano in tasca per toccare il “suo lucchetto”…Una mano leggera si posò sulla sua spalla… e… “Sono qui. Ecco la chiave … della felicità”. (526)
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FLORENCE NIGHTINGALE
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL MISTERO DELLA VITA
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LUXXIL...
E
IL RACCONTO SULL'AMICIZIA (525)
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO SULL'AMICIZIA
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PENSIERO DEL GIORNO
“Non bisogna soffermarsi troppo su ciò che si è fatto… Bisogna, invece, concentrarsi su ciò che si deve fare” Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
7
Il Rag. Paolo… e la ragazza bionda
Il Rag. Paolo lavorava a Milano, ma abitava a Pavia. Per il Ragioniere, trentacinquenne, appassionato della natura selvaggia … Pavia era la più bella città del mondo … perché aveva il fiume Ticino. Infatti, “il pendolare” (così si faceva chiamare sul posto di lavoro) aspettava il sabato mattina per fare delle lunghe passeggiate sulla riva destra del Ticino, quella che prima dell’Unità d’Italia, era la riva “piemontese” … o “dei Savoia”. Il Rag. Paolo preferiva la riva destra (alla sinistra)… perché offriva un numero maggiori di sentieri “senza fine” in mezzo ai boschi. Ai primi di settembre dello scorso anno, lungo un sentiero aveva fatto amicizia con un suo coetaneo appassionato di “camminate”. Erano entrati in confidenza e si erano scambiati informazioni sui vari sentieri e sui vari tracciati. Il coetaneo di nome Giovanni aveva confidato al Ragioniere alcune sue “raccomandazioni”. Una di queste “raccomandazioni” riguardava un sentiero poco lontano da Carbonara al Ticino . “Se io fossi in te… su quel sentiero non ci andrei… mai”. Basta un’informazione del genere per scatenare nella testa di una persona una ridda di domande. Ed è, appunto, quello che accade al Rag. Paolo. A poco valsero i perché rivolti al coetaneo. Giovanni non dava spiegazioni… sempre più misterioso, scantonava e lasciava cadere la domanda senza dare alcuna risposta. Un giorno Paolo si stufò di fare domande. Volle vederci chiaro, di persona, vedere cosa c’era su quel sentiero. Un sabato mattina di settembre dello scorso anno il Ragioniere si avventurò lungo il tracciato, non molto diverso dagli altri. Ogni tanto, il sentiero, aveva una pozza d’acqua risorgiva. Le pozze erano quasi tutte uguali, poco profonde, con pesci e rane in quantità. Durante un percorso il Rag. Paolo si sentì stanco e decise di fare una sosta in riva ad una pozza d’acqua. Fu in quel momento che si trovò accanto una bellissima ragazza bionda con occhi azzurri la quale cominciò a fare domande. Come ti chiami… quanti anni hai…dove lavori…fino a chiedere… se il Ragioniere avesse una fidanzata. La conversazione era piacevole e Paolo non aveva nulla da nascondere. Le domande erano più che legittime… Da quel sabato mattina, però, il Ragioniere non vedeva l’ora di alzarsi presto, prepararsi … e recarsi alla pozza d’acqua per l’appuntamento con la ragazza bionda… Fu un settembre da sogno. Il Rag. Paolo cominciò “a sognare”… e a volte, quando era in ufficio, si “incantava” davanti al computer. Per fortuna c’era Gisella, la sua collega, che lo curava a vista e ogni tanto lo riprendeva benevolmente. Un sabato mattina, il Rag. Paolo, aveva deciso di fare “una proposta seria” alla bellissima ragazza bionda con gli occhi azzurri. Raggiunse la pozza d’acqua, si sedette, attese, ma nessuna ragazza bionda comparve all’orizzonte… E da quel giorno, la ragazza non si fece più vedere. Paolo ci rimase male… ma capì che ogni cosa vissuta “intensamente” merita un piacevole ricordo. Buona giornata a tutti Dino (7)
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5 SETTEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 5 Settembre 2014 – Giovedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconti di settembre
734
Romeo e la Signora Evelin
Siccome i giorni non sono tutti uguali, così non ci sono mesi uguali e anni uguali. Ne era più che convinto il Dott. Romeo, cinquant’anni, scapolo, Dirigente di una Agenzia di Pubblicità a Milano, abitante a Pavia. Quando una persona ha le responsabilità gestionali e di “creatività” di una Agenzia pubblicitaria è sempre in movimento. Non può stare fermo neanche un minuto. Prima di tutto ci sono i conti che devono essere sempre a pareggio… anzi, in attivo di parecchio… per coprire e prevenire eventuali momenti di crisi. Il team del Dott. Romeo era al corrente del principio e si guardava bene dal metterlo in discussione. Gli umori, però, non si possono controllare come i conti… Bisogna prenderli per quelli che sono, e come vengono. Un anno fa, il Dott. Romeo era in crisi di creatività. La creatività non è come i conti che si possono prevedere… è tutt’altra cosa. In passato il Dott. Romeo aveva un suo metodo per affrontare i momenti di crisi di creatività. Si prendeva un paio di giorni di ferie e si recava in un Albergo in Svizzera. Bastavano due giorni per riprendesi e rimettersi a correre come e più di prima. Un anno fa, invece, i due giorni non sono serviti. Motivo. Alla Direzione dell’Albergo c’era stato un avvicendamento e la Signora Evelin, Direttrice della struttura, non c’era più. Aveva assunto un altro incarico, molto più elevato. Per il Dott. Romeo è stato un colpo inaspettato. Al suo ritorno nell’Agenzia, dopo i due giorni di ferie, tutto il personale se ne era accorto e si preoccupò. Specialmente la Segretaria, Dott. Rosy, cinquant’anni, bellissima. La Dott. Rosy non era solo la Segretaria, ma l’anima dell’Agenzia. Sapeva tutto di tutti… specialmente del Dott. Romeo. Quando si ha a che fare con la creatività il problema è molto complesso. Gli umori di una persona sono determinanti e condizionanti. Il Dott. Romeo aveva bisogno di riprendersi in fretta e doveva trovare la soluzione adeguata. Cosa fare? Chiese aiuto alla Dott. Rosy la quale aveva un’amica in Lomellina… Era un’amica un po’ particolare. Si chiamava Ersilia la Maga… un donnone che con una mano avrebbe fatto girare il mondo intero. Però, aveva dei saperi che nessun’altra donna della Lomellina aveva. Quando i problemi sono urgenti non si guarda tanto per il sottile. Rosy fece la propsota al Dott. Romeo, e il cinquantenne accettò. L’incontrò è avvenuto in modo insolito… sulla riva del Torrente Terdoppio nei pressi di Lomello. La Maga Ersilia si appartò in un boschetto con il Dott. Romeo. Scelse un ansa del Torrente dove l’acqua correva veloce e vi gettò una foglia. Dopo alcuni minuti di osservazione, la Maga Ersilia sentenziò. “Lei, Dott. Romeo, deve recarsi per tre mattine alle ore cinque sul Ponte Coperto di Pavia. Camminare avanti e indietro sul Ponte per un’ora. La terza mattina sul Ponte transiterà un’automobile… e lì ci sarà la sorpresa” Al Dott. Romeo gli è sembrato di essere ritornato alla preistoria, ma non si fece meraviglia. Da sempre, passato, presente e futuro si fondono. Il futuro è già nel presente ed il passato vive ai giorni nostri. Soddisfatto, il Dott. Romeo ritornò in Agenzia rinfrancato. Ormai aveva delle carte da giocare…e le avrebbe giocate fino in fondo. La mattina successiva il Dirigente dell’Agenzia era già sul Ponte Coperto di Pavia alle quattro mezza. Sapeva che era un sacrificio. Sapeva che a quell’ora avrebbe sopportato un freddo pungente, ma non voleva perdersi l’avventura. Le prime due mattine non è successo niente, ma alla terza mattina è stata tutta un novità. Innanzi tutto sono passate parecchie automobili. Una in particolare era rossa fiammante. E’ stata la stessa che alle ore sei si è fermata ed il conducente ha fatto una domanda al cinquantenne. “Lei è il Dott. Romeo?” Il Dirigente dell’Agenzia rispose affermativamente. Il Signore che aveva posto la domanda continuò. “Ho un messaggio per Lei. La Signora che avrebbe dovuto essere con me ha avuto un contrattempo e non ha potuto essere presente. Se si fida, può salire sulla mia automobile ed io la porta dalla Signora” Il Dott. Romeo accettò. Dopo quattro ore di viaggio l’automobile con il Signore e il Dott. Romeo entrarono nel parcheggio di un lussuoso Albergo svizzero. Ad accogliere il cinquantenne c’era la Signora Evelin. Come il fatto sia avvenuto, per il Dott. Romeo, è rimasto un mistero… ma non ha voluto approfondire. Certe cose sono fatte così e così devo rimanere. Da quel momento la creatività del cinquantenne non sarebbe mai più venuta a mancare. Per il Dott. Romeo c’era sempre Evelin. - Questo è il racconto 734, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
525
L’importanza dell’amicizia
E’ noto che per vivere bene (specialmente in periodo di crisi) è indispensabile l’amicizia, avere tanti amici. E’ altresì risaputo che l’amicizia non si “compra al mercato”… è un “reciproco affetto costante e operoso tra persona e persona”. Soprattutto è “un rapporto” che si costruisce nel tempo. Non si diventa amici da un giorno all’altro come quando si va al mercato “a comprare le mele”. Ne parlavano ieri mattina, tre pensionati in un Bar di Piazza della Vittoria a Pavia. Alfredo, 80 anni, Michele, 75 anni, Giovanni, 71 anni. Il discorso era stato tirato in ballo da Giovanni il quale era un po’ arrabbiato con una sua coetanea e vicina di casa: Elvira. L’Elvira, 71 anni, vedova, si lamentava in continuazione perché era sola, e nessuno la guardava e chiacchierava con lei… nemmeno Giovanni (suo vicino di casa) che conosceva da una vita. Il coetaneo e vicino di casa aveva le sue buone ragioni. Giovanni, ogni volta che sentiva la stessa lamentela si arrabbiava dentro di sé, ma non diceva niente. Ieri mattina, invece, era sceso dal letto con il piede sinistro ed aveva risposto per le rime alla vicina di casa. “Elvira, è inutile che ti lamenti ora. Sei sola perché lo hai voluto tu… e se devo essere sincero, ti sta pure bene. Quando eri giovane, bella e piena di vita, guardavi tutti dall’alto in basso… come tu fossi la regina in persona… (compreso il sottoscritto). Anzi, se qualche volta mi azzardavo a salutarti … mi guardavi come dire “ma tu chi sei?”. Poi gli anni sono passati… la bellezza è sfiorita… i casi della vita sono stati tanti… Ora… non ho più tempo io… a chiacchierare con te. Vado a chiacchierare con i miei amici Alfredo e Michele con i quali ho condiviso molte ore nel corso degli anni. Con loro ho parlato di tutto. Ci siamo confidati nei momenti in cui era necessario uno sfogo.” L’Elvira era rimasta male, ma, in fondo, se la era cercata. Michele colse la palla al balzo. “Hai ragione, Giovanni. Molte persone, anziché lamentarsi, dovrebbero farsi l’esame di coscienza. Vedere cosa hanno seminato nella vita. Ricordi Candido? Quell’impiegato di quell’Ente Pubblico che faceva fatica a guardarti in faccia? Tutte le volte che ponevi una domanda … faceva fatica a far uscire le parole di bocca? Ora è in pensione. Lo vedo sempre solo, testa bassa, che cammina per Corso Cavour. Non ho mai visto una persona rivolgergli la parola. Se fosse stato un più umano. Se fosse stato meno superbo e più disponibile verso le persone… oggi, forse, qualcuno potrebbe rivolgergli un saluto. Anzi, ho visto persone che quando lo incrociano, fanno finta di soffiarsi il naso e lo ignorano come fosse lebbra. Non si dice di essere amici di tutti e con tutti… si tratta di avere un minimo di umanità. Se, poi, ci sono gli amici ben vengano… Diceva un proverbio asiatico: “Un uomo è fortunato quando ha pane e amici.” Alfredo, 80 anni, non aveva ancora parlato… ma non aveva perso una parola. Volle dire la sua. “In tanti anni ho imparato una lezione … gli amici sono come la salute… ci si accorge della loro importanza… il giorno in cui vengono a mancare” (525)
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GRANDI DONNE
di
Teresa Ramaioli
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LA REGGIA DI CASERTA
di
Annamaria Mennitti
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il 24/01/2017 alle 16:51
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il 19/01/2017 alle 13:35
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