Messaggi del 17/09/2014

CRUCIVERBA A CARNEVALE racconto (538) di Dino Secondo Barili

Post n°15454 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

538

Cruciverba …a Carnevale

Il Carnevale risente dei tempi di crisi, perché il “Carnevale”… sono le persone, con le loro aspettative, ansie, desideri. Roberta, sessant’anni, un anno fa, desiderava un “Carnevale particolare”, adatto alla sua persona. Era single, da oltre un anno e non sopportava più di stare sola a parlare con le quattro mura di casa. Ne parlò con la sua amica e coetanea Desideria, single pure lei. “Desideria, perché non ci inventiamo un Carnevale speciale… per noi?” Desideria era un tipo estroso. Bastava un niente per “buttarsi nella mischia, cercare strade nuove. Pavia si presta a mille attività. Anche se si tratta di una piccola città (70mila abitanti circa) è sotto la sfera di influenza di Milano, la Metropoli… dove c’è di tutto e di più. Desideria telefonò all’amica Fiorenza un’amica e patita di Internet. In brevissimo tempo misero insieme un gruppo di appassionati di “cruciverba a tema”. Fiorenza inventava i cruciverba e le relative domande e le metteva sul suo Blog. Roberta e Desideria cercavano di rispondere alle domande in un tempo stabilito. Dopo di che, i cruciverba sparivano dal Blog. Fiorenza redigeva la classifica giornaliera. Ormai il gruppo si era formato. Fiorenza il “motore”… Roberta e Desideria le concorrenti. Mancavano dieci giorni a Carnevale… un anno fa. Roberta e Desideria erano testa a testa in classifica e sentivano il bisogno di essere aiutate. Fiorenza suggerì alle amiche pavesi di farsi aiutare ognuna da un amico. L’idea piacque. Roberta ne parlò con Riccardo, suo collega d’Ufficio e Desideria prese contatto con Francesco fratello della sua collega Margherita. Adesso i due gruppi erano pronti alla sfida. Fiorenza era un “vulcano di idee”. Convocò le due coppie presso l’Associazione Amici del Cruciverba a Milano dove si riunivano gli appassionati del settore. Roberta e Riccardo… e Desideria e Francesco erano ormai allenati ed erano bravissimi nel completare i cruciverba. Non solo. L’intesa delle due coppie era perfetta ed i risultati miglioravano sempre di più. Tra i Dirigente dell’Associazione Amici del Cruciverba c’era un personaggio originale, il Dott. Michele, ricchissimo, il quale, visto il comportamento delle due coppie pavesi volle finanziare un proprio un premio in denaro intitolato “Il Carnevale del Dott. Michele”. Il premio sarebbe andato alla coppia che, dopo tre selezioni, avrebbe raggiunto il massimo punteggio. Fiorenza, l’ideatrice dell’iniziativa, ebbe l’incarico di organizzare l’intero programma. Roberta e Riccardo… Desideria e Francesco erano ormai affiatati, pronti per la sfida finale. Si sa che quanto due persone lavorano bene insieme … finiscono per innamorarsi un dell’altro. Ormai Roberta si perdeva negli occhi di Riccardo… e Desideria negli occhi di Francesco. La gara finale è stata dura. Alla fine le due coppie raggiunsero un uguale punteggio finale. Cosa fare? Il finanziatore del premio decise di assegnare il premio ex-equo alle due coppie. Anzi, visto che le due coppie di “Amici del Cruciverba” erano anche ufficialmente innamorati, il ricchissimo Dott. Michele regalò alle due coppie una favolosa crociera nel Mediterraneo… con spumante a volontà. (538)

 
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MILANO SAN CARLO di Teresa Ramaioli

Post n°15453 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

MILANO

SAN CARLO

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 17/09/14 alle 14:08 via WEB
SAN CARLO -MILANO-Passeggiando lungo corso Vittorio Emanuele, si arriva alla chiesa di San Carlo al Corso. Il complesso sostituisce un antico Convento dei Servi di Maria ,soppresso da Napoleone nel 1799. La nuova Basilica fu realizzata in ringraziamento per la cessazione di un'epidemia di colera e dedicata a San Carlo Borromeo. La chiesa attuale venne costruita più arretrata rispetto alla precedente, Carlo Amati, che sviluppò il progetto , iniziò i lavori nel 1839. L’ edificio è un bell’ esempio di stile neoclassico, ispirato al Pantheon romano,con la pianta circolare,e con somiglianze con la Chiesa di San Francesco da Paola a Napoli. Entrando nella chiesa si è attratti da due acquasantiere in marmo che hanno la forma di grandi valve di ostrica; proseguendo ammiriamo un bassorilievo di scuola lombarda del ’400 raffigurante S.Ambrogio. Nelle varie cappelle che si susseguono, è possibile vedere un bassorilievo raffigurante San Francesco di Paola , i resti del Beato Angelo Porro, San Carlo e la Madonna Addolorata. L'esterno è caratterizzato da un colonnato frontale che si estende ai lati formando una piazza quadrata, aperta su Corso Vittorio Emanuele e composta da 36 colonne in granito. L'enorme cupola, realizzata dall' architetto Pizzagalli,il cui diametro supera i 32 metri, poggia su una struttura cilindrica decorata da semicolonne , finestre e nicchie. Da Milano, ciao Teresa

 
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ANNAMARIA...E LA LETTURA

Post n°15452 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

LA LETTURA

annamariamennitti
annamariamennitti il 17/09/14 alle 16:07 via WEB
Sembra strano che con la lettura si diventa sapiente ,leggere in silenzio non ascoltare la lettura ,leggere tornando indiietro e ponderare su ciò che si è letto assimilare bene..l'argomento per una vita felice...La lettura ti porta a capire tante cose a te ignote di conseguensa sai..Però Dino sai, sono convinta che chi più capisce gode..però non è felice proprio perchè capisce tante cose..il più felice è colui il quale non sa...proprio perchè non sa e non soffre ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/09/14 alle 19:10 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. Leggere fa bene alla salute. Dino
(Rispondi)

 

 
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RICAMIAMO ...E IL RACCONTO

Post n°15451 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

RICAMIAMO ...

E

IL RACCONTO

RicamiAmo
RicamiAmo il 17/09/14 alle 14:34 via WEB
Ciao Dino come sempre un racconto molto affascinante un sorriso Delia
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/09/14 alle 19:06 via WEB
Ciao Delia - grazie del commento e del giudizio. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANNAMARIA ...E L'IMPONDERABILE

Post n°15450 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

L'IMPONDERABILE

annamariamennitti
annamariamennitti il 17/09/14 alle 08:48 via WEB
Siamo soliti non dare importanza agli avvenimenti ,le cose per cui non sappiamo dare una valutazione,ne dare importanza al fenomeno e la definiamo spesso "è una parola astratta", ma non è così....c'è sempre una verità , un mistero....e aspettare che il nostro cervello lavori per noi, ci si arrivi a tutto...buona giornata
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/09/14 alle 19:02 via WEB
Ciao Annamaria - Bel commento. L'imponderabile è sempre presente. Dino
(Rispondi)

 

 
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STORIA PINETO di Annamaria Mennitti

Post n°15449 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

STORIA PINETO 

di

Annamaria Mennitti

 
annamariamennitti il 17/09/14 alle 17:57 via WEB
Storia Pineto deve il suo nome alla rigogliosa pineta a ridosso del mare fatta piantare agli inizi del Novecento dalla famiglia Filiani di Atri su suolo demaniale ottenuto in concessione. Tale illustre famiglia atriana possedeva nella località, all'epoca quasi spopolata, una villa, e per tale ragione il paraggio era conosciuto come Villa Filiani. Fino a tutti gli anni venti appartenne, sotto tale denominazione, prima al Comune di Atri, poi a quello di Mutignano. Nell'immediato primo dopoguerra si sviluppò notevolmente, tanto da divenire, con delibera podestarile del 30 maggio 1930, capoluogo del Municipio di appartenenza mutando il proprio nome in Pineto. Nel 1934 il comune di Pineto incorporò un ampio territorio appartenente alla limitrofa Atri e comprendente le località di Calvano e Scerne. Turismo[modifica | modifica sorgente] torre di Cerrano Pineto è attualmente una frequentata località balneare tra le più apprezzate del medio Adriatico e dal 2006 è insignita della Bandiera Blu d'Europa che certifica la qualità delle acque e l'alto livello dei servizi offerti. In città sono presenti numerose strutture alberghiere e di ristorazione, locali di intrattenimento, stabilimenti balneari e alcuni campeggi. Sempre nel territorio comunale, si può ammirare la Torre di Cerrano, uno dei fortilizi costieri meglio conservati dell'intera riviera abruzzese che attualmente ospita la sede di un centro di biologia marina. Il 21 novembre 2010 è stato riaperto al pubblico il Parco Filiani, un'area verde collinare originariamente creata tra le due guerre da Luigi Corrado Filiani su parte della propria azienda agricola; in essa, oltre a varie specie arboree e la presenza di diverse famiglie di animali, sono presenti anche sentieri e percorsi ciclopedonali.

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°15448 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“La vita

ha bisogno

di fantasia e speranza…

Solo così

è possibile

guardare piacevolmente al futuro”

Dino

 

 

 
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I FORMAGGI PIU' ANTICHI DEL MONDO di Teresa Ramaioli

Post n°15447 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

I FORMAGGI PIU' ANTICHI DEL MONDO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 16/09/14 alle 14:23 via WEB
I FORMAGGI PIU ’ANTICHI DEL MONDO- Mozzarelle e ricotte, o almeno i loro antesignani, sono vecchi di 7500 anni; i nostri progenitori, in pieno Neolitico, avevano sviluppato tecnologie e competenze utili a separare la parte grassa del latte e trasformarla in formaggio. L’archeologo Peter Bogucki aveva infatti notato, tra i reperti trovati in un sito archeologico polacco, alcuni vasi bucherellati molto simili nelle forme ai canestri utilizzati ancora oggi x la preparazione dei formaggi freschi. L’analisi al gascromatografo delle molecole intrappolate nei pori dell’argilla di quegli antichi vasi ha permesso di affermare con certezza che si tratta di grasso del latte : sarebbe la prova delle capacità casearie degli uomini del Paleolitico.La scoperta è importante perché prova l’esistenza di tecnologie relativamente complesse come quelle necessarie x produrre il formaggio già 5500 anni prima di Cristo. Secondo i ricercatori, i casari dell’epoca potrebbero aver utilizzato batteri trovai in natura x favorire la fermentazione del latte e produrre qualcosa di vagamente simile alla nostra mozzarella. Ciao Teresa Ramaioli

 
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GEORGE racconto (18) di Dino Secondo Barili

Post n°15446 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

 con persone reali o fatti realmente avvenuti)

18

George…e il fascino del Lago Maggiore

George era nato negli Stati Uniti da genitori italiani colà emigrati da un paesino poco lontano dal Lago Maggiore. A vent’anni (tre anni fa) aveva deciso di ritornare in Italia e rivedere il paese dei propri genitori i quali furono ben felici di assecondarlo. Era stato il padre Giacomo ad inculcargli tale desiderio. Ogni tanto, nelle lunghe sere d’inverno, il genitore, gli raccontava una storia del suo paesino natale… in Italia, quattro case, una via ed una piccola piazza… che costituiva l’agglomerato urbano. Gli abitanti erano talmente pochi che si conoscevano tutti … ed erano tutti imparentati tra loro. Nella Confederazione di Stati come gli Stati Uniti… dove ogni località è costituita da molte etnie… il paesino del padre di George era esattamente l’opposto, con una differenza: nessuno voleva lasciare il paese perché … era un luogo da favola. Ogni abitante aveva una sua storia familiare… ricca di fatti reali… e di leggende. La famiglia del padre di George aveva “per leggenda” un “ranocchio d’oro” che a intervalli regolari di dieci anni ricompariva nell’orto della famiglia per portare “felicità e benessere”. George, non era diverso dagli altri bambini. Da quando, però, aveva sentito suo padre raccontare la leggenda del “ranocchio d’oro” non aveva più resistito: “Sarebbe ritornato in Italia… avrebbe trovato il ranocchio d’oro… raggiunto la felicità ed il benessere. Tre anni fa George, tornò in Italia per conoscere i parenti e per vedere l’orto del “ranocchio d’oro”. Il ventenne nato negli Stati Uniti riconobbe tutti i particolari dell’orto…e raccolse molte altre notizie dal suo “nonno materno”. Anzi, è stato proprio il suo nonno materno a raccontargli come e quando… il “ranocchio d’oro” sarebbe ricomparso: “il giorno preciso sarebbe stato quello del suo 22esimo compleanno, a mezzanotte”. George era ormai affascinato da una simile leggenda. Un anno fa, un mercoledì, data del suo 22 compleanno, il giovanotto ritornò in Italia. Alle dieci di sera, già era nell’orto e nel luogo preciso dove sarebbe ricomparso “il ranocchio d’oro” proprio come aveva detto il nonno materno. A mezzanotte ci fu la sorpresa. Comparve il “ranocchio d’oro”… con una ranocchietta. Il ranocchio si mise a parlare. “Caro George, visto che sei venuto dagli Stati Uniti per avere felicità e benessere… ho pensato bene di farti felice. Basta che tu George, prendi in mano questa ranocchietta e la porti con te.” George fece quanto suggerito dal “ranocchio d’oro”… In quell’istante la ranocchietta si trasformò in una bellissima ragazza dai biondi capelli… Quando, George la guardò bene, si rese conto che era Jenny, la sua compagna di scuola all’Università con la quale aveva giocato quand’era bambino. Coloro che credono (alle leggende) ….sanno che “sono finestre sul mondo dei desideri”… e possono avversi in ogni momento. – Buona giornata a tutti. Dino (18)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°15445 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Giovedì ...a tutti"

DIARIO CORALE

 del

 18 settembre 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 17 SETTEMBRE 2014

Post n°15444 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 17 SETTEMBRE 2014

“Chi più legge…

più sa e vive”

Dino

 
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ANGELA E GOFFREDO racconto (746) di Dino Secondo Barili

Post n°15443 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

17 SETTEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 17 Settembre 2014 – Mercoledì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconti di settembre

746

Angela e Goffredo

Ci sono momenti nella vita delle persone in cui i dubbi affiorano alla mente. “Avrò fatto bene…oppure male?”. Ogni atteggiamento è messo in discussione… dal vestire, al mangiare, dal parlare al camminare, dall’uso delle parole… al modo in cui rapportarsi con le persone. Erano proprio i dubbi di cui la Dott. Angela, trent’anni, bellissima era assillata. Non che ne facesse un dramma, ma un anno fa, era il suo cruccio. Ne parlò con la sua amica e coetanea Roberta la quale era nelle sue stesse condizioni. “Angela… non dirlo a me. Oggi, le persone sono diventate difficili. Un giorno sembra tutto facile. Il giorno dopo non è più così. Mi sono dato una regola. Dire il meno possibile …ed avere sempre una via d’uscita. Questo vale, soprattutto con gli uomini… Quelli capiscono ciò che vogliono” Angela non si riferiva agli uomini. Si riferiva al suo lavoro di Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano dove la velocità con cui una persona deve muoversi è tale… che non si ha nemmeno il tempo di pensare. Ecco allora che si ha bisogno di parlare, di esprimersi, di esporre le proprie opinioni in modo libero. Invece, tutto deve essere calcolato al millimetro… anche le parole. Roberta intervenne per la seconda volta. “Angela nel mio Ufficio a Milano, simile al tuo, non parlo più. Faccio le comunicazioni scritte. Così qualche collega (uomo o donna) che ha voglia di discutere posso sempre fare riferimento ad un testo scritto. Proprio per quel motivo ho dovuto cercarmi fuori dall’Ufficio amicizie nuove, vere, reali… dove posso essere finalmente me stessa” Era proprio il problema di Angela la quale, lavorando a Milano e abitando a Pavia…pensava di poter avere un rapporto uguale. E’ stata ancora Roberta a precisarlo. “Angela… l’ambiente di lavoro è un mondo a parte… un mondo di conflitti di varia natura. La cosa migliore è avere un luogo, Pavia, dove è possibile avere amicizie vere, reali, che permettono di vivere la vita quotidiana in modo semplice e naturale. Per esempio. Ogni sabato mattina, alle sette, mi trovo al Ponte Coperto di Pavia per la solita passeggiata sulle rive del fiume Ticino. Ci sono una quarantina di persone di tutte le età… Vedi subito i gruppetti come si formano e persone che si trovano bene. E’ così che deve essere la vita” L’argomento aveva toccato il nervo scoperto di Angela la quale ha voluto sapere qualcosa in più. D’altro canto, la trentenne, non aveva ancora trovato l’anima gemella…ed era alla ricerca dell’uomo ideale. L’anno prima si era illusa di averlo trovato a Milano, nel suo stesso ambiente di lavoro… ma è stata un’illusione. Ora, invece, ecco Pavia, una cittadina tranquilla… dove le persone possono essere finalmente se stesse. Guardarsi in faccia. Dire ciò che pensano. Angela si associò al gruppo dei camminatori del Ponte Coperto di Pavia. E’ stata una scoperta. La gente, quando è libera, si lascia andare a chiacchierate informali… senza un senso logico. Angela, però, cercava un uomo con cui dialogare. Fare belle camminate e sfogarsi su tutto e ogni cosa. Dopo alcuni incontri del sabato mattina, la trentenne, si era quasi convinta che nel gruppo dei camminatori non avrebbe mai trovato la persona che cercava. Un sabato mattina si inventò una scusa. Non partecipò alla camminata pavese. Aveva deciso. Avrebbe passato la mattinata a Milano, Passeggiando di qua e là. Così ha fatto. Si è seduta su una delle panchine che fanno corona al monumento di Leonardo da Vinci… con un libro tra le mani. Il libro era una scusa. Un modo come un altro per darsi un contegno. Ad un tratto, accanto ad Angela, prese posto un uomo, un affascinante cinquantenne. La trentenne accennò ad un sorriso. Anche il cinquantenne rispose al sorriso… e accennò ad una frase sul tempo meteorologico. I discorsi tra le persone iniziano sempre così… argomenti neutri, senza alcun interesse particolare. Angela espresse la sua opinione. Il cinquantenne si presentò. “Sono il Prof. Goffredo. Vengo da Zurigo. E’ la prima volta che vedo Milano. Ho letto da qualche parte che se voglio incontrare persone interessanti dovevo sedermi su queste panchine… Chissà se tale leggenda è vera… oppure no” Il discorso tra Angela e Goffredo si è subito allargato alla città di Milano, vero crocevia di persone di ogni età e di ogni paese. Per Angela è stata una scoperta. Aver capito quanto era facile parlare con le persone… senza rincorrere alcun argomento. Un anno fa, Angela e Goffredo hanno passato uno splendido sabato a Milano. Hanno passeggiato. Pranzato. Si sono scambiati il numero di cellulare e la mail. La trentenne ha cominciato a sognare… “Come è fatta Zurigo?” Non era tanto la domanda in sé… era ciò che stava intorno, a ciò che Zurigo avrebbe potuto rappresentare, per esempio, passeggiando, mano nella mano, con Goffredo…- Questo è il racconto 746, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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ROMA di Teresa Ramaioli

Post n°15442 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

ROMA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 16/09/14 alle 14:16 via WEB
ROMA---La capitale d'Italia non è sempre stata Roma. Dal 17 marzo del 1861, giorno della proclamazione del Regno d'Italia, ad oggi, la capitale è cambiata più volte. Alla guida del Paese si sono succedute nel tempo cinque diverse città. La prima in ordine cronologico è stata Torino, già capitale del Regno di Sardegna, proclamata capitale del nuovo Stato nonostante già il 17 marzo 1861 fosse stata indicata Roma come "capitale morale". Roma e buona parte del Lazio infatti costituivano ancora lo Stato della Chiesa, sotto la sovranità papale e la protezione delle truppe francesi di Napoleone III. L'Italia, per ottenere il ritiro delle truppe francesi dallo Stato Pontificio, il 15 settembre 1864 stipulò con la Francia la Convenzione di settembre, nella quale si impegnava a non invadere Roma e a proteggere il Papa in caso di attacchi esterni. In cambio, la Francia chiese di proclamare una nuova capitale d'Italia per dimostrare la fine dell'interesse verso Roma. Venne scelta Firenze, che fu capitale del Regno d'Italia a partire dal 1865. Il 1º settembre del 1870, Napoleone III fu sconfitto e imprigionato dai prussiami a Sedan e in Francia venne proclamata la Terza Repubblica. In questo modo caddero i vincoli imposti dalla Convenzione di settembre e le truppe italiane partirono alla conquista di Roma, culminata con la famosa Breccia di Porta Pia del 20 settembre 1870. Pochi mesi dopo, il 1º luglio 1871, Roma venne proclamata capitale d'Italia. Da allora ci furono due brevi periodi nei quali la capitale fu trasferita altrove, entrambi durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra il settembre 1943 e il febbraio 1944, dopo l'armistizio con gli Alleati e la fuga di Vittorio Emanuele III da Roma, la città di Brindisi (10 settembre 1943-11 febbraio 1944) offrì rifugio all'intera dinastia Savoia e ai vertici militari diventando a tutti gli effetti capitale d'Italia. Dal febbraio 1944 e fino alla liberazione di Roma (inizio giugno 1944) la capitale fu invece Salerno , dove si trasferirono la famiglia reale e il governo, dopo lo sbarco degli Alleati. Ciao Teresa Ramaioli

 
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ANNAMARIA...E LE STORIE SPECCHIO DELLA SOCIETA'

Post n°15441 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA...

E

LE STORIE SPECCHIO DELLA SOCIETA'

annamariamennitti
annamariamennitti il 16/09/14 alle 20:22 via WEB
E chiaro che "il forse si o forse no " ci sperava anche lex marito di riappacificarsi....Solo una bella gita a Parigi, sempre affascinante ,fa da sfondo ad una storia ricca di colpi di scena come protagonisti STEFANO E CESIRA ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/09/14 alle 08:47 via WEB
Ciao Annamaria - le storie sono sempre lo specchio della società. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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TRADIZIONI di Annamaria Mennitti

Post n°15440 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

TRADIZIONI

di

Annamaria Mennitti

 
annamariamennitti il 16/09/14 alle 21:26 via WEB
Leggende sulle origini della festa dei sorgente] Secondo la tradizione locale, il santo cavandosi il dente e donandolo alla popolazione di Cocullo, fece scaturire in essa una fede che andò a soppiantare il culto pagano della dea Angizia, protettrice dai veleni, tra cui quello dei serpenti. Il dente di San Domenico, con probabile allusione al dente avvelenatore del serpente, diede, forse, l'idea che fece nascere la fede che portò alla festa in onore del santo. La festa ha riconduzioni pagane, probabili residui dell’antico culto della dea Angizia. Nell'Eneide è presente la figura di Umbrone, giovane serparo dei Marsi, l'antica popolazione dell'Abruzzo: alleato di Turno nella guerra contro Enea, sarà ucciso dal capo troiano in persona.

 
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LA CATTURA DEI SERPENTI di Annamaria Mennitti

Post n°15439 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

LA CATTURA DEI SERPENTI 

di

Annamaria Mennitti

 
annamariamennitti il 16/09/14 alle 21:36 via WEB
La cattura dei serpenti La prima fase della festa consiste nella ricerca e nella cattura dei serpenti (tutti rigorosamente non velenosi) che cominciano ad essere raccolti quando inizia a sciogliersi la neve, da persone esperte dette serpari. Queste osservano le stesse tecniche dei serpari antichi anche se allora i rettili venivano posti in recipienti di terracotta, ora in cassette di legno. Le specie che vengono raccolte sono quattro: Il cervone. Il saettone. La biscia dal collare. La festa ha inizio con la folla che incomincia a tirare coi denti la campanella della cappella di San Domenico, all'interno della chiesa omonima. Secondo la tradizione, questa cerimonia servirebbe a proteggere i denti dalle malattie che li potrebbero affliggere. A mezzogiorno inizia la processione della statua del santo invasa dalle serpi catturate nei giorni prima. Parte dalla chiesa di San Domenico e prosegue per le stradine del centro storico. Ai fianchi della statua del Santo, due ragazze vestite con abiti tradizionali, portano sulla testa un cesto contenenti cinque pani sacri chiamati ciambellani in memoria di un miracolo che fece san Domenico. Questi pani vengono donati per antico diritto ai portatori della Sacra Immagine e del gonfalone. Al termine della festa, i rettili vengono riportati al loro habitat naturale dai serpari.

 
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CATERINA MEDICI di Teresa Ramaioli

Post n°15438 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

CATERINA MEDICI

di

Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo il 16/09/14 alle 14:21 via WEB
Caterina Medici , la strega di Milano (nata a Broni) Anche Milano in tempi ormai lontani ha avuto le sue streghe e, buone o cattive che fossero, venivano portate in piazza Vetra, dove ad attenderle c' era il rogo . È il caso di Caterina Medici, processata e condannata per stregoneria fra il 1617 e il 1618, perché accusata di aver praticato un maleficio a tal Luigi Melzi, per cui lavorava come cameriera, che soffriva di problemi di salute di fronte ai quali i medici si erano rivelati impotenti. Caterina era del resto convinta di essere una strega, perché esperta nel preparare unguenti e medicamenti vari, rimedi naturali contro i mali più diffusi, e comunque conosceva arti e riti magici, fatto che di certo non l' aiutò a scagionarsi dall' accusa rivoltale. Ecco allora che venne interrogata, ma non certo secondo metodi ortodossi: dovette infatti subire la tortura del torchio, della ruota, dello schiacciapollici e quant' altro, confessando tutto quello che i suoi inquisitori volevano sentirle dire. La sentenza finale non potè che essere la condanna al rogo, in piazza Vetra, appunto, che in quelle occasioni si riempiva puntualmente di gente. La stessa sorte era toccata qualche secolo prima ad altre due donne, Sibilla Zanni e Pierina Bugatis, che verso la fine del Trecento furono accusate di far parte della Società di Diana, un gruppo di streghe (buone) che praticavano riti propiziatori per la fertilità dei campi. In un primo tempo se la cavarono con un ammenda da versare al tribunale e la promessa di non pensare più a streghe e fate, ma sei anni più tardi, apprese nuove confessioni, furono entrambe condannate al rogo, in un giorno d' estate del 1390. Ciao Teresa Ramaioli

 
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