dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 24/11/2014
PENSIERI SPARSI DEL 24 NOVEMBRE 2014
“Quando ci si innamora a Venezia …
si rimane innamorati per sempre”
Dino
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24 NOVEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 24 novembre 2014 – Lunedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
814
Liliana, Venezia … la Luna e tu
Ci sono città in cui l’amore regna sovrano. Se la Francia ha Parigi … l’Italia ha Venezia. La Dott. Liliana si è resa subito conto che per lei era scoccata l’ora dell’amore … L’aveva notato nel modo in cui si erano messe le cose. La Signora Flaminia era tutto … tranne che una Nobildonna vecchio stampo … Era vispa, allegra … e i suoi settant’anni li portava benissimo. Cercava nel suo passato … ma viveva il suo presente. D’altro canto la vita va vissuta tutta … fino all’ultimo respiro. E poi, era comparso Giansiro, l’Artista, il proprietario del Palazzo a due passi dal Canal Grande … E cosa poteva nascondere una simile dimora? Sicuramente secoli di storia e di storie. E lei, Liliana? La cinquantenne che sognava l’amore? Ad una donna non sfugge nulla. A Liliana non erano sfuggiti gli sguardi insistenti di Giansiro … quel suo modo di accarezzarla con gli occhi … di accarezzarle i capelli, il viso, la bocca, le labbra … Era lei o era lui … che immaginavano ogni cosa? Intanto Giansiro trasmetteva inconfondibili segnali d’amore. Approfittava di ogni possibile vicinanza per toccarle le mani … osservarla. Ogni Artista ha un suo modo di osservare la donna. Quando un Artista si muove non lo fa per caso. E’ nel suo subconscio che sta la verità. Giansiro aveva proposto la cena … E quale cena? Non certo una cena comune … tanto per ingoiare qualcosa. La cena preparata da Giansiro era stato solo un assaggio di ciò che sarebbe accaduto nella notte. La notte magica di Venezia … città unica al mondo … città dell’amore. Già, l’amore. Liliana si aspettava qualcosa di speciale, ma non sapeva cosa. Aveva la sensazione che Giansiro si sarebbe dichiarato … Avrebbe dichiarato la sua passione per Liliana. Come? Giansiro durante la cena aveva fatto mille complimenti alla Zia Flaminia. “Zia, cosa ti sembra essere a Venezia? Dicono che Venezia derivi dal latino e voglia dire “torna ancora” … A Venezia si torna sempre. Si torna con la mente e col cuore … soprattutto col cuore” La Zia Flaminia viveva a Milano, ma Venezia era la sua città. La città dei suoi avi. Dove era nata. Dove si era innamorata, sposata … Ora, era tornata e voleva rimanerci per sempre. Durante la cena, Giansiro aveva fatto i complimenti anche a Liliana. Ma, non erano complimenti come quelli fatti alla Zia Flaminia. Giansiro lanciava occhiate furtive … Guardava Liliana con insistenza … Le guardava i capelli, la bocca, il seno … Già, il seno. Gli Artisti non vanno per il sottile. Sono osservatori spietati. Se una parte del corpo (femminile) li attrae … non perdono occasione per apprezzarne le virtù. Il seno di Liliana era una virtù superlativa. Liliana intanto aspettava il momento magico … e tale momento venne al termine della cena. E’ stato Giansiro a svelare il mistero. “Zia Flaminia e Liliana, il mio invito a passare la serata nel mio Palazzo non è stato fatto a caso. Per voi ho preparato una sorpresa. Questa sera inaugurerò il restauro del Teatrino del Palazzo. Alcuni Palazzi di Venezia hanno un Teatrino privato che è qualcosa di speciale … una bomboniera. Un luogo incantato. Il palcoscenico … e un numero limito di comodissime poltroncine per ospitare un pubblico speciale. A volte una sola persona. Giansiro era ormai eccitato. “Zia Flaminia tu sarai l’unica e sola spettatrice … ed io e Liliana canteremo per te” Liliana ebbe un colpo. “Io? … ma io non ho mai cantato … specialmente su un palcoscenico” Giansiro non si scompose. “Lo farai questa sera … canteremo insieme. Questo è un palcoscenico magico come solo a Venezia esiste. La Zia Flaminia prese posto in platea … e mille violini si misero a suonare. Erano canzoni d’amore di un tempo lontano … facili da cantare e da ballare. Giansiro salì sul palcoscenico insieme a Liliana e con lei accennò ad alcuni passi di danza … Anche Liliana si trovò a suo agio. Anzi, si abbandonò tra le braccia di Giansiro il quale cominciò a cantare … “ma l’amore no … l’amore mio non può / disperdersi con l’oro dei capelli … “ – “Bambina innamorata / stanotte t’ho sognata … e sorridevi tu …” Liliana comprese che Giansiro stava regalandole una dichiarazione d’amore attraverso le parole delle canzoni … canticchiò … quasi sottovoce. Intanto, Giansiro l’abbracciava, la stringeva, la desiderava. Non aveva importanza che in platea ci fosse la Zia Flaminia … anche lei si sarebbe sentita coinvolta … Come se un cavaliere invisibile l’avesse invitata a ballare e a cantare … “bambina innamorata … stanotte t’ho baciata … mi sorridevi tu” Si, perché la musica e le parole di una canzone d’amore possono evocare desideri ad ogni età. Una persona può chiudere gli occhi e immaginare di essere accarezzata, baciata … a volte, meglio che nella realtà. La Zia Flaminia chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla canzone … Giansiro intanto strinse dolcemente a sé Liliana … La baciò sulla bocca … e tra un bacio e l’altro … sussurrò le parole della canzone … “ma l’amore no / l’amore mio non può / disperdersi con l’oro dei capelli … “ Certo … quell’oro sarebbe rimasto tale. Quando ci si innamora a Venezia … l’amore dura per sempre. Un anno fa, su Venezia splendeva la Luna … la magica Luna … i cui riflessi hanno raggiunto il cuore di Giansiro e Liliana in modo indelebile. - Questo è il racconto 814, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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I NAVIGLI DI MILANO
di Teresa Ramaioli
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CIAO ...
VIRGOLA DF
Kahlil Gibran
Felice sera.
Sorridendoti, ti abbraccio.
virgola(Rispondi) (Rispondi)
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CIAO ...
SEMPLICE LUCREZIA
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CIAO MADDALENA ...
MADDAMARK
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CIAO MADDALENA ...
MADDAMARKI
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CIAO STEFANO ...
STEFANO BROCCA DI PAVIA
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CIAO MADDALENA ...
MADDAMARK
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CIAO DANIELA ...
DANIELINA07
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
144
Come si diventa Cantastorie
Il 23 gennaio del 1935, il Cantastorie Carlin era nella stalla di Pasqualina e Giovanni Manfredi in Torradello di Battuda (Pavia). Erano appena suonate le sei della sera e già la stalla era piena di gente. Le persone erano in attesa che Carlin raccontasse una “sua” nuova storia…. Fu, allora, che un ragazzino mingherlino di otto anni si avvicinò al Cantastorie e fece seguente domanda: “Carlin, come hai fatto a diventare Cantastorie?” Carlin guardò il ragazzino… Si rivide quand‘era bambino alla stessa età. Allora, Carlin, prese la parola e raccontò ciò che gli era accaduto. “Avevo l’età di questo ragazzino. Ero affascinato da ciò che raccontava e dal modo in cui raccontava mio nonno. Un giorno ho fatto la stessa domanda e dissi che volevo diventare “Cantastorie” . Il nonno mi guardò. Mi prese per mano e mi condusse su una strada di campagna poco lontano da Torradello (Pavia). Arrivati sopra un ponte, il nonno parlò. “Carlin ricordati ciò che ti dico. Questa è “l’antica strada delle “monache” che ormai non si usa più. E’ una strada misteriosa e… magica. Ciò che avviene su questa strada non avviene in nessuna altra parte del mondo.” Effettivamente la strada incuteva terrore. Era una strada sterrata quasi buia, fiancheggiata da corsi d’acqua e da due filari di piante grossissime. I rami delle piante si congiungevano all’altezza dei rami più alti … come fosse una galleria. I tronchi delle piante erano talmente vecchi che erano pieni di buchi. Nei buchi nidificavano uccelli di ogni specie. Il nonno continuo. “Carlin, sono poche le persone che si azzardano a percorrere questa strada da soli. Tu lo puoi fare… se vuoi diventare un Cantastorie. Devi percorrere questa strada fino alla “fontana del ranocchio d’oro”… dove la strada ha termine. Fermarti davanti alla fontana. Chiudi gli occhi. Quando sentirai una voce di donna che dice… “apri gli occhi”. Ascolta e fai ciò che la voce ti ordina. Se hai il coraggio… puoi partire anche subito… Io ti aspetto qui.” Fu allora che mi prese una grande paura… ma ormai avevo deciso. Il nonno mi aveva insegnato che con “la paura non si vive e non si va da alcuna parte”. Percorsi la strada fino alla fontana. Ogni tanto mi tremavano le gambe, ma non cedetti. Giunto alla “fontana del ranocchio d’oro” ho chiuso gli occhi. Dopo un po’ ho sentito una voce di donna… Disse: “Apri gli occhi e apri la bocca…” Non ho fatto in tempo ad aprire la bocca che “un ranocchio d’oro” mi è entrato in bocca. Mi si è infilato in la gola ed finito nel mio stomaco… Da quel giorno non è più uscito…Così sono diventato un Cantastorie” Tutte le persone che erano presenti nella stalla cominciarono a mugugnare. “Non è possibile raccontare una simile cosa…” – “Come si possono raccontare certe storie nel 1935?”…- “Non siamo più nel medioevo”. “Oggi le persone leggono, studiano, sono istruite… non accettano più le favole del tempo che fu…” Per un po’parlarono tutti. Si sfogarono. Carlin, si alzò in piedi e riprese la parola. “Non è cambiato nulla dal lontano… bel tempo che fu. State zitti e guardatemi in faccia…” Carlin aprì la bocca e dalla bocca usci un “ranocchio d’oro”. Il ranocchio cominciò a saltellare sulla testa di ogni singola persona presente nella stalla. Dopo aver toccato la testa a tutti i presenti… ritornò nella bocca di Carlin… Il Cantastorie concluse: “La verità la conosce solo chi la vive… La vita non è solo quella spiegata dagli scienziati e dai sapienti” (144)
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PIGMALIONE
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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ANTONELLA DI CREMONA
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