dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 09/11/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
124
Venezia … e il fascino della maschera
Patrizia, la sorella maggiore di Elisa, subiva il fascino “dell’ignoto”… Dopo aver scritto il “messaggio sulla barchetta dei desideri” che avrebbe lanciato, alla mezzanotte dell’ultimo dell’anno 2012, dal Ponte Coperto di Pavia, si era accorta di essere entrata in un “cerchio magico”. Non era la prima persona alla quale accadeva un simile fenomeno (…e non sarà l’ultima). Certo è, che sulla “barchetta dei desideri”, Patrizia aveva scritto: “Vincenzo … sei il mio sogno”. Effettivamente, Vincenzo era un giovanotto bellissimo, elegantissimo, educatissimo, dal fascino inconfondibile. Dopo aver lanciato la “barchetta”, Patrizia, la giovane turista marsigliese, aveva cominciato a sudare… Si sentiva pervasa da un calore indescrivibile… “che non aveva mai provato”. Ora, non vedeva l’ora che Elisa (la sorella minore sempre attaccata alla sua gonna) si allontanasse per restare “sola” con Vincenzo il quale, in un primo momento, non si era accorto di nulla. Dopo un po’, però, (come capita spesso a parecchi uomini) Vincenzo si rese conto che “si sentiva attratto” da Patrizia. La osservava, la guardava, notava dei particolari rossori sul volto della donna, le labbra di lei avevano un tremolio strano… Alla fine, non resistette. La prese sottobraccio. Da quel momento i due non si lasciarono più. Cominciarono a parlare sottovoce, guardarsi negli occhi… mezze frasi, mezze parole. Patrizia parlava… un po’ italiano… un po’ francese… e fu il francese la lingua “galeotta”. Specialmente quando Vincenzo giocava sulle domande … e Patrizia rispondeva “ Oui, Oui ”! Anche Andrea e Wanda notarono il cambiamento, ma non ne fecero un dramma: “Era il fascino misterioso del Ponte Coperto di Pavia…il quale fa innamorare chiunque … ad ogni età”. Patrizia ormai era “partita”. Dopo neppure un ora dalla mezzanotte… a… 2013 iniziato, l’avvenente turista marsigliese aveva fatto una domanda al giovanotto che la teneva sotto braccio: “Vincenzo… perché non andiamo a Venezia?”. Venezia è una città magica. Chi è quella donna che, abitando a Marsiglia (o in qualche altra parte del Mondo), non senta l’irresistibile desiderio di passare qualche giorno (e qualche notte) a Venezia? Vincenzo prese Patrizia… in parola. La potente e lussuosa automobile del bellissimo giovanotto pavese non aspettava altro. Prima di raggiungere Venezia, però, la coppia ha dovuto fare alcune soste. Patrizia aveva una voglia matta di… baciare Vincenzo… e Vincenzo di essere baciato! Fu durante una di queste “piacevoli” soste che “la coppia” venne avvicinata da una “compagnia di giovani attori”. - “Che ne direste di venire con noi ad un “ballo in maschera”? – chiese loro, il Capo-comico della compagnia. Vincenzo non aveva mai partecipato ad ballo in maschera… Patrizia, invece si. Vi aveva partecipato una volta sola…ed era rimasta entusiasta. Ormai era fatta. Venezia non è solo il mistero di una città… ma “il fascino dell’avventura”. E quale “avventura” potrebbe riservare maggiori opportunità di un ballo in maschera? La maschera da la possibilità di essere sé stessi… e vivere contemporaneamente la vita di un altro personaggio. Uno dei modi per conoscere sé stessi… è proprio quello di mettersi nei “panni di un’altra persona”… Dopo aver accettato l’offerta,Vincenzo e Patrizia capirono che era giunta l’ora di essere …uno… nei panni dell’altro! (124)
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MONZA
di Teresa Ramaioli
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DANIELINA07...
E LA BUONA SERATA
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ANTONELLA DI CREMONA ...
E LE DONNE MORE
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ANTONELLA DI CREMONA ...
E IL PIACERE MISTERIOSO
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FAUSTINA SPAGNOL ...
E I SOGNI SON DESIDERI
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ANTONELLA DI CREMONA ...
E IL RACCONTO DI LILIANA
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9 NOVEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 9 novembre 2014 – Domenica - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
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Lucrezia e gli occhi neri
Non sempre, nella vita, le cose vanno bene. Anzi, spesso e volentieri, una persona si aspetta qualcosa di speciale … e ciò che aspetta non arriva o tarda ad arrivare. Un anno fa, è stato cosi anche per la Dott. Lucrezia, quarant’anni, alta, mora, occhi neri, bellissima, impiegata presso una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia. Il disagio era iniziato un anno prima. La Dott. Lucrezia vedeva gli anni passare e il grande amore della sua vita, l’uomo dei sogni non apparire all’orizzonte. Nella vita della Dottoressa c’erano stati parecchi uomini … ma erano uomini normali, nulla di eccezionale … Non c’era l’uomo che era capace di farle tremare i polsi. Non solo. Lucrezia si era messa in mente delle idee strane. La prima a conoscere tali idee, un anno fa, era stata la sua Collega, coetanea e amica del cuore, Dott. Stefania … anche lei alta, mora, occhi neri, bellissima. “Stefania, tu non lo vuoi ammettere, ma se avessimo avuto i capelli biondi a quest’ora avremmo fatto strage di cuori maschili. Uomini … da farne un tappeto. Hai visto la nostra Collega Jessica? Quarant’anni, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. E’ già arrivata alla quarta relazione importante. E che uomini! … uno più bello e più importante dell’altro. D’altronde ha ragione l’antico detto … gli uomini preferiscono le bionde” Stefania si sentì spiazzata. Non si aspettava un ragionamento del genere. Non disse nulla. Ci pensò una notte e al mattino seguente, durante la pausa caffè, ritornò sull’argomento. “Lucrezia ho pensato tutta la notte a ciò che hai detto. Avrei un’idea. Perché non chiediamo consiglio alla Maga Doralice che abita in Lomellina?” Lucrezia non aspettava altro. Un’idea valeva l’altra. L’importante era fare qualcosa. Capire in quale labirinto erano finite. Si precipitò a chiedere … “Stefania quando andiamo?” Ancora una volta Stefania si sentì impreparata. Chiese tempo e dopo neanche un’ora aveva ottenuto l’appuntamento fissato per il sabato di quella stessa settimana. Era solo martedì, ma Lucrezia friggeva. Non vedeva l’ora che venisse sabato. Tuttavia, era un po’ titubante. Non sapeva cosa pensare. L’appuntamento era stato fissato per la mezza notte precise al minuto secondo. Stefania cercò di tranquillizzarla. “Lucrezia lo sai come sono le Maghe … preferiscono gli incontri notturni. E’ nella notte che la Maghe danno il meglio di sè” La quarantenne si tranquillizzò … ma non più di tanto. Finalmente venne il sabato. Verso sera, Lucrezia e Stefania partirono da Milano in automobile e con l’aiuto di una cartina stradale, del GPS e dei suggerimenti dei Colleghi d’Ufficio raggiunsero la casa isolata in mezzo alla campagna dove abitava e riceveva la Maga Doralice. Le due quarantenni si meravigliarono come nell’epoca attuale ci fossero così tante persone ad aver bisogno del consiglio di una Maga. Uomini e donne … indistintamente … di tutte le età … Specialmente con titoli di studio elevati e notevoli patrimoni sui quali contare. Infatti, Lucrezia e Stefania hanno dovuto fare la fila ed aspettare il loro turno. La mezzanotte era già passata da un pezzo e le due quarantenni, impazienti, erano ancora in attesa di essere ricevute. Finalmente … ecco la Maga. Le due quarantenni si aspettavano di vedere un donnone scorbutico, sui settant’anni, con lo sguardo truce … avvolta in un grande scialle nero. Invece, si sono trovate davanti una donnina sui sessant’anni, molto gentile, educata, che offrì loro il caffè e le mise a loro agio. Le fece parlare. Alla fine, con voce calma, pronunciò il responso. “Care Lucrezia e Stefania … voi potreste essere le mie figlie. Capisco i vostri problemi. Quarant’anni è un’età enigmatica. Una donna è matura e consapevole. Sa quello che vuole. Ed è giusto che miri in alto. Vuole avere il massimo. Sui capelli biondi e sul fatto che gli uomini preferiscono le donne bionde … penso sia un’invenzione di qualche scrittore fantasioso. Gli uomini sono dei bambinoni. Quando gli uomini vedono una donna esuberante … alta e gambe da fine del mondo … vanno in estasi. Non vedono più il colore dei capelli. Biondi o neri che siano. Gli uomini sono come le falene quando volteggiano intorno al lampione acceso in una notte d’estate. Non capiscono più nulla. Quel che conta, invece … sono gli occhi. I vostri. Sono gli occhi che trasmetto e ricevono i segnali … dell’amore. L’amore passa attraverso gli occhi. Spesso siamo noi stessi, con i nostri occhi, che vediamo … ciò che vogliamo vedere” La Maga Doralice tacque, ma aveva tra le mani un bicchiere d’acqua mezzo pieno. Gli occhi della sessantenne erano fissi su quell’acqua che si muoveva adagio dentro al bicchiere. Lucrezia e Stefania si resero conto che la Maga stava facendo un incantesimo. Osservavano ipnotizzate. Alla fine, Doralice parlò. “Lucrezia e Stefania oggi è il vostro giorno fortunato. Per uscire da questa stanza ci sono tre porte. Ho letto nell’acqua del bicchiere il numero della porta dalla quale uscire. E’ quella di mezzo … Andate ed avrete la sorpresa che desiderate” Lucrezia e Stefania, uscirono dalla porta di mezzo. Si trovarono in un corridoio lunghissimo in fondo al quale c’erano due uomini sui cinquant’anni in attesa. Erano Ottavio e Benvenuto due fratelli gemelli, elegantissimi, raffinatissimi e ricchissimi abitanti a Roma, i quali avevano chiesto consiglio alla Maga Doralice per incontrare la donna del cuore, la donna che li avrebbe resi felici. Ora, non c’erano più dubbi. Lucrezia e Stefania erano le loro donne del destino. Ottavio aveva posato immediatamente gli occhi su Lucrezia. Era il più focoso. Non attese un secondo ad abbracciare e baciare la bellissima mora, dai lunghi capelli … e dalle gambe da fine del mondo. Lucrezia non oppose resistenza. Si lasciò abbracciare, accarezzare, baciare appassionatamente. Gli0 occhi neri di Lucrezia avevano intercettato quelli di Ottavio … E’ stato come un fluido magnetico che passava da una all’altro. Anche Stefania e Benvenuto non erano rimasti con le mani in mano. Si erano dati da fare … ma con molta calma. I baci di Stefania erano lunghi e cadenzati, come se le sue labbra avessero bisogno di assaporare il piacere fino in fondo … come liquore. Ottavio aveva fretta. “Lucrezia … dobbiamo raggiungere Malpensa. Tra qualche ora parte il nostro aero per New York. Da lì inizierà il nostro viaggio intorno al mondo … il viaggio dell’amore e della felicità. - Questo è il racconto 799, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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MILANO - VIA MONTENAPOLEONE
di Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA DI FOGGIA ...
E LE DONNE SONO TUTTE BELLE
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ANNAMARIA DI FOGGIA ...
E LA FORZA DELL'AMORE
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ANNAMARIA DI FOGGIA ...
E CRISTOFORO COLOMBO
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ANTONELLA DI CREMONA ...
E LA DONNA MORA, BELLISSIMA
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UNO SPLENDIDO POST DI LILIANA
DA EST.LA.BELLE.EPOQUE ... DALL'ISOLA D'ELBA
Siete pronti amici ? * FILIPPO...LILIANA E LA MONETA D'ORO * Quando una persona è stanca... desidera riposare. Non tutti, però, riposano allo stesso modo. Un anno fa, per esempio, il Dott. Filippo, affermato Commercialista in Milano era stanchissimo. Aveva avuto mesi e mesi di super lavoro. Aveva assoluto bisogno di almeno una settimana di vacanza lontano da Milano. Per non pensare. Però, non sapeva decidersi e dove andare. Per fortuna che il Dott. Filippo aveva un'impiegata modello, la Signora Maria, che era il suo braccio destro. Era il suo alter ego, senza la quale non avrebbe potuto reggere un ritmo di quel tipo. Inoltre, il Dott. Filippo aveva appena compiuto cinquant'anni. Era single e sognava di incontrare (un giorno) l'anima gemella, la donna più bella del mondo. Purtroppo, l'unica donna con la quale parlava e si confidava era la Signora Maria, la sua impiegata, una sessantenne che ne sapeva una più del Diavolo. Ad essa quindi Filippo chiese consiglio. "Maria ho bisogno di una settimana di vacanza lontano da Milano... cosa mi consigli?" La sessantenne era un Vulcano di idee. Oltre tutto voleva togliersi dai piedi il Dott. Filippo per almeno una settimana. Rispose immediatamente. "So io dove. Metta la mano in questa scatola ed estragga un numero" Il Dott. Filippo infilò la mano nella scatola della Signora Maria ed estrasse il 35. "Ecco. Dott. Filippo vede questo quaderno? Ogni numero corrisponde ad un località. Il 35 corrisponde all'Isola d'Elba" Il cinquantenne rimase di sasso. All'Isola d'Elba? ... il Dott. Filippo non c'era mai stato. Inoltre, passare una settimana su un'Isola mai vista... crea qualche sconcerto. La Signora Maria intuì i dubbi del suo Titolare e lo anticipò. Prese nuovamente il quaderno. "Dott. Filippo, lei è in buone mani. In questo quaderno ho segnato anche il nome della persona a cui fare riferimento per passare una settimana da sogno. Ecco. Vede? C'è scritto? ...Signora Liliana cellulare numero... Cosa vuole di più dalla vita?" Il Dott. Filippo finalmente si convinse. Diventò raggiante. Finalmente poteva permettersi una settimana di vacanza lontano da Milano, in una località che non aveva mai visto. Poteva anche lasciare libera la mente. Lasciare che essa pensasse alle sue passioni segrete. Passioni che, causa intenso lavoro, erano state accantonate. Quali erano le passioni del Dott. Filippo? Primo, l'anima gemella, la donna che ogni notte sognava e non compariva mai all'orizzonte. Secondo, le monete d'oro. Già. Il Dott. Filippo era collezionista di monete d'oro, Anzi, un maniaco. E come tutti i maniaci con un "un tarlo in testa". Infatti, il Dott. Filippo pur avendo collezionato molte monete d'oro era insoddisfatto, arrabbiato, deluso. Aveva perduto la sua prima moneta d'oro. Quella che gli aveva regato sua madre quando aveva deciso di fare il collezionista di monete d'oro. Ora, il cinquantenne, già psicologicamente in vacanza ... rimuginava il cruccio. E' stata ancora una volta la Signora Maria a dargli la sveglia. "Allora, Dott. Filippo... parte o non parte? La Signora Liliana aspetta la telefonata" Il cinquantenne si diede una mossa. Quella stessa mattina era già all'Isola d'Elba... un isola meravigliosa. Tranquilla... dove il rumore del vento... era l'unico rumore che accarezza le orecchie di coloro che decidono di passarvi una vacanza. Inoltre, il Dott. Filippo non doveva pensare a niente. La Signora Maria aveva lei stessa avvisato la Signora Liliana la quale aveva preparato un'accoglienza superlativa. Esistono persone nate fortunate. Il Dott. Filippo era una di quelle. Se a Milano aveva la Signora Maria ... all'Isola d'Elba c'era la Signora Liliana, una sessantenne dalle risorse infinite. Il Dott. Filippo si svegliava al mattino e trovava una colazione da Dio...sempre nuova... sempre diversa... con leccornie di ogni genere. Il caffè della Signora Liliana, poi, non aveva uguali (come nella pubblicità di tanti anni fa). Il profumo del caffè era ovunque... mentre il sole faceva capolino in lontananza... tra le leggere increspature delle onde del mare. Dopo due giorni di vacanza, però, il Dott. Filippo, si mostrò abbacchiato, deluso, amareggiato. La Signora Liliana se ne accorse e volle conoscerne la ragione. "Dott. Filippo, non si trova bene all'Isola d'Elba?" Il cinquantenne comprese che doveva delle spiegazioni. "No. No. Mi trovo bene. Ho solo il cruccio del collezionista" Il Dott. Filippo spiegò alla Signora Liliana la storia della moneta d'oro avuta in regalo da sua madre e... irrimediabilmente perduta. Si dice che ci vogliono dieci uomini per superare l'intelligenza e furbizia di una donna. La Signora Liliana trovò subito la soluzione. "Dott. Filippo non si preoccupi. All'Isola d'Elba c'è una leggenda. Quando hai perduto qualcosa e non riesci a ritrovarla... affidati al mare... Io, so anche dove. Alla spiaggetta di Nausica...alle cinque del mattino" Il Dott. Filippo, non era un credulone. Era uno dei più affermati e ricchi Commercialisti di Milano. A cinquant'anni ne aveva viste di cotte e di crude. Le sembrava impossibile una leggenda del genere. Comunque volle provare. La mattina successiva, seguendo l'itinerario descritto per filo e per segno dalla Signora Liliana, il Dott. Filippo si recò alla Spiaggetta di Nausica alle cinque del mattino. In giro non c'era anima viva. L'unico rumore era quello delle onde del mare che si frangevano contro gli scogli... e l'acqua schiumosa si perdeva sulla sabbia. Appena raggiunta la piccola spiaggia, il Dott. Filippo si tolse le scarpe e le calze. Voleva sentire i suoi piedi nella sabbia e afferrarne il calore... Come i piedi affondarono nella sabbia, il cinquantenne si accorse che c'era qualcosa. Frugò con la mano. Le dita toccarono un vecchio,sgualcito portafogli. Lo raccolse, l'aprì. Dentro c'era un piccola moneta d'oro. Era la sua moneta... Quella che sua madre le aveva regalato... e lui, inspiegabilmente, aveva perduto. Il Dott. Filippo aveva ancora la sorpresa negli occhi quando sentì una mano posarsi delicatamente sulla spalla. Si girò. Davanti a lui c'era una bellissima trentenne. Alta, bionda, occhi azzurri... e gambe da fine del mondo. "Sono Nausica, la figlia della Signora Liliana. Cosa ne dice se facessimo un bel bagno nel mare più bello del mondo... quello dell'Isola d'Elba?". L'amore, per Filippo, stava volando sulle ali del vento. ...La vita non è solo quella che si vive... ma anche quella che si immagina di vivere. Un racconto al giorno per... il piacere di chi scrive... e di chi legge.... .....con la speranza di riuscirci. Dino Jack Vettriano -- opere & altre immagini da web --- Stiamo ascoltando: Ernesto Cortazar -- Alone at Sea
Venite con me e col signor Filippo...
Eccomi a voi con un racconto
che mi è stato dedicato dall'amico Dino (dinobarili).
Egli lo ha pubblicato alcuni giorni or sono
sul suo blog ed io, lusingata e piacevolmente colpita
ho pensato di rendergli omaggio portandolo qui,
nella nostra casa e alla vostra attenzione...
Buona lettura e..perchè no..buon viaggio !!!..
Liliana
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