Messaggi del 09/09/2014

ELISA racconto (530) di Dino Secondo Barili

Post n°15323 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

530

Il San Valentino… di Elena

Un anno fa, all’avvicinarsi del 14 febbraio, i giornali e la TV si erano dati da fare per parlare di San Valentino e della Festa degli Innamorati. Non bastavano gli addobbi delle vetrine piene di strane confezioni di cioccolatini, cuoricini d’oro con le parole “t’amo”, proposte e regali vari… anche i “media” facevano un gran fracasso. Elena, cinquant’anni, in un primo tempo non ci aveva fatto caso. Riteneva che la cosa non la riguardasse… Poi, adagio, adagio… si sentì coinvolta. Del resto un donna a cinquant’anni è nel pieno delle sue potenzialità. Non importava che, in quel momento, fosse single. Riteneva di esserlo… ma solo temporaneamente. Michele, il suo ultimo fidanzato, da sei mesi era partito. Si era preso una “pausa di riflessione” e si era trasferito in un’altra città. Elena aveva capito che si trattava di una scusa…e che avrebbe fatto meglio a metterci “una pietra sopra”. Ora, era sola, libera come l’aria … e la Festa di San Valentino era alle porte. Cosa fare? Restare con le mani in mano o tentare di aprire qualche varco? A volte basta poco per dare una svolta alla propria vita. Chiamò la sua amica e coetanea Martina per un caffè in un Bar di Piazza della Vittoria a Pavia. Martina si rese disponibile e all’ora fissata, le due amiche, si trovarono una di fronte all’altra sedute ad uno dei tavolini dei Bar della Piazza. Siccome l’affollamento dei Bar è continuo le persone sono quasi “pigiate” una accanto all’altra. Ad Elena, però, la cosa non dispiaceva. Anzi, era un modo per sentirsi in piacevole compagnia. Martina chiese subito quale fosse la ragione dell’appuntamento. Elena spiegò il motivo. “Martina, domani 14 febbraio è San Valentino. Come sai sono rimasta sola. Michele se ne è andato e non tornerà più. Pertanto non ho alcuna voglia di farmi sangue cattivo. Ho deciso di vivere un San Valentino speciale, sopra le righe. Non mi importa dove, ma lontano da Pavia. Voglio togliermi tutte le soddisfazioni di questo mondo. Volevo chiederti se hai delle idee in proposito.” Martina, comprese il desiderio dell’amica. Sapeva per esperienza, che quando “un amore” finisce le persone hanno spesso due opposti atteggiamenti. C’è chi si abbatte e cade in depressione … e chi non vede l’ora di “inneggiare alla libertà”… e ricominciare una nuova avventura. L’amica Elena apparteneva alla seconda categoria. Cercò di essere concreta. “Elena, tutto quello che posso fare è di invitarti a passare la serata in una Sala da Ballo. Mio marito ed io abbiamo prenotato… ci puoi venire anche tu.” La cinquantenne, ci pensò e declinò gentilmente l’invito. “No, no, Martina. Ti ringrazio, ma non è genere di San Valentino che desidero vivere. Voglio qualcosa di speciale. Magari un bel viaggio sulla Costa Azzurra… in rossa Ferrari. Passeggiata sul lungo mare… Un drink tanto per creare l’atmosfera… una cenetta al lume di candela con un “fusto da fine del mondo” in uno dei Ristoranti caratteristici della costa…e poi, e poi… quel che Dio vorrà… magari una notte di fuoco, di sesso senza limiti.” Più che un San Valentino sembrava un “libro dei desideri”…Mentre Martina non sapeva più cosa dire, un elegante Signore, sui sessant’anni, seduto al tavolino accanto, si rivolse a Elena e parlò. “Signora Elena. Mi scusi se la chiamo così. Ho ascoltato tutto ciò che ha detto. Sono il Dott. Felice Franz, Regista in Francia. Mi sto occupando di una fiction per la TV. La sua idea di passare un San Valentino speciale sulla Costa Azzurra, mi piace. Se vuole possiamo partire subito sulla mia rossa Ferrari… e tutti i suoi desideri diventeranno realtà.” Elena rimase allibita. Martina per poco non svenne. Oltre tutto, il Dott. Felice Franz era un “fusto”, proprio l’uomo che Elena aveva sempre sognato. La cinquantenne decise sull’istante… “Certo che vengo… il treno del Destino passa una sola volta nella vita. Adesso o mai più. O si prende il treno quando passa… o si rimane a piedi… per sempre.” - (530)

 
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CARLO V E LA FRITTATA di Teresa Ramaioli

Post n°15322 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

CARLO V E LA FRITTATA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 09/09/14 alle 15:20 via WEB
CARLO V E LA FRITTATA----Immersa nel verde delle pendici della Maddalena, Padula merita una visita non solo per la bellissima Certosa di San Lorenzo, uno dei più spettacolari monumenti dell’Italia meridionale, ma per le suggestive ambientazioni naturali ed il patrimonio culturale che la caratterizza. Ogni 10 di agosto, presso la Corte Esterna della Certosa di San Lorenzo a Padula si presenta la "Frittata di Mille Uova". L’evento prende spunto da un episodio avvenuto nel 1535. Nel Film C’era una volta… capolavoro di Francesco Rosi e, interpretato dalla nostra Sofia Loren ed Omar Sharif, si fa riferimento a questo episodio leggendario. Il re Carlo V di Spagna, ritorna trionfante dalla battaglia di Tunisi nella quale ha sconfitto l’ammiraglio turco Khayr al-Din ,detto Barbarossa e, decide di fermarsi a Padula. Sosta presso la Certosa di San Lorenzo per due giorni, con l’intero esercito al seguito, ai quali ordina di non mangiare carne in conformità alle regole del monastero. Lo stesso sovrano rinuncia ad ogni lusso, dormendo in una cella proprio come i padri, l’unico vezzo fu quello di sostituire il pagliericcio con un materasso e le lenzuola di lana con quelle di lino. L’Imperatore desidera far colazione in cantina con tutti i suoi uomini, ed i monaci preparano per l’illustre ospite una “pantagruelica imbadigione” e, tra l’altro, versano in una enorme frittata ben mille uova. Carlo rimane sconcertato dall’abilità del cuoco e, grato per gli onori che gli erano state riservate, decide di confermare al monastero gli antichi privilegi di cui godeva E’ un episodio che ha del leggendario, ma che a distanza di anni è divenuto realtà. Ogno 10 agosto, Padula commemora lo storico evento presso la certosa, con una festa dal titolo “Padula in festa per Carlo V - Frittata delle mille uova”, e’ un’avvenimento che richiama molti spettatori da ogni parte d’Italia e riveste una grande importanza, non solo dal punto di vista culturale, ma anche turistico. Ciao Teresa Ramaioli

 
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ANNAMARIA...E IL RACCONTO DI ORIANA

Post n°15321 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL RACCONTO DI ORIANA

annamariamennitti
annamariamennitti il 09/09/14 alle 13:57 via WEB
Bellissimo racconto, Oriana oltre ad imparare il ballo le è andato tutto bene ,anche l'amore del suo maestro di ballo che la farà continnare a ballare per il resto dei suoi anni... bravi!!!!! però posso dire una cosa :Non è che la signora Maria aveva la sua percentale con il corso di ballo .per quante scarpette vendesse..punti di vista ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/09/14 alle 18:29 via WEB
Ciao Annamaria - sicuramente la Signora Maria era coinvolta nella faccenda... ma servirebbe un altro racconto per descrivere come... Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANNAMARIA ...E I PENSIERI SPARSI

Post n°15320 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

I PENSIERI SPARSI

annamariamennitti
annamariamennitti il 09/09/14 alle 14:05 via WEB
Anche una persona meno ricca di fantasia potrebbe scrivere come megio desidera .anzi più fantasia usa nel descrivere l'amore... più forte è la realta ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/09/14 alle 18:25 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. In amore ci vuole fantasia. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°15319 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“L’amore fa sognare…

sempre”

Dino

 

 

 
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GIULIO BASLETTA di Teresa Ramaioli

Post n°15318 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

GIULIO BASLETTA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 09/09/14 alle 15:23 via WEB
GIULIO BASLETTA schermidore (VIGEVANO, 1890- 1975). Si avvicinò giovanissimo al mondo della scherma e si impose rapidamente all’attenzione dei tecnici nazionali e internazionali. Nel 1925, dopo aver vinto il titolo europeo di spada a Ostenda(città portuale belga, fece parte della Nazionale che partecipò alle Olimpiadi di Parigi, dove vinse la medaglia di bronzo. Nel successivo torneo olimpico, svoltosi ad Amsterdam nel 1928, conquistò la medaglia d’oro. Ritiratosi dallo sport attivo , fu per cinque anni presidente della Federazione italiana di scherma, per poi entrare a far parte della Federazione Internazionale, della quale nel 1953 fu nominato membro d’onore. Dal governo francese fu insignito della Legion d’Onore; nel 1967 ricevette la Stella d’Oro al merito sportivo dalla Presidenza del Consiglio del governo italiano. Alla sua memoria la città di VIGEVANO ha intitolato il Palazzotto dello Sport. Ciao Teresa Ramaioli

 
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RICAMIAMO...E IL RACCONTO DI ORIANA E LE SCARPETTE ROSSE

Post n°15317 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

RICAMIAMO ...

E

IL RACCONTO DI ORIANA E LE SCARPETTE ROSSE

RicamiAmo
RicamiAmo il 09/09/14 alle 14:06 via WEB
Proprio un bel racconto, mi è piaciuto tanto un abbraccio Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/09/14 alle 18:15 via WEB
Ciao - grazie per la visita e il giudizio. I complimenti fanno sempre bene e spronano a fare meglio. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°15316 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“E’ doveroso “godere”

ciò che si ha oggi…

senza lasciarsi ammaliare

da ciò che si aveva ieri …

o illudere

da ciò che si avrà domani”

Dino

 

 

 
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FEDERICA E IL SOGNO RICORRENTE racconto (10) di Dino Secondo Barili

Post n°15315 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

 con persone reali o fatti realmente avvenuti)

10

Federica … e il sogno ricorrente

Che cosa è il sogno? Secondo gli “antichi” era il “canale privilegiato di comunicazione con gli dei”. Un modo di predizione del futuro o di “governare” il presente… Oggi, la scienza ha dato altre versioni e interpretazioni del sogno. Tuttavia, quando una persona ha un “sogno ricorrente”… comincia a farsi domande e, nonostante tutte le spiegazioni scientifiche, cerca di darsi una “sua risposta”. Qualche anno fa, Federica, bellissima quarantenne, ebbe per la prima volta un sogno ricorrente. Era un martedì. Nel sogno… Federica si trovava in vacanza nel paesino dove era nata… nell’Oltrepò Pavese, difficile da raggiungere, incuneato in una valle lussureggiante. La bellissima quarantenne, però, nel paesino natale ci era rimasta pochissimo tempo, quindi, doveva avere una vaga idea di come poteva essere quel luogo. Insieme a sua madre si era trasferita a Milano quando lei non camminava ancora. Nella grande città era cresciuta, aveva studiato, raggiunto la Laurea… e si era felicemente sposata. Ora, però, proprio un martedì … il paesino natale ritornava con sempre maggiore insistenza. All’inizio…una volta al mese. Poi, ogni quindici giorni… infine, tutte le settimane: il martedì. La cosa cominciava a diventare preoccupante. Federica ne parlò al suo medico di famiglia il quale le consigliò di non dare troppo peso a certe manifestazioni della psiche… Secondo il medico, poteva essere stress, un malessere passeggero, un film visto in TV, o un libro letto nel quale si era fatta coinvolgere troppo. La bellissima quarantenne cercò di ignorare il sogno, ma più cercava di dimenticarlo…più il pensiero del paesino natale diventava dominante. Federica ne parlò con sua madre la quale si rese conto che il sogno ricorrente aveva una sua motivazione reale. Infatti, la figlia aveva “una storia” un po’ travagliata alle spalle. La madre, Rachele, giovanissima, si era innamorata (follemente) di un bel giovanotto suo coetaneo del paese natale. La natura aveva fatto il resto… Rachele … era rimasta incinta. Ormai, non c’era alternativa: il matrimonio era l’unica soluzione. Tre giorni prima del matrimonio, però, il promesso sposo scomparve e di lui non si seppe più nulla. Con l’aiuto della famiglia, Rachele portò a termine la gravidanza e nacque Federica… straordinariamente bella, vivace, sanissima. La bambina non aveva ancora compiuto l’anno che la madre Rachele ricevette una proposta di matrimonio da un compaesano che si trovava per lavoro a Milano. La “trattativa” si concluse nel migliore dei modi e Federica ebbe una famiglia vera… nella grande città. Ora, però, la bellissima quarantenne aveva un sogno ricorrente in cui “si trovava in vacanza in un luogo che, solo vagamente, poteva ricordare”. Un giorno, insieme al marito Claudio, Federica fece ritorno al paese dove era nata. Salutò i parenti e chiese loro di vedere la “grotta del torrente” nota a pochissimi abitanti locali. Un parente, meravigliato, si offrì di accompagnarla, ma, da quel momento, Federica, si muoveva come “guidata” da una mano invisibile. Raggiunse la grotta seminascosta da fitta vegetazione. Vi entrò. Toccò con la mano tutta la parete fino a quando scoprì un pertugio quasi invisibile. Dentro al pertugio c’era un involucro ben sigillato. Conteneva un tesoro… anelli, collane, orecchini e una lettera di accompagnamento. La lettera diceva: “Dal tuo papà, Aldo, che non ti ha mai dimenticata”. Buona giornata a tutti. Dino (10)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°15314 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Mercoledì...a tutti"

DIARIO CORALE

del

10 settembre 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 9 SETTEMBRE 2014

Post n°15313 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 9 SETTEMBRE 2014

“L’amore è una fiaba

che ognuno scrive

 a modo suo”

Dino

 
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ORIANA E LE SCARPETTE ROSSE racconto (738) di Dino Secondo Barili

Post n°15312 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

9 SETTEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 9 Settembre 2014 – Martedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconti di settembre

738

Oriana e le scarpette rosse

Sessant’anni è l’età delle decisioni. Adesso o mai più. Non è vero che sia così, ma… Le decisioni non sempre sono legate all’età, ma l’età conta. Specialmente per Oriana, una bellissima sessantenne di Pavia, single, che aveva alcuni sogni nel cassetto… Sogni che non aveva ancora potuto realizzare. Il primo sogno che alberga in ogni persona è l’amore… Quello, si sa, a volte riesce …altre volte,no. Gli altri due sogni erano un po’ diversi. Richiedevano anch’essi una buona dose di fortuna: imparare a ballare ed avere un Attico a Pavia. Un anno fa, a settembre, la sessantenne Oriana decise di imparare a ballare. Non era la prima volta che ci provava, ma non ci era mai riuscita. Una volta, iscritta ad un Corso di Ballo, ci rimase male. Il Maestro di Ballo, il Signor Gastone, l’aveva mortificata. “Oriana … lei è una schiappa. Non imparerà mai a ballare. Non ha il senso del ritmo, della musica…” Oriana, ci era rimasta talmente male che per parecchi giorno ha fatto fatica persino a guardarsi allo specchio. Aveva paura che un “Gastone qualsiasi” la indicasse col dito accusatore. “Oriana sei una schiappa…” A sessant’anni, però, uno persona si fa meno scrupoli. Comincia a dirsi… “Ma chi se ne frega del giudizio delle persone… Io, sono io… e quello che voglio… è affar mio”. Il mese di settembre è il mese migliore per partire alla grande, per inseguire i sogni. Oriana era decisa. Si sarebbe iscritta ad una Scuola di Ballo… Non voleva,però, ripetere ciò che era successo con Gastone. Per prima cosa si informò dalla sua amica Valeria, ballerina sessantenne. Valeria, oltre ad essere bravissima a ballare, era anche molto fantasiosa. Disse la sua. “Oriana, per imparare a ballare…e ballare bene … ci vogliono le scarpette rosse” Oriana si incuriosì. “Le scarpette rosse? E dove si comprano?” Valeria rispose con la prima idea che le era venuta in mente. “Dalla Signora Maria di Varzi” Oriana prese per buona la risposta. Non chiese neppure di quale Signora Maria si trattasse. A Varzi, in provincia di Pavia, ci sono centinaia di Signora Maria. Inoltre, ci sono donne che pur avendo un altro nome come Anna… si fanno chiamare Maria. Dopo alcuni giorni, Oriana cercò Valeria per farsi spiegare di quale Signora Maria si trattasse, ma era partita per il Venezuela. Impossibile rintracciarla …anche con il telefonino. Quando un persona è caparbia… non si ferma davanti ad alcun ostacolo. Oriana partì con la sua automobile da Pavia alla volta di Varzi. Un’ora di strada ed ecco Varzi… ridente località incuneata tra verdi colline e, sullo sfondo, appenninici monti che raggiungono quasi i tremila metri di altezza. Cercare una Signora Maria a Varzi è come indovinare la combinazione vincente di una lotteria. Oriana si intrufolò nelle stradine medioevali del centro storico di Varzi. Lesse parecchie targhette poste vicino alle porte e suonò alla prima Maria che le venne sotto il naso. La porta si aprì ed apparve una favolosa donna bionda sui cinquant’anni. “Scusi, Signora Maria, sto cercando delle scarpette rosse per imparare a ballare” La donna bionda si fece seria. “E’ proprio sicura che vuole imparare a ballare? Non è che fa come le altre … che dopo un po’ si stancano e buttano le scarpette rosse nel bidone della spazzatura?”- “No. No. E’ una vita che cerco di imparare a ballare e non ho mai trovato la strada giusta. Ora voglio realizzare uno dei sogni della mia vita” – rispose convinta Oriana. La donna bionda rientrò in casa e uscì con una scarpetta rossa e un foglio con un indirizzo scritto a mano. “Io, non so chi è lei, e neppure voglio saperlo. Le posso solo dare una scarpetta sola… l’altra la troverà all’indirizzo scritto sul foglio” Le due donne si strinsero la mano e si salutarono. Oriana ritornò a Pavia più frastornata che mai. Un’avventura così non le era mai capitata in tutta la vita. A Pavia, la sessantenne, lesse l’indirizzo sul foglio, e vi si recò subito. L’indirizzo indicava un Palazzo sulla riva sinistra del fiume Ticino. Uno dei numerosi lussuosi Palazzi che, da soli, fanno immaginare una vita da sogno. Oriana suonò il campanello all’indirizzo indicato e una voce maschile rispose: “Salga usando l’ascensore numero tre, ultimo piano” In un attimo la sessantenne si presentò con la scarpetta rossa. Oriana era ferma davanti alla porta aperta su un meraviglioso Attico. Nello specchio della porta c’era l’uomo più affascinante che avesse mai visto. “Sono il Dott. Andrea. Prego entri. Mi ha chiamato mia sorella Maria di Varzi. Mi ha detto che sarebbe passata a prendere la scarpetta rossa. Entri. Entri” Oriana non sapeva dove guardare. Era un Attico da sogno…grandissimo come fosse un giardino sospeso tra la terra e cielo… In lontananza le colline e i monti dell’Oltrepò, Pavese. Il Dott. Andrea fece strada all’ospite. Accompagnò la sessantenne passo dopo passo in quel luogo da sogno. Ad un tratto il Dott. Andrea pose la domanda. “Scusi, lei come si chiama?” –“Mi chiamo Oriana… Oriana di Pavia. Cercavo le scarpette rosse per imparare a ballare. E’ una vita che ci provo e non ci sono mai riuscita…” Il Dott Andrea, sessantenne dal fascino superlativo accennò ad un sorriso. “Oriana… usiamo il tu… Io sono il tuo nuovo Maestro di Ballo. Questo Attico è nostra sala da ballo” In quell’istante l’enorme salone si trasformò in una pista da ballo. Valzer viennesi si diffusero in ogni angolo. Il Dott. Andrea e Oriana accennarono a passi di danza. Andrea teneva la scarpetta rossa in una mano …e l’altra scarpetta era nella mano di Oriana… al resto ci ha pensato il Destino… anche per l’amore che è sbocciato subito dopo. - Questo è il racconto 738, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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CARLO BANDIROLA di Teresa Ramaioli

Post n°15311 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

CARLO BANDIROLA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/09/14 alle 14:11 via WEB
iltuonoilgrillo il 28/10/13 alle 19:34 via WEB CARLO BANDIROLA- campione motociclista(Voghera, 1915- 1981). Fin dall’adolescenza affascinato dai motori e dalle motociclette, esordì nelle corse automobilistiche nel 1934 sul Circuito di Novara. L’anno successivo, per avere la possibilità di proseguire l’attività agonistica,entrò volontario nel corpo della Milizia della Strada, nelle file della cui squadra corse fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale.La guerra gli impedì di proseguire una evoluzione che lo avrebbe sicuramente portato a vittorie ben più importanti. Alla fine del 1945 rientrò a Voghera, riprese servizio nella Milizia, divenuta Polizia della Strada, e ricominciò a correre. Nel 1947 fu assunto dalla GILERA come pilota ufficiale. Smise di correre nel 1958, dopo aver conquistato , all’ età di 45 anni ,. l’unico titolo della sua carriera, quello di Campione italiano classe 500cc. Pilota irruente e capace come pochi di entusiasmare le folle, vinse molto meno di quanto avrebbe meritato, ma fu sempre nel cuore degli appassionati, anche dopo aver, come si suol dire, “APPESO LA MOTO AL CHIODO”. – Come tutti i piloti anche Carlo Bandirola considerava alcuni oggetti o consuetudini come dei talismani :era particolarmente affezionato al suo casco bianco con la stella rossa , tanto che non lo sostituì neppure quando si ammaccò visibilmente dopo una grave caduta. Un altro simbolo di scaramanzia era costituito dalla sua tenuta di corsa in pelle, che non volle mai rinnovare, anche se era “spelacchiata”e gli conferiva un’aria piuttosto trasandata. A tale proposito si racconta un simpatico aneddoto circa un episodio accaduto a MONZA nel 1957:prima della partenza della gara, in seguito alle insistenze degli amici affinché indossasse la nuova tuta, Carlo vestì la “nuova pelle”in un unico pezzo con l’imbarazzo della poca convinzione. Accadde però che, pochi minuti prima del vi, Bandirola non era ancora comparso in pista e, mentre lo si cercava ,egli arrivò sorridente e a suo agio indossando la vecchia mise, e disse all’amico:”Caro Milesone , rabiat no , ma custa chi la m’ha sempar purtà a cà la peell”. –Ciao Teresa Ramaioli

 
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PIEDIGROTTA di Annamaria Mennitti

Post n°15310 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

PIEDIGROTTA 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 09/09/14 alle 07:48 via WEB
, Ci furono di Salvatore Di Giacomo; “funiculì funiculà” di Peppino Turco; “O sole mio” di Giovanni Capurro, divennero successi commerciali famosi in tutto il mondo, poiché i ritornelli di questi successi tendono a ridursi a puri giochi fonici.

 
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PIEDIGROTTA di Annamaria Mennitti

Post n°15309 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

PIEDIGROTTA 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 09/09/14 alle 07:42 via WEB
Le canzoni erano tante, ed erano al centro di questo favoloso movimento, ne venivano premiate cinque o sei, considerate le migliori, scritte ora da poeti di fama e da compositori di gusto, ora da gente che per mestiere faceva tutt’ altra cosa che scrivere testi canori. In occasione quindi della Piedigrotta canora, nata nel 1835, ci fu un’esplosione di talenti che si espressero in dialetto e descrissero e cantarono in musica i sentimenti e i problemi della città. Dietro quei versi e quelle note, gli scrittori napoletani cercavano con disperata allegria di trattare episodi di vita, di costume e di gusto strettamente legati alla cronaca cittadina. La festa di Piedigrotta, decretò l’Ottocento come il secolo d’oro della canzone napoletana......

 
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PIEDIGROTTA di Annamaria Mennitti

Post n°15308 pubblicato il 09 Settembre 2014 da dinobarili
 

PIEDIGROTTA 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 09/09/14 alle 07:35 via WEB
La festa di Piedigrotta era anticamente una festa religiosa napoletana, ereditata dai Borboni, e si svolgeva nella notte tra il 7 e l’8 settembre, in occasione della Natività di Maria Vergine. Si narra che durante le prime luci del mattino del 7 settembre, le vie e gli atri dei palazzi venivano addobbati per la festa, durante la quale sfilavano carri arricchiti con vere e proprie orchestrine con mandolini e chitarre. Inoltre non mancavano “gruppetti di monelli muniti di aggeggi rumoristici e dello strumento principale, indispensabile e caratteristico della festa, ‘a trummettella (un cono di latta grossolanamente dipinto che emetteva una sola stridula nota), i quali davano le avvisaglie di quello che sarebbe stato il ciclopico concerto notturno”. (continua)

 
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