Messaggi del 20/12/2014

PENSIERI SPARSI DEL 20 DICEMBRE 2014

Post n°17017 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 20 DICEMBRE 2014

“A volte l’amore … lo porta il vento”

Dino

 
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EDVIGE E L'OPERETTA racconto (840) di Dino Secondo Barili

Post n°17016 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

20 DICEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 20 dicembre 2014 – Sabato - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

840

Edvige e l’Operetta

E’ noto che nella vita sono le sono le passioni che danno le maggiori soddisfazioni. Basta vedere le fatiche che fanno i ciclisti. Chilometri e chilometri sulle strade ... A volte al freddo, al gelo, all’acqua. Eppure. Chiedete ad un ciclista se è disposto a rinunciare ad una simile fatica. Mai! Mai e poi mai. La bicicletta è un specie di droga. Più la pratichi e più la praticheresti. Non c’è sport migliore. Corpo snello. Occhio vigile. Scatto da leopardo … E quale sarebbe la preda? La strada … i chilometri. Un ciclista sessantenne, un anno fa, era orgoglioso di aver fatto il giro del Globo. Come ha fatto a misurarlo? Semplice. Ha preso nota delle strade percorse da quando aveva quattordici anni. Tutto documentato da un paio di quaderni grandi con le località raggiunte … più e più volte. Anche la Dott. Edvige, trentacinque anni, bellissima, un anno fa, ha deciso di assecondare la propria passione … l’Operetta. Fino a trentacinque anni, Edvige ha puntato tutto sul lavoro e sull’amore. A trentacinque anni ha raggiunto il grado di  Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano … Ma dell’amore … neanche l’ombra. C’era stato Alfredo … ma il rapporto non ha funzionato … Alfredo era troppo bambino per una donna estrosa e volitiva come Edvige. Dopo un po’ Edvige si era stufata di fare la mamma. Lei voleva un uomo … un uomo vero. Cosa fare? Ne parlò con la sua coetanea e amica Monica, una donna tutta sprint. “Edvige, non fartene un problema. Sapessi quante donne … fanno buon viso a cattiva sorte. Tu, però, sei libera. Puoi ancora decidere quale strada prendere. Se io fossi in te mi dedicherei alla tua passione ... l’Operetta. Hai una bella voce. Hai studiato all’insaputa di tutti. Ora è il tuo momento. Uscire alla luce del sole” Per Edvige è stato come la scossa che aspettava. Ci ha pensato un po’ (mica tanto) e poi si è lanciata anima e corpo nell’avventura. Milano offre tutto e di più. Basta aprire le porte giuste. Edvige ha fatto una breve ricerca su Internet e ha trovato l’Associazione Amici dell’Operetta. Iscriversi è stato un attimo. Entrare nell’ingranaggio ancora meno. Infatti l’Associazione dell’Operetta offriva ad ogni nuovo iscritto una serata di presentazione. Una specie di Serata di Gala, alla quale venivano invitate varie Personalità e amanti dell’Operetta. Lo stesso Presidente della Associazione si è offerto di fare da Presentatore. La serata è stato studiata in tutti i particolari … dalla scelta dei pezzi … alle luci … alle coreografie. Per Edvige è stato un successone. Sono iniziate gli inviti a partecipare a feste e ricorrenze. La Dott. Edvige ha scelto una strada più difficile: i Concerti in case private di alto livello. Una strada complessa da percorrere per la quale occorre tempo. Il tempo necessario per essere conosciuta ed apprezzata. Infatti, Edvige ha dovuto fare tutto da sola. Prendere nota dei Concerti. Trattare il tipo di programma secondo i gusti dei pochi ma particolari spettatori. Ci sono stati dei concerti nei quali gli spettatori erano due o tre. Questo, però, era l’idea di Edvige. Fare Concerti riservati a pochi intenditori, appassionati di un genere che non passa di moda e che ha fatto un’epoca. Un anno fa, la trentacinquenne ha avuto un’idea. Fare la presentazione di sé stessa e del brano che avrebbe cantato. E’ stato un successo. Le Famiglie ricche che l’avevano già invitata richiesero ancora la sua presenza. Per Edvige è stata una sorpresa. Non immaginava di avere una così bella voce e fosse così brava nel presentare i brani scelti. Qualche mese dopo aver iniziato l’attività, Edvige venne invitata due volte dal ricchissimo Proprietario di una Palazzo nel centro di Milano: il Dott. Camillo. Un cinquantenne patito dell’Operetta. Al  Concerto di Edvige, il Dott. Camillo era l’unico spettatore. Non solo … volle che la trentacinquenne si fermasse a cena. E’ stato un primo approccio. Si vedeva lontano un miglio che il cinquantenne aveva preso una cotta per Edvige. Il Dott. Camillo prenotò tre Concerti per le tre settimane successive. Ogni volta Edvige si presentava con un programma diverso ed un vestito di colore diverso. E’ stato proprio il colore del vestito che ha estasiato il Dott. Camillo. Al termine del Concerto il cinquantenne non è più riuscito a controllarsi. “Edvige, questa volta hai superato te stessa. Hai cantato i miei brani preferiti e lo hai fatto in modo speciale. Vorrei che ti fermassi a cena da me questa sera” Cosa poteva fare Edvige? Aveva già capito tutto. Camillo era un po’ timido con le donne. Doveva fare qualcosa per farlo sentire a suo agio. Dopo una cena stupenda, il Dott. Camillo offrì del vino speciale … Forse il vino, forse il momento che era ideale … Il Dott. Camillo si è fatto coraggio. “Edvige non ce la faccio più. Mi sono innamorato di te. Dimmi soltanto che ho la possibilità di essere ricambiato” Per Edvige c’erano solo due strade, si e no. Optò per il si. E rispose con un bacio … un languido bacio sulle labbra di Camillo. Questi finalmente si sentì a suo agio. Rispose al bacio con una passione che ignorava di possedere. E’ noto che i baci  sprigionano energia vitale. Il dopo cena è stato romantico per Edvige e Camillo. Non si accorsero neppure che, tra un bacio e l’altro era giunta l’alba. Come poteva Edvige lasciare il Palazzo nel centro di Milano? Ha preferito dormire nello stesso letto di Camillo … Peccato che il sonno non è mai arrivato. Avevano troppe cose da fare. Questo è il racconto 840, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°17015 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

MILANO 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 16/12/14 alle 18:38 via WEB
San Bernardino alle Ossa - Milano--Si trova nelle vicinanze del Duomo , dove,al tempo dei Romani, c'era un'area boschiva considerata sacra, che i Celti denominavano nemeton. Oggi, esistono la via Brolo, un vasto terreno adibito alle coltivazioni,frutteti,la via Verziere , qui si teneva il mercato con i banchi della verdura e la via della Signora, dedicata ad una benefattrice degli edifici che sorsero in seguito. Accanto all'attuale chiesa, c'è quella di Santo Stefano, nel 1145, in pieno Medioevo, un cittadino milanese ,Goffredo da Bussero, donò il necessario per la costruzione di un ospedale. Si costruì anche un annesso cimitero, per la sepoltura di coloro che morivano ma nel 1210 si dovette costruirsi una camera-ossario per far posto a nuove sepolture. Per le vie di Milano,un tempo, avremmo potuto incontrare i membri di un ordine molto particolare i Disciplini, indossavano cappucci chiusi, che nascondevano il volto con due fessure all’altezza degli occhi; portavano legato al cordone della cintura un teschio; il saio era aperto sulla schiena, per mostrare a tutti i segni della fustigazione. I Disciplini accompagnavano l’autoflagellazione, con le loro preghiere. Era il loro ordine a custodire l’ossario dell’ospedale del Brolo e la piccola chiesa annessa quando, nel 1642, il campanile di Santo Stefano crollò trascinando entrambi gli edifici nella distruzione. Dediti al culto dei morti, i Disciplini decisero di ricostruire la cappella-ossario Raccogliendo le ossa dei defunti nell’ospedale, dei propri confratelli, dei canonici di S. Stefano , quelle dei condannati alla decapitazione e di morti in prigione, l’ordine ricoprì le pareti del nuovo ossario con la più macabra delle decorazioni. Sotto la cupola affrescata da Sebastiano Ricci, che ritrae l’ascensione delle anime purganti al Paradiso, la stanza appare come un angolo di Purgatorio. Per tutta la loro altezza le pareti sono ricoperte da ossa umane: teschi, omeri, tibie, femori che si alternano come ornamenti. Sulle colonne, sui cornicioni delle porte, sulle pareti ci sono teschi scuriti dai secoli creano due grandi croci. In alto lunghe ossa formano la “M” di Maria, a cui la chiesa era dedicata; e sotto l’altare ci sono corpi scomposti. Nel 1750 la piccola chiesa a fianco dell’ossario venne ampliata, erigendo l’attuale San Bernardino Si tratta di un edificio barocco, chiaro e luminoso. Uno stretto corridoio, sulla destra, porta all' ossario; nella cappella a destra sono sepolti alcuni discendenti di Cristoforo Colombo: lo stemma sulla cornice laterale è quello del famoso esploratore e così il motto di famiglia “Colon diede il nuovo mondo alla Castiglia e al Leon”. Sul pavimento al centro della chiesa si trova una grata di ferro che attraverso dieci gradini porta nei sotterranei, al sepolcreto dei Disciplini: una grande cripta a forma di pentagono irregolare, sui cui lati sono disposte ventuno nicchie di pietra simili a sedili. Nel 1786, l’ordine venne soppresso, sui sedili furono trovati i corpi mummificati dei confratelli defunti. Il corpo del defunto veniva posto nella nicchia, avvolto nel proprio saio, col cappuccio calato per nascondere il volto,una tavoletta con scritto il nome,( appositi fori nella pietra permettevano la fuoriuscita dei liquami dal corpo)così il cadavere veniva lasciato ad essiccare. Ciao Teresa

 

 

 

 
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CIAO DELIA ... RICAMIAMO

Post n°17014 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO DELIA ...

RICAMIAMO

RicamiAmo
RicamiAmo il 20/12/14 alle 18:31 via WEB
Ciao Dino felice serata ti abbraccio Delia
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 19:42 via WEB
Ciao Delia - felice serata a te. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO DONA ... DONADAM68

Post n°17013 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO DONA ...

DONADAM68

donadam68
donadam68 il 20/12/14 alle 08:22 via WEB
...e così come dice Jim Morrison "noi gente pazza ragioniam col cuore"....buongiorno a te ;)D
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 19:40 via WEB
Ciao Dona - hai detto bene ... "noi gente pazza che ragioniam col cuore" Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17012 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 20/12/14 alle 07:25 via WEB
Quanta dolcezza in questo tuo racconto carissimo Dino quante situazioni simili conosco nella mia vita quotidiana. Così è la vita, intensa di gioie e dolori proprio per questo la chiamiamo VITA. Un abbraccio affettuoso, buon sabato, ciao, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 19:36 via WEB
Ciao Antonella - bel commento. Hai detto tutto...."per questo la chiamano vita". Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO LAURA ... LASCRIVANA

Post n°17011 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO LAURA ...

LASCRIVANA

 
lascrivana
lascrivana il 20/12/14 alle 13:59 via WEB
Una di quelle storie che piacciono tanto a me.:-) buon Natale
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 19:32 via WEB
Ciao Laura - La Teresa è una specialista ha trovare storie. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO DONATELLA ... DONATELLA DI MILANO

Post n°17010 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 
Tag: DoNna.S

CIAO DONATELLA ...

DONATELLA DI MILANO

DoNnA.S
DoNnA.S il 20/12/14 alle 17:44 via WEB
Ho diversi ricordi di mia nonna e insegnamenti di altri tempi.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 19:29 via WEB
Ciao Donatella - le nonne sanno come farsi ricordare. Bel commento. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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LAVERGINEMARI1

Post n°17009 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

LAVERGINEMARIA1

LAVERGINEMARIA1
LAVERGINEMARIA1 il 20/12/14 alle 15:21 via WEB
Salve, una giornata felice. Nell'attesa del S. Natale non possiamo non pensare a Maria. Un pensiero affettuoso alla Madre di Dio è una delicata carezza che Le si dà. Sia esso una lode, una poesia, una semplice frase, un ringraziamento. Un saluto.
(Rispondi)

 

 
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SILVANO E LE IDEE DELLA NONNA racconto (183) di Dino Secondo Barili

Post n°17008 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

183

 Silvano… e le “idee della nonna”

Una persona può portarsi dietro le “idee della nonna”? Si. Silvano ne un esempio. A sessant’anni ha già realizzato tutti i suoi sogni (almeno quelli che gli sembravano tali). La nonna Delfina aveva fatto “centro”. Il padre e la madre di Silvano erano operai e non avevano tempo da dedicare al figlio. Del resto sessant’anni fa, l’economia era effervescente. Tutti volevano… tutto. Le nonne erano preziose molto come adesso. La nonna Delfina, oltre a stravedere per Silvano, non lo perdeva mai di vista. Non sapeva più cosa fare per il nipote. Silvano ricambiava perché sentiva di avere nella nonna un’alleata insostituibile. “Studia Silvano…” – diceva la nonna… e Silvano studiava. “Comportati bene Silvano… e impara un lavoro che dia da vivere a te e alla famiglia che formerai.” – Per la nonna era come aprire una porta aperta… A diciotto anni, Silvano, già, pensava alla “morosa” seria, l’amore con la “A” maiuscola, la donna con la quale fare i figli. Per Silvano, quello della donna è stato un mondo nuovo. Nonna Delfina, però, lo metteva in guardia. “Silvano, le donne non sono come gli uomini. Gli uomini sono ingenui… le donne no. Gli uomini si accontentano… la donna no. Gli uomini si accontentano di ciò che hanno… la donna no. La donna vuole sempre di più. Quando la donna ha una cosa, ne vuole subito un’altra…. Per fortuna che le donne non sono tutte così… Quando troverai la donna giusta… quella è… e quella sarà… qualunque cosa capiti.” Silvano non capiva cosa voleva dire la nonna, ma lo imparò presto. Fortuna volle che a diciannove anni, Silvano si innamorò della sua collega di lavoro, Anna. Svolgere la stessa attività aiuta… Due persone parlano la stessa lingua e affrontano gli stessi problemi. Per Silvano, il matrimonio è stato lo sbocco naturale e i due figli che sono venuti al mondo sono stati la conseguenza logica. Quando nascono figli, la vita comincia a correre all’impazzata. Silvano si è messo a correre con Anna sua moglie. I figli hanno seguito il ritmo dei genitori… Nonna Delfina è passata a miglior vita… ma le sue idee, le “idee della nonna” sono ancora vive e viaggiano nel tempo. (183)

 
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CALENDARIO DELL'AVVENTO di Teresa Ramaioli

Post n°17007 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CALENDARIO DELL'AVVENTO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 19/12/14 alle 14:04 via WEB
CALENDARIO DELL’AVVENTO---SABATO 20 DICEMBRE---La storia di Rudolph, la renna dal naso rosso----- Lassù nel nord, dove le notti sono più scure e più lunghe e la neve è molto più bianca che alla nostra latitudine, là abitano le renne. Ogni anno Babbo Natale si reca in quel luogo per cercare gli animali più forti e più veloci per trasportare nell'aria la sua enorme slitta. Da quelle parti viveva una famiglia con cinque piccoli. Il più giovane rispondeva al nome di Rudolph ed era un piccolo particolarmente vivace e curioso, infilava il suo naso dappertutto. Ed era un naso veramente particolare. Sempre, quando il suo piccolo cuore di renna batteva un po' più forte per l'agitazione, diventando così rosso come il sole incandescente poco prima del tramonto. Ugualmente, se era allegro o arrabbiato, il naso di Rudolph si illuminava in tutto il suo splendore.I suoi genitori ed i suoi fratelli si divertivano con il suo naso rosso, ma già all'asilo delle renne era diventato lo zimbello di quei birbanti a quattro zampe. “Questo è Rudolph con il naso rosso” cosi lo chiamavano e ballavano tutto intorno a lui, mentre lo indicavano con i loro piccoli zoccoli. E nella scuola elementare le piccole renne lo prendevano in giro come potevano. Rudolph cercava con tutti i mezzi di nascondere il suo naso, a volte lo dipingeva con del colore nero. Giocava a nascondino con gli altri ed era contento che stavolta non lo avevano scoperto. Ma nello stesso momento il suo naso cominciava ad illuminarsi cosi tanto che il colore si sfaldava. Un'altra volta si infilò nel naso un cappuccio nero di gomma. Ma riusciva a respirare solo con la bocca. E non appena iniziava a parlare sembrava che avesse una molletta attaccata al naso. I suoi compagni si tenevano la pancia dal ridere, ma Rudolph correva a casa e piangeva amaramente. “Non giocherò mai più con questi stupidi” - diceva piangendo e le parole dei suoi genitori e dei suoi fratelli riuscivano a consolarlo solo un poco. I giorni diventano più corti e come ogni anno si annunciava la visita di Babbo Natale. In tutte le famiglia di renne i ragazzi giovani e forti si facevano belli. Le loro pellicce venivano a lungo strigliate e spazzolate fino a che non rilucevano del colore del rame, le corna venivano pulite con la neve finchè non risplendevano alla fioca luce degli inverni del nord. E poi finalmente era arrivato il momento. In un piazzale gigantesco dozzine di renne, impazienti e nervose, raspavano con i loro zoccoli ed emettavano richiami belli ed allo stesso tempo terrificanti per impressionare i concorrenti. Tra di loro c'era anche Rudolph, la cui forza ed il cui vigore era superiore a quello degli altri partecipanti. Puntualmente, al momento stabilito, Babbo Natale atterrò dal vicino paese di Natale, dove era la sua casa, con la sua slitta trainata solo da Donner, il suo fedele caporenna. Una neve leggera era iniziata a cadere e l'ondeggiante mantello rosso era coperto da punti bianchi. Babbo Natale si mise subito al lavoro ed esaminò ogni animale. Sempre borbottava poche parole nella sua lunga barba bianca. A Rudolph sembrò un'eternità. Quando la fila arrivò a lui, il suo naso diventò incandescente per l'agitazione, quasi luminoso come il sole. Babbo Natale arrivò verso di lui, sorrise amichevole e scosse la testa. “Sei grande e robusto. E sei un bellissimo giovanotto – disse – ma purtroppo non posso sceglierti. I bambini si spaventerebbero a vederti”. La tristezza ed il dolore di Rudolph non avevano limiti. Più veloce che poteva corse attraverso il bosco e scalpitò ruggendo nella neve alta. I rumori e la luce rossa visibile da lontano attirarono una piccola Elfa. Prudentemente gli si avvicinò, gli posò una mano sulla spalla e chiese: ”Cosa ti è successo?”. “Guarda come brilla il mio naso. Nessuno ha bisogno di una renna con il naso rosso” rispose Rudolph. “Conosco bene questa sensazione” - disse la piccola Elfa -“ io vorrei lavorare nel paese di Natale con tutti gli altri Elfi. Ma sempre, quando sono agitata, le mie orecchie iniziano a tremare. E le orecchie tremolanti non piacciono a Babbo Natale”. Rudolph sollevò lo sguardo, con gli zoccoli si asciugò le lacrime dagli occhi e vide una bellissima Elfa, le cui orecchie si muovevano qua e là al ritmo di un battito di ali. “Il mio nome è Herbie” - disse timidamente. E mentre si guardavano negli occhi, l'uno con un naso rosso scintillante, l'altra con le orecchie tremolanti che si muovevano a ritmo, scoppiarono a ridere all'improvviso e risero fintanto che non fece male loro la pancia. In quei giorni fecero amicizia, chiaccherarono fino a notte tornando a casa solo all'alba. Con passi da gigante si avvicinava il tempo del Natale. In quei giorni Herbie e Rudolph si incontravano molte volte nel bosco. Tutti erano cosi occupati con i preparativi per le feste natalizie, che nessuno faceva caso che il tempo, giorno dopo giorno, andava peggiorando. Due giorni prima di Natale la Fata del Tempo consegnò a Babbo Natale il bollettino meteorologico. Questi, con il viso preoccupato alzò lo sguardo al cielo e sospirò rassegnato: “Quando domani attaccherò le renne, seduto sulla cassetta non riuscirò a vederle. Come potrò trovare la strada per arrivare alle case dei bambini?”. Quella notte non riuscì a dormire.Continuava a lambiccarsi il cervello per trovare una via d'uscita. Infine indossò il mantello, gli stivali ed il cappello, attaccò Donner alla slitta e si incamminò verso la Terra. “Forse troverò là una soluzione” pensò. Mentre iniziava a volare, nevicava con fitti fiocchi. Così fitti che Babbo Natale riusciva appena a vedere. C'era solo una luce rossa che illuminava così chiaramente come se davanti a lui ci fosse un'enorme quantità di gelato alla fragola. Babbo Natale amava il gelato alla fragola. “Salve” - disse - “che naso bellissimo ed eccezionale che hai! Sei proprio quello di cui ho bisogno. Che cosa ne pensi di correre davanti alla mia slitta e di mostrarmi così la strada per raggiungere i bambini?”. Appena Rudolph ascoltò le parole di Babbo Natale, per l'emozione gli cadde per terra l'albero di Natale che stava trasportando. Poi lentamente riprese il controllo di sé stesso. “Naturalmente, lo farò volentieri. Mi fa un enorme piacere.”. Ma all'improvviso diventò molto triste. “Ma come faccio a trovare poi la strada per tornare indietro al paese di Natale, se nevica cosi fitto?”: Nello stesso momento in cui pronunciava quelle parole gli venne un'idea. “Torno subito” - disse - mentre già correva ad un veloce galoppo verso la strada del bosco, lasciando indietro uno stupito Babbo Natale. Pochi minuti dopo, tornavano indietro una renna con il naso rosso ed una piccola Elfa con le orecchie tremolanti. “Lei può condurci indietro, Babbo Natale” - disse Rudolph, pieno di orgoglio, indicando Herbie - “lei conosce la strada”. “Questa è una magnifica idea” - tuonò Babbo Natale - “ Ma adesso devo tornare indietro. A più tardi.” E cosi successe che, per Natale, Babbo Natale fosse accompagnato da una renna con il naso rosso e da un'elfa con le orecchie tremolanti. Rudolph il giorno successivo, per le sua bellissima azione, venne festeggiato da tutte le renne entusiaste. Il giorno successivo ballarono e cantarono nella piazza principale dicendo:” Rudolph dal naso rosso sei entrato nella storia!”. E deve essere stato così, che qualcuno ha visto Babbo Natale ed i suoi aiutanti, altrimenti nessuno avrebbe raccontato questa storia.---- Buon Natale, Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ...A ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17006 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

alba.estate2012
alba.estate2012 il 19/12/14 alle 20:30 via WEB
Non mi vanno a genio i sottintesi, non leggo tra le righe, mi piace nero su bianco e poi la fantasia... vola!!! Un abbraccio, buona serata, Antonella
(Rispondi)
 
 
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 07:34 via WEB
Ciao Antonella - bel commento. Hai ragione. Però ... a volte ... "il dico non dico" ... le occhiate furtive ... hanno qualcosa di magico. Fanno parte della poesia della vita. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO GISY ... FERRARIO.GISELLA

Post n°17005 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO GISY ...

FERRARIO.GISELLA

ferrariogisella
ferrariogisella il 19/12/14 alle 23:42 via WEB
Ciao Dino! Sempre molto bravo! Un sorriso! Gisy
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 07:24 via WEB
Ciao Gisy - grazie per il complimento. I complimenti fanno sempre bene. Aiutano a fare meglio e di più. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO TINA ... FAUSTINA.SPAGNOL

Post n°17004 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO TINA ...

FAUSTINA.SPAGNOL

faustina.spagnol
faustina.spagnol il 19/12/14 alle 20:42 via WEB
A volte abbiamo paura di prendere decisioni drastiche perchè temiamo il futuro. Invece il futuro riserva anche sorprese piacevoli basta saperle cogliere. Buona serata . Tina
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 07:23 via WEB
Ciao Tina - hai ragione. Bel commento vero e reale. La vita è un insieme di opportunità. Complimenti per il tuo Blog. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17003 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 19/12/14 alle 20:28 via WEB
Carissimo Dino, questo racconto è una favola meravigliosa!!! dal finale a sorpresa, proprio non me lo aspettavo... i tre baci del Principe della Valle Fiorita... e Antonella volò tra le braccia del Principe... bellissimissimo!!! Un abbraccio e felice serata, ciao, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 07:21 via WEB
Ciao Antonella - la formula dei tre baci ... è magica. Un bacio solo ha poco potere ... ma tre è tutta un'altra cosa. E poi ci sono di mezzo i Principi. Qui non si scherza... baci a volontà. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO PAOLO ... FRAGGINA

Post n°17002 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO PAOLO ...

FRAGGINA

fraggina
fraggina il 19/12/14 alle 21:28 via WEB
Buona serata , e chi prenderebbe le pillole per guarire da questa malattia, si in caso si farebbe una cura per mantenere la malattia Saluti cordiali
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 07:13 via WEB
Ciao Paolo - altro che cure. Ogni persona cercherebbe di essere ammalata d'amore ... sempre. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO PAOLO ... FRAGGINA

Post n°17001 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO PAOLO ...

FRAGGINA

fraggina
fraggina il 19/12/14 alle 21:05 via WEB
Buona serata Dino. Che bello sarebbe prenderla questa malattia , però senza guarire un caro saluto Paolo
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 07:11 via WEB
Ciao Paolo - hai ragione. Dipende da ognuno di noi. Volere è potere. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17000 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 19/12/14 alle 20:18 via WEB
Auguro che tutto il mondo venga colpito da questa malattia!!! Un abbraccio e felice serata, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/12/14 alle 07:10 via WEB
Ciao Antonella - hai ragione. L'amore è la malattia migliore. Fa veramente bene ... e non ci sono controindicazioni. Buona giornata. Dino
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SILVIA racconto (182)

Post n°16999 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

182

 Silvia

Ci sono idee che aiutano a vivere. Per esempio, l’idea di realizzare un proprio percorso di successo nella vita e nella società. E’ stato così anche per Silvia che molti anni fa iniziò come impiegata amministrativa e, nel corso degli anni ha continuato a progredire fino a raggiungere il massimo consentito. Oggi, Silvia è in pensione, dopo quarant’otto anni di servizio. Qualche lettore dirà che non è possibile… Invece, lo è stato. Silvia ha iniziato a sedici anni. Non aveva ancora ricevuto dalla Scuola l’Attestato di Tecnica Commerciale (il foglio di carta) che un Datore di Lavoro molto lesto la chiamò nel suo ufficio amministrativo. Naturalmente si trattava di iniziare dalla gavetta come si suole dire oggi. E’ stata una gavetta ben ripagata. Il merito è stato anche dell’impiegata che l’ha accolta accanto a sé e l’ha cresciuta. Se la Scuola è importante… la pratica quotidiana, lo spirito individuale, la voglia di fare e di imparare, lo è ancora di più. Quell’impiegata si chiamava Angela… e a quell’epoca si era fatta tutta da sé. Angela raccomandava a Silvia di imparare sempre e di fare i Corsi di Aggiornamento. Nel corso degli anni, i Corsi sono stati tanti… anche tre o quattro all’anno. Silvia non ricorda il numero, ma sono stati tantissimi. Nel corso della vita venne l’amore. Vennero due figli, cresciuti con soddisfazione. La battaglia quotidiana, però, era sempre dietro l’angolo. Certo, non furono tutte “rose e fiori”, ma oggi Silvia può dirsi soddisfatta. L’unico neo, essere rimasta sola in seguito alla morte del marito. Oggi, però, ci sono i nipotini che riempiono tutti gli spazi “vuoti” che la vita ha lasciato. (182)-

 
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BUON SABATO 20 DICEMBRE 2014

Post n°16998 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da dinobarili
 

BUON SABATO 20 DICEMBRE 2014

 

 

 

 
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